El Salvador: quando si gioca con i dadi truccati

Elezioni in El Salvador parte II – Tra rielezioni, deputati e sindaci

di Victor Caballo (*)

 

Il primo giugno di quest’anno il presidente Nayib Bukele ha compiuto i quattro anni di gestione come presidente della Repubblica di El Salvador. Durante la sessione solenne dell’Assemblea Legislativa ha fatto il suo discorso, evidenziando tre annunci importanti per la nazione: primo ridurre da 262 a 44 i municipi (e sindaci) del paese; secondo ridurre a 60 deputati gli attuali 84; e terzo attaccare la corruzione.

 

https://www.asamblea.gob.sv/node/12815

 

Nulla ha detto sui piani di governo, sul bilancio economico, sull’occupazione o sugli investimenti.

Chiaramente, l’eccezione da sottolineare è stato l’annuncio, come grande successo, del combattimento alla criminalità organizzata nelle “maras”. Non ha fatto neanche riferimento alla sua possibile rielezione. Bukele dà per scontata la sua rielezione? Pochi giorni dopo e con un decreto legge, l’obbediente Assemblea Legislativa ha approvato la riduzione dei deputati e dei municipi.

A proposito della politica contro la corruzione, durante la sessione, ha detto che in questo momento il fisco generale della repubblica sta pignorando i beni dell’ex presidente Alfredo Cristiani, il quale è sospettato di aver evaso le tasse e rubato soldi allo stato. Durante la stesura di questo decreto, non si sa se ci sia una precedente sentenza o se esista un ordine di un giudice che legittimi questa azione fiscale che sembra più una confisca. Sembra che sia parte della linea di propaganda del governo perché vari funzionari pubblici da tre anni  ricevono accuse di corruzione da parte del Fisco Generale della Repubblica e non c’è stata nessuna azione.

Qual è la ragione di mettere in atto questi cambiamenti, all’ultimo momento, cambiamenti che vanno a toccare l’amministrazione territoriale e il numero di deputati? Bukele dice che lo fa per risparmiare risorse dello stato ed evitare sprechi. Però per l’opposizione e altri analisti indipendenti si tratterebbe di ottenere una maggiore concentrazione del potere politico. Teniamo in conto che se fosse vera la questione del “risparmio”, bisognerebbe far conoscere il Bilancio dello Stato e rendere trasparenti le spese della finanza pubblica.

Cambiare le regole del gioco all’inizio della campagna elettorale a noi pare come il voler creare le condizioni per favorire il partito al governo; non è una riforma pensata e discussa con un ampio consenso. Questa modifica tempestiva è stata fatta per ostacolare l’opposizione e favorire i deputati e i sindaci candidati di Nuevas Ideas. L’operato dei sindaci di Bukele in generale è stato mediocre ed è questo il suo tallone d’Achille. Con molta probabilità i suoi candidati perderebbero le elezioni nelle città che ora controlla, se competessero nei 262 municipi. Questo spiega anche la decisione di ridurre a 44 i municipi che eleggeranno i sindaci. Riducendo il numero di deputati e sindaci, Bukele concentrerà la sua campagna elettorale nelle città principali.

 

Che cosa comporta ridurre a 60 deputati l’Assemblea Legislativa? Rimarranno fuori i partiti politici piccoli, e inoltre si elimina la possibilità di ottenere ancora un seggio attraverso i voti residui. Oltretutto la votazione dei salvadoregni che vivono fuori dal paese sarà elettronica e i loro voti saranno registrati esclusivamente ai candidati del dipartimento di San Salvador.

Queste azioni mostrano che il governo di Bukele sta giocando con dadi truccati. Questo significa che la nostra giovane democrazia è in pericolo e che si potrebbe innescare nel breve periodo un processo di radicalizzazione sociale e politica. È necessario creare le condizioni per lo sviluppo personale di cinquecentomila giovani, tra i 15 e i 29 anni, che né studiano né lavorano e che ora come ora non hanno opzioni per una vita sicura.

Nonostante ciò, vari settori della società civile hanno reso pubblici i nomi di persone che si sono proposte come potenziali candidati per i partiti di opposizione.

La piattaforma cittadina SUMAR per El Salvador, che riunisce organizzazioni sociali, organizzazioni non governative, associazioni civiche e altre istituzioni,  propone Luis Parada (avvocato ed ex militare), residente negli USA e Celia Medrano, attivista storica per i diritti umani fin dagli anni della guerra civile, come candidati per la presidenza e la vice presidenza della repubblica.

 

https://www.elsalvador.com/noticias/coaliciones-electorales-politicas-candidaturas-arena-fmln-nuestro-tiempo-ongs-/1064684/2023/

Nel momento in cui è stato redatto questo articolo il partito Nuestro Tiempo li ha accettati come formula presidenziale e li iscriverà al Tribunale Elettorale. La strategia prevista è che altri partiti politici si aggiungano e sostengano la formula Parada/Medrano per poter contare su una proposta unitaria.

Nonostante ciò, si sa che dentro al FMLN ci sono persone interessate a diventare candidati per il partito: si tratta di Manuel Flores, ex deputato e Werner Marroquin (rappresentante di salvadoregni residenti all’estero). Recentemente il movimento Resistencia Ciudadana porta come candidato il dottor Rubén Zamora e l’imprenditore Joel Humberto Maldonado. Nel mese di luglio i partiti devono presentare legalmente i propri candidati alla presidenza.

Speriamo che l’opposizione riesca a presentare un unico candidato, perché la divisione nell’affrontare Bukele la farebbe apparire come fragile.

 

(*) La prima parte è stata pubblicata qui il 30 maggio https://www.labottegadelbarbieri.org/el-salvador-verso-le-prossime-elezioni-del-2024/

Traduzione di Elisa Merlano per conto dell’Associazione Lisangà culture in movimento OdV

La terza parte sarà pubblicata a luglio

Teresa Messidoro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *