A Città del Messico l’etere è femminista

Da marzo 2018 inizieranno le trasmissioni della radio comunitaria Violeta, la voce delle donne in una redazione tutta al femminile

di David Lifodi

L’inizio fu il 24 agosto 1991, quando, all’interno di Radio Educación, andò in onda una trasmissione dal titolo emblematico: Dejemos de ser pacientes, piantiamola di essere pazienti. Per la prima volta, in Messico, un’emittente radiofonica ospitava un programma fondato sulla prospettiva di genere. Per 14 anni Dejemos de ser pacientes ha rappresentato il femminismo messicano nella capitale e non solo, ma soprattutto è stata una pianta da cui sono germogliati buoni frutti. Radio Violeta è un risultato tangibile della lotta condotta dalle donne messicane per un’informazione basata sui diritti di genere in un paese dove il femminicidio rappresenta una delle piaghe principali.

Dal prossimo mese di marzo Radio Violeta inizierà le trasmissioni a Città del Messico, megalopoli di venti milioni di persone in un contesto in cui, dal 2012, gli omicidi di donne per ragioni di genere hanno superato abbondantemente la quota dei 10.000 casi nell’intero paese. La radio si pone però un traguardo ambizioso: non si presenta come la voce delle sole donne messicane, ma di quelle di tutto il continente latinoamericano. Radio Violeta promuoverà la visione e il pensiero delle donne su cultura, società, politica ed economia: un mezzo di comunicazione in grado di fare intrattenimento, che diverta, ma, al tempo stesso, orientato a proporre programmi basati sull’inclusione e, perché no?, con una certa vis polemica.

Guadagnarsi una frequenza sembrava un sogno, in un paese dove gran parte dell’etere è occupato dai media commerciali o da quelli creati dal governo di turno per fare propaganda (come del resto in gran parte del mondo), fin quando, il 23 agosto 2017, l’Istituto federale delle telecomunicazioni (Ift) approvò la concessione di una frequenza per uso sociale comunitario ad un gruppo di organizzazioni femministe. È così che è nata Radio Violeta, frutto dell’unione e della collaborazione tra Alianza por el Derecho Humano de las Mujeras a Comunicar, Mujeres en Frequencia, Centro de Estudios e Investigación en Ciencias y Humanidades de la Universidad Nacional Autónoma de México, Comunicación e Información de la Mujer (Cimac), Salud Integral para la Mujer. “Vogliamo dar vita ad una radio dove le donne non siano solo oggetto dell’informazione, ma che ne siano le costruttrici e le protagoniste”, ha spiegato Lucía Lagunes, giornalista e direttrice di Cimac. Attualmente, in Messico, le notizie relative alle donne occupano meno del 30% degli spazi informativi e, meno del 10% di loro, riveste incarichi nel mondo della comunicazione. Cimac, fondata nel 1988, ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita di Radio Violeta, sia perché già gestiva un’agenzia di notizie con propspettiva di genere sia per aver lavorato nel corso degli anni per aprire degli spazi femministi nel giornalismo, oltre a sostenere le giornaliste violentate o picchiate per il loro lavoro.

Il giornalismo tradizionale ha innegabilmente un’impostazione maschile fondata prima sulla politica e poi sulla società, ma secondo Radio Violeta a venire al primo posto sono i diritti delle persone. Inoltre, la sida della radio è ambiziosa perché altre volte l’informazione con prospettiva di genere non è riuscita a sopravvivere, si pensi all’ottimo supplemento del quotidiano La Jornada, Doble Jornada, pioniere nel suo genere, ma terminato nel giro di poco tempo. Ad incoraggiare Radio Violeta ci sono una serie di trasmissioni che già certificano la presenza femminile e femminista nell’etere, dal programma Las mujeres contamos, su Radio Educación, a Mujeres a la Tribuna, su Radio Ciudadana, fino alle attività di Radio Unam, la radio dell’Universidad Nacional Autónoma de México, il più grande ateneo dell’America latina.

Uguaglianza, libertà, giustizia, partecipazione, convivenza e pluralità saranno gli assi principali della politica d’informazione di Radio Violeta, che andrà in onda pochi giorni prima dell’8 marzo, data in cui, in tutto il mondo, si celebra la Giornata mondiale delle donne.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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