I migranti esistono ancora (e il razzismo pure)
articoli ripresi da a-dif.it, riforma.it, comune-info.net
Regolarizzazione 2020: dopo due anni, più di centomila persone ancora in attesa dei documenti
La campagna Ero straniero, alla quale aderisce anche la Fcei, ha pubblicato sul proprio sito un aggiornamento del monitoraggio sull’attuazione della regolarizzazione straordinaria del 2020
La campagna Ero straniero ha pubblicato sul proprio sito un aggiornamento del monitoraggio sull’attuazione della regolarizzazione straordinaria del 2020, misura che la campagna ha proposto e fortemente sostenuto, pur sottolineando da subito la portata ridotta del provvedimento a causa dei pochi settori identificati per l’emersione e della rigidità di alcuni requisiti. Dai dati forniti dal Ministero dell’Interno in risposta alle ultime richieste di accesso agli atti (disponibili sul sito), emergerebbe che, a fine marzo 2022, delle oltre 207.000 domande di emersione presentate dai datori di lavoro, sono 105.000 i permessi di soggiorno in via di rilascio da parte delle prefetture (il 50% circa del totale) e ancora decine di migliaia le pratiche da finalizzare. Da evidenziare, inoltre, sempre come si legge in una nota della campagna, il numero piuttosto alto di rigetti che sta emergendo man mano che si procede con l’esame.
Sui tempi dell’esame delle pratiche è intervenuta, tra l’altro, la condanna del Tar Lombardia, che ha ricordato con alcune sentenze quanto prevede la Costituzione rispetto ai tempi certi dei procedimenti amministrativi.
Nel dossier, anche l’analisi dei risultati ottenuti nei mesi scorsi dalla campagna ai fini di velocizzare e portare a compimento la procedura, a partire dalla proroga fino a dicembre 2022 degli oltre 1.000 interinali impiegati presso prefetture e questure che, grazie a un emendamento alla legge di bilancio proposto da Ero straniero, potranno continuare a occuparsi della regolarizzazione e, si spera, portarla a compimento. Altro elemento su cui si sofferma la campagna è l’ultimo decreto flussi, che ha individuato 70.000 quote di ingresso per lavoratori e lavoratrici per il 2022 in diversi settori, a fronte delle poche migliaia previste negli anni scorsi. Nei click day tra fine gennaio e febbraio, le quote sono andate esaurite in poche ore e sono state oltre 220.000 le richieste arrivate da parte dei datori di lavoro, ben oltre i posti disponibili.
A conclusione dell’analisi dei dati e degli interventi più recenti in materia di immigrazione, la campagna ribadisce ancora una volta la necessità di creare finalmente dei canali di ingresso per lavoro razionali e realmente accessibili e superare il sistema illogico delle sanatorie, con l’introduzione di un meccanismo sempre accessibile per rientrare nell’economia legale. Incoraggiante in tal senso l’approvazione il 3 maggio scorso in Senato, nell’ambito della discussione sulla Istituzione della Giornata nazionale in memoria degli immigrati vittime dell’odio razziale e dello sfruttamento sul lavoro, di un ordine del giorno che impegna il governo a valutare l’introduzione “di un meccanismo permanente di regolarizzazione su base individuale a fronte di un contratto di lavoro, al duplice fine di garantire la giusta tutela dei diritti fondamentali della persona e così favorire anche l’emersione di rapporti di lavoro irregolari”, riprendendo la proposta di legge di iniziativa popolare il cui esame è fermo in Commissione affari costituzionali da marzo 2020.
Canali di ingresso per lavoro e regolarizzazione: alle prospettive di riforma di questi due temi cruciali nell’ambito delle politiche dell’immigrazione a livello italiano ed europeo sarà dedicato l’incontro pubblico di alto livello che la campagna Ero straniero sta organizzando in Parlamento per il 14 luglio prossimo.
Ero straniero è promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Oxfam Italia, ActionAid Italia, ACLI, Legambiente Onlus, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, Terra! onlus con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.
Il titolo della proposta di legge di iniziativa popolare è “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Si compone di 8 articoli che prevedono, tra l’altro, l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione ricorrendo all’attività di intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari; la regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati” a fronte della disponibilità di un contratto da parte di un datore di lavoro.
La patate e il decoro di Cassibile – Rete antirazzista catanese
Come ogni anno, come da vent’anni a oggi, dall’inizio di aprile affluiscono a Cassibile centinaia di migranti per lavorare nella raccolta delle patate, che quest’anno è più promettente degli scorsi anni. Dopo cinque anni di totale assenza istituzionale per offrire un minimo di accoglienza notturna con la tendopoli, l’anno scorso è stato inaugurato l’Ostello per lavoratori stagionali per accogliere circa settanta migranti, quanto il fabbisogno d’accoglienza è di oltre quattrocento posti letto. L’anno scorso essendo stato messo in funzione con un mese di ritardo si è deciso di tenerlo aperto un mese in più, peccato che a fine giugno, come sempre, la stagione finisce, i migranti vanno in altre campagne e chi gestisce l’ostello dilapida risorse pubbliche per giustificare spese inutili, in assenza di migranti.
Anche quest’anno, purtroppo, l’ostello ha aperto a fine aprile, i posti sono stati subito occupati. Nei 17 moduli abitati l’anno scorso dormivano quattro migranti, quest’anno cinque, per un totale di 85 posti letto. Anche se le restrizioni per il corona virus si sono allentate e nelle unità abitative ci potrebbero dormine sei migranti il totale arriverebbe a 102.
Per poter accedere all’ostello bisogna avere il permesso di soggiorno e l’assunzione (o la promessa d’assunzione) di un’azienda. Come se nella zona fossero messi tutti in regola e i contratti di lavoro stagionale
venissero per tutti rispettati; purtroppo da anni sappiamo che nella zona è diffuso il lavoro in nero e il caporalato. Nonostante ci sia qualche controllo degli enti preposti, si escogitano nuovi trucchi per evadere i contributi ed ignorare le norme contrattuali e soprattutto gli orari di lavoro (8/9 ore giornaliere).
Se si considera che l’ostello è stato pubblicizzato come strumento di lotta al caporalato, il risultato ci sembra proprio l’opposto: benché “regolari” i migranti vengono accolti nell’ostello come corpi docili da guidare e incanalare nella pseudo-accoglienza di un campo-ghetto per salvare il “decoro” di Cassibile.
Visto che anche quest’anno non si è previsto in tempo come garantire una degna accoglienza ai migranti, la stragrande maggioranza sarà costretta ad arrangiarsi in micro tendopoli informali, esposti al freddo notturno e al lavoro nero dei caporali; denunciamo che i lavoratori più vulnerabili in queste condizioni verranno ancora di più criminalizzati, mentre sono solo le vittime di questo disumano sistema di sfruttamento. Chi si farà carico dell’accoglienza dei lavoratori migranti esclusi dall’ostello e quindi più ricattabili?
Invitiamo, come ogni anno, le associazioni siracusane a supportare le richieste e i bisogni dei migranti coordinandoci con esperienze di autorganizzazione migrante nelle campagne siciliane e meridionali.
Il Regno Unito pronto alla deportazione in Ruanda delle persone migranti
Proteste delle chiese per le nuove norme che prevedono lo spostamento dei richiedenti asilo a oltre novemila km di distanza
Il 10 maggio il governo britannico ha annunciato che «questa settimana» informerà il primo gruppo di migranti destinati a essere trasferiti in Ruanda del loro destino.
«Il primo gruppo di migranti illegali che non hanno diritto di restare nel Regno Unito sarà informato questa settimana della nostra intenzione di trasferirli in Ruanda nell’ambito del nuovo partenariato per la migrazione e lo sviluppo economico», si legge in un comunicato stampa del governo britannico del 10 maggio.
I migranti che hanno attraversato la Manica «sono tra coloro a cui saranno notificati gli avvisi», ha chiarito il testo. Il governo ha inoltre dichiarato di avere il potere di trattenere le persone in attesa del loro allontanamento dal Regno Unito.
Il Ministro degli Interni britannico Priti Patel ha dichiarato nel comunicato che queste notifiche sono «solo la prima fase del processo» e che «non si farà scoraggiare nell’agire per realizzare i cambiamenti che il popolo britannico ha votato, per riprendere il controllo del nostro denaro, delle nostre leggi e dei nostri confini».
Il piano per il Ruanda è stato concepito dal governo come un deterrente per «avvertire i migranti che potrebbero non essere ammessi al sistema di asilo del Regno Unito perché hanno viaggiato attraverso Paesi sicuri dove avrebbero potuto e dovuto chiedere asilo». Annunciato ad aprile, il progetto mira a esternalizzare il trattamento delle richieste di asilo in Ruanda, a oltre novemila km di distanza.
Il governo britannico sta affrontando almeno sei ricorsi legali al suo piano, presentati da organizzazioni per i diritti dei migranti. Patel le ha definite un tentativo di «vanificare il processo e ritardare gli allontanamenti». Ha anche criticato quelli che in passato ha definito «avvocati di sinistra» che bloccano gli ordini di deportazione.
La Croce Rossa britannica e il Consiglio per i Rifugiati hanno pubblicato un rapporto congiunto l’11 maggio, esprimendo il timore che «la deportazione e il trattamento duro mettano i richiedenti asilo a maggior rischio di povertà e sfruttamento».
Sonia Hicks e Barbara Easton, presidente e vicepresidente della Conferenza metodista britannica, si sono unite a molti leader religiosi britannici, per scrivere ai parlamentari in vista del voto che ha portato infine all’approvazione del Nationality and Borders Bill, esortandoli a usare la loro influenza per apportare modifiche alla legge.
«Stiamo scrivendo come un gruppo di leader cristiani – si legge nel testo – , provenienti da denominazioni e tradizioni in tutto il Regno Unito,. Vogliamo cogliere quest’ultima opportunità per chiarire la nostra posizione sul Nationality and Borders Bill.
I gruppi di fede sono stati espliciti sulle nostre preoccupazioni riguardo alla nuova legge fin dall’inizio del processo. Abbiamo chiarito come riteniamo che tali nuove norme non riescano a sostenere i principi e i valori del Regno Unito, creando ostilità e favorendo la discriminazione contro alcune delle persone più vulnerabili del mondo. Solo nelle ultime settimane siamo stati testimoni della compassione e dell’impegno apparentemente senza limiti mostrati dai cittadini britannici che hanno accolto i rifugiati ucraini nelle loro vite e nelle loro case. Eppure il Nationality and Borders Bill contraddice direttamente questo approccio. Troviamo difficile capire le implicazioni pratiche e le loro ricadute, se non che causeranno difficoltà, criminalizzeranno persone innocenti e spezzeranno le famiglie.
In questo periodo che segue la Pasqua, come cristiani celebriamo una nuova vita e una nuova speranza. La nostra fede ci dice che la speranza che Dio ci ha dato nella nuova vita dovrebbe influenzare il modo in cui trattiamo il nostro prossimo, da qualunque parte provenga.
Le Chiese in tutto il Regno Unito continueranno ad affiancare coloro che rimangono con un disperato bisogno della nostra amicizia e accoglienza».
Secondo le organizzazioni di solidarietà, un richiedente asilo ruandese in Gran Bretagna era talmente spaventato dalla possibilità di essere deportato nel Paese da cui era fuggito che stava per nascondersi e per non accedere al sostegno tanto necessario.
L’amministratore delegato del Refugee Council, Enver Solomon, ha dichiarato: «Sentiamo storie tragiche sul grave impatto sulla salute mentale, tra cui bambini giovani e vulnerabili che sono terrorizzati da ciò che accadrà loro, con segnalazioni di autolesionismo. Temiamo che il governo non veda il volto che si cela dietro il caso e dovrebbe fare molto di più per esercitare il suo dovere di cura nei confronti delle persone vulnerabili».
Solomon ha aggiunto che «si tratta di uomini, donne e bambini che hanno già subito molti traumi e sconvolgimenti. Queste nuove misure non affrontano le ragioni per cui le persone intraprendono viaggi pericolosi verso il Regno Unito, e quindi faranno ben poco per scoraggiare l’arrivo di persone, ma creeranno solo più sofferenza umana, angoscia e caos con conseguenze pericolose e di vasta portata per le persone vulnerabili che hanno semplicemente bisogno di sicurezza. Esortiamo il governo a ripensare immediatamente ai suoi piani e a concentrarsi sulla gestione di un sistema di asilo ordinato, umano ed equo».
Dimissioni in cambio di silenzio. Dopo l’uscita di Fabrice Legeri occorre accertare le responsabilita’ di ministri e Commissari europei. E chiudere subito i processi alla solidarietà – Fulvio Vassallo Paleologo
- Secondo quanto risulta dai comunicati ufficiali “a seguito delle indagini dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) nei confronti di tre membri del personale di Frontex, compreso il direttore esecutivo dell’Agenzia, il consiglio di amministrazione di Frontex si è riunito il 28 e 29 aprile 2022. In tale riunione, il direttore esecutivo ha dichiarato le sue dimissioni da tutte le sue funzioni con effetto immediato e la sua intenzione di cessare il suo rapporto di lavoro nell’Agenzia”. Il consiglio di amministrazione ha preso atto di quanto dichiarato da Fabrice Legeri ed ha dichiarato risolto il suo rapporto di lavoro con l’agenzia. Allo stesso tempo, in considerazione delle dimissioni del direttore esecutivo, il consiglio di amministrazione ha deciso che “l’avvio di ulteriori procedimenti contro il direttore esecutivo in relazione al erapporto dell’OLAF del 15 febbraio 2022 non è più necessario, poiché l’esito di tali procedimenti non influirà più sulla posizione del Direttore esecutivo”. Una decisione che sembra rientrare in uno scambio tra le dimissioni di Legeri e il silenziamento delle indagini sull’operato dell’agenzia alle frontiere esterne, su cui da anni si erano accumulati esposti, anche alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che deve ancora pronunciarsi, e denunce a livello politico che non avevano indotto però la Commissione europea a modificare la sua posizione di totale copertura verso le scelte del Direttore Legeri e le prassi operative di Frontex e del suo board. Un direttore esecutivo ad interim per Frontex dovrebbe essere nominato quanto prima e comunque al più tardi nella riunione del Consiglio di amministrazione del giugno 2022. A tal fine, il Consiglio di Amministrazione ha chiesto alla Commissione Europea di avviare gli atti necessari per consentire tale nomina. con un bando pubblico…
LE VIGNETTE SONO SCELTE DALLA “BOTTEGA”: la prima è di Energu, la seconda di Benigno Moi.