«Coloni dell’universo»/2: I–+–+-+-E

Fantascienza, l’Impiccato, Lingo: di nuovo db vi raccomanda di prendere in edicola (entro l’estate) una splendida antologia Urania per miseri 7,90 eurini. Prestate orecchio a Paul Watzlawick; e occhio al deja vu, a volte inganna.

 

12 racconti su 13 sono meravigliosi, perciò siore e siori correte in edicola ad acquistare «Coloni dell’universo»: Urania, collana Millemondi, 430 pagine per 7,90 euri.

Come dite? Vi sembra su codesto blog di aver già letto qualcosa del genere? Se siete del tipo “fandom” può essere (*) ma andate avanti lo stesso. E ricordate il più spesso possibile: «L’illusione più pericolosa è credere che esista una sola realtà» (Paul Watzlawick).

Nella fiction cosiddetta mainstream (cioè “la corrente tradizionale”) che viene pubblicata oggi in Italia ci sono quasi solo schifezze: per trame, idee, scrittura e mancanza di passione. Beh, c’è un ottimo editing però «consolamose con l’aglietto» si dice a Roma quando si è mangiato poco e/o male. Intendo dire che, secondo me, gli autori e autrici più venduti fanno pena: con rare eccezioni, tipo – per dire solo due nomi – Domenico Starnone o Wu Ming (1, trino e quater).

Adesso leggete «Coloni dell’universo» e fate il paragone. A mio parere se fossimo in una partita di calcio sarebbe finita almeno cinque a zero.

Mi fermo?

Se volete aggiungo che il racconto di Laura Silvestri cioè «Avery 2…» (dove diavolo trovo le lettere greche sulla tastiera? Non ho voglia di cercarle) è quello che più lascerà permanenze, inquietudini, riflessioni dentro la mia animuccia.

«Costosi occhi d’èlite». «A predicare l’accettazione della vita nel metallo». «Il fantasma del futuro sognato». «Vuoi sentiti più umano? Allora quello che ti serve è apparire umano». Gli occhi di Paul Newman e il parco Ray Bradbury. «Pigra imitazione di un sorriso». «L’estate ci cola addosso, gocciolando dalla fronte al collo». «Non c’è niente di più prezioso del y-silicio». Il finale non ve lo dico. Geniale e scritto magistralmente. Solo una cosa mi ha fatto incazzare: sono meno di 30 pagine invece di 100 o di 450. Spero che Laura Silvestri si assuma le sue responsabilità e lo “completi”. (**)

In estrema sintesi?

I–+–+-+-E.

Ricordate vero com’è il gioco (da bambine-i) detto dell’Impiccato?

Soluzione? Imperdibile.

«L’impiccato» è un antenato di tanti giochi con le parole. Il meno peggio di quelli televisivi (credo, io guardo pochissimo la tv e solo quando sono bloccato in casa da una sciatica depresso-compulsiva) è «Lingo» condotto su La7 da Caterina Balivo: ogni giorno, dal lunedì al sabato alle 18,50. Come dite? “Perchè db, non vai a Lingo?”. Beh, certo. Potrei fare domanda e mandare il cv (tipo alla Wislawa Szymborska). Ma con chi? Bisogna essere in coppia. Tiziana è troppo occupata. Forse Jan, mio figlio. O l’altro Jan. Oppure Gianluca. Magari Rosalba. Danilo è fotogenico ma fiiiigurati. Allora Samantha? Sandra o magari Barbara (ma è già andata in tv e come dice Andy Warhol meglio evitare). Bartezaghi – una z o due? Poi forse controllerò – lo conosco solo di fama… Alvaro? Lorenzo? … Come dite? “Agnese?”. Noooo, lei ha brutti rapporti con la tv, peggiori dei miei. Ma adesso sto sforando in temi e in contesti. Chiudo.

(*) cfr «Coloni dell’universo»: I—+–+–+-+-E

(** ) Beh, se Laura Silvestri (che conosco solo di vista) non ha altri programmi editoriali, potrei chiederle di regalare il suo racconto – o la versione lunga – a “la bottega” a Natale. Che dite? “E se poi Franco Ricciardiello si offende?”. Beh, c’è Capodanno o la cosiddetta Epifania, giusto?

NOTA BENE: Ecco autori e autrici in ordine alfabetico: Paolo Aresi, Davide Camparsi, Francesca Cavallero, Franci Conforti, Lorenzo Iacobellis, Alessandro Montoro. Maico Morellini, Daniela Piegai (un grande ritorno), Franco Ricciardiello, la citata Laura Silvestri, Giampietro Stocco, Silvia Treves e Alessandro Vietti. Per quasi tutti i loro racconti potrei rifare il mio giochino dell’Impiccato. Ma il mio amico Paganini mi suggeriva: “ripetiti poco… se no ti sgamano”.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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