Dopo una inenarrabile odissea nello spazio è uscito il romanzo Terra dove andare. È il mio secondo romanzo dopo L’ultimo anno, uscito esattamente dodici anni prima, cioè nel novembre 2013. È quindi il secondo romanzo edito di Gianluca Ricciato, titolare di questo blog, che nel frattempo ha fatto anche altre attività, gli sono successe inenarrabili altre cose molto belle e molto brutte, e ora la smette di parlare in terza persona di sé come faceva Berlusconi e come fanno tutti quelli che si devono dare un tono per fare bella figura nella società dello spettacolo.
Terra dove andare (è uscito)
Dal blog dell’autore
Terra dove andare è stato scritto ed editato nell’epoca subito pre e in quella interna al cosiddetto covid. È ambientato per la maggior parte in provincia di Lecce, in un Salento immaginifico tra il 2012 e il 2013 dove la crisi economica, sociale, culturale, ambientale e antropologica vede arrivare una serie di personaggi e personagge in fuga da sé stesse e dal “sistema che t’ancatena”.
La prima scrittura di Terra dove andare è avvenuta quasi totalmente a Roma, nel quartiere cosiddetto Africano dove ho abitato cinque anni. Il primo editing di Terra dove andare, che è durato invece tutto il lockdown e oltre, è stato fatto con l’agenzia letteraria West Egg, sempre di Roma, ed è stato un lavoro commissionato da me e da cui ho imparato tante cose e che ha reso il mio romanzetto più bello e più ordinato, senza snaturare nulla di quello che sentivo e che volevo dire, anzi rafforzandolo.
Il secondo editing è stato fatto dalla casa editrice Protos con cui il libro sta uscendo, è stato un lavoro meno intenso (perché un primo editing profondo appunto era già stato fatto) ed è stato accompagnato da tutta una serie di altre attività professionali che la casa editrice sta facendo per il libro, e che per questo ringrazio.
Nella inenarrabile odissea nello spazio che ho attraversato negli ultimi anni per pubblicare questo libro ho visto cose che voi umani che non avete mai a che fare con l’ambiente editoriale non potete nemmeno immaginare. Ce ne sarebbe tanto da dire e da scrivere sulle cause, quello che posso dirvi in generale è che in questo momento, domani, tra un anno e sempre, piuttosto che lamentarci dire e parlare di politica di problemi e di rivoluzioni, dovremmo proprio adesso, in questo momento, lasciare dalle mani i telefoni (prima finisci di leggere questa cosa però) e prendere in mano un libro di carta. E se non c’è nessun libro a portata di mano che ci interessi, uscire di casa ed entrare nella prima libreria che ci capita. Se non riusciamo a fare questo (mai), allora occorrerebbe almeno iniziare a riconoscere il problema e provare ad affrontarlo. Il problema della dittatura globale dentro di noi.
SINOSSI
Marco è un giornalista precario di 35 anni che vive a Bologna da molti anni. Ha scritto una corposa inchiesta sui rifiuti speciali che coinvolge aziende del Nord e mafia del Sud, ma fa fatica a pubblicarla, come fa fatica a continuare a sopravvivere in un contesto urbano diventato sempre più spietato. Dopo una lunga riflessione, decide di lasciare la città e andare in cerca di una “terra dove andare”, approdando infine nel Salento, dove è nato e da cui era partito quindici anni prima. Al suo arrivo iniziano ad accadere fatti sorprendenti. Entra a far parte di un variegato collettivo appena nato che si occupa di agroecologia e politiche di riappropriazione della terra, e torna a frequentare dopo anni un’esperienza comunitaria in campagna, la Masseria Libera, dove incontra il fantasma di una ragazza argentina quasi dimenticata, Isabel, e dove è conservata una serie inaspettata di informazioni utili alla sua inchiesta.
NOTA DELL’EDITOR
Scrive Fabrizio Patriarca nella scheda di valutazione al manoscritto di “Terra dove andare”, valutazione che ha preceduto l’editing con l’Agenzia letteraria West Egg: «Da anni trovo che certa saggistica sia in generale, sul mercato italiano, più appassionante della media dei romanzi che si producono in quantità industriale. È una posizione come un’altra, certo, ma c’è il fatto che l’avventura personale rivelata dalla buona saggistica ha avuto negli ultimi decenni una certa importanza nello sviluppo del discorso letterario, anche dal punto di vista dello stile. Sarà più di mezzo secolo che a “scrivere bene” non sono i romanzieri ma i saggisti – evito la sfilza sterminata di nomi. Qui abbiamo un testo narrativo che in molte sue parti fiorisce come un saggio molto consapevole e ordinato, anche per la lingua (non è un caso che moltissimi passaggi “da saggio” siano addirittura nei dialoghi, che però raramente suonano libreschi o artefatti: registro dunque una certa perizia dell’autore nello sciogliere la materia saggistica dentro il libro).»
BIOGRAFIA
Gianluca Ricciato ha pubblicato il romanzo L’ultimo anno (Smasher, 2013) e ha partecipato al saggio collettivo Trasformare il maschile. Nella cura, nell’educazione e nelle relazioni (Cittadella, 2013). Ha sceneggiato e condotto la web serie tv Ultima generazione (Ateneriena, 2016). Scrive per diversi spazi web, tra cui La Bottega del Barbieri e Comune-info. È attivo anche nel campo musicale. Per lavoro si occupa di educazione. È nato a Gallipoli nel 1976, ha vissuto 15 anni a Bologna e 5 anni a Roma, ora da qualche anno ha la base di nuovo nel Salento. Altre info qui: https://fiabeatroci.wordpress.com/about/
IL SENSO DEL ROMANZO
Terra dove andare è il romanzo del tentativo di fuga dalla civiltà. Se non dalla civiltà tout court, almeno da quella civiltà che gira a vuoto da anni o da decenni, in cui il lavoro, la vita, le relazioni, le comunità sono state assorbite e quasi annientate dal mercato globale, e tutti lo sappiamo ma non sappiamo fare altro che lamentarci.
Non è un romanzo strettamente politico, ma questa è la condizione necessaria da cui non si può fuggire, e i personaggi di questo racconto devono farci i conti, volenti o nolenti e a prescindere dalla loro voglia di occuparsi di questi temi. La storia è quella di un giornalista trentacinquenne che vive da anni a Bologna e all’interno di una crisi economica ed esistenziale torna alla ricerca di fantasmi passati che lo riporteranno nella sua terra d’origine, il Salento. Su questo assunto si innestano alcuni inserti narrativi: le parti saggistiche sui percorsi di crescita sentimentale e sessuale delle e dei protagonisti; le parti fantastiche che richiamano la voglia di “altrove” che a tratti prende anche forme oniriche ed extrasensoriali; il noir con protagonista la mafia dei rifiuti e la devastazione dei territori che sono temi fondamentali anche e soprattutto di quei territori spesso visti come isole felici o come luoghi per “alternative di vita al capitalismo”.
Terra dove andare è il secondo romanzo di Gianluca Ricciato, in parte proseguimento del primo (L’ultimo anno) poiché ritornano il protagonista Marco e alcuni altri personaggi, in un’ambientazione distante circa 15 anni e a cui segue Storia emotiva di un movimento, ambientato nel periodo mediano tra i due precedenti, in particolare negli anni che ruotano intorno al movimento altermondialista (2000-2001). I tre romanzi sono leggibili autonomamente, ma hanno un filo conduttore “politico e sentimentale” per cui possono configurarsi come una trilogia.
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