Frammenti umani nelle strade – 1

«A un passo dal culo mio» (*) cioè db raccoglie alcuni flashes; voi – se volete – fate i commenti e/o raccontate i vostri quotidiani frammenti

 

LO STESSO GIORNO

Scendo di casa. Pochi passi in via Appia (a Imola) e…

1 – vedo arrivare di fronte a me due giovani donne con il massimo di sessappiglio (sex appeal per anglofili) ovvero tutte le zone erogene evidenziate al massimo. Hanno il velo. In mezzo al loro una donna anziana con burqa.

2 – Circa 2 minuti (e 300 metri) dopo entro in un “piatti pronti” perchè mio figlio è in breve pausa pranzo e mi ha chiesto i bucatini. Vedo un po’ di ragazze/i in fila e li ascolto distrattamente. Sembrano romagnoli doc, probabilmente stanno studiando nella bella biblioteca di fronte. Ne arriva un altro e la ragazza gli chiede: «come va? oggi sei bianco» e lui placido risponde: «qualcuno mi avrà sborrato in faccia». Tutti “tranqui” e dialogo finito.

L’INDOMANI

Circa 80 metri prima del “piatti pronti” citato sopra, c’è una libreria Mondadori. Butto un vorace occhietto (e mi dispiaccio di avere pochi soldi). Scorgo un volantino intitolato «Sotto le stelle di Dozza». Informa su 4 iniziative di luglio a Dozza più 4 a Toscanella sponsorizzate da vari Comuni di qua, la «Fondazione Imola», ecc. Leggo: «raccolta fondi per ripristino danni causati dall’alluvione». Umilmente chiedo a voi: in italiano significa che vogliono ripristinare i danni?

PASSA UN ALTRO GIORNO e APRO GLI OCCHI…

Sono sul lungofiune di Imola al mattino presto per la mia “elioterapia”; insomma prendo il sole: le piscine sono care e affollate. Mi appisolo: quando riapro gli occhietti leggo vagamente Vietnam. Un incubo dal passato? Guardo meglio: la scritta della mia “sacca” (lì tengo telo e canottiera proletaria) presa per due soldi alla Coop, una volta che dovevo imbustare, recita: «Sacco riutilizzabile con spessore speriore ai 200 micron – Podotto in Vietnam da Casablanca Vietnam Joint». Ve lo giuro. E ora aiutatemi nei ricordi, vi prego: la guerra contro l’aggressione Usa fu vinta dai vietcong o dalla Coop? Casablanca?

(*) Nel 2011 scrivevo in “bottega” qualche articolo per la serie «A un passo dal culo mio».

1 Quel titolo richiede una spiegazione. Si usa molto a Roma per indicare qualcosa che interessa, coinvolge. Quella espressione – volgarotta certo ma anche molto chiara – viene spesso addotta a pretesto per marcare un disinteresse: se “non è a un passo dal culo mio” (la politica, i guai del mondo, il dolore di Alessia che abita al quarto piano, i problemi di Luigi che è un collega mica tanto amico…) perchè dovrebbe turbarmi?

2 E’ una concezione del mondo che io non condivido, visto che io considero l’egoismo e l’indifferenza fra i grandi mali del secolo.

3 Ma è anche una idea ingannevole: i guai e i dolori delle altre persone di frequente diventano i nostri o comunque li incrociamo e sarebbe bene saperlo anche per contare – quando serve – sulla solidarietà altrui. Quanto alla politica (piaccia o no) e all’economia sono spesso moooooolto più vicine di un palmo ai nostri culi… e non aggiungo altro perchè potrei cadere in quello che il Codice penale definì turpiloquio.

4 Dunque questo appuntamento proporrà storie “a un palmo dal culo”: le piccole vicende che accadono o che si ascoltano sui bus o in metrò, al bar, mentre si parcheggia, in fila al supermarket, all’uscita della pizzeria…

5 La rubrica uscì anche sulla rivista «Come solidarietà», a firma Gianni Boccardelli: è un segreto di Pulcinella…. che sono io: uso lo pseudonimo un po’ per gioco, per affetto verso due amici (uno perduto) e un po’ per non inflazionare di db chi legge.

6 Se qualcuna delle storie o battute che “rubo” sono – a mia conoscenza – citazioni o riciclaggi lo specificherò. In genere no. A parte questo, non commenterò; se però volete inviare a codesto blog le vostre impressioni BENE; se poi girate anche altre storie capitate “a un passo dal culo vostro” … davvero mi fa piacere e riciclerò quelle che mi sembrano le migliori, ovviamente citandovi.

VEDI  A un passo dal culo mio – 6; il che presuppone 5 articoli precedenti (ah, la comodità dei TAG).

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Giorgio Chelidonio

    Caro Daniele,
    facendo leva sulle mie “memorie bancarie” (negli anni ’90 ho gestito un tele-servizio di “marketing estero”) ho radunato alcuni, brevi appunti (ricavati dagli indirizzi seguenti) tradotti sommariamente:

    https://www.mih.vn/en/miha-jsc/miha-profile/
    Siamo la società per azioni Casablanca, fondata nel 2004, il più grande produttore di “sacchetti ecologici in Vietnam. La nostra azienda produce oltre 300 contenitori (30 milioni di sacchi) al mese di PP tessuto/PP non tessuto (1) e R-PET (2) (sacchetti per shopping, per abbigliamento, per stoccaggio, per cosmetici, sacchetti refrigeranti, per regalo e “per pranzo” (?), borse con stringa, lenzuola per il tempo libero(??), borse per ultrasuoni (???), borse per stampa serigrafica (???), borse con cerniera, ….)
    Tutti vengono esportati in Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea, Australia, …
    Abbiamo 4 stabilimenti, tutti sottoposti a severi controlli da parte di grandi supermercati del mondo (Asda, Disney, Conad, Lululemon, Rewe, Tesco, Amazon, Walmart,….)
    Tutti i nostri prodotti soddisfano “REACH” (3), contatto alimentare e fino agli standard europei e statunitensi. Tutte le nostre fasi di produzione sono svolte internamente e controllate da un sistema intelligente (????). Con oltre 80.000 m2, disponiamo di tutti i processi di produzione interni per garantire tempi di spedizione esatti e buona qualità….

    https://eximtradedata.com/global-companies/vietnam/casablanca-vietnam-joint-stock-company
    Secondo il nostro database di esportazione globale, CASABLANCA VIETNAM JOINT STOCK COMPANY ha effettuato un totale di 4.688 spedizioni di esportazione con un valore totale delle esportazioni di $ 78.071.851 nel 2021. Principali mercati o paesi di esportazione: Stati Uniti d’America (62.317.315 USD), Canada (7.328.330 USD) e Australia (4.623.131 USD).
    Principali categorie di prodotti di esportazione ….. T-Shirt, canotte e altri gilet, a maglia o all’uncinetto – Di altre materie tessili : di fibre artificiali.

    Insomma: “ripristino danni” … “in pristinum statum redire” ….ritornare nella primitiva condizione: il “ buon selvaggio/consumatore” ovvero il solito “consumo ergo sum” consolidato dal trentennio berluscoidismo pavloviano …

    (1) PP = polipropilene)
    (2) https://www.aironegifts.com/r-pet-cose/ Con R-pet (Pet Riciclato), invece, si fa riferimento a un nuovo polimero ottenuto attraverso processi di recupero e riciclaggio del comune Pet, che prevedono lo smistamento, il lavaggio, il tritamento e la fusione dei materiali plastici.
    Il Pet riciclato viene comunemente realizzato sotto forma di filamenti o fiocchi e si presta alla creazione di innumerevoli prodotti, con importanti benefici per l’ambiente e per noi tutti.
    (3) Il “regolamento sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche “ (REACH) è la principale normativa dell’UE per proteggere la salute umana e l’ambiente dai rischi che possono essere posti dalle sostanze chimiche.

    PS: ho messo punti di domanda dove anche il traduttore Google non ha saputo chiarire !

  • È una cosa nota a tutti che il cittadino si muove nel groviglio inestricabile delle leggi soprattutto quando è eletto in un organo di rappresentanza. E forte diventa il desiderio di semplificare. Ci ha provato con successo il Comune di Curtatone (Mantova), che dovendo rimpiazzare un dipendente andato in pensione non si è affidato ad un costoso e burocratico concorso pubblico, ma ha trovato l’opzione legale per la quale “per ricoprire i posti disponibili si possono utilizzare gli idonei delle graduatorie di pubblici concorsi approvati da altre Amministrazioni”. In parole povere: non si assume per concorso e si sceglie fra i perdenti nei concorsi simili di altri Comuni. Quindi complimenti agli amministratori di Curtatone che con una scelta solidale e progressista hanno evangelicamente scelto fra gli ultimi.
    Però si tratta di una moneta di scambio molto particolare e diffusa nella quale una faccia smentisce l’altra e succede che l’aspetto formale compositivo prenda a pugni il contenuto. Infatti nulla da eccepire sulla regolarità del procedimento, ma un fiume di dubbi travolgono la trasparenza e l’etica quando la persona assunta è la sposa del vice-sindaco.
    A questo punto è lecito domandarsi se la scelta di non fare un concorso ad hoc e pescare nelle graduatorie di altri comuni sia stata finalizzata a scegliere proprio quella persona. Infatti in tale modo si è andati sul sicuro.
    Il Comune di Curtatone avrebbe dovuto prendere come esempio l’Università Bicocca di Milano, dove “non possono iscriversi ai concorsi coloro che abbiano un grado di parentela o affinità, fino al quarto grado compreso, con un professore appartenente alla struttura che propone il conferimento ovvero con il Rettore, il Direttore Generale o con un componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo”.
    Purtroppo Curtatone ha scelto un altro percorso, una pratica diffusa a livello generale, ma vederla de visu fa un certo effetto.
    E poi i giornaloni si chiedono perché i cittadini non vadano a votare e siano incazzati.

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