Moni Ovadia: il piano Trump è una truffa

intervista di Umberto de Giovannangeli a Moni Ovadia (*)

 

 

Israele rilasci l’ostaggio Barghouti e tratti con lui. Il piano Trump? È una truffa, e Blair un criminale”, parla Moni Ovadia

Quello di Trump non è un piano di pace: è una truffa. Tony Blair? E’ un criminale di guerra. La Flotilla ha fissato uno dei grandi momenti della storia dell’umanità di questa epoca. Come i volontari che accorsero in Spagna

Interviste – di Umberto De Giovannangeli

 

Moni Ovadia è tante cose. Attore, cantante, musicista, scrittore. Soprattutto, è uno spirito libero, coscienza critica che sa andare controcorrente, mettendoci la faccia, il cuore e una insaziabile sete di giustizia.

Cosa racconta la vicenda della Global Sumud Flotilla e come definire la reazione d’Israele?
La reazione di Israele? Un atto di pirateria tout court. Invece di giustificare l’ingiustificabile arrivando all’impudenza di incolpare le vittime e giustificare gli assalitori, chi governa l’Italia dovrebbe dire chiaro e tondo che questo è un atto di pirateria contro il nostro Paese. Questi signori cianciano di nazione, di patriottismo, e poi si genuflettono ai piedi dei prepotenti, dei criminali. Alla faccia dell’orgoglio patrio! 
L’atto di pirateria è stato commesso da Israele con assoluta naturalezza, perché per lo Stato d’Israele non esiste la legalità internazionale. Intanto, quelle in cui si è consumato quel vile atto di pirateria – vile perché quello che si favoleggia essere l’esercito più morale del mondo ha mostrato la forza contro gente pacifica, disarmata – non sono acque israeliane, ma sono acque di Gaza. A Gaza, Israele è un invasore. E poi, te lo dico apertis verbis, c’è una cosa che non sopporto più.

Di cosa si tratta?
Di questa storia del terrorismo. Chi si batte per cacciare un occupante, un colonizzatore, un aggressore, ha tutto il diritto a opporre resistenza. L’aggressione israeliana a Gaza e alla sua gente non nasce dopo il 7 ottobre 2023. Si dice: “
ma Israele si era ritirato da Gaza”. Chi lo afferma si dovrebbe vergognare, mente sapendo di mentire…

Perché?
Perché Israele ha blindato Gaza,
 l’ha resa la più grande prigione a cielo aperto al mondo. L’ha assediata. E questo dura da anni e anni. L’acqua, l’elettricità, tutto dipende da Israele, tutto. Dall’epoca della guerra di Troia, l’assedio è un atto di guerra. Chi si batte contro l’occupazione, la colonizzazione, l’oppressione, le violenze continue, le punizioni collettive, i bombardamenti a tappeto con l’uccisione di civili, di bambini, chi si batte contro tutto questo si chiama o patriota o partigiano. Quanto al terrorismo, tutti i popoli che si sono liberati dalle occupazioni coloniali, e il sionismo è una ideologia puramente colonialista, razzista, segregazionista e da ultimo genocidaria, usa lo strumento del terrorismo. L’hanno usato anche i combattenti ebrei della Palestina mandataria. Begin è stato un terrorista, Shamir è stato un terrorista. Vogliamo dire che l’Algeria è uno Stato terrorista perché ha conquistato l’indipendenza con una lotta di liberazione nazionale usando anche un pesantissimo terrorismo? Bisogna smetterla con questa storia. Anche i nazisti chiamavano i nostri partigiani, banditi. Ricordiamocelo. La lotta al terrorismo è diventata la scusante per ogni nefandezza perpetrata. Si manipola il linguaggio.

Ribellarsi è legittimo?
Ribellarsi è legittimo. Non lo dice Moni Ovadia, l’ha detto l’Onu e l’hanno detto anche Giulio Andreotti e Bettino Craxi nel Parlamento italiano. Quelli che compiono degli atti che sono considerati crimini contro l’umanità, come la presa di ostaggi, vanno indagati, si deve istruire un processo, vanno giudicati e condannati. Cito un caso che riguarda Israele. Quando ci fu l’attentato contro la squadra olimpica israeliana a Monaco nel ’72, gli israeliani – allora primo ministro era Golda Meir – cercarono uno per uno i responsabili, con un’azione discutibile, però li individuarono e cercarono i colpevoli di quell’azione. Non è che si misero a fare un genocidio contro i palestinesi. Netanyahu è l’epitome del sionismo, anche se va ricordato, per verità storica, che a fare la Nakba furono i laburisti. Va ristabilito l’ordine del linguaggio. E poi, lasciami un altro grido di indignazione.

Quale?
Adesso sono tutti galvanizzati dal 
piano di Trump. Un piano di pace dice il coro degli aedi. Questa non è una pace…

E cosa sarebbe?
Una operazione colonialista in stile ottocentesco. Lo definirei colonialismo ottocentesco 5.0. Questa sarebbe una proposta di pace? Netanyahu continua a dire, apertis verbis, che lo Stato palestinese non ci sarà mai. Che razza di pace è mai questa! È una truffa. Una truffa sanguinosa che produrrà ancora violenze, che produrrà altri disastri. Il popolo palestinese non viene tenuto in minimo conto da questo 
piano di pace”. In minimo conto. Per fare una pace che coinvolge il popolo palestinese, si vedono Trump e Netanyahu. E i palestinesi non esistono? Ricordo che quando si volle fare la pace di Oslo, alla fine, sul prato della Casa Bianca, erano presenti Rabin, come primo ministro rappresentante dello Stato d’Israele, e Arafat come capo dell’Olp e rappresentante del popolo palestinese, e il mediatore Bill Clinton. Sappiamo tutti come andò a finire Oslo, ma almeno quella cerimonia mostrò al mondo un riconoscimento reciproco.

Mentre adesso c’è il piano Trump…
Un’operazione di stampo commerciale. E per sommo disprezzo dei palestinesi, propongono, anzi impongono, 
nella squadra Tony Blair.

Non va bene Blair?
Tony Blair! Che è stato, pure lui, un criminale di guerra, perché ha contribuito a scatenare una guerra, quella in Iraq, micidiale, che ha causato la morte di 500mila civili innocenti, sulla base di acclarate menzogne. Questo si definisce tecnicamente un criminale di guerra. Se tu scateni una guerra e non ci sono presupposti per farlo, di nessun tipo, anzi sono menzogne quelle che usi per giustificare e legittimare quella guerra, sei un criminale di guerra. Punto. Blair e Bush non sono stati neanche portati davanti a una Corte internazionale, non dico per essere condannati ma quantomeno per essere indagati e giudicati. Invece Slobodan Milosevic si. E alla fine Milosevic è stato prosciolto, però non lo sa quasi nessuno. L’Occidente è ancora intriso della pestilenza colonialista. Il suo modo di vedere il mondo, il suo modo di stabilire le relazioni con i popoli dell’alterità, quelli che non sono bianchi caucasici. Cosa triste è che anche i neri d’America hanno interiorizzato questo colonialismo. Colin Powell, ai tempi dell’Iraq segretario di Stato Usa, mostrò una boccetta vuota dicendo che c’era antrace e poi la storia della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq… Tutte falsità. Ricordi che si sia scusato per questo?

No. Ma torniamo sulla Global Sumud Flotilla.
Verrà ricordata come uno dei grandi momenti della storia dell’umanità di questa epoca. È dal tempo delle brigate internazionali che accorsero in Spagna da tutto il mondo per combattere il nazifascismo, che non c’è stato qualcosa di simile. Ha lo stesso tenore: andiamo a impedire un genocidio. Andiamo a dichiarare che esiste un’umanità. Perché se c’è una umanità disumana, c’è anche un’umanità umana.
Un’umanità umana che si dichiara e dice ai palestinesi e al mondo: noi non vi abbandoneremo, perché voi siete nostri simili, quindi nostri fratelli e sorelle. Invece, per come si comportano, i reazionari di tutto il mondo demoliscono il principio più sacrale, fondato dal monoteismo ebraico e poi dal cristianesimo e poi ancora dalla grande cultura laica, cioè che l’essere umano su questa terra è uno solo. È sacro e inviolabile, e questo è proprio del monoteismo ebraico, perché porta l’impronta divina. Loro distruggono questo, perché trattano quelli che non sono del loro clan come esseri inferiori. E poi continuano a reiterare il 7 di ottobre.

Una ferita aperta per Israele.
Il 7 ottobre ha prodotto orrore. Però va ricordato che il 7 ottobre nasce dopo decenni di oppressione da parte israeliana. Invece tutti vogliono far partire, in modo squallido e miserabile, quello che di criminale e disumano che è accaduto dopo, che continua ad accadere due anni dopo, da quel tragico giorno, come una reazione giustificata, sia pure, qualcuno aggiunge per pudore, un po’ eccessiva. Il 7 ottobre è conseguenza di anni di oppressione del popolo palestinese, di torture, di violenze, di uccisioni, di occupazione, di furto di territori, di occupazione. Basta leggere un grande storico israeliano qual è Ilan Pappé. La parola genocidio l’ha usata in Israele Amos Goldberg, professore di Storia dell’Olocausto nel Dipartimento di Storia ebraica all’Università ebraica di Gerusalemme. Credo un po’ più competente in materia di Matteo Salvini. Queste posizioni vengono celate, quelle di eminenti storici israeliani così come dei militari israeliani che lo dichiarano.
L’Occidente marcio e decadente si aggrappa ormai ad ogni cosa per cercare di rilanciare il suo dominio, la sua egemonia. Solo che ha un problema, e che problema…

Quale?
Adesso ci sono i Brics, in cui è entrata anche quella che viene considerata l’ottava potenza economica mondiale: l’Indonesia.

Per tornare alla Palestina, e alla pace che non c’è. Su cosa dovrebbe fondarsi ad avviso di Moni Ovadia, una vera pace?
Punto primo: tutto il mondo, compresi gli americani, riconosca lo Stato palestinese e lo si dichiara nei suoi confini, ovvero Cisgiordania, la Striscia di Gaza, Gerusalemme Est, con un corridoio che unisca la Cisgiordania a Gaza. Poi si potevano discutere i tempi, le tappe di realizzazione. Non lo si fa, secondo me, perché Israele rischierebbe una pesantissima guerra civile. Come dice Ilan Pappé, in Israele ci sono due stati ebraici: uno è lo stato d’Israele, del sionismo politico, e l’altro è quello della Giudea e Samaria, quello degli ottocentomila coloni.
Costoro siccome pensano di agire in nome di Dio, chi li leva di lì? Il riconoscimento di uno Stato palestinese non è contemplato. I palestinesi resteranno, bontà loro, ma a fare cosa? Gli schiavi. Manodopera a basso costo. Dicono: “
Non c’è un rappresentante del popolo palestinese con cui negoziare”. Il popolo palestinese ha il diritto a indicare la propria rappresentanza. Non lo decidono gli altri chi dovrebbe o non dovrebbe rappresentarlo. E poi, se ci fosse una vera volontà di pace, il rappresentante ideale per trattare ci sarebbe. È detenuto in un carcere israeliano, perché è un partigiano per la liberazione del suo popolo. Si chiama Marwan Barghouti. Lui gode del prestigio necessario e della stima di tutti i palestinesi. Lui potrebbe negoziare anche perché conosce molto bene il mondo israeliano. Liberarlo dimostrerebbe la vera volontà di una pace. Perché la pace si fa nella giustizia, altrimenti si chiama diktat imposto con la forza.

(*) da www.unita.it

Enrico Semprini

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