«Io robot, io Asimov, Ia»: il 22 ottobre…

… a Imola, il 30 a Bertinoro e poi chissà

Intervista a Daniele Barbieri ripresa da www.leggilanotizia.it (*)

 

Robotica e intelligenza artificiale (foto Pixabay)

 

Imola. Uno spettacolo (lo chiamiamo così?) che probabilmente inizia con un attore (lo chiamiamo cosi?) che si butta in ginocchio e chiede perdono ad Isaac Asimov non è cosa che si veda su tanti palcoscenici. Come non si vede nemmeno un attore diviso in tre. Lui, Daniele Barbieri, al centro, sotto la sua ascella destra troverà spazio Severo de Pignolis e sotto quella sinistra Horny To Rinko (cos’ha di strano un ornitorinco? Tutto). Ecco, messa assieme questa triade darà vita  a  “Io robot, io Asimov, Ia: una lettura” che prevede già due date: la prima venerdì 22 ottobre, ore 21, al circolo Estro di via Aldrovandi 19 a Imola e il 30 ottobre, ore 21, al “Rimbomba” di Bertinoro.

Non avete capito molto anche se abbiamo cercato di rispettare al meglio la regola delle cinque W? In effetti anche noi, allora abbiamo cercato lui, Daniele Barbieri, per farci spiegare meglio la vicenda.

«Che sia un qualcosa su Asimov mi pare chiaro, se volete aggiungo che si tratta di letture, spesso di libera interpretazione, di alcuni racconti dello scrittore russo naturalizzato statunitense. Una serata dove, sono sicuro, finiremo a parlare di Covid, Dad e di un futuro migliore (si spera), anche perchè tutto questo Asimov lo aveva già previsto. Non ci credete? Basta farmi compagnia il 22 o il 30 per scoprire se dico la verità».

Ok Daniele, è chiaro che sei un amante di Asimov, che è il tuo scrittore di fantascienza preferito… «Fermo, fermo…, io Asimov, ad essere sincero, lo metto al quinto o sesto posto tra i miei preferiti, davanti c’è una triade maledetta: Philip Dick che molti conoscono; Theodore Sturgeon che pochi conoscono, purtroppo; Ursula Kroeber Le Guin, conosciuta soprattutto negli ambienti anarchici, libertari e in quelli femministi, anche se ha scritto anche libri per l’infanzia che l’hanno resa quasi nota persino in Italia».

Ma allora perchè Asimov? «Io sono cresciuto a pane e Asimov, anzi essendo romano, ad onor del vero, più a pizza, supplì ed Asimov. L’ho sempre amato, anzi adoooorato. Poco dopo la nascita di mio figlio, nel 1992, Asimov è morto, quindi una grandissima gioia e un grande dolore… A proposito per molti anni non si è saputo di che cosa era morto Asimov, poi si scoprì che era per l’Aids… Non per un comportamento sessuale non conforme, come si direbbe pregiudizialmente, ma per una trasfusione: eh già, lo dimentichiamo ma tanta gente è morta per il sangue infetto. Questo tabù sulla sua morte è veramente una cosa misteriosa».

Torniamo all’Asimov vivo. «Un personaggio eclettico, noto soprattutto come scrittore di fantascienza, da molti è considerato un grandissimo, ma si può discutere… anche lui aveva i suoi difettucci. Un ottimo divulgatore, ha scritto tantissimi libri scientifici belli, spigliati, divertenti. Un piccolo alfiere del progressismo nel senso migliore del termine, uno che considerava la scienza nei suoi aspetti positivi, ottimistici, ma non in maniera stupida. Un critico ottimista, non della serie “andrà tutto bene”. Un uomo che si è impegnato politicamente a suo modo, nel modo in cui ci si impegna negli Stati Uniti assolutamente diverso dall’Italia. E io l’ho amato per tutti questi motivi».

Tanto da dedicargli uno spettacolo. «Nel 2020 era il centenario della nascita e un’amica mi chiese di preparare una narrazione per un Comune. Feci la mia proposta, fu accettata, ma nel frattempo arrivò il Covid e tutto finì lì. Anche se la pandemia non è scomparsa ho deciso comunque di mandare avanti quel progetto. E siccome sono un pazzo perfezionista mi sono messo lì, ho fatto e rifatto il testo una decina di volte e, probabilmente, lo rifarò ancora prima del 22, anzi del 21 perchè gli amici che, forse, mi accompagneranno sul piano musicale mi hanno chiesto il copione…».

Avevamo appena capito che leggerai racconti o parti di essi, ora scopriamo che sul palco non sarai solo. «Comunque solo non lo sarei stato. Qualcuno sa che io lavoro sempre in trio: c’è Daniele Barbieri, poi sotto l’ascella destra Severo dei Pignolis che, come si capisce dal nome, è un rompicoglioni, e sotto l’ascella sinistra Horny To Rinko cioè un ornitorinco che, come tutti ben sapete (o no?) è un animale che non può esistere eppure c’è. Mi fanno sempre compagnia, litigando spesso tra di loro, e io sono quello che deve fare la sintesi. Però in questa occasione un caro amico di Imola, Roberto Bartoli, famoso contrabbassista, avrebbe piacere di accompagnarmi il 30 a Bertinoro più o meno improvvisando durante le letture o nelle pause, in più si è aggiunto anche uno straniero (viene oltre il Sillaro, da Castel San Pietro, gente strana quindi…) cioè il giovane pianista Lorenzo Tosarelli, che, grande amante della fantascienza, vorrebbe starmi accanto in questa occasione. Ovviamente non posso escludere che arrivino anche suoni dalle galassie».

Già che ci siamo facci capire come si svilupperà la serata. «Nell’epoca delle due culture – o forse mille – che non comunicano più tra loro, la lezione di IA (solo per caso è anche la sigla di Intelligenza Artificiale?) può tornare utile. In 50 minuti proverò a farci stare 6 oppure 7 storie asimoviane. Poi se il pubblico non si stanca si può sempre fare un bis, cioè altre 6 ‘trame’ e/o una discussione sul ‘grande vecchio’ Isaac, sulle famose 3 leggi della robotica… Però non leggerò L’uomo bicentenario, è troppo lungo e mi porterebbe via da solo un quarto d’ora. Vorrei anche parlare delle meno note ‘leggi dell’umanica’ che Asimov annunciò di voler scrivere poco prima di morire».

Ok, L’uomo bicentenario non ci sarà, avrai però già un’idea di cosa leggere? «Potrei iniziare con Il passato è morto – uno di quelli più famosi – proseguendo con Nove volte setteQuanto si divertivano che in pratica parla (in anticipo) di Dad. Poi forse un racconto meno noto: Diritto di voto, e uno quasi sconosciuto: Una così bella giornata, infine una strana coppia: L’ultima risposta e L’ultima domanda… Però, c’è un però, il tempo non è infinito, quindi uno di questi non lo leggerò e il settimo alla fine sarà un racconto che amo molto: Crumiro… oppure un racconto quasi “covidiano” cioè Diradamento selettivo. Ora io la vedo così ma probabilmente il 21 De Pignolis e Horny To Rinko cambieranno quasi tutto».

Non mi sembri così convinto… «Di questi tempi volete sicurezze? Il covid non è solo una brutta bestia da sconfiggere, ma anche un qualcosa che sta facendo crollare tutte le certezze, ci sta mettendo gli uni contro gli altri e stiamo perdendo la capacità – anche se non ne abbiamo mai avuta tanta – di discutere, di ragionare, di indagare, di verificare se una cosa è vera o falsa senza partire dal fatto che se lo dico io è vero ma se lo dici tu è falso… C’è appunto un racconto, conosciuto da pochi, che sembra quasi scritto apposta per sì vax, no vax e boh vax: si chiama Diradamento selettivo. Potrebbe essere un modo per salutare alla fine; in qualche modo bisogna pur chiudere. Ma se si scatena la discussione? E’ un gran casino, e fra noi tre non c’è ancora l’accordo».

Mi sembra di capire che l’unico modo per scoprirlo è essere lì la sera del 22 ottobre. «Giustoooo! Anche perchè…». Ci risiamo… «Se quando comincio e chiedo “chi ha letto Asimov?” tutte/i alzano la mano, mi riservo di non leggere i primi tre racconti che sono i più famosi, lasciando spazio ad altri. E se la platea è divisa a metà, che faccio? Non posso trascurare i neofiti, quelli che si avvicinano ad Asimov per la prima volta… Che casino, come dicono a Oxford».

Va bè, lasciamo stare. «Se non fosse che… c’è stata la scuola in Dad (e speriamo non ci sia più) e c’è quel racconto, Quanto si divertivano che “prevedeva” tutto… Ma lo conoscono tutti, vero? Finirà che ne leggo 6 o 7 e poi darò le fotocopie degli altri. O forse tirerò a sorte».

Abbiamo capito che il programma è mobile e di volta in volta, comunque vada, non mancherà la sorpresa. «Io non sono un attore di professione, ma ho capito che una cosa è provare da solo davanti allo specchio, altra cosa avere di fronte un pubblico, bisogna essere capaci di aggiustarsi in corso d’opera». E se la ride…

Bene Daniele, ci fermiamo qui, per non incasinare ulteriormente i lettori, il resto chi verrà vedrà. «Sì, giusto…. anche perchè non volevo centrare le letture sulle tre leggi della robotica, ma nemmeno su un altro aspetto interessante di Asimov: la psicostoria, una scienza inventata ma che sarebbe abbastanza necessaria oggi e che regge la premessa di quel ciclo della Fondazione appena andatoin tv. Oh, ma se il pubblico vuole robotica e psicostoria io sono disponibile, improvvisare è bello… con un po’ di musica meglio».

(*) l’intervista non è firmata ma i soliti “sapientoni” giurano che sia stata realizzata da Valerio Zanotti

QUESTO E’ QUASI UNO SPOT

Che ne dite? Lo volete in qualche teatrino, centro sociale, biblioteca, circolo Arci? E/o nelle scuole post (?) covid? E/o sulle panchine (ma solo se è bella stagione) nel parco? … e allora dove?

LA SECONDA IMMAGINE è di JACEK YERKA

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

3 commenti

  • Mariano Rampini

    Buona “lettura”!!! Asimov mi accompagnò da piccolo nella mia conquista (si fa per dire) della fantascienza. Tenevo nello stesso scaffale Salgari, Verne, Ciuffettino (di Yamba) e gli Urania che mi passava mio fratello maggiore. Ma ero davvero piccino: il mio primo contatto con gli alieni lo ebbi a sette anni quando fui colpito dalla varicella. Non si preoccupi nessuno: il vaccino credo ancora non ci fosse (eravamo nel lontano 1960: essendo di dicembre cominciai la scuola in anticipo) e, comunque, non fui preda di allucinazioni indotte dai febbroni. Per tenermi buono ed evitarmi grattate furiose gli unici rimedi erano il talco mentolato e le letture (fin da allora mostravo un atteggiamento compulsivo verso qualsiasi tipo di carta stampata). Finiti i Topolino, i Tex, i Pecos Bill, i Tiramolla, mio fratello Francesco ebbe la buona idea di schiaffarmi sotto il naso il primo numero di Galassia di cui non ricordo nulla se non il titolo non proprio accattivante: Le amazzoni di Avnitid. Scattò qualcosa. E non smisi più perché immediatamente mi avventai famelicamente sugli Urania che giravano per casa… per il superamento degli esami di terza media (non avevo mai smesso di legge Fs) chiesi e ottenni l’abbonamento annuale a Urania. Il resto è storia…

  • Valeria Taraborelli

    Direbbero a Roma i teenager”foooorteeee”, utilissimo a risvegliare un po di culturale passato a miglior vita, ahimè!

  • Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che un diritto robot si era smarrito. si insomma, dibbi’ è online, e asimov pure. godetevelo 🙂

    https://peertube.uno/videos/watch/bfa9e8f7-fbbc-4239-aef8-6d06b20b74c8

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