tre film di Costa-Gavras

I film di Costa-Gavras non possiamo aspettare che ce li facciano vedere, bisogna andare a cercarli, non sono mai film facili, ci costringono a non essere indifferenti, a volte è faticoso e doloroso, ma necessario.

La confessione (L’aveu) – Costantin Costa-Gavras

la biografia di Yves Montand lo rende l’attore ideale per questo film, che è un gran film (anno 1970).
doloroso e terribile, la fine delle illusioni (e della spinta propulsiva dell’URSS, come avrebbe detto anni dopo Enrico Berlinguer), Costa Gavras svela con le immagini quello che fino ad allora alcuni (pochi) scrivevano.
fra gli assistenti di Costa Gavras anche Chris Marker.
da non perdere
http://markx7.blogspot.it/2012/10/la-confessione-laveu-costantin-costa.html

Hanna K. – Constantin Costa-Gavras

un film del 1983, l’ultima sceneggiatura di Franco Solinas, attore Mohammed Bakri, suona l’oud Anouar Brahem.
film di difficile reperibilità, mostrato poco o niente, dentro c’è tutto il dramma originario palestinese, che si è sempre più aggravato, ci sono alcune storie che si fondono e camminano insieme, grande cinema in un piccolo capolavoro imperfetto da non perdere.

http://markx7.blogspot.it/2013/08/hanna-k-costa-gavras.html

L’amerikano (État de Siège) – Constantin Costa-Gavras

di nuovo Yves Montand e Renato Salvatori, musiche di Mikis Theodorakis, alla sceneggiatura lavora Franco Solinas, in un film girato in Cile e che racconta dell’Uruguay.
un film politico, che ricorda tante cose ormai note, rapimenti, torture e cose che nel 1972 non sapevamo quanto oggi, e per questo il film vale ancora di più. Forse per questo è un film che ha girato poco e pochi lo conoscono.
trovatelo e guardatelo, è grande cinema.

http://markx7.blogspot.it/2011/11/lamerikano-etat-de-siege-constantin.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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