«365»? Dipende 2 – intervista a Cicinelli

Chief Bromden – su Popoff – intervista Gianluca Cicinelli. A seguire una noticina (anzi due) della «bottega» su serietà e ironia, auto-spot, piccole ossessioni e interesse “generale”

Perché la Digos cerca Barbieri e Cicinelli?

Il lungo ’68 e il troppo breve ’77 riecheggiano in “365”, romanzo a 4 mani di Barbieri e di Cicinelli, che QUI risponde alle insidiose domande di Chief Bromden

Incontriamo Gianluca Cicinelli, scrittore e giornalista, sostiene lui, in uno dei suoi luoghi preferiti, un chiosco bar senza sedie, per fare in fretta ci dice, vicino ai lotti di Primavalle a Roma. Ha appena pubblicato insieme a un altro sedicente scrittore e giornalista, tale Daniele Barbieri, un libro che parla* … ma lo chiediamo a lui di cosa parla.

Ci puoi dire la trama di 365?

No

Perchè no?

Perchè è come sui social, scrivi due righe su un testo di mille pagine e tutti commentano quelle due righe come se fosse l’intero libro.

E come intendi promuoverlo?

Conto molto sulla mia avvenenza fisica. Certo, negli anni mi ha dato problemi, mi ha portato a chiedermi se le persone volessero starmi accanto più per fare bella figura accanto a me che per le mie qualità umane, ma è un rischio che bisogna correre nell’epoca dell’apparenza.

Allora dico io due cose e tu le commenti. Il libro parla di due scoppiati, uno ex sessantottino e l’altro ex settantasettino, che devono risolvere un mistero, un delitto che sta per avvenire. Questa ricerca li porta a ripercorrere il loro passato e a fare i conti con la sconfitta delle loro generazioni di sinistrati rivoluzionari. E’ corretto come riassunto?

Non sei il primo che me lo riassume così. Non saprei dirti se è la trama, perché l’ho scritto ma non l’ho letto. Leggere non serve più a niente, è lo scrivere che conta. Nessuno legge, tutti scrivono. Nelle pause dalla scrittura io e Daniele Barbieri parliamo di cose futili per non intristirci.

Mi sembra una posa più che una risposta.

Hai visto quanti corsi di scrittura creativa ci sono in giro? Io ne ho lanciato uno di scrittura noiosa. Si tratta di raccontare fedelmente fatti assolutamente non importanti della propria vita, descrivere il proprio recinto come se fosse il mondo. Proporre la propria limitatezza culturale come interpretazione della vita di tutti. Meglio ancora: rendere ancora più piccolo il recinto in cui ci ha confinato il potere.

Quindi 365 è un libro noioso?

Certo. Se lo fai leggere a dei giovani faticheranno a capire di cosa parliamo. C’è stata una rivolta in Italia. Violenta. Ci crederesti mai pensando al conformismo attuale, che oggi tutti dicono di sì ai capi e aspettano di arrivare a casa e affidarsi all’anonimato dei social per sputare veleno su questo mondo schifoso e mantenersi il loro lavoretto a 4 euro l’ora? Ecco, io e Daniele speriamo di vedere un’altra rivolta prima di andarcene. Perché siamo due imbecilli. Non ci siamo arresi, diremo no fino all’ultimo. Anche ai nostri compagni vecchi e nuovi. Perché siamo “contro” per principio.

Sembra la visione di un disadattato.

E’ la prima cosa interessante che dici. Sì, esatto. Non posso scordarmi i cadaveri dei miei compagni. Le sofferenze di Luigino Scricciolo, a cui il libro è dedicato, e di tanti altri che hanno fatto anni di galera soltanto per essere capitati sull’agenda del telefono sequestrata da un magistrato. Essere stati sconfitti è soltanto una parte del problema. Accettare che avessero ragione “loro” è il vero problema del presente. 365 al contrario ripropone la ribellione al centro della scena.

