Non si va da nessuna parte senza (green) Foucault

Fabrizio Melodia – noto astrofilosofo – torna dopo un’assenza di mesi e nella puntata 187 di «Ci manca(va) un Venerdì» ragiona col filosofo francese di muri, passaggi, istituzioni, follia e sistemi complessi

«Il vero compito politico in una società come la nostra è quello di criticare il funzionamento delle istituzioni che sembrano essere… neutrali e indipendenti… di criticarle e di attaccarle… in modo da poterle combattere» scrisse il filosofo Michel Foucault, ben prima delle vicende che in questo periodo fanno impazzire i sistemi “complessi”.
E’ nella stessa natura umana – spiegò Foucault – combattere le istituzioni cristallizzate che dicono di essere neutrali e indipendenti.
Giocoforza entrare nel “discorso”, la vera origine di tutto il pensiero e dell’azione umana, come amava ripetere Foucault:
«Il discorso trasmette e produce potere; lo rafforza ma lo mina anche, lo espone».
Il discorso, il dialogo, le informazioni: ecco cosa produce l’essere umano, “il discorso su se stesso”, storicamente determinato. Non un qualcosa che si percepisce, ma qualcosa di cui si è formati.
Il discorrere è ciò che produce la conoscenza e quindi “la realtà” e il potere su di essa. Ma c’è un passaggio obbligato da fare:
«Dall’uomo all’uomo vero, il cammino passa attraverso l’uomo folle».
La follia è il passaggio fondamentale da cui nasce tutto, il momento in cui i discorsi si affollano: il nucleo che poi subirà la riflessione e quindi il controllo, generando il soggetto uomo.

Noi umani per ritrovare il discorso dobbiamo passare necessariamente per la follia?
«L’uomo è un’invenzione di cui l’archeologia del nostro pensiero mostra agevolmente la data recente. E forse la fine prossima» rispose Foucault in modo sibillino.
Dal caos discorsivo nascerà qualcosa di Altro?
Concludo in modo che forse a Foucault sarebbe piaciuto, parafrasando il suo amato Nietzsche:
«Sono un artificiere. Fabbrico qualcosa che alla fin fine serve a un assedio, a una guerra, a una distruzione. Io non sono per la distruzione, ma sono a favore del fatto che si possa passare, che si possa avanzare, che si possano abbattere i muri».

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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