«Per una Costituzione della Terra»

Gian Marco Martignoni sull’importante libro di Luigi Ferrajoli.

Pensato e scritto ancor prima dell’esplosione della pandemia-sindemia, sulla scorta delle predizioni filosofiche di Immanuel Kant attorno alla necessità di un ordine cosmopolitico, il libro «Per una Costituzione della Terra» (Feltrinelli: 202 pagine, 20 euro) di Luigi Ferrajoli, professore emerito di Filosofia del diritto, disegna una nuova architettura costituzionale di carattere globale e federalista, per intervenire concretamente sulle gravi emergenze che mettono a rischio la convivenza e la sopravvivenza della specie umana, stante l’esponenziale incremento nell’atmosfera di anidride carbonica registrato negli ultimi trent’anni. Non a caso il sottotitolo del libro recita «L’umanità al bivio», in quanto sono ben note le emergenze globali che incombono sul futuro nostro e delle generazioni che verranno: cambiamento climatico, minaccia nucleare, crescita delle diseguaglianze e della miseria, diffusione dei regimi dispotici, migrazioni di massa, sviluppo del crimine organizzato e delle economie illegali, sfruttamento illimitato e para-schiavistico del lavoro. Sono tutte tematiche che trascendono i limiti delle costituzioni nazionali, a fronte di 196 Stati sovrani (di cui 10 dotati di armi nucleari) e che richiedono per la loro interdipendenza l’introduzione della nozione di “crimini di sistema” – non contemplata dal vigente diritto penale – poiché siamo in presenza per Ferrajoli di violenze gravi e aggressioni reiterate alle persone e ai beni fondamentali provocate dal dispiegamento incontrollato dell’odierno anarco-capitalismo. L’offensiva di poteri transnazionali a partire da quelli esercitati dalle multinazionali, dalle reti criminali e dalle istituzioni internazionali ha determinato un processo decostituente della sovranità democratica a ogni livello, che ha reso inefficace sia la Carta dell’ONU che tutti quei patti internazionali i quali teoricamente dovrebbero sancire pace, sicurezza, diritti civili e sociali eccetera. E’ quindi necessaria la Costituzione di più giurisdizioni internazionali, sul modello della Corte penale internazionale, volta all’individuazione – sulla base dei giudizi di verità – dei responsabili politici e sociali di tali crimini di sistema; approfondendo ma per superarla la distinzione tra funzioni e istituzioni di governo, che sono di carattere nazionale, e funzioni e istituzioni di garanzia primaria e secondaria, che devono avere un ordinamento di carattere globale. Le prime perché incaricate a svolgere funzioni amministrative di garanzia primaria dei diritti fondamentali (politici, civili e sociali) con la creazione di istituzioni volte a stabilire il divieto della loro lesione e gli obblighi di prestazione in materia di politiche sanitarie, scolastiche, assistenziali, previdenziali ecc. Le seconde deputate alla riparazione giurisdizionale delle lesioni rispetto alle garanzie primarie, conferendo a una Corte costituzionale globale il compito di verificare le norme che contrastano con l’affermazione dei princìpi e dei diritti contenuti nella Costituzione della Terra. Una Costituzione composta da 100 articoli, contenuti nell’appendice del libro, che ha il dichiarato obiettivo di intervenire sui temi nodali per la riproduzione della vita quotidiana delle persone e du nque del come produrre e come consumare, in piena sintonia con lo spirito della conversione ecologica dell’economia rintracciabile anche nell’enciclica «Laudato sì» di papa Francesco. In quest’ottica viene affrontata la tematica del diritto internazionale e della dicotomia pace-guerra, unitamente a quella che investe i poteri economici e la tendenza al dispotismo del mercato. Alla stessa stregua grande rilevanza assume la tematica dell’accesso universale ai beni comuni fondamentali e vitali (acqua, aria, foreste…) sottratti alla logica devastante del mercato, con la proposta dell’istituzione di un demanio planetario per la loro tutela, nonché quella relativa alla messa al bando della produzione di beni illeciti perché micidiali (armamenti nucleari e convenzionali, rifiuti tossici e radioattivi, droghe pesanti eccetera). Dunque per Ferrajoli il primo obiettivo della Federazione della Terra non può che essere la messa al bando della guerra come atto in sé immorale e quindi foriero della possibile autodistruzione dell’umanità, attraverso la soppressione degli eserciti nazionali, nella consapevolezza con Immanuel Kant, il grande filosofo di Konigsberg che «lo stato di pace tra uomini assieme conviventi non è uno stato di natura».

 

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Un commento

  • Alberto Campedelli

    Siamo alla vigilia, forse, della terza guerra mondiale, ma ce l’abbiamo già “strisciante” perche’ ci sono ,nel mondo, ben 49 conflitti che non fanno notizia. Sono le grandi potenze che fanno fare le guerre “per procura” ai paesi per lo più poveri: e’ un crimine contro l’umanità…! Dobbiamo abolire qualsiasi tipo di guerra, anche se non possiamo fare nulla contro le guerre civili, purtroppo. Ma il nord ricco del mondo dovrebbe fare in modo, con opportuni investimenti, fare in modo che il sud povero del mondo si emancipi dalla proprio stato di inferiorità. Le guerre sono, come dice papa Francesco, un crimine contro l’umanità.

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