In conclusione: sei comunista?

Non più. I comunisti e quel che ne rimane, parlo per me perchè forse Daniele ancora ci crede, come si capisce negli scontri che abbiamo nel libro, sono i preti del ventunesimo secolo, con i loro comandamenti e liturgie dell’ottocento. Mi considero un socialista utopista. L’utopia è la libera repubblica degli ultimi e degli esclusi. E io che mi sento socialmente un disadattato ho diritti sociali e civili solo in quella repubblica.

Ecco un assaggio del volume, pubblicato da Calamaro edizioni

 

   

COMUNICATO «BOTTEGA» LINEA NERA su serietà e ironia, piccole ossessioni e interesse “generale”.

Per misteriosissime ragioni (o s/ragioni) qualche Entità si è impadronita delle password e accede a codesto blog continuando a inserire articoli su «365» di cui nulla ci interessa; ci scusiamo di ciò con lettori e lettrici.

COMUNICATO «BOTTEGA» LINEA ROSSA su serietà e ironia, piccole ossessioni e interesse “generale”.

Nulla di vero nel testo sopra della «bottega-linearossa». Noi qui (nella contingenza spazio-temporale che ci è toccata) proviamo simpatia per «365». Viva Marx, viva Vandana Shiva e viva Ursula Le Guin.

NELLA FOTO IN APERTURA UNA RARISSIMA IMMAGINE di Daniele Barbieri detto “Jack-N” e Gianluca Cicinelli (per tutti “capo fintomuto”) DA GIOVANISSIMI mentre prendono parte a un film che passerà alla storia ma poi purtroppo verrà quasi dimenticato. Per saperne di più su «Qualcuno volò sul nido del cuculo» … non cercate in rete  – a casaccio si trova poco e male – ma chiedete a persone serie; tipo Fabio Troncarelli e/o Francesco Masala (spesso in “bottega”).

NELLA FOTO QUI SOPRA invece SI INTRAVEDONO 3 dita; nessun riferimento storico alla mafia… una pura coincidenza.

La redazione ha deciso di NON mettere in evidenza LA FOTO (rubata?) di Cicinelli apparsa su Popoff perchè potrebbe cadere sotto l’occhio di persone minorenni … e francamente sarebbe troppo. Ma se ve la sentite eccola qui sotto.

Più in generale ogni de-contestualizzazione (estrapolazione anche) con eccessi di serietà verrà considerato riprovevole ai sensi dei… 7 sensi.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • Maria Paola Masala CAGLIARI

    HO APPENA FINITO DI LEGGERE 365- Coinvolgente, commovente, emozionante. Ci ho ritrovato tutto il mio caro Dibi, amico e collega di raro senso etico, conosciuto e apprezzato nella sua lunga parentesi cagliaritana. Attraverso questo libro ho conosciuto il suo amico Gianluca che mi pare sanamente pazzo come lui. Grazie a entrambi: per la storia che raccontate, per la musica che evocate, per lo scopo per cui il libro è nato, per l’omaggio a Luigino Scricciolo e a Enrico Pili, per quella parola finale che chiude ogni capitolo, e ci riporta alla nostra miseria umana, per l’unico capitolo che non la prevede. Grazie per la vostra ostinata voglia di credere nonostante tutto in un mondo migliore.

  • Andrea ET Bernagozzi

    Accidenti, ero a Milano per andare a trovare mia mamma e non sono sceso alla fermata giusta della metropolitana, perché leggevo “365” e non mi sono accorto che ero arrivato! Poi ho preso il treno in direzione opposta. Però.

    Uscito dal sottopassaggio, ho trovato una città diversa. Era tappezzata di manifesti pubblicitari, colorati e sgargianti, con i visi di Barbieri e Cicinelli, che si guardavano uno negli occhi dell’altro un po’ corrucciati. Sui cartelloni era scritto: “Tu da che parte stai, Team Barbieri o Team Cicinelli?”.

    Sono un fisico, quindi ho capito subito che cosa era successo. La spiegazione più semplice era che, facendo le scale mobili e i corridoi per cambiare la direzione del treno della metropolitana, dovevo aver seguito per puro caso (?) una particolare, contorta traiettoria nello spazio-tempo che mi aveva fatto passare in una realtà alternativa. Invece della campagna di marketing che avevano fatto per l’uscita del film “Captain America: Civil War”, chiedendo agli spettatori di schierarsi, Team Iron Man oppure team Capitan America, in quel mondo ciò capitava per “365”. La spiegazione più semplice, appunto.

    Ho percorso a ritroso i passaggi che avevo fatto e sono risbucato nel nostro mondo. A malincuore, ma è qui che ho i miei affetti, sapete com’è: mia madre mi stava aspettando. A proposito, vi saluta!

    Ok, la storia dei cartelloni è inventata. Però m’è venuta in mente leggendo “365”, quindi nella mia testa per qualche secondo ho vissuto in quel continuum, in qualche modo. La metropolitana l’ho sbagliata per davvero, e sempre per davvero, accendendo la radio mentre stavo per finire il libro, ho sentito che la trasmissione era dedicata a Wayne Shorter, per ricordare il grande musicista scomparso lo scorso marzo. Wayne Shorter, che è ampiamente citato nel libro: colonna sonora più che adeguata per la lettura delle ultime pagine!

    Aggiungo che anch’io conosco due sorelle, una delle quali è un’astrofisica che è andata in Australia e poi è tornata, l’altra è appassionata di informatica (più sul versante hardware che software). Però a me quelle cose scritte in “365” non sono capitate. Quali? Leggete il libro, dai.

    Grazie a entrambi per averlo scritto. E buon conto alla rovescia per il prossimo Capodanno!

    PS Comunque non c’è dubbio: sono Team Barbieri, con tutto il rispetto s’intende.

    • buondì Andrea («ET» in quel senso vero?)
      se esistessero Barbieri e Cicinelli (con ogni evidenza sono personaggi di fantasia, come Amintore Fanf-nani o Santaqualcosa di Calca-utta) probabilmente ti risponderebbero qualcosa tipo:
      «grazie tante del bel commento e grazie meno dell’implicita richiesta di essere ingaggiato per le prossime avventure (se ci saranno). Epperòpomperoperòn, caro amico: pagano male e i pochi guadagni vanno giustamente in solidarietà. Poi si suda molto e ci si monta la testa. Invece uno di noi è interessato ad almeno una delle due sorelle: possiamo combinare un proletario Machiavelli o un quasi aristocratico Bridge? Ah, la tua metropolitana era quella di Moebius ovviamente, ma linea rossa o linea verde?».

      • Andrea ET Bernagozzi

        Grazie agli immaginari Barbieri e Cicinelli per l’ipotetica risposta.
        La metropolitana chiamata Moebius (racconto scritto da un astronomo, come si legge in questo approfondimento: https://www.tomshw.it/altro/questa-storia-di-fantascienza-e-sconosciuta-e-imperdibile/) era quella rossa e non poteva essere altrimenti, altrimenti che Team Barbieri sarei?
        Per le sorelle, non mi permetto di prendere impegni per conto loro: se leggeranno queste note si riconosceranno nelle mie parole e potranno contattare chi di competenza di loro iniziativa.
        Spero che ci siano prossime avventure e grazie per l’invito alla Shackleton in partenza per l’Antartide (https://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/Cercasi_uomini_per_viaggio_rischioso.html), ma non sono all’altezza di contribuirvi, né ho le conoscenze tecniche appropriate e non solo di scrittura. Al massimo ho fatto la Pantera nel 1990, peraltro poco e male, non certo il 1968 e il 1977.
        PS Andrea Ettore quindi ET sì, in quel senso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *