Furundulla 109 – Venticinque aprile divisivo…

…riflessioni moltiplicabili di Benigno Moi Assodato che le vignette non vanno spiegate… ma sono un sasso buttato come spunto di riflessione, per ogni vignetta almeno un link (forse)
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
…riflessioni moltiplicabili di Benigno Moi Assodato che le vignette non vanno spiegate… ma sono un sasso buttato come spunto di riflessione, per ogni vignetta almeno un link (forse)
Continua a leggeredi Paolo Cacciari (ripreso da comune-info.net)
Continua a leggereIl maschio burionico – Gianluca Ricciato (scarica e leggi in pdf) La “puerilità” dell’Oriente ha qualcosa da insegnarci, fosse anche l’angustia delle nostre idee di adulti (Maurice Merleau-Ponty) [1] Il maschio burionico Qui e ora noi viviamo in una sorta di iperuranio tecnologico in cui le funzioni cognitive sono privilegiate rispetto a tutte le altre, in particolare rispetto alle funzioni sensoriali, emozionali e sentimentali.
Continua a leggereMario Agostinelli sul libro di Valeria Fieramonte
Continua a leggeredi Monja Zoppi
Continua a leggeredi Gianluca Ricciato Per essere lì alle otto devo mettere la sveglia almeno alle sei meno un quarto. E mi deve andare bene che la metro deve passare entro dieci minuti, cosa che spesso non succede. Allora per non rischiare decido di non fare colazione a casa, di iniziare a cornetti e farine bianche già dalle sei di mattina. Il
Continua a leggeredb ragiona sui «Dialoghi possibili con Laura Conti», proposti da Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi
Continua a leggerePubblicato sul quotidiano “Il manifesto” del 7 aprile con il titolo “Ritrovare il senso di un anticapitalismo ecologico”. Qui nella versione non tagliata diffusa dall’autore sul suo profilo. di Guido Viale Molte compagne e compagni (di strada?) insistono nel qualificare le loro idee, prassi e lotte come “anticapitaliste” senza mai chiedersi veramente che cosa significhi. Per molti è sottinteso che
Continua a leggeredi Clelia Farris
Continua a leggeredi Gianluca Ricciato (*) con un video di Valerio Mastandrea. Una verdura autoctona prodotta senza uso di pesticidi, nell’odierno 2021, viene considerata in tre modi diversi in base alla fetta di società da cui viene percepita, accolta, mangiata e digerita. Prendo un esempio casuale, la cima di rapa, visto che ce l’ho sul fuoco e l’ho appena raccolta dal bancale sinergico
Continua a leggere