Franca Viola, la storia, un appello
Le donne cambiano la storia, cambiamo i libri di storia
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
Le donne cambiano la storia, cambiamo i libri di storia
Continua a leggereEcco la mia introduzione a «Il dono della diversità» di Alessandro Ghebreigziabiher che esce in questi giorni (*) Un portavoce dell’Onu
Continua a leggereun percorso di Erremme Dibbì tra fantascienza e mondo reale (*) Cosa c’è di più natalizio e bello di un bambino che gioca? Il personale medico e paramedico di turno nelle feste avrebbe qualcosa da dire: il numero dei bambini (e delle donne) picchiati nei giorni festivi è superiore alla media. Ma chi li sta a sentire i bambini (e
Continua a leggereIntervista a Mimi Chakarova di Bryan Shih per «Women in the World Foundation», 2 ottobre 2012; traduzione di Maria G. Di Rienzo.
Continua a leggeredi Murat Cinar Leggo spesso con piacere gli articoli pubblicati dal Fatto Quotidiano, che considero un giornale valido,
Continua a leggereTratto da «Feminism-101: helpful hints for dudes» di Time-Machine, www.shakesville.com (traduzione e adattamento di Maria G. Di Rienzo). A tutti quegli uomini che pensano che le battute, gli scherzi, le rappresentazioni triviali dello stupro non siano un problema. Ho capito: tu sei un uomo decente. Ci credo. Non hai mai stuprato nessuna. Non lo faresti mai. Sei seccato con queste
Continua a leggeredi Maria G. Di Rienzo Mie care lettrici,
Continua a leggeredi Mona Eltahawy L’originale «Why do they hate us?» è stato scritto per www.foreignpolicy.com il 24 aprile; traduzione e adattamento di Maria G. Di Rienzo. Mona Eltahawy è una giornalista egiziana (su codesto blog trovate una sua intervista, «Egitto, la nostra rivoluzione», il 4 dicembre 2011). In «Vista in distanza di un minareto», la scomparsa
Continua a leggeredi Maria G. Di Rienzo Roya Toloui è una giornalista curda iraniana ora in esilio. Era
Continua a leggeredi Daniela Pia Ho imparato, col tempo a dire belle cose alle persone, per il piacere di farlo, senza secondi fini e con la chiara consapevolezza che «Per essere liberi è necessario non essere desiderati ne’ applauditi» (A. de Mello). Riesco a trarre una
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