Perchè vogliono distruggere Julian Assange

db sul libro «Il potere segreto» di Stefania Maurizi (*)

«Voglio vivere in una società dove ad andare in galera siano i criminali di guerra non chi ha la coscienza e il coraggio di denunciarli e i giornalisti che ne rivelano la criminalità». Così Stefania Maurizi che alle ultime righe del suo libro aggiunge: «Oggi una società così autenticamente democratica non esiste. E nessuno la creerà per noi. Sta a noi combattere per arrivarci».

Un libro su Assange ma anche su Edward Snowden e Chelsea Manning. Sul potere invisibile e criminale. Su «l’abietta vigliaccheria dei media» (c’è chi si stupirà nel trovare fra loro Guardian e New York Times) come scrive Ken Loach nella prefazione. Sul rapimento di Abu Omar. Sulla Cia e sulla sua sorella maggiore (ma assai meno nominata) Nsa. Sulle continue, palesi bugie dei presidenti Usa, incluso Obama. Troverete anche una democrazia con «il guinzaglio corto» come sintetizza Maurizi a proposito dei 4189 cablo sull’Italia (e sul Vaticano) che nel 2011 lei recupera – non erano segreti – grazie al “metodo” indicato da Wikileaks: al governo c’era Berlusconi, il centrosinistra si opponeva (con l’interessante esclusione di Marco Minniti) alle guerre di Bush. Pagine da esporre all’ingresso di un ipotetico museo del servilismo italico.

Su Wikileaks i media mondiali non hanno taciuto, sarebbe stato impossibile. Ma hanno raccontato la storia a rovescio: reggendo il sacco alle inverosimili – e ci voleva poco a verificarne le falsità – accuse degli Usa, denunciando Julian Assange ora come «l’utile idiota» dei russi, ora come chi aiutava Trump contro santa Hillary. Sorvolano i grandi media sulle infamie giuridiche dell’Inghilterra ma anche della Svezia (per una inverosimile vicenda di volenze sessuali) e dell’Ecuador che nel 2019 espelle Assange dall’ambasciata in cui era rifugiato perchè il nuovo presidente Moreno vuole «riallineare» il suo Paese agli Usa; e sia dannato chi pensa ai 30 denari di Giuda scoprendo che «due mesi prima il Paese latinoamericano aveva ottenuto un prestito di 4,2 miliardi di dollari dal Fondo Monetario Internazionale». In mezzo a tante infamie Nils Melzer, relatore speciale delle Nazioni unite contro la tortura, denuncia gravissime anomalie giuridiche contro Assange: i media lo rendono invisibile, i giudici inglesi quasi lo sbeffeggiano.

Gli appassionati di numeri significativi memorizzeranno 76.910: gli Afghan War Longs cioè i documenti rilanciati nel 2010 da Assange. Oppure 251.287, gli Iraq War Logs. O magari 8,474: i miliardi di euro che l’Italia ha speso (levandoli anche a scuole e ospedali) per la missione afgana, finita come si sa.

«Per la prima volta nella storia Wikileaks ha aperto uno squarcio profondo nel potere segreto, permettendo di accedere a enormi archivi che rivelano come agiscono i nostri governi quando, al riparo dagli sguardi, preparano guerre o commettono atrocità» riassume l’autrice. «Questo libro è un viaggio nella storia di Assange e della sua organizzazione attraverso quello che ho scoperto in oltre 10 anni di lavoro. Proprio perchè non ho pagato il prezzo altissimo di Assange mi sento in dovere di raccontarlo e denunciarlo». Lo fa benissimo Stefania Maurizi, rendendo chiare vicende che il giornalismo di regime ha taciuto o incasinato (magari dopo essersi fatto bello con le rivelazioni di Wikileaks). «E’ un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo» scrive Ken Loach. Gli Usa vogliono Assange morto o impazzito: una vendetta ma anche un ammonimento contro chiunque cerchi la verità sui crimini di Stato.

Il potere segreto. Perchè vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks

di Stefania Maurizi

Chiarelettere (19 euro)

(*) questa mia recensione è uscita nella pagina libri dell’ edizione italiana del mensile «Le Monde Diplomatique». Mentre si aspetta la “sentenza” inglese (cfr Trump e la Cia: come ammazzare Assange e Il processo infinito contro Julian Assange) si possono leggere le considerazioni proprio di Stefania Maurizi (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/10/29/assange-sfida-tra-accusa-e-difesa-sullo-stato-mentale/6372626/) ma anche l’articolo di Laura Tussi sul quoridiano «il manifesto» – Non solo Assange, Daniel Hale e la verità sui droni Usa – Il … – a proposito del “whistleblower” Daniel Hale

 

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

4 commenti

  • «Dobbiamo salvare Julian Assange»
    L’appello urgente di Adolfo Pérez Esquivel (Premio Nobel per la pace) alla giustizia britannica. La sua estradizione negli Stati uniti «sarebbe la condanna a morte di un difensore della libertà di informazione»
    Ai popoli del mondo, chiese, organizzazioni sociali, sindacati, università, giornalisti, mezzi di informazione e governi democratici, alle donne e agli uomini di buona volontà difensori della libertà e dei diritti dei popoli.
    QUI IL TESTO COMPLETO : https://ilmanifesto.it/dobbiamo-salvare-julian-assange/

  • Ci sono sempre molti buoni motivi per leggere l’edizione italiana di “Le Monde diplomarique” (in edicola per un mese con il quotidiano “il manifesto”) ma in questo novembre c’è una ragione in più: Serge Halimi e Pierre Rimbert in un articolo intitolato “SE ASSANGE SI CHIAMASSE NAVALNY” spiegano perchè il giornalista australiano resta in galera mentre Maria Ressa e Dmitry Muratov hanno vinto il premio Nobel per la Pace 2021 e l’avvocato Alexej Navalny è diventato l’eroe delle democrazie occidentali (