Libri carichi di armi, maledizioni, dubbi e istruzioni

Stavolta il castoro – la mia rubrica di recensioni/segnalazioni sul mensile «Come»-  si fa saggio (sostantivo non aggettivo) toccando molti temi fra Italia mondo; nel box (sotto) qualche libro di storia, quella che vorrebbe la S maiuscola. Il mese prossimo invece storie, cioè romanzi e racconti, una miscellanea (migranti, razzismi, interculture) più qualche intervista

1 – L’Italia (o le Italie) col magone

Registriamo in queste settimane il successo (sorprendente?) nella raccolta di forme per un referendum per abrogare la legge Ronchi del 19 novembre 2009 che di fatto privatizza i rubinetti e che Alex Zanotelli commentò con «maledetti voi ricchi», una imprecazione-citazione ripresa dal Vangelo di Luca) . «Sono impegnato sull’acqua come prete, come missionario e come cittadino» spiega Zanotelli nelle prime pagine di «Giù le mani dall’acqua» (Emi, 64 pagine per 4,50 euri), un libretto agile e prezioso.

Dopo il Kenia, oggi Zanotelli è a Napoli, dunque in un altro Sud: certo diverso dal Kenia ma forse altrettanto dalle vicine Treviso o Modena. Mentre in Italia il divario Nord-Sud si allarga ulteriormente (Rapporto Svimez) e mentre i “terroni” riprendono a migrare, i massmedia e l’agenda politica cancellano la questione meridionale dall’agenda. E’ del tutto controcorrente dunque «La scossa» (Rubettino, 12 euri per 96 pagine) ovvero «sei proposte shock per la rinascita del Sud» di Francesco Delzìo. Un punto di vista interessante anche se la connotazione di classe (l’autore è stato anche direttore dei Giovani imprenditori di Confindustria) si avverte.

Nell’Italia in piena crisi industriale, continuano (purtroppo) a tirare le esportazioni di armi. Ogni anno esce un rapporto di Opal, l’osservatorio permanente sulle armi leggere.Quest’anno si intitola «Difendiamoci dalle armi» (Emi: 176 pagine, 13 euri) e, dopo aver esaminato il contesto europeo e quello italiano, accende i riflettori sulle industrie bresciane e sulla rete di banche che le sostengono; completano il libro molti materiali storici e strumenti (fra gli altri di Piero Giorgi, Roberto Cucchini e di Carlo Tombola che intervista il giudice Piercamillo Davigo) per meglio capire e curare la «malattia» che si chiama «attrazione per armi leggere».

L’idea che occorra difendersi da consumi inquinanti e da industrie vampire è ancora prassi di poche persone. Se per la prima volta vi accostate a questo complesso tema (o se sentite il bisogno di un ripasso) l’Icu, cioè l’Istituto consumatori e utenti, di Venezia, pubblica «Consumo critico» (84 pagine, 5 euri) di Mara Lorenzini.

Non solo le fabbriche italiane inquinano sempre di più ma c’è anche chi si libera dei rifiuti più pericolosi affondandoli in mare. I politici nazionali e locali negano ma il castello di menzogne inizia a sgretolarsi. Finora il libro più completo è quello di Andrea Palladino, «Bandiera nera: le navi dei veleni», pubblicato da manifestolibri (14 euri, 164 pag) con prefazione di Massimo Carlotto.

Un’altra brutta faccia dell’Italia (o delle molte Italie reali) è «il lavoro che uccide» come ricorda il sottotitolo del libro scritto da Daniele Biacchessi, Alfredo Colitto, Patrick Fogli, Jean-Pierre Levaray (che lavora in una fabbrica chimica francese) e Valerio Varesi. «Maledetta fabbrica» (144 pag, 14 euri) esce da Stampa Alternativa e si muove a metà fra letteratura e reportage.

Si muore anche nelle prigioni italiane, nonostante la pena di morte in teoria sia abrogata. A cosa dovrebbe servire la galera e cosa accade invece nelle celle lo raccontano Patrizio Gonnella e Susanna Marietti – con l’aiuto di fumetti e illustrazioni (fra l’altro Ellekappa, Milo Manara, Sergio Staino e Vauro) in «Il carcere spiegato ai ragazzi», anche questo da manifestolibri.

Mentre il duo Gelmini-Tremonti lavora, in purtroppo numerosa compagnia, per distruggere la scuola pubblica, una minoranza di professori, formatori, genitori e studenti continua a impegnarsi per un sapere all’altezza dei tempi. Non per caso viene subito ristampato – e aggiornato – un libro apparentemente fuori tempo come «La pedagogia della lumaca: per una scuola lenta e nonviolenta» (ancora Emi: 160 pag, 12 euri) di Gianfranco Zavalloni.

2 –Due sguardi sui vicini di casa

Uno dei tanti problemi dell’Italia (e della sua editoria) è ripiegarsi sul suo ombelico . Così escono meno libri – e più pigri, banali –  per raccontare le molte facce del pianeta dove spesso sono invece impegnate persone con passaporto italiano (ma senza fanfare militari) in imprese più che degne. Fra le case editrici più attente – al versante religioso ma anche laico di questo impegno – è la Emi: due titoli interessanti escono proprio in questi giorni. Il primo è di Alessandro Corallo: «Haiti non muore» (128 pag, 10 euri) ovvero: «Il terremoto, Skipe e le adozioni internazionali». Il secondo invece raccoglie «testimonianze da angoli inconsueti del mondo» con rabbia, entusiasmo, tenacia: ne è autore Paolo Maracani, attivo dal ’93 con l’associazione Amici dei popoli e che in Italia si sente ormai quasi «esule». Il suo«Gli angeli non pesano» (144 pag, 10 euri) si apre, non per caso, con questa citazione di Luigi Pintor: «non c’è in una intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi».

3 – Divinità e vocabolari

Sarà pur vero che «le religioni sono tornate sulla scena pubblica», forse a sorpresa, ma «ci mancano linguaggio e informazioni per poter affrontare il dialogo e per capire quanto sta accadendo intorno a noi». Riprendo queste citazioni dalla presentazione della collana «Parole delle fedi» che è stata lanciata qualche anno fa dalla Emi e che è giunta al numero 36, con «Scienza» (64 pag per 4,50 euri; come tutti gli altri titoli) di Simone Morandini. C’è un gran bisogno di letture e discussioni intorno al «caso serio» delle religioni. Qualche titolo? «Divinità» (di Raimon Pannikar), «Gesù» (di Brunetto Salvarani che anche è il curatore della collana), «Muhammad» (di Paolo Branca) ma anche «Animali», «Identità», «Pace», «Laicità», «Apocalisse», «Lavoro»…Tutti molto accurati  e scritti senza fronzoli.

4 – Istruzioni per difendersi e per agire

Di guide abbiamo bisogno per il sacro (vedi sopra) ma anche per il profano. Semplicissima eppure stupefacente quella di Marinella Correggia «Io lo so fare» pubblicata da Altreeconomia (56 pag, 3 euri), in realtà una «seconda edizione, rivista e arricchita». Un libretto che non è passato inosservato (nell’Italia di oggi 25 mila copie vendute sono tante) ma che è stato snobbato – al solito – dai giornalisti e recensori, allineati e coperti alle grandi scuderie e molto interessati al business dell’ecologia (ora è di moda dire Green Economy) ma zero attenti agli stili di vita improntati alla partecipazione e all’impegno per contrastare la società dello spreco, del veleno e dell’ingiustizia. Il sotto-titolo aiuta a capire di cosa stiamo parlando, «Dal dentifricio all’energia: piccola guida all’autoproduzione creativa».

Dello stesso tipo ma costa ancora meno – 1 euro per 64 pagine – è l’«Ecoalfabeto», ovvero «l’orto dei bambini» di Fritjof Capra, che Stampa Alternativa pubblica per insegnare ai più piccoli (ma anche ai grandi qualche ripasso non guasta) «i principi base dell’ecologia e del pensiero sistemico», partendo appunto dalla creazione di un orticello.

Anche «Il libro nero della pubblicità» (Iacobelli: 288 pag, 16 euri) di Adriano Zanacchi è una guida che ragiona su prepotenza e ipertrofia dei persuasori-venditori sia occulti che palesi. Non è un libro polemico ne promette rivelazioni o soluzioni. Con un occhio sull’Italia e l’altro sul mondo, aiuta però a capire meglio e ragionare. Il libro prende la forma di un processo (molti i testimoni, soprattutto le pubblicità stesse che accompagnano il testo) sulla base di quattro dettagliate accuse. Scorretto dirvi il verdetto che pure è intuibile., « »

5 –Se i “buoni” esportano democrazia

Che esista un pericoloso «terrorismo internazionale» è nozione assai condivisa. Ma che un docente (Firenze, Cambridge, Harvard…) come Danilo Zolo accusi di questo le grandi potenze non è choc da poco, almeno per chi in Italia è abituato ad ascoltare solo la voce del coro. «Terrorismo umanitario» (Diabasis: 208 per 17 euri) è già un titolo inquietante ma il contenuto lo è ancora di più, anche per la documentazione impressionante che l’autore offre in questi suoi saggi finalmente raccolti.

Sullo stesso groviglio di questioni, ma con un titolo leggermente più ottimista – «Umanizzare l’umanitarismo?» – si muovono i saggi su «Limiti e potenzialità della comunità internazionale», curati da Marina Calloni, in collaborazione con Crimes of War Project, per la Utet (318 pag e un cd per 29 euri). Con una impostazione ovviamente interdisciplinare, i 28 saggi e i concetti-chiave riassunti nell’appendice spaziano da rifugiati (Laura Boldrini) a violenza etnica (Paolo Costa), dalle reti delle donne (Manuela Dviri) alla giustizia penale nelle guerre internazionali (Antonio Cassese) o ai complessi rapporti fra diritto e letteratura (Simonetta Agnello Hornby) fino alle ingerenze belliche nel nome dell’umanitario.

E’ una approfondita analisi de «Il nuovo colonialismo», cioè della «caccia alle terre coltivabili» il volume di Franca Roiatti: (Egea, Università Bocconi editore: 180 pag, 15 euri). «Dal luglio 2007 all’aprile 2009 quasi 20 milioni di ettari di terreni coltivabili sono stati oggetto di negoziati e accordi tra governi e società private», praticamente in assenza di regole e di trasparenza. A comprare ovviamente le multinazionali, a vendere (in molti casi svendere) soprattutto Africa e Asia.

6 – Dubbi e proposte

Fra i molti libri che provano a ripensare le regole della politica ed economia ne segnalo due che mi sono parsi esemplari per chiarezza. Il primo è «Oltre il capitalismo» (Emi, 228 pagine per 13 euri) di Roberto Bosio che dopo aver analizzato «la grande truffa» dentro la quale viviamo avanza un interessante « che fare?» con proposte a breve, medio e lungo termine «per uscire dalla crisi, sociale, ambientale ed economica».

Utopie concrete anche quelle che Bruno Amoroso rilancia in «Per il bene comune» (Diabasis: 160 pag, 12 e 50 euri) contrapponendo mondialità a globalizzazione, pluralità delle culture ad assimilazione, un altro mondo possibile all’esistente. Un libro rivolto al futuro, «pieno di memoria ma non di rimpianto» come annota Johnny Dotti nella prefazione.

7- Studiare?

C’è chi (padre Bartolomeo Sorge) addirittura lo presenta come «una bibbia laica». Sono fra quelli che, da anni, mettono alla prove la memoria e cercano di capire qualcosa in più sudando sulle tabelle, notizie e analisi nelle molte pagine (1312 quest’anno) di «Rapporto sui diritti globali» che viene pubblicarto da Ediesse ed è promosso da Società Informazione, Cgil, Arci, ActionAid, Antigone, Cnca, Fondazione Basso, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente. Vale metterlo a confronto con l’edizione 2010 di «Guida per l’informazione sociale» (624 pagine, 20 euri) pubblicata da Redattore Sociale.

BOX: un po’ di Storia, forse con la maiuscola

Chissà se davvero la storia è una (severa) maestra di vita. In ogni modo per imparare bisogna sapere e ricordare. Penso che questi libri ci possano aiutare.

Quando in posti come la Rosarno di oggi andavano gli emigranti italiani cosa accadeva? Storie che dovremmo conoscere (ancora negli anni ’70 del ’900 accadevano in Svizzera o Germania…ma questo impressionante libro di Enzo Barnabà, «Morte agli italiani! Il massacro di Aigues-Mortes 1893» (Infinito: 120 pag, 12 euri, con prefazione di Gianantonio Stella) ci porta alla fine del 1800 in una Francia dove il clima contro gli immigrati è rovente. Dinchè si arriva alla strage (9 morti) del 17 agosto contro gli italiani, venuti a rubar lavoro.

Nell’Italia del 1922 il fascismo sta per trionfare. Qual è il progetto di Mussolini, quali le forze economiche e sociali, i metodi? Se lo domanda Luigi Fabbri, un maestro elementare (e militante anarchico) che in quell’anno scrive – con lo pseudonimo di Catilina – «La controrivoluzione preventiva», un libretto destinato a diventare celebre soprattutto per la lucidità dell’analisi. E infatti oggi, quasi 90 anni dopo, l’editore Zero in condotta ha deciso di ristamparlo (128 pag; 7,50 euri). Ma qualcosa ci dice anche sull’oggi, su una Italia – quanto grande? – che in un fascismo (vecchio o nuovo) vorrebbe di nuovo lasciarsi portare.

A proposito di anarchici e magari di pregiudizi o ignoranze, nella sua bella collana «100 libri, 100 fiori» di bibliografie ragionate esce «Anarchismo» (5 euri, 78 pag)  curata da Massimo Ortalli e Andrea Pirondini.

«Il papa non deve parlare», sotto-titolo «Chiesa, fascismo e guerra d’Etiopia» è il titolo del volume (Laterza, ogni tanto infiliamo qui anche qualche editore dei “grandi) che Lucia Ceci ha scritto sui documenti recuperato nel 2006 quando fu aperto l’Archivio segreto del Vaticano. Fra incertezze e silenzi, fra canali ufficiali e vie ufficiose, alla fine il papato approvò la politica africana del fascismo, massacri compresi come ricorda Angelo Del Boca fin dalla presentazione.

Ancora fascismo ma parlando di chi si oppose. Sulla resistenza organizzata dagli Arditi del popolo esce «La battaglia di Novara: 9-24 luglio 1922» (Odradek, pag 350, 22 euri) scritto da Cesare Bermani per ricordare«l’ultima occasione di una riscossa».

Fra le vittime “minori” del fascismo (se la cavò con pochi mesi di galera e una brutta fama che dura dagli anni ’20) c’è anche «Il mostro innocente» cioè quel Gino Girolimoni cui ora Emanuele Agostini e Federica Sciarelli dedicano il libro uscito da Rizzoli (360 pag, 19 euri).

Nella storia italiana più recente, due libretti sulla Sicilia. Il primo è stato praticamente autoprodotto per ricordare Vittoria Giunti, che nel 1956 divenne la prima donna-sindaco in un paese siciliano; lo ha scritto Gaetano Alessi per le edizioni Ad Est che lo hanno donato a scuole e biblioteche. Il secondo riprende le trasmissioni politiche ma anche «satirico-schizofreniche» di Peppino Impastato e della reazione di Radio Aut: si intitola «Onda pazza 2» (96 pag e un cd per 15 euri) ed è pubblicato da Stampa Alternativa.

E’ italiana anche Maria Teresa Messidoro ma il suo affascinante librino «Vaniglia e zenzero» ovvero «appunti di viaggi centro-americani » nasce soprattutto dalla necessità di ricordare le tragedie, i sogni e le vittorie popolari nel piccolo Salvador dove oggi l’associazione Lisangà sostiene progetti di solidarietà sociale e di commercio equo; ed è proprio a Lisangà (011 9376466, lisanga.cim@tiscali,it) che si può scrivere per averne di più o per acquistare il libro .

Fuori d’Italia segnalo due libri sull’Africa. Uno è «Il genocidio silenziato» (Emi: 144 pag, 11 euri) di Joseph Sagahutu: «un prete scampato ai massacri del Congo racconta». L’altro è «Molto più di un gioco» (Iacobelli: 240 pag, 15 euri) ovvero «un calcio contro l’apartheid» dove Chuck Korr e Marvin Close raccontano del campionato di calcio che, pur in condizioni durissime, i detenuti politici riuscirono a organizzare nella prigione di Robben Island, fra loro anche Mandela. Un bel pezzo di Storia da rileggere nei giorni del mondiale di fottball proprio nel Sudafrica finalmente liberato dagli orrori del razzismo.

E per questa volta finisce qui.

Teresa Messidoro

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