La guerra sociale oggi in Italia

di Umberto Franchi

C’è stato un periodo, alla fine degli anni 70, dove i ceti subordinati (lavoratori e pensionati) con le lotte nelle fabbriche, scuole, territori… avevano ottenuto conquiste fondamentali come:

  • salari dignitosi con i rinnovi contrattuali e aziendali triennali ma anche la scala mobile che ogni tre mesi recuperava automaticamente l’80% dell’inflazione sui salari;
  • pensioni dignitose con un meccanismo basato sul sistema retributivo e che permetteva di andare in pensione con 40 anni di contributi, 60 anni di età all’80% del salario lordo (95% netto) oppure 35 anni di contributi indipendentemente dall’età con il 70% del salario lordo 85% del netto;
  • l’abolizione di ogni forma di lavoro precario: il lavoratore veniva assunto a tempo indeterminato dopo un periodo di prova che variava da una settimana a tre mesi, a secondo del livello di inquadramento; l’apprendistato esisteva solo nelle aziende che svolgevano mansioni artigianali e il contratto a tempo determinato era permesso solo per la raccolta dei pomodori e delle olive;
  • la riduzione dell’orario di lavoro da 48 ore settimanali a 40 pagate 48;
  • l’assenza per malattia veniva riconosciuta al 100% dal primo giorno al 60° giorno;
  • le ferie retribuite passavano da una settimana a un mese;
  • lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori (niente licenziamenti se non esisteva un giusto motivo);
  • chi si ammalava aveva diritto all’assistenza pubblica sanitaria universale e le USL dovevano tutelare la salute dei cittadini e prevenire le malattie senza essere considerate aziende che devono chiudere i bilanci in pareggio;
  • gli studenti figli dei lavoratori avevano acquisito il diritto allo studio e all’Università con costi ridotti;
  • diritti civili come divorzio, aborto, diritti delle lavoratrici madri, parità fra uomo e donna;
  • nelle aziende i lavoratori facevano prevenzione dai rischi infortuni in base alle proprie soggettività e si rifiutavano di svolgere lavori a rischio;
  • i Consigli di Fabbrica contrattavano i ritmi e i carichi di lavoro, gli organici necessari in ogni reparto lavorativo,
  • i Consigli di Fabbrica decidevano come e per cosa si lavora contrattando anche la qualità degli investimenti e le ricadute sull’occupazione e sulla tutela dell’ambiente ecc…
  • le aziende statali e le Partecipazioni Statali erano innovative e determinanti nel decidere la qualità dello sviluppo del nostro Paese;
  • il fisco veniva pagato in proporzione: molto di più a chi era ricco e meno ai ceti subordinati.

Ma a partire dalla meta degli anni 80, in modo strisciante, è stato rimesso tutto in discussione

Così per oltre 30 anni ci siamo sentiti dire:

  • i sindacati hanno troppo potere, i lavoratori con contratti a tempo indeterminato sono privilegiati, i pensionati rubano il futuro ai giovani andando in pensione troppo presto, la sanità pubblica è insostenibile e costa troppo allo Stato, gli ammortizzatori sociali alimentano il parassitismo dei disoccupati, lo Stato non deve gestire imprese e aziende pubbliche, i beni pubblici vanno privatizzati, ecc;
  • Questo continuo lungo martellamento ideologico, effettuato da un vasto ceto di propagandisti (a iniziare dalla Confindustria, economisti ben pagati, mass-media con le forze politiche di centro-destra e di centro-sinistra) assieme ai processi di ristrutturazione e delocalizzazione delle aziende ha indebolito fortemente e gradualmente il Movimento Operaio fino a sconfiggerlo… ed  è servito per fare “controriforme” che hanno tolto la centralità del lavoro e messo al centro la validità del “libero mercato” nella globalizzazione mondiale, fino a costruire un regime fondato sul liberismo, spostando immense ricchezze dai ceti mediobassi ai ceti più ricchi, con il 10% di popolazione che detiene il 55% di tutta la ricchezza presente nel nostro Paese, mentre il proletariato e i ceti medi si sono fortemente impoveriti.

 Cosi oggi abbiamo:

  • le aziende pubbliche dello Stato, i beni pubblici e servizi, svenduti a grandi capitalisti privatizzandoli; è stato chiuso il Ministero delle Partecipazioni Statali con grave danno per i cittadini che devono pagare di più per ottenere servizi peggiori nelle ferrovie, luce, gas, acqua, autostrade eccetera;
  • una sanità in gran parte privatizzata a favore delle cliniche private e quello che è rimasto non è funzionale al bene fondamentale della cura e prevenzione della salute ma del profitto, tanto che negli ospedali italiani le morti da covid dei pazienti sono fra le più alte del mondo … perché gli ospedali sono diventati aziende che devono fare profitti e infatti si chiamano ASL (Aziende Sanitarie Locali, gestite in modo differenziato dalle Regioni) con circa 20 miliardi di tagli negli ultimi 18 anni
  • la maggioranza delle pensioni sono di fame, il 50% di esse è inferiore ai 1000 euro al mese e i lavoratori sono costretti ad andare in pensione a oltre 67 anni; i giovani andranno in pensione con il sistema contributivo e con pensioni che al massimo raggiungeranno il 40% del salario percepito e contemporaneamente è aumentata la disoccupazione con quella giovanile addirittura al 37%;
  • i morti sul lavoro sono passati dai 1.000 nel 2019 a oltre 1.400 nel 2021, a causa della di un’organizzazione del lavoro aziendale finalizzata alla ricerca del massimo sfruttamento e senza investimenti adeguati in merito alla formazione, informazione, addestramento dei lavoratori e per la mancanza di investimenti tecnologici sugli impianti al fine di prevenire possibili incidenti;
  • con l’applicazione della legge “Biagi” voluta dal leghista Maroni e da Berlusconi nel 2003, c’è la possibilità di 45 forme di lavoro precario: il lavoro è stato frantumato, delocalizzato, precarizzato, flessibilizzato con gravi ricadute sulla qualità del lavoro, dei prodotti e della vita oltrechè l’aumento dei rischi sui luoghi di lavoro;
  • i diritti dei lavoratori sono stati distrutti fino alla cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, voluta da Renzi, dando così la possibilità ai datori di lavoro di licenziare senza un giusto motivo (dunque anche se qualcuno fa sciopero o si ammala) o per motivi “economici” che l’azienda non è tenuta a giustificare;
  • i salari sono tra i più bassi in Europa, alle persone in stage spesso vengono date elemosine e molti lavoratori sono pagati persino con buoni (voucher); ci sono studenti che sotto forma di “scuola e formazione lavoro” vengono obbligati a lavorare gratuitamente;
  • gli orari di lavoro sono i più alti d’Europa con ben 270 ore all’anno in più della Germania.

In sostanza il disegno liberista (che va avanti da oltre 30 anni) CONTINUA a smantellare lo stato sociale, il lavoro, i diritti … distruggendo il compromesso fra capitale e lavoro realizzato negli anni 70.

Con lo sblocco dei licenziamenti avvenuti nel luglio scorso e la possibilità di licenziare senza giusta causa… con la  privatizzazione di tutti i beni pubblici (che va avanti con  più con forza, anche con il  governo di Draghi), con la controriforma  del fisco che ha premiato i ceti più ricchi e non ha dato niente a quelli medio/bassi, con la sanità che continua a essere inadeguata e privatizzata…  

Draghi (che è molto amato dal presidente  di Confindustria Carlo Bonomi) e altri  politici hanno detto che l’Italia non è la Corea del Nord e che dopo il periodo più intenso della pandemia andava fatto lo sblocco dei licenziamenti perché altrimenti le imprese non potevano fare nuove assunzioni (sic)… perché non lo vanno a dire ai lavoratori della GKN di Firenze?

In realtà quello che continuano a volere  è  questo:

  • continuare ad avere totale mano libera al fine di far lavorare i propri dipendenti sotto il ricatto del licenziamento … imporre carichi di lavoro più pesanti, orari lunghi, flessibilità nei turni di lavoro, condizioni ambientali senza i minimi criteri di sicurezza,  salari di fame eccetera. I padroni vogliono il comando unilaterale dicendo al  proprio dipendente: «lavora  come ti comando io, o lì c’è il cancello e sei  licenziato»;
  • il blocco dei licenziamenti contrasta con la posizione di Confindustria la quale nei rinnovi contrattuali (in atto in molte categorie dell’industria) che vuole mettere in discussione e cancellare alcune norme su orari, turni, flessibilità, diritti, salari contrattuali eccetera; o ancora meglio per lor signori cancellare il CCNL e fare solo contratti aziendali legati alla produttività là dove è possibile;
  • le aziende inoltre vogliono libertà di licenziare anche per sbarazzarsi dei lavoratori più sindacalizzati, più anziani e “tosti” nel rivendicare i diritti, al fine di cambiarli con altri che verrebbero assunti  con salari più bassi, con meno diritti, con meno tutele sindacali.

Anche dopo la pandemia quello che interessa a lor signori è continuare nella gestione dell’economia e del lavoro come prima e peggio di prima del covid: con un tipo di sviluppo perverso tutto fondato sul risparmio del costo del lavoro, senza investimenti innovativi sui processi, sui prodotti, sullo sfruttamento dei lavoratori e sotto il comando unilaterale del padrone per un ritorno a un noto e triste passato.

SIAMO ALL’ASSALTO FINALE CONTRO I CETI SUBORDINATI !

OLTRE ALLE COSE SOPRA RICORDATE, ABBIAMO BENZINA ALLE STELLE, GAS ALLE STELLE, ENERGIA ALLE STELLE, PREZZI DEI GENERI ALIMENTARI ALLE STELLE.

Tutti i prezzi hanno iniziato ad aumentare prima della guerra in Ucraina, non perché manca il gas o il petrolio ma solo perché con la ripresa economica dopo il lockdwon le imprese speculano aumentando i prezzi senza alcun controllo da parte dello Stato.

A oggi, nonostante la guerra, il gas viene erogato normalmente dalla Russia. Anche le imprese petrolifere hanno tutto l’oro nero che vogliono però hanno deciso di incrementare i profitti per recuperare anche il calo dei consumi registrati durante la pandemia;

NON C’E’ NESSUNA RELAZIONE DIRETTA FRA LA GUERRA IN CORSO E GLI AUMENTI DI BENZINA E GAS: E’ SOLO UNA SPECULAZIONE !

Il petrolio proviene dall’Egitto, Emirati Arabi, Libia, Nigeria ecc che non hanno mai ridotti le quantità e quindi non hanno niente a che fare con la guerra;

LA VERGOGNA MAGGIORE PROVIENE DALLA COMPLICITA’ DEL GOVERNO DRAGHI, PER QUESTI MOTIVI:

– lo Stato incassa un’accise sulla benzina del 39% e un’iva del 22% su ogni litro per cui se la benzina aumentano anche le entrate per lo Stato a danno dei consumatori;

– il governo potrebbe fare decidere i prezzi dal Cipe riducendoli e bloccandoli ma non lo fa per guadagnare di più (con accise e iva);

– il governo dovrebbe immediatamente ridurre accise e Iva… ma non lo fa perché nel 2021 l’accise e l’Iva hanno portato nelle tasche dello Stato 40 miliardi e per il 2022 ne vogliono di più .

UN GOVERNO SERIO NON DOVREBBE FERMARSI A CONSTATARE CHE ESISTE LA SPECULAZIONE, COME HA FATTO IL MINISTRO CINGOLANI, MA INTERVENIRE SUBITO PER  FERMARE LA SPECULAZIONE !

COSA HA FATTO INVECE IL GOVERNO “DEI MIGLIORI” CON L’APPROVAZIONE ANCHE DI «FRATELLI D’ITALIA»?

QUESTA LA BEFFA :

  • Il governo ha deciso di rendere ai consumatori un po’ dei guadagni fatti con l’incremento dell’accise. In un primo momento voleva rendere ai consumatori   15 centesimi per ogni litro di benzina (quando nell’ultimo mese in media è aumentata di 70 centesimi al litro) per 3 mesi ma dopo ha cambiato idea e stabilito che renderanno 25 centesimi ma solamente sino a fine aprile; quando sappiamo che nell’ultimo mese i prezzi sono aumentati in modo speculativo di circa 70 centesimi al litro;
  • Le bollette del gas, della luce, ecc non verranno ridotte perché “non hanno i soldi” ma per maggio e giugno potranno essere rateizzate (sic);
  • Per quanto riguarda la speculazione, il garante potrà chiedere alle imprese i motivi che hanno causato la variazione dei prezzi (d’ora in avanti, non quelli già aumentati) e se le risposte non saranno esaurienti potrà imporre una multa da 500 a 5.000 euro, che alle imprese petrolifere fanno un “baffo”
  • la beffa maggiore sta nel fatto che mentre il governo non trova i soldi per ridurre la benzina, il gas e tutte le altre tariffe e prezzi…. ha trovato i soldi da destinare all’incremento degli armamenti NATO, portandoli dall’1,2% del PIL al 2% passando dagli attuali 29 miliardi ai 42 miliardi di euro; per esaudire la richiesta di USA/NATO.

In sostanza la realtà sociale odierna è una guerra condotta dai capitalisti contro i poveri e chi lavora, rimangiando quasi tutte le conquiste degli anni 70. Così stiamo assistendo a una catastrofe sociale con:

 

  • Il 10% della popolazione italiana che detiene il 55% di tutta la ricchezza esistente mentre un 20% di popolazione deve vivere con lo 0,20% della ricchezza: questo comporta 6 milioni di persone che non hanno il cibo per sfamarsi e vivono in povertà assoluta mentre 12 milioni di persone sono in povertà relativa;
  • I giovani che vengono assunti con contratti a termine, precari, flessibili, frantumati e paghe di merda, senza diritti.

Stiamo quindi vivendo una guerra sociale che causato regressione sociale, civile e culturale.

E il sindacato cosa fa?

Dopo lo sciopero del 16 dicembre 2021, fatto da CGIL e UIL su tematiche molto limitate, il sindacato sembra sparito dalla circolazione.  

Anche il pensare di cambiare questa situazione andando a votare è a mio parere impossibile, visto che le politiche sociali ed economiche del centrodestra e del centrosinistra nella sostanza sono le stesse.

Quel che sarebbe necessario fare è ricreare un movimento di lotta rivendicativo dal basso nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei territori e in generale su un progetto sociale ed economico (nonché culturale) alternativo e con al centro l’applicazione dei contenuti della nostra Costituzione.

LE VIGNETTE – SCELTE DALLA “BOTTEGA” – SONO DI GIULIANO SPAGNUL.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *