«Difendere il Kurdistan»

Un appello (le prime 150 firme) «contro l’occupazione turca». A seguire link e altre notizie connesse all’intreccio Turchia-Kurdistan.

https://defend-kurdistan.com/

DIFENDERE il KURDISTAN Contro l’occupazione turca

Noi – circa 150 politici, difensori dei diritti umani, giornalisti, accademici, sindacalisti, parlamentari, attivisti politici, ecologisti e femministe di tutta Europa – abbiamo seguito da vicino i pericolosi sviluppi derivanti dagli attacchi della Turchia al Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale) dal 23 aprile 2021. Di conseguenza, ci siamo riuniti oggi ad Erbil e abbiamo deciso che dobbiamo intervenire.

Quindi, è con una sola voce di chiarezza morale che vogliamo condannare inequivocabilmente l’occupazione in corso del Kurdistan meridionale da parte dell’esercito turco ed essere solidali con il popolo di quella regione e le forze della resistenza curda nella protezione della loro terra madre.

Ad aprile, lo stato turco ha avviato una nuova campagna militare ad ampio raggio nel Kurdistan meridionale nelle regioni di Metina, Zap e Avashin. In queste regioni proseguono pesanti battaglie, con le forze della guerriglia curda che resistono ferocemente a questa invasione illegale. Questi attacchi su larga scala prendono di mira non solo le forze della guerriglia curda, ma anche le conquiste del popolo curdo, con l’obiettivo di occupare il Kurdistan meridionale.

Ad oggi la risposta a questi attacchi a livello internazionale è purtroppo rimasta in sordina. Approfittando di questo silenzio, il regime turco ha messo in atto il suo piano per occupare tutto il Rojava (la regione del nord e dell’est della Siria) insieme al sud del Kurdistan.

Così facendo, la Turchia è determinata a ripulire etnicamente questa vasta area – lunga 1400 km – dalla Siria nordoccidentale al confine iracheno-iraniano. Allo stesso tempo, la Turchia sta conducendo una guerra con droni contro il campo profughi di Maxmur, una grave violazione del diritto internazionale.

Collegato a questa politica di pulizia etnica, l’esercito turco spera anche di spopolare la regione di Sinjar, terra degli yazidi, e quindi di ottenere ciò che l’ISIS non ha potuto ottenere. Dall’estate del 2012, i curdi del Rojava e della Siria nord-orientale, hanno lavorato fianco a fianco con le comunità locali di arabi, assiri, turcomanni e armeni dopo aver guidato assieme una rivoluzione che ha istituito un’amministrazione autonoma che è democratica e dà potere alle donne.

In risposta la Turchia ha usato militanti jihadisti per attaccare direttamente queste aree del Rojava, tra cui Afrin, Azaz, Jarablus, Sere Kaniye e Gire Spi (Tal Abyad), nella speranza di occupare e distruggere i risultati di questa amministrazione guidata dalle donne.

Durante queste occupazioni in atto, la Turchia ha progettato il cambiamento demografico, lo stupro sistematico e la riduzione in schiavitù delle donne, causando lo sfollamento di massa della grande parte della popolazione curda e di altre popolazioni civili, come parte della sua strategia per turchizzare e alla fine annettere queste terre.

E i problemi non sono solo all’estero. In effetti, l’ultimo esempio dell’incessante ostilità di Erdoğan nei confronti delle conquiste politiche e sociali curde deriva dall’interno della stessa Turchia e dal suo tentativo di chiudere il Partito democratico dei popoli (HDP).

Questo è l’ultimo passo di una campagna in atto da anni contro HDP – un’alleanza progressista di curdi, turchi e molti altri partiti, organizzazioni e individui democratici – che ha portato all’arresto di oltre diecimila membri di HDP.

Sfortunatamente, la regione del Kurdistan (KRG) e il governo iracheno hanno fatto poco per fermare il tentativo di occupazione della Turchia.

In particolare è stato deludente per noi vedere come i funzionari del Partito democratico del Kurdistan (KDP) abbiano persino cercato di legittimare l’occupazione turca. Qualunque sia la pressione economica di Ankara, il KDP non deve lasciarsi trasformare in un delegato turco, poiché le conseguenze di questa guerra possono essere gravi per tutto il Kurdistan e la regione.

Il mondo deve riconoscere che la Turchia sta tentando di compiere un genocidio contro il popolo curdo. Ed è solo il movimento di resistenza curdo che impedisce la piena occupazione del Kurdistan e l’annientamento dei diritti politici dei curdi. L’attuale resistenza armata a Zap, Avashin e Metina ha trasformato il Kurdistan in una roccaforte di audacia, non solo per i curdi, ma per tutte le persone nella più ampia regione minacciate dall’espansionismo neo-ottomano turco. A tal fine, il presidente turco Erdoğan non ha nascosto la sua ambizione di ripristinare la gloria perduta dell’Impero ottomano riconquistando il suo antico territorio.

Pertanto, parallelamente alle campagne militari turche contro i curdi in Siria, Turchia e Iraq, Erdoğan si è intromesso in varie aree di conflitto, tra cui Libia, Artsakh/Azerbaigian, Yemen, Niger, Nigeria, Ciad, Sudan, Somalia e Libano.

Collegate a ciò, ci sono le sue minacce contro molte nazioni, come Grecia, Cipro, Armenia, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Francia. Dobbiamo anche riconoscere che il regime di Erdoğan ha una lunga esperienza di finanziamento, armamento e sostegno allo Stato Islamico (ISIS) e a vari altri gruppi jihadisti violenti simili, usandoli ufficialmente e ufficiosamente come forze per procura per aumentare la portata dello Stato turco all’estero.

Durante il recente conflitto ad Artsakh che ha coinvolto Armenia, Azerbaigian e Turchia, Erdoğan ha inviato dalla Siria centinaia di combattenti jihadisti per procura per sostenere l’Azerbaigian e ha anche inviato questi combattenti in Libia per partecipare al lungo conflitto del paese. Attraverso queste azioni, la Turchia sta violando la sovranità di altri paesi e sta diffondendo il suo terrorismo mercenario in tutto il mondo.

Erdoğan è ben consapevole della posizione geopolitica unica della Turchia e la sfrutta a suo vantaggio. Sa che il suo esercito, il secondo più grande della NATO, è una forza formidabile e un baluardo per l'”Occidente”. Quindi, lo stato turco, sotto il suo governo, continua a sfidare apertamente e sistematicamente il diritto internazionale e a violare le convenzioni sui diritti umani.

La Turchia viola continuamente la sovranità di molti paesi. Nel frattempo, la NATO, le Nazioni Unite, l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa rispondono tutti con un silenzio assordante.

Ma la comunità internazionale deve essere guidata dalla moralità, non dalla geo-strategia. E la loro incapacità di sfidare l’autoritarismo e i crimini di guerra di Erdoğan gli dà effettivamente il permesso di continuare la sua aggressione militare. A sua volta, li rende anche un cospiratore in parte responsabile nella sua continua distruzione.

Proclamiamo quindi un’iniziativa internazionale DIFENDERE IL KURDISTAN contro l’occupazione turca!

Al fine di ottenere un arresto immediato degli attacchi turchi al Kurdistan meridionale e il ritiro di tutte le truppe turche e dei mercenari islamisti, chiediamo quanto segue:

• Fermare l’occupazione turca, il cambiamento demografico, l’instabilità e la campagna di pulizia etnica nel Kurdistan meridionale.

·  Fermare la distruzione e lo sfruttamento della natura del Kurdistan.

·  Nessuna complicità delle potenze internazionali e regionali nel genocidio curdo.

·  Sostegno di tutti i partiti, istituzioni e persone curde alla resistenza della guerriglia alla loro posizione unita contro l’occupazione turca.

·  No al progetto espansionista neo-ottomano di Erdoğan in tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo orientale.

Signatories of the International Initiative: DEFEND KURDISTAN Against Turkish Occupation:

 

  • Massimiliano Smeriglio, Member of the European Parliament (MEP) of S&D

  • Malin Björk, Member of the European Parliament of the Swedish Left Party, Sweden
  • Lotta Johnsson Fornarve, Member of Parliament for the Left Party and Deputy Speaker of the Swedish Parliament, Sweden
  • Villo Sigurdsson, Former Kopenhag Mayor
  • Pernille Frahm, Former MP, Socialist People’s Party SF,Danmark
  • Ilona Szatmari Waldau, Member of Parliament for the Left Party, Sweden 
  • Lorena Delgado Varas, Member of Parliament for the Left Party, Sweden
  • Paolo Ferrero, Vice President of the European Left Party, former Minister of the Italian Republic
  • Fausto Bertinotti, Former president of the Chamber of Deputies in Italy  
  • Tony Haddou, Member of Parliament for the Left Party, Sweden
  • Malcolm Momodou Jallow, Member of Parliament for the Left Party, Sweden
  •  Maurizio Acerbo, National secretary of the Communist Refoundation Party
  • Jean Tschopp, Member of Parliament, Switzerland
  • Conni Moehring, Member of the Parliament, Die Linke, Germany
  • Cornelia Moehring, Member of the Parliament, Die Linke, Germany
  • Ilona Szatmari Waldau, Member of Parliament for the Left Party, Sweden
  • Lorena Delgado Varas    Member of Parliament for the Left Party, Sweden
  • Nicola Fratoianni, Secretary of the Left Party, Member of the Parliament, Italy
  • Tony Haddou, Member of Parliament for the Left Party, Sweden
  • Jean Tschopp, Member of Parliament, Switzerland
  • Raúl Zibechi, Journalist, Uruguay
  • Alberto Colin Huizar, Anthropologist, Mexico,
  • Alirio Uribe, Lawyer, Human Rights Defender, Colombia
  • Elisabetta Gualmini, MEP, S&D italy
  • Giuliano Pisapia, MEP, S&D italy
  • Patrizia Toia, MEP, S&D italy
  • Luigi Vinci, Former MEP  italy
  • Ana María Verá Smith, Professor, Mexico
  • Armando Wauriyu, National Organisation of Indigenous Peoples, Colombia
  • Celia Pacheco, Metropolitan Autonomous University Mexico,
  • Daniele Fini, Physician, Italy,
  • Gilberto López y Rivas, Professor, Researcher, Anthropologist at INAH Institute of Morales, Columnist for La Jornada
  • Fernando Matamoros, Professor of Sociology, Mexico,
  • Gilberto Conde, Professor, Mexico,
  • Héctor Valadez George, National Coordinating Committee of Peoples Resistance (CONUR), Mexico
  • Heriberto Cairo, Professor, Complutense University, Spain
  • Inés Duran Matute, Researcher, Mexico
  • Jose Santos Cordinador, Federation of the Afro Communities of Colombia
  • Kemal Soleimani, Professor at the Colmex Institute, Mexico
  • Margara Millan, Professor, Mexico,
  • Marylen Serna Salinas, Antropolog, People’s Congress, Colombia
  • Oliver Gabriel Hernández Lara, Sociologist, Mexico
  • Rafael Enciso, Economist, Mexico.
  • Raquel Gutiérrez, Professor, Mexico,
  • Rocío Martínez / Ts’ujul, Professor, Mexico
  • Rodrigo Camarena González, Researcher, Mexico
  • Sergio Tischler, Professor, Mexico
  • Beatriu Cardona coordinator Intersindical of women, spain
  • Vicent, spokesperson of Intersindical Valenciana, spain
  • Vicenç, political party Mas senator for Mallorca, spain
  • Daniel Lobato , PCE Communist Party of Spain
  • Prof. Dr. Ueli Mäder, Sociologist, Switzerland
  • Edibe Gölgeli, Member of the Grand Councillor, Socialist Party, Switzerland
  • Stefanie Prezioso, Member of the Council of Geneva, Switzerland
  • Anina Jendreyko, Artist, Switzerland B
  • Vincent Keller, Member of the Grand Council of Vaud, POP
  • Alfonso Gianni, former parliamentarian and undersecretary, co-editor of the magazine “Alternative per il Socialismo”
  • Albert Scherfig, Chef Editor of Antifascistisk Forum” Journal, Danmark
  • Allgemeinen Dresdener Syndikat der Freien Arbeiter*innen Union (FAU)
  • Allt åt Alla Association, Sweden
  • Jonas Eika, writer, Denmark
  • Andreas Buderus, Freelance Author
  • Anja Kerstin Lercher, Member of the District Council Marburg-Biedenkopf, Germany
  • Annette Mørk, President of the Horserød- Stutthof Association and Editorial Board of the “Antifascistisk Forum” Journal, Danmark
  • Antifaschistische Aktion Lüneburg / Uelzen, Germany
  • Anuradha Chenoy, Professor, retd. Jawaharlal Nehru University, India
  • Associazioni, Sindacati, partiti politici
  • Baran Topal, Mitglied im Kreisvorstand Bündnis 90/Die Grünen, Kreisverband Karlsruhe
  • Barbara Muraca, Barbara Muraca, Ph.D. Assistant Professor of Environmental Philosophy, University of Oregon
  • Sinistra Italia, the political party
  • Moni Ovadia, actor, singer, musician and writer
  • Nicola Fratoianni, secretary of the left Italy party and deputy of the parliament in Italy
  • Domenico Gallo, Magistrate of the Court of Cassation of Rome
  • Silvana Barbieri, Cultural Association Punto Rosso
  • Manolo Luppichini, Documentarist
  • Vincenzo Vita, President of the Association for the Renewal of the Left
  • Mario Agostinelli, former secretary of the Lombardy trade union CGIL, President of the Happy Energy Association
  • Marco Bersani, Attac-Italy
  • Maso Notarianni, Maso Notarianni, President of ARCI (cultural and social association, 4401 clubs) of Milan
  • Left Italy political party
  • CUB, Basic Unitary Confederation of workers
  • CRED/GIGI, The Center for Research and Development for Democracy/International Legal Intervention Group
  • Association for the Left for another Europe, Massimo Torelli and Giulia Rodan
  • Domenico Gallo, magistrate of the Court of Cassation of Rome
  • Silvana Barbieri, Punto Rosso Cultural Association
  • Manolo Luppichini, Documentarist
  • Vincenzo Vita, President of the Association for the Renewal of the Left
  • Mario Agostinelli, Former Secretary of the Lombardy CGIL, President of the Happy Energy Association
  • Marco Bersani, Attac-Italy
  • Maso Notarianni, President of ARCI, Milan
  • Associazioni, Sindacati, partiti politici;
  • Sinistra Italia-Left Party of Italy
  • CUB, Confederazione Unitaria di Base
  • CRED/GIGI The Center for Research and Development for Democracy/International Legal Intervention Group
  • Massimo Torelli, Left Association for Another Europe, Italy
  • Giulia Rodano, Left Association for Another Europe, Italy
  • Anuradha Chenoy, Professor, retd. Jawaharlal Nehru University, India
  • Kamal Chenoy, Professor, retd. Jawaharlal Nehru University, India
  •  Rajeev Bhargava, Director, Centre for the Study of Developing Societies, India
  • Zoya Hasan, Professor Emeritus, Jawaharlal Nehru University, New Delhi
  • professor Achin Vanaik, Coalition for Nuclear Disarmament and Peace, India
  • Pamela Philipose, Public Editor, The Wire, news and opinion portal, India
  • Mihir Desai, Senior Advocate, Vice President Peoples Union of Civil Liberties, India
  • Irfan Engineer, All India Secular Forum
  • Pradip Kumar Datta, Retd. Professor, Jawaharlal Nehru University.
  • Kunal Chattopadhyay, Professor, Jadavpur University, West Bengal, India
  • Ditte Bjerregaard, antropolog, Center for Magtanalyse, Danmark
  • Minna Katz, Antropolog, Danmark
  • Jesper Brandt, Professor Emeritus, Roskilde University 
  • Annette Mørk, President of the Horserød- Stutthof Association and Editorial Board of the “Antifascistisk Forum” Journal, Danmark
  • Albert Scherfig, Chef Editor of Antifascistisk Forum” Journal, Danmark
  • Emil Olsen, Chief Editor of Antifascistisk Forum” Journal, Danmark
  • Håkan Svenneling, The Left Party’s Foreign Policy Spokesperson, Sweden
  • Benny Gustavsson, Chairman of the Kurdistan Support Committee, Sweden
  • Söderham Kurdistan Solidarty Association, Sweden
  • Allt åt Alla Association, Sweden
  • Yekbun Alp, Second Vice Chairman the Left International Forum, Sweden
  • Abbas Mansouran, Epidemiologist
  • Hosein Moghadam, Political Activist
  • Bahram Rahmani, Writer, Political Activist
  • Prof. Dr. Ueli Mäder, Sociologist, Switzerland
  • Edibe Gölgeli, Member of the Grand Councillor, Socialist Party, Switzerland
  • Stefanie Prezioso, Member of the Council of Geneva, Switzerland
  • Anina Jendreyko, Artist, Switzerland B
  • Vincent Keller, Member of the Grand Council of Vaud, POP
  • Benny Gustavsson, Chairman of the Kurdistan Support Committee, Sweden
  • Berlin Migrant Strikers
  • Chris Trinh, Photojournalist and Researcher, Ecology and Migration
  • Christof Buerkler
  • Claudio Cattaneo, Contract Professor Ecological Economics, Autonomous University of Barcelona
  • CUB, Basic Unitary Confederation of workers
  • DIE LINKE, District Association, Neumünster
  • Susanne Schaper und Stefan Hartmann, Chairpersons of DIE LINKE, Sachsen
  • Ditte Bjerregaard, Antropolog, Center for Magtanalyse, Danmark
  • Domenico Gallo, Magistrate of the Court of Cassation of Rome
  • Sidney Luckett, Cape Town, South Africa
  • Dario Azzellini, Political Scientist and Sociologist, Ithaca (USA) and Berlin
  • Federico Venturini, Researcher University of Udine – Italy
  • Laurence Davis, Director of the BSc Government and Political Science, Department of Government and Politics University College Cork, Ireland
  •  Mechthild Exo, University, Emden/Leer / Jineolojî Committe Germany
  • Dziewuchy Berlin
  • Edith Bartelmus-Scholich, National Executive Board Member, Die Linke, NRW
  • Edo Schmidt, Sociologist, Münster,
  • Elisabetta Gualmini, MEP, S&D
  • ELYN (European Left Youth Network)
  • Emanzipatorisch-Ökologischen Plattform
  • Emil Olsen, Chief Editor of Antifascistisk Forum” Journal, Danmark
  • Ende Gelände Leipzig
  • Ende Gelände München
  • Ende Gelände Ortsgruppe Hamburg
  • FAU Aachen
  • FAU Bonn
  • FAU International Committee, Germany
  • Fausto Bertinotti, Former president of the Chamber of Deputies in Italy
  • Feministische Partei DIE FRAUEN
  • Franz Klein
  • Frauen*Streik Bonn
  • Gabriela Cabaña, PhD researcher at the London School of Economics and Political Science
  • Gegenstrom Hamburg
  • Gemeinsam Kämpfen
  • Giuliano Pisapia, MEP, S&D
  • Giampiero Leo, Spokesperson of the Piedmontese Interfaith Movement ” We are with you ”
  • GRÜNE JUGEND Dresden
  • Gruppo Diffuso, Verein zur Förderung alternativer Medien e.V. Erlangen
  • Håkan Svenneling, The Left Party’s Foreign Policy Spokesperson, Sweden
  • Heike Geisweid, Lawyer, Bochum
  • Interventionistische Linke
  • Irfan Engineer    All India Secular Forum
  • Jesper Brandt, Professor Emeritus, Roskilde University
  • Jineoloji Committee Germany
  • Josef Danzer
  • Youth Commune (Jugendkommune Ş. Sara Dorşîn)
  • Jürgen Amend
  • Kamal Chenoy, Professor, retd. Jawaharlal Nehru University, India
  • Karl Nümmes
  • Kerem Schamberger, Kommunikationswissenschaftler und Bundestagsdirektkandidat der Linken München-Süd
  • Kira Sawilla, National Executive Board Members, Die Linke, NRW
  • Klima Aktion Thüringen
  • KOMintern, Communist Trade Union Initiative-International, Vienna/Austria
  • Communist Student Union
  • Kreisvereinigung Hannover der VVN/BdA
  • Kunal Chattopadhyay    Professor, Jadavpur University, West Bengal, India
  • Kurdistan Soli Plenum Marburg
  • Kurdistan Solidarity Committee, Kiel, Germany
  • Left Party, Italy
  • Left Youth (Linksjugend [‘solid]), Germany
  • Left Youth (Linksjugend [‘solid]) Bayern, Germany
  • Luigi Vinci, Former MEP
  • Manolo Luppichini, Documentarist
  • Marco Bersani    Attac-Italy
  • Marcus M. “Nizar” Erpenbach
  • Mario Agostinelli, Former Secretary of the Lombardy CGIL, President of the Happy Energy Association
  • Marta Conde Puigmal    Autonomous University Barcelona
  • Martina Siehoff, Landesvorstand Die Linke.NRW
  • Maso Notarianni, Maso Notarianni, President of ARCI (cultural and social association, 4401 clubs) of Milan
  • Massimo Torelli and Giulia Rodano, Association for the Left for another Europe
  • Maurizio Acerbo, National secretary of the Communist Refoundation Party
  • Michael Löwy    social scientist, Paris, France
  • Michaela Gincel-Reinhardt, Landesvorstand die Linke NRW
  • Mihir Desai, Senior Advocate, Vice President Peoples Union of Civil Liberties, India
  • Minna Katz, Antropolog, Danmark
  • Mizgin Ciftci, Candidate for the German Bundestag (DIE LINKE)
  • Moni Ovadia, Actor, Singer, Musician and Writer
  • Niklas Haupt, Councillor, DIE LINKE, Fürth
  • Nina Eumann, Spokesperson for Die Linke, NRW
  • Our House OM10
  • Pamela Philipose, Public Editor, The Wire, news and opinion portal, India
  • Paolo Ferrero, Vice President of the European Left Party, former Minister of the Italian Republic
  • Patrizia Toia, MEP, S&D
  • Pernille Frahm    Former MP, Socialist People’s Party SF, Danmark
  • Peter Schindler, Member of the Trade Union for Education and Science (GEW)
  • Pierre Bance, Doctor of Laws, France
  • Pradip Kumar Datta, Retd. Professor, Jawaharlal Nehru University
  • Prof. Dr. Peter Sommerfeld, Institute of Social Work and Health, University of Social Work FHNW
  • Prof. Dr. Werner Ruf, Peace and Conflict Researcher
  • Prof. Rajeev Bhargava, Director, Centre for the Study of Developing Societies, India
  • Prof. Dr. med.Ulrich Gottstein, IPPNW Founding and Honorary Board Member
  • professor Achin Vanaik, Coalition for Nuclear Disarmament and Peace, India
  • Rainer Hahn, Vors. SPD-Ortvereins Meckesheim-Mönchzell
  • Ralf Dreis, FAU-Frankfurt
  • Regionalvernetzung München des Netzes der Rebellion
  • Research & Degrowth
  • Rheinmetall Entwaffnen
  • Rudolf Bürgel    Präsidium Landesausschuss DIE LINKE Baden-Württemberg
  • Ruth Luschnat, Alternative Practitioner, Berlin
  • Sascha Wegmer, Ortsvereinsvorsitzender SPD Birkenfeld-Gräfenhausen
  • Schwarzroten Bergsteiger_innen, SRB, AG der FAU Dresden
  • SDS. Sozialistischer Deutscher Studentenbund
  • Seebrücke, BRD
  • Seebrücke Wiesbaden
  • Seebrücke Witzenhausen
  • Shawn Hattingh, International Labour Research and Information Group (ILRIG), South Africa
  • Silvana Barbieri, Cultural Association Punto Rosso
  • Simone Barrientos, MdB Die Linke
  • Sinistra Italia-Left Party of Italy
  • Söderham Kurdistan Solidarty Association, Sweden
  • Solidaritätsnetz Bern
  • Sören Sossong    IG Metall Saarbrücken
  • Studiengruppe (in)visible borders der Hochschule für angewandte Wissenschaften Landshut
  • Systemchange Not Climate Change, Austria
  • Thies Gleiss, Executive Committee Member of Die Linke
  • Tomasz Konicz, Author and Journalist, Germany
  • Urs Köllhofer    DIE LINKE Marburg
  • Viktoria Schindler
  • Villo Sigurdsson, Former Major of Kopenhagen
  • Vincenzo Vita    President of the Association for the Renewal of the Left, Italy
  • VVN/BdA, Kreisvereinigung Oldenburg/Friesland
  • Ya-Basta-Network for Solidarity and Rebellion, Germany
  • Yavor Tarinski, Author and Activist, member of the Transnational Institute of Social Ecology (TRISE)
  • Zerocalcare, Cartoonist, Italy
  • Zoya Hasan, Professor Emeritus, Jawaharlal Nehru University, New Delhi

da UIKI Onlus – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia

 

Statement of Delegation for Peace and Freedom

We, as a delegation from all over Europe, have come to Kurdistan aiming for peace and freedom. Politicians, academics, human rights activists, syndicalists, journalists, feminists and ecologists from over ten countries wanted to get direct impressions of the situation and stand up to end the war and destruction. With 150 persons we wanted to establish a dialogue with the members of parliament of all parties and visit non-governmental organizations in order to contribute to a dialogue between the different Kurdish political actors.

The invasion of the Turkish military violating international laws is without doubt unacceptable. However, we are sadly witnessing that the international community of states remains inactive against this, and does not insist on the compliance with the international codes and human rights.

The Kurdish Regional Government prevented the delegation from establishing dialogues with most political actors in South Kurdistan. Organizations we wanted to visit were intimidated so that they would draw back from their already planned meetings. A huge part of the delegation couldn’t arrive in Kurdistan. 25 people have been deported so far, or are about to be deported. At least 27 people were held at Düsseldorf airport in Germany and banned for their departure.

We are outraged by the illegal deportations of our international friends, which were carried out by the Kurdish Regional Government, and the travel bans on the grounds that these people “appeared to be political” without a clear legal basis. Free media coverage and engagement of civil society are components of every vital democracy and has no reason for repression.

In order to support peace, we have spared no pains and been welcomed in South Kurdistan. We have been provided trips to see cultural, religious and historical places and invited to open a conversation with Baba Șeix, the highest religious representative of the Êzîdî community. In the Êzîdî refugee camp Șarya, which had to suffer from a big fire about a week ago, we spoke to the people that are especially affected by the war, displacement and destruction. The friendship and hospitality we experienced from people living here warm our hearts, and motivate us even more to hold on to our goal. We are here to be in solidarity with the Kurdish people and with all ethnic and religious groups of Kurdistan.

We’re internationalists, and don’t represent any Kurdish parties or specific political movements. We’re standing against the colonization of Kurdistan by the external states. We are not here to stand against any Kurdish parties. Quite the contrary, we want to support a dialogue between all different views. It is not about a Kurdish problem, but aggression coming from the Turkish state and Turkish military directed at the local people and nature of the Kurdish regions. Creating a problem, even an armed conflict, between Kurds out of this is a big trap as well as a danger for the peace and future of the whole Middle East. It’s our urgent wish to warn all Kurds on this, and call for establishing and continuing dialogues. A political solution must be found and it’s necessary to stand together against external threats. Therefore our demands are:

  1. Everyone willing to join the delegation who was rejected, arrested or deported at one of the airports is to be set free and to be granted permission to join the rest of the delegation.
  2. All Kurdish political actors should return to dialogue with each other.
  3. We call for all international humanitarian organizations and political institutions to support a peaceful solution. The Turkish state military must immediately withdraw from the whole region.

The Kurds have the mountains, but today they also have friends. All friends of Kurds are being called on to rise, spread the message and contribute to peace process doing our own share.

International Delegation for Peace and Freedom in Kurdistan

Erbil, 12.06.2021

La solidarietà internazionale non si ferma! Difendiamo il Kurdistan contro l’occupazione turca!

COMUNICATO UIKI (15 giugno)

Nell’ambito della campagna internazionale Difendiamo il Kurdistan contro l’occupazione turca una delegazione composta da oltre 150 persone, tra cui giornalisti, politici,sindacalisti, attivisti per la pace, ambientalisti e femministe provenienti da 14 paesi europei differenti, si è recata nel Kurdistan iracheno (nord Iraq) per raccogliere impressioni dirette sulla situazione; adottare una posizione per favorire la fine della guerra e della distruzione; per instaurare un dialogo con  i parlamentari di tutti i partiti, visitare le organizzazioni non governative e contribuire al dialogo tra i diversi soggetti politici curdi.

Lo scopo del viaggio di questa delegazione era quello di ottenere informazioni sul campo sulle azioni militari della Turchia nella parte meridionale del Kurdistan, che sono in corso da settimane, e per richiamare l’attenzione sugli attacchi che secondo il diritto internazionale sono illegali.

Infatti da aprile lo stato turco ha avviato una nuova campagna militare ad ampio raggio nel Kurdistan meridionale nelle regioni di Metina, Zap e Avashin. In queste regioni continuano i pesanti scontri con le forze della guerriglia curda che resistono a questa invasione illegale. Qualunque siano le affermazioni e le intenzioni delle autorità turche, la realtà è che la regione del Kurdistan iracheno e il territorio iracheno sono stati occupati dalle forze turche. La Turchia ha stabilito quarantasette (47) basi militari nella regione. Queste operazioni militari hanno avuto un grave impatto sui civili e sulla sovranità dell’Iraq.  Abbiamo visto questa politica geostrategica della Turchia quando ha occupato Afrin e ha continuato la sua operazione di occupazione a Serekaniye e Gire Spi. Ora, la Turchia sta cercando di occupare tutte le aree lungo il suo confine meridionale fino all’Iran. Con queste occupazioni, la Turchia vuole mettere in atto un cambiamento demografico, lo stupro sistematico e la riduzione in schiavitù delle donne, causando lo sfollamento di massa della grande parte della popolazione curda e di altre popolazioni civili, come parte della sua strategia per turchizzare e alla fine annettere queste terre. Ad oggi la risposta a questi attacchi a livello internazionale è purtroppo rimasta in sordina.

Il Governo regionale del Kurdistan ha impedito alla delegazione internazionale di entrare in contatto con i principali soggetti politici nel Kurdistan del sud. Le organizzazioni con cui erano stati programmati gli incontri sono state intimidite e costrette a cancellare gli incontri. Una parte consistente della delegazione non è potuta arrivare in Kurdistan.  Circa 50 persone provenienti da Germania, Francia, Slovenia, Spagna, Belgio, Svezia, Finlandia, Danimarca, Svizzera, Catalunya, Italia ed altri paesi sono state bloccate all’aeroporto di Erbil per essere espulse. Quattro italiani sono stati già rimpatriati contro la propria volontà. Altri 3 italiani sono stati rimandati indietro dall’aeroporto di Istanbul in cui avevano fatto scalo.

Parallelamente all’iniziativa del Governo regionale del Kurdistan (KRG) anche la Germania ha impedito a 27 membri della delegazione di partire dall’aeroporto di Düsseldorf. Dopo l’interrogatorio, ad alcuni partecipanti è stato vietato di partire per l’Iraq per un mese. Questo divieto si basa sul fatto che ‘’le relazioni con la Turchia potrebbero essere compromesse’’ questo sottolinea ancora una volta il ruolo della Repubblica federale tedesca nella guerra in Kurdistan. Il fatto che la Turchia, in quanto membro della NATO stia conducendo una guerra in territorio iracheno in violazione del diritto internazionale non sembra influenzare le relazioni della Germania con la Turchia. Ad oggi, anche il governo tedesco ha taciuto sull’operazione militare in corso. Il divieto di viaggio odierno mostra ancora una volta il sostegno attivo alla Turchia da parte del governo tedesco.

Siamo indignati per le deportazioni illegali dei nostri amici internazionali effettuate dal Governo regionale del Kurdistan (KRG) e per i divieti di viaggio della Repubblica federale tedesca. La libera informazione ed il coinvolgimento della società civile sono componenti vitali di ogni democrazia e non c’è ragione legittima per questa repressione.

Quindi chiediamo che tutti coloro che desiderano unirsi alla delegazione che sono stati respinti, arrestati o espulsi in uno degli aeroporti vengano liberati e abbiano il permesso di unirsi al resto della delegazione.

Chiediamo a tutte le organizzazioni umanitarie internazionali e alle istituzioni politiche di sostenere una soluzione pacifica. Le forze armate dello stato turco devono ritirarsi immediatamente dalla regione. Non si tratta di un problema curdo, ma di un’aggressione proveniente dallo stato e dall’esercito turco, rivolta alle popolazioni locali e agli ecosistemi delle regioni curde. Questa situazione è preoccupante. Creare divisioni tra i curdi potenzialmente può degenerare in un conflitto armato che metterebbe in pericolo la pace e il futuro dell’intero Medio Oriente.

La bottega segnala sull’ultimo numero del settimanale Left – in edicola fino a venerdì – gli articoli «La mia lettera da un carcere di Ankara«» di Sebahat Tuncel e «Il cammino di Zehra in cerca della libertà» di Giulia Prizzitano (a proposito del libro «Zehra la ragazza che dipinge la guerra» di Antonella De Blasi). Di Zehra Dogan abbiamo più volte parlato in questo blog.

http://stanlec.blogspot.com/2021/06/poteva-questa-canzone-non-finire.html

da OSSERVATORIO REPRESSIONE

La provocazione anti-curda non funziona: i cinque Peshmerga sarebbero stati uccisi dall’aviazione turca 

Per Qadir Khorani, esperto militare e attualmente a capo del Ministero dei peshmerga “il veicolo è stato bombardato da aerei F-16 (in dotazione alla Turchia) o da droni armati”. 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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