Io, la Svizzera e la cantina

Qui il martedì si chiama «Di Marte si parte» e di solito io navigo (o lascio spazio ad altre/i che lo fanno per me) nella fantascienza e nei sentieri del fantastico. So bene però che i confini fra il cosiddetto mondo reale – così lo definiva lo scienziato e scrittore Isaac Asimov – e altri universi possibili sono labili, confusi e mutevoli. Ove dovessi indicare in sole 5 frasi la mia visione del mondo (sono un ignorante che non ha mai voluto imparare come esattamente si scrive weltaschaung che è quasi la stessa roba ma fa più fico dirlo in tedesco) una sarebbe di Paul Watzlawick: «Fra tutte le illusioni, la più pericolosa è credere che esista una sola realtà». Così anche oggi provo a intrecciare realtà diverse, vediamo che ne esce.

Un amico italiano in Svizzera (che non ho capito se vuole essere citato) mi ha scritto questo.

«Seguo spesso le notizie finanziarie. Credo che in Italia non ci sia l’esatta coscienza della crisi che si sta attraversando e di cui si sono viste solo le avvisaglie. Un consulente finanziario che conosco ha smesso già due anni fa il suo lavoro. Ha preso una partecipazione in una piccola azienda agricola e di allevamento perché è convinto (ma non è il solo) che presto mancherà il cibo. So che l’apparenza attuale (roba lasciata a marcire sui campi perché non si riesce a vendere a un prezzo accettabile, frutteti espiantati per lo stesso motivo e via di seguito) inganna ma, come sai meglio di me, le attuali rivolte dei Paesi poveri del nord Africa sono rivolte per fame. Si inizia sempre dai più deboli, poi… Un report finanziario che io leggo (italiano, di Modena) ha pronosticato la situazione attuale, tale e quale si sta sviluppando, nell’aprile 2007. Loro hanno consigliato da tanto l’acquisto di oro e argento oltre che di franchi svizzeri. Ultimamente uno di redattori ha fatto un lungo articolo insegnando come mantenere belle pulite le monete d’argento anti-inflazione e come conservare i cibi e procurarsi da mangiare. Tu ti occupi di fantascienza e forse puoi cavarne qualcosa da questi scenari. Ma qui non siamo alla fanta-economia. Si parla di scenari reali. Sai che in Svizzera è ancora in vigore la norma che nei rifugi anti-atomici, obbligatori (c’è posto per ogni singolo abitante della Svizzera) le famiglie devono tenere tot chili di farina, di zucchero, di scatolami vari? La madre di mia moglie lo faceva ancora. Ormai credo non lo faccia più nessuno, ma… Non per darti preoccupazioni, ma per fornirti stimoli per il tuo lavoro. Stammi bene (e metti scatolette di tonno in cantina)».

Grazie amico, avevo bisogno di essere rassicurato.

Finirà così? Francamente non so.

Però la buona fantascienza mi ha insegnato che la “catastrofe” è classista dunque non eguale per tutte/i. Se andate a leggere, in codesto blog

vedrete che l’ideologia della “fine mondo” può ben essere funzionale alla conservazione dell’ordine esistente. Per le ragioni che ho riassunto da Naomi Klein e H. M. Enzensbergr ma che sono ancor meglio esposte in un vecchio, bel romanzo («Largo largo») di Harry Harrison con un’allucinante New York senz’acqua nè speranza. I più dormono per strada o sui gradini ma pochi vivono in villette e acquistano la carne (in macellerie più vigilate delle gioiellerie). Se in altre parti del romanzo Harrison scatena davvero l’immaginazione, su questo gli è bastato mettere fianco a fianco Calcutta e Beverly Hills. Nel mondo dei poteri e dei ricchi la fame resta lontana, dall’altra parte della Luna, fantascienza appunto.

Attenzione però. Ci sono porte che già si aprono (e occhi serrati) su altri mondi. Da tempo vedo qui, nella pur ricca Emilia-Romagna dove abito, tanta gente che dorme per strada. Non è Calcutta ma solo un pezzettino spostato sulla via Emilia. Per ideologia (o paura) altre persone non si accorgono che Calcutta arriva (o torna?) sulla via Emilia, insomma rifiutano di vedere la catastrofe di classe. Certo non la vede il Pd che, di questi tempi, discute se candidare alla leadership un banchiere. Chiunque sia… vi rendete conto? I banchieri sono al primo posto nella lista dei più odiati da chi lavora o da chi, soprattutto per colpa loro, ha perso un impiego, una casa, la dignità, ogni speranza. Va bene che da tempo il Pd (già quando aveva altri nomi) ha sposato un programma capitalistico ma forse ha scordato che per andare al governo bisogna vincere (magari imbrogliando) le elezioni. Le persone povere (cioè impoverite) sempre più numerose voterebbero un banchiere proposto dal Pd per uscire dalla crisi? Questa sì che è brutta fanta-politica. Qualcuna/o di voi mi può obiettare: “spesso la gente vota e agisce contro i suoi interessi, altrimenti perché da quasi 20 anni vince il signor P2-1816, insomma Berlusconi?”. Giusta obiezione ma se qualcuna/o adesso si sta accorgendo della truffa e di quanto morde la cosiddetta crisi (cioè questa particolare fase della lotta di classe dove il coltello lo hanno solo i capitalisti) … gli si propone un banchiere? Mi sembra comunque un buon tentativo per perdere le elezioni. Chiarisco che io, banchiere o no, il voto a gente come Bersani-Veltroni-D’alema non lo dò.

C’entra un cecio ma mi sta sul gozzo e devo sputar fuori anche questa. Sono appassionato di atletica e dunque seguo un pochino le gare. Forse sapete che ci sono stati i Mondiali, che l’Italia è andata peggio del solito ma che l’unica medaglia (un bronzo) è arrivata da una saltatrice, Antonietta Di Martino. In questi giorni i quotidiani (sportivi e non) hanno molto parlato e titolato di lei. Titoli scemotti, in media con le altre pagine ma – al solito – è «Repubblica» a sfiorare il capolavoro, titolando (mi pare l’unico) che la Di Martino è stata a Lourdes.

Che c’entra questo struggimento mistico-sportivo di «Repubblica» con i banchieri, il Pd, la catastrofe, la (cattiva) fantascienza? O beata ingenuità e smemoratezza assoluta: non dimenticate che è «Repubblica» (non certo «L’unità» men che mai lo studio, l’indagine, il dibattito vero) a dare linea, ideologia, cultura al Pd e dintorni. Dunque se Antonietta Di Martino, torna a Lourdes, si fidanza con un banchiere e resta donna (intendo non cambia sesso in modo chirurgico, scontentando il Vaticano) forse è lei il prossimo candidato vincente del Pd. Altrimenti resta solo il banchiere. Oppure Bersani con vicepremier Gianni Morandi.

Scusate adesso vado in cantina. No, il tonno non c’entra (e poi non mi piace). Devo controllare se, mentre dormivo, i baccelloni sono cresciuti come nell’«Invasione degli ultracorpi» e qualche invasore sta prendendo il mio corpo (e passi) nonchè la mia testa (ciò mi seccherebbe assai).

Chissà se è vero che il martedì cade solo una volta ogni 7 giorni.

Redazione
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Un commento

  • Credo che i polli di Trilussa coesistano con quelli manzoniani, non fosse altro perché questi ultimi hanno eletto in anni recenti 50 e più azzeccagarbugli a rappresentarli in parlamento. Nei primi anni ’70 del XX secolo Giorgio Gaber scrisse (e cantò) :
    ” che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà”

    Ovvero, i nodi presto o tardi vengono al pettine, non solo quello padronale ma anche quelli dei dipendenti, come quelli “dai consumi”, un tempo detti lavoratori e che hanno delegato una casta trasversalmente berluscoide, che ora li vuol schiavizzare (in quanto merce di scambio con il padronato più becero, dalla cui simbiosi vuol farsi mantenere).

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