Benvenuti nel Quarto Reich

Alessandro Taddei scava nella memoria: Stato, mafia, Gladio e altre orribili cose vicine a tutte/i noi… che è necessario ricordare (o scoprire). In coda trovate molti link utili.

Con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po’ a casaccio perché non ho più memoria …

(Fabrizio De Andrè)

Il concetto di «destabilizzazione italiana-Gladio-P2» andrebbe allargato a un periodo ben più ampio di quello degli anni ’70/’80.

I soggetti coinvolti sotto Gladio, nel corso degli anni, passano dal terrorismo politico-eversivo alla mafia, attraverso attentati dinamitardi nelle piazze (Fontana, Loggia), nei treni e nelle stazioni (Italicus, Gioia Tauro, Bologna), nei luoghi della socialità per poi passare ai magistrati più impegnati e ai luoghi storico-artistici simbolo della «bellezza italica».
Dal 1964 ad oggi – generale De Lorenzo docet – assistiamo a un processo continuativo della «strategia della tensione» in cui cambiano non solo i rapporti “cittadino-violenza-paura” ma anche i soggetti che la perpetuano.
I soggetti utilizzati da Gladio e poi P2 cambiano a secondo del momento storico in cui ci si trova ad operare. Eppure è come se una mano militare invisibile regnasse su tutti indistintamente e allungasse il filo della storia senza mettere mai in discussione questa strategia. Sappiamo dunque che questa Entità oscura non morirà per una vicissitudine economico-politica o nel momento in cui uno “storico”segnerà la fine di un’epoca.
E’ soprattutto per questo fenomeno sistemico che l’Italia non sta avendo un’evoluzione, in termini sia economici che culturali.
Su questo Paese grava una sperimentazione di lungo corso che ha radici nel lontano fascismo e che non è affatto morta con la fine dei suoi esponenti principali. Semplicemente assorbita da un’Entità camaleontica superiore, questa sperimentazione continua cambiando pelle e adattandosi. Come un serpente si è insinuata nelle vite delle persone, distruggendone gli affetti, i sogni, i desideri e le aspirazioni future. Una strategia della tensione che inizia in Sicilia nel 1947 con la strage di Portella della Ginestra a opera di politici, mafiosi ed apparati militari statunitensi contro i lavoratori che festeggiavano la vittoria delle sinistre alle prime libere elezioni. Il rapporto fra politica italiana, mafia e apparati militari Usa era noto già al tempo dello sbarco alleato nella seconda guerra mondiale per solidificarsi da questo momento, per tutti gli anni a venire e con diversi gradi d’intensità.
Negli anni ’60 e ’70 uno spartiacque: sinistra extraparlamentare e destra eversiva, la strategia violenta delle bombe e dei sequestri passa attraverso una società in divenire, infarcendo l’ideologia e la politica di una violenza incredibile, inusuale rispetto al resto d’Europa che pure non è un posto calmo.
Dentro questa melma la struttura Gladio si insinua. Un “gioco” divisivo in cui esplodono le bombe neofasciste e degli apparati. Ma prima ci sono le morti degli “scomodi” Enrico Mattei, Aldo Moro e moltissimi giovani di una fazione e dell’altra, fino alle stragi della stazione di Bologna il 2 agosto 1980 e del Rapido 904. Quest’ultima sembra preannunciare una stagione successiva che abbraccia i massacri di Capaci, via D’Amelio e gli attentati dell’estate del 1993.
A ogni cambio sistemico in cui il governo italiano si trova in difficoltà avvengono tragedie atte a distrarre la popolazione anche attraverso opinionisti di maniera e scandali giornalistici. Dentro a questo calderone si possono collocare forse anche certe indagini reticenti sul “Mostro di Firenze” e sulla banda della Uno bianca, della quale nessuno (neppure a Bologna, così duramente colpita) ha mai voluto sapere “troppo”.
La Storia formale raccontata a blocchi insegna che con la stazione di Bologna termina «la strategia della tensione». In realtà cambiano solo i partecipanti passando dai passamontagna con la pistola (ricordiamoci dell’assassinio di Giorgiana Masi e di ciò che disse e fece in proposito Francesco Cossiga) ai soggetti mafiosi. Tutto si veicola nel principale apparato dirigente (e digerente) dello Stato.
La Sicilia è la terra in cui si attuano molte sperimentazioni che verranno poi esportate in “terra ferma”. Le guerre di mafia osservate dallo Stato terrorizzano la popolazione dell’isola e di fatto paralizzano gli uomini onesti nelle istituzioni statali, i sindacati veri, la magistratura democratica, i giornalisti senza bavaglio e un certo tipo di investigazione. Ogni libero pensiero, l’idea di una vera giustizia e persino alcuni preti diventano il bersaglio preferito.
Con una visione più ampia di quella fornita dalla Storia ufficiale oggi possiamo vedere i pezzi distrutti di quella minima Democrazia non più in grado di porre resistenza né alla mafia economica e politica né all’inaridimento culturale-sociale del Paese. E così settori delle questure, prefetture e dei ministeri sono ‘toccati’ all’interno dalle varie cosche come dimostrato da diverse testimonianze e rapporti investigativi.
La mafia è pronta a “sostituire” l’eversione di neofascisti e servizi segreti degli anni ’70 diventando soggetto e partecipante principale della nuova «strategia della tensione» negli anni ’80 e’90. Compiendo attentati non più solo contro il singolo magistrato o poliziotto (come in Sicilia è sempre avvenuto) “fuori controllo” ma contro gli apparati vecchi e da rottamare perché poco controllabili dai Palazzi – persino il generale Dalla Chiesa o i giudici simbolo dell’antimafia Falcone e Borsellino.
Questa mattanza è necessaria oltre che per destabilizzare anche per approdare a uno Stato-Mafia omogeneo. Operazione che ha uno dei suoi punti più visibili con le bombe “fuori isola”, in siti di rilevanza storico-culturale d’Italia. In parte tutto ciò è conseguenza di un vuoto “istituzionale” e di una trasformazione verso un’Europa economica che da lì a poco si sarebbe intrecciata agli interessi più oscuri dell’Italia; in parte è sempre la vecchia strategia che ogni tanto muta la pelle.
Molto del tritolo utilizzato per le stragi (Piazza Fontana, Capaci, Via D’Amelio) è uscito dalla base americana di Camp Derby (Pisa-Livorno), dove da sempre coesistono Gladio e la struttura paramilitare denominata Stay-behind, all’ombra della NATO.
Da questo legame oscuro si fa largo anche l’ipotesi che collega l’orrore irrisolto – e illogico – della Moby Prince con i suoi 140 passeggeri lasciati volutamente bruciare vivi a poche miglia dal porto di Livorno nel 1991, poco dopo la fine del Pci in Italia e la fine dell’Unione Sovietica (o ex sovietica, come direbbe qualche storico più accorto). Un finale militare degno di Gladio e della sua struttura paramilitare: una lunga guerra sotterranea giocata a suon di stragi, parzialmente anestetizzate in quegli anni dal diffondersi dell’eroina, la più famosa fra le “droghe di guerra”. A tal proposito si leggano i documenti desecretati della CIA sull’eroina, come raccontato anche in questa “bottega”.
Dal 1994 in poi come da programma della loggia massonica P2, le operazioni militari scemano ed entra in campo una «strategia della tensione» comunicativa. Utilizzo di giornalisti e politici tarocchi, ma anche nascita di leghe separatiste sia al Sud che al Nord in un quadro di immagini pubblicitarie così martellanti da rendere invisibile il pensiero critico. Con l’ovvio contorno dell’utilizzo di capitali dalla provenienza sconosciuta per tentare l’impresa in Europa, ma anche con demonizzazione dell’Arte più libera. E con il bavaglio ai pochi magistrati o intellettuali che non ci stanno può iniziare la Seconda Repubblica (o magari l’annuncio del Quarto Reich).
Tra il 1996 e il 1999 la destabilizzazione militare e comunicativa diventa globale ma di fatto non cambiano granché le regole del gioco. In Italia questa strategia viene portata avanti con l’ausilio di due grossi “partiti” – uno di centro-sinistra, uno di centro-destra – fabbricati appositamente per dividere su tematiche generiche e/o di zero importanza attraverso un uso linguistico improprio atto ad impoverire il linguaggio, la comunicazione e il senso.
Nel 2001 avvengono i drammatici episodi del G8 a Genova. Intanto si mira alla prossima “generazione digitale” cercando di allontanare e manipolare il flusso delle informazioni dalle ultime generazioni semi-analogiche X e Y alla Z, arrivando ai bambini “digitalizzati” nati dopo il 2015. Verso l’uomo nuovo secondo le previsioni naziste, poi riadattate dopo l’occupazione Usa del continente europeo.
Fra il 2008 e il 2019 drammatiche crisi economiche indotte dai banchieri facilitano il rovesciare o limitare le democrazie. Il processo è creare visioni distopiche nelle varie popolazioni utilizzando simboli a loro vicini, sfruttando le debolezze del singolo e della collettività, dal lavoratore precario alla classe media che deve scomparire per lasciare un vuoto incolmabile fra i (pochissimi) super ricchi e i (tantissimi) super poveri. Passando per il debole e il frustrato, dai figli delle sottoculture TV sino agli intellettuali da salotto tronfi e ingrassati da un’improvvisa fama derivata dalle finzioni delle piattaforme social.
La frustrazione viene alimentata rendendo impossibile la costituzione di gruppi che propongano o pratichino una democrazia diretta, mentre si continua a imporre corrotti e/o inutili nei ruoli di responsabilità pubblica e “privata”. La rabbia è ridotta a mero dibattito internet e tenuta sott’occhio dalle “camice nere della comunicazione”, che con violenza linguistica sminuiscono, deviano, inglobano e/o ridicolizzano (a seconda dei casi) come successo in Italia con i 5 Stelle. Con il risultato che la rabbia aumenta, le persone sono sempre più smarrite, ignoranti e disaffezionate all’Arte Politica, insostituibile strumento di democrazia.
Oggi il progetto eversivo continua sotto le forme più creative: inseminazione delle nuvole, guerre batteriologiche sotterranee, minaccia nucleare, cancellazione della memoria, riduzione della cultura a intrattenimento permanente, aumento dei sensi di colpa individuali, finti propositi di responsabilità collettiva, distorsione dei simboli ideologici ed affettivi, sostituzione dell’informazione a pura comunicazione monosillabica. Nei rapporti con le nuove guerre, come quella tra Russia e Ucraina, nei risvolti dei contenimenti per il Covid e nella sottovalutazione degli impatti ambientali derivati da decenni di cementificazione, ancora una volta la risposta del sistema è quella di aggredire piuttosto che di risolvere le cause che stanno portando tutte/i ad un annichilimento generale. Da un lato si cerca di disincentivare la ricerca indipendente, ridicolizzandola, dall’altra le versione ufficiali fornite non sono del tutto praticabili dal singolo né nella propria sfera privata né tantomeno in quella pubblica. Di nuovo il potere si prende la possibilità di annientare il pensiero critico portandolo al paradosso e di fatto, non trovando alcuna soluzione ai problemi che esso stesso ci propina, si limita a ragionare sulle persone in termini esclusivamente progettuali.
Ecco i presupposti per la nascita di un “quarto Reich” in cui ognuno verrà incentivato a essere dittatore di sé stesso. Il poliziotto nella testa, come ci ha suggerito Augusto Boal, seguendo le intuizioni di Paulo Freire. Schiavi perfetti per l’élite tecnocratica e/o teocratica ma sempre economica.
Al popolo non resta che trovare una sua direzione comune, sforzandosi in un costante, sincero e progressivo ampliamento educativo e culturale, che lo porti a studiare e progettare per il proprio ed altrui benessere. Credendo che solo questo e non la violenza lo aiuterà a trovare la strada per la felicità, liberandolo dalla morsa in cui sta morendo soffocato.

PRINCIPALI RIFERIMENTI

Camp derby, Moby Prince e Gladio:

https://magazine.cisp.unipi.it/camp-darby-il-convitato-di-pietra-che-nessuno-vede/

Rapido 904 e collegamenti con Cosa Nostra:

https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_del_Rapido_904

Omicidio Mattei:

https://www.ilgiorno.it/cronaca/mattei-come-morto-ucciso-1.8199667


Rapporti tra mafia e alleati durante lo sbarco in Sicilia nel 1943:

https://www.focus.it/cultura/storia/10-luglio-1943-sbarco-in-sicilia-truppe-alleati

Strage di Portella della Ginestra e rapporti politica, mafia e Usa:

https://www.centroimpastato.com/la-strage-di-portella-della-ginestra/

 Ipotesi di un collegamento fra la gestione del “mostro di Firenze” e la strategia della tensione:

https://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/07/25/news/delitti_del_mostro_di_firenze_e_strategia_della_tensione_erano_collegati_-171635945/

Collegamenti tra la Uno bianca e la strategia della tensione:

https://www.radiocittafujiko.it/uno-bianca-lesposto-del-legale-legami-con-la-strategia-della-tensione/


Rapporti mafia, politica e deposito armi nel Ministero alla sanità:

http://legislature.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000056.pdf

Rapporti tra apparati dello Stato, mafia e stragi:

https://www.antimafiaduemila.com/home/opinioni/305-mafia-in-pillole/81223-l-incredibile-vicenda-giudiziaria-di-bruno-contrada-l-uomo-dei-servizi-segreti-che-favoriva-cosa-nostra.html

Processo Stato – Mafia:

https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/84860-processo-stato-mafia-la-difesa-subranni-e-le-evidenze-sminuite.html

Inseminazione delle nuvole:

https://www.iltempo.it/esteri/2023/04/19/video/siccita-inseminazione-nuvole-come-far-piovere-cambiamento-clima-usa-35556699/
https://youtu.be/fhvAty5spHM (Servizio Rai 2007)

https://www.youtube.com/watch?v=RkeFq3Kocx0&ab_channel=sonapipian (Pier Luigi Ighina e Giuliano Preparata – Report 1998)


Virus e armi biologiche:

https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/virus-armi-biologiche

(Alessandro Pascolini – Università di Padova 2020)

MOLTI ALTRI UTILI FRAMMENTI DI MEMORIA TROVERETE – attraverso i Tag – QUI NELLA “BOTTEGA”, soprattutto in quelle che noi chiamiamo «scordate». Ah, al solito ABBIAMO RUBATO LE VIGNETTE DI MAURO BIANI, MAESTRO DI SINTESI.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

7 commenti

  • Davvero importante, sintetico e chiaro questo pro-memoria di Alessandro Taddei. Il mio grazie e l’invito a ragionarne. Spero in tante/i.
    Dentro un quadro di generale assenso io ho minimi dubbi( e forse avrei lasciato fuori 2/3 temi per esaminarli con un più potente microscopio, in altra occasione). Ma sono quisquilie… Però accenno qualche mio “dubbietto” per favorire l’auspicabie discussione.
    A esempio:
    – possiamo e dobbiamo discutere (per ora senza prove certissime) se il Covid era prevedibile o programmato: di certo la sua gestione è stato un capolavoro di tecno-militarismo, a dir poco. Sperimentazione purtroppo efficace. Chi lo neha ha avuto il bavaglio sugli occhi non sulla bocca.
    – qui in “bottega” da anni quasi maniacalmente ripetiamo e documentiamo che nuove guerre locali e/o una più grande sono NECESSARIE a questo sistema mondiale, che infatti le produce con la stessa (il)logica delle armi. Dunque l’annunciatissimo scontro fra NATO e Russia, con l’Ucraina come pretesto: tragica farsa con i tanti «pacifinti» in mezzo a pochi veri, comunque in italia autoreclusi nel ghetto, mi pare.
    – quanto agli ultimi sputacchi di un riformismo parolaio che cianciava di una lunga e vaga strada per un capitalismo “verde” (con il papa in testa, nientemeno) adesso ci si ritrova sotto la solita «dittatura del PETROLIERATO» e delle “nuove” e sante centrali nucleari. Può andar peggio? S’, se non ci muoviamo.
    – quando Alessandro Taddei scrive che in Italia c’è un partito di «centrosinistra» mi permetterei di chiarire che da almeno 30 anni esiste un “centro-centro-centro-centro-sinistra” in marcia verso il più classico centrodestra. Chi crede in una differenza Schlein evidentemente non sa cosa la simpatica fanciulla abbia fatto (e votato) in questi anni.
    – sarebbe da matti OVVIAMENTE proporre qui in “bottega” una via d’uscita, con tattiche e strategie; saggiamente Alessandro non ci prova. Di certo studiando e progettando, lottando e così’ costruendo forme minime di resistenza e di auto-governo, ricostruendo – anche nelle teste – il diritto alla dignità e ai diritti per tutte/i … si può puntare a costruire (o ricostruire, se preferite, con le necessarie innovazioni) un piano alternativo al capitalismo mai così trionfante e mai così agonizzangte …Ci servono forme serie di organizzazione, anche transnazionali, non chiacchiere. Allora sì che le esplosioni saltuarie di violenza saranno una trappola emotiva; ma se non ci si batte ogni giorno contro il sistematico massacro dei Palazzi contro di noi e contro il pianeta… davvero io (intendo Daniele Barbieri) dovrei spendere una lacrima perchè distruggono un cantiere Tav o alcuni merdosi negozi francesi?
    Mi firmo, senza alcuna vergogna: db cioè Daniele Barbieri, nel pieno delle sue (poche?) facoltà mentali

  • Caro Daniele B. dato che mi hai chiesto di scriverti nei commenti perché il pezzo non può essere cambiato mi prendo la libertà di sottolineare che ci sono editing dell’articolo che mi lasciano perplesso e non capisco perché certe parole e frasi siano state cambiate: nel pensiero finale non parlo di umanità generica ma del popolo italiano nell’articolo originale, motivo per cui il finale letto così ha anche errori grammaticali; tra la vignetta e quella con la mano c’è una parte ripetuta con interventi tuoi non approvati da me. Social del nulla, 99 per cento, centro centro centro sinistra non è nel mio stile di scrittura (alle volte l’estetica è importante. ) La cura delle cose altrui è importante. Del resto non credo nell’auto governo ma ribadisco che la mia soluzione per altro ben chiara nell’articolo sta nella ricerca della felicità attraverso lo studio, la cultura, il rispetto della grammatica e del pensiero altrui.

    • caro Alessandro, mi scuso degli errori di “montaggio” E DEL TROPPO EDITING. Appena mi mandi il TUO testo finale corretto lo ripristinerò. Ovviamente si tratta di equivoci, non di censura: il problema non è l’accordo fra me e te (che c’è) ma la necessità in alcuni passaggi di maggiore chiarezza. O così pare a me… Sono un vecchietto stanco, che esce (forse esco, chissà se ce la faccio) da una depressione, vado spesso in “para” ed è per questo che da FEBBRAIO a FINE MAGGIO sono stato assente da tutto… Codesta “bottega” è andata avanti grazie ad alcune splendide persone che si sono accollate anche il mio lavoro; e anche se il luogo dove vi trovate si chiama (per scherzo) “del barbieri” io in questa fase più che mai mi offro solo come apprendista o, per battutare, “ragazzo di Bottega”.

  • Grazie mille per aver ripristinato l’articolo originale. Sempre grande amore per voi e per quel matto di DB.

  • Questi articoli che leggono 60 anni di storia d’Italia con un’unica chiave di lettura, attribuendo a un’unica regia P2-Gladio ogni delitto e ogni strage mi lasciano sempre un po’ freddo. In parte perche’ mi sembrano semplificatori e non aiutano a capire similitudini e differenze tra i mille misteri italiani. In parte perche’ si basano su una narrativa dello “stato deviato” che dovrebbe spiegare tutto e che pero’ non rende giustizia a meta’ del paese, che si assume tutto deviato o abbindolato, e lascia l’altra meta’, anzi meno della meta’ perche’ noi di sinistra le elezioni le perdiamo quasi sempre, ad autoconvincersi di battersi contro ogni nefandezza autoassolvendoci dalla necessita di interrogarci su quello che abbiamo sbagliato noi. Non che penso che l’autore dell’articolo abbia responsabilita’ di nessun tipo ovviamente. Pero’ nell’economia del pezzo ci sono vicende che non so quanto ci accocchino l’una con l’altra. Mattei e la Moby Prince? Portella della Ginestra e il Mostro di Firenze? Non so.

    Quello che so e’ che piu approfondisco la vicenda piu ho dei dubbi sulla matrice politica della strage di Bologna e mi chiedo, cambierebbe qualcosa per il senso generale di questo pezzo se si scoprisse che la strage di Bologna non era ne’ fascista ne’ ordinata dalla P2?

    Anche perche, non dimentichiamocelo, Gelli fino a 20 anni fa andava d’accordo perfino con D’Alema.

  • Credo che tu non abbia capito bene il senso del pezzo (mi permetto e mi scuso se non è così).
    Il presupposto è si voleva fare una sintesi come un viaggio in pillole, anche per evitare pipponi. Che gli attentati gravi in Italia siano partiti da un’eversione politica con il supporto di Entità straniere per tentare di bloccare l’espansione di un comunismo diverso da quello sovietico è la storia. E che comunque in una logica di blocchi contrapposti può anche una essere comprensibile ai più giovani.
    Il pezzo poi apre a ben altro e coinvolge tutta un’intera visione della società, a partire da Portella della Ginestra in cui si tenta di definire, in un quadro di avvenimenti ben più grandi, la “strategia della tensione” fino ad arrivare ai giorni nostri. Per una strana beffa del tempo oggi veniamo riportati a quegli anni, ’70. Non fosse per le mode di rientro, per le violenze anche comunicative, per questo assurdo appoggio incondizionato alla Nato, per stupidità di chi governa e non, per quel becero tentativo di bloccare “l’arte non di parte” non aderente alle nuove linee guida progettuali.
    Non parlo mai di Stato deviato: parto dalle origini del dopoguerra, attraversando divisioni create ad hoc negli anni ’70 con lo scopo (al di là del comunismo) di bloccare un’evoluzione culturale nel Paese, così come si sta facendo oggi. Per arrivare al G8 di Genova e alle misure di contenimento Covid, ovviamente non dimenticandomi della guerra tra Russia e Ucraina (cmq una tra le svariate guerre sparse nel mondo) et ultra.

    Esistono fonti alla fine dell’articolo che giustamente cercano di dare un filo logico a queste stragi, senza semplificarne il senso. Comprese appunto Moby Prince, Portella della Ginestra (vedi il film Segreti di Stato), il Mostro di Firenze, Mattei (avrei dovuto metter anche Mauro de Mauro in effetti ma il pezzo non è una lista della spesa). Perché dare un filo logico a questi fatti? Per evitare che il tutto venga diluito nel nulla cosmico in cui oggi stiamo vivendo come se fossero situazioni casuali o di natura semplicemente violenta. Togliere dalla strage di Bologna la matrice eversiva fascista e di fatto scagionare la mano militare superiore è come uccidere due volte quelle persone. Avvallare ipotesi di matrice internazionale o di supposta matrice alla lupo solitario (perché altrimenti altre piste non si capisce quale siano) quello si che non fa altro che de-responsabilizzarci dalla nostra storia e aggiungere al calderone altro fumo.

    p.s D’Alema fa parte di uno schieramento Istituzionale di sinistra (quindi non la sinistra per quanto mi riguarda) che come è scritto nell’articolo ha preso parte nel 1996 in avanti a quella farlocca costruzione partitica chiamata centro-sinistra (quelle si che sò devianze).

    Grazie per il commento
    buona giornata

  • Caro Alessandro,

    Grazie della risposta ragionata.

    Ma forse e’ proprio sulla premessa che mi ritrovo solo in parte. “Che gli attentati gravi in Italia siano partiti da un’eversione politica con il supporto di Entità straniere per tentare di bloccare l’espansione di un comunismo diverso da quello sovietico PER ME NON è la storia.”

    Ovvero e’ una delle storie che hanno attraversato il dopoguerra italiano. C’entra probabilmente con Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Brescia, l’Italicus e Peteano. Non credo c’entri con Moby Prince e Mostro di Firenze. E non c’entra se non tangenzialmente con molte altre cose gravi successe in Italia in quegli anni (Pensa per esempio a Ustica: molto probabile non si sia trattata di eversione politica – leggi: una bomba – ma una battaglia aerea con aerei francesi per assassinare Gheddafi, dunque non c’entra davvero il comunismo non sovietico).

    L’Italia nel secondo dopoguerra era fronte di Guerra Fredda si certo, ma anche fronte tra Europa e Nord Africa/Medio Oriente, con tutto quello che ha implicato in termini di terrorismo palestinese (le due stragi di fiumicino), libico (stragi di dissenti in Italia – qui tantissimo non e’ ancora uscito per colpa della FIAT), isreaeliano (ARGO16) e potrei continuare.

    In ogni caso sulla strage di Bologna scrivero’ presto cosa ho capito e cosa no, ma se non sono stati i fascisti, e’ giusto dirlo, anche da sinistra. Se sono stati loro ovviamente va ribadito. Ma io non ne sono sicuro e piu leggo le carte dei processi piu mi vengono i capelli dritti.

    Cmq grazie dello scambio, su cui penso torneremo e buona giornata a te

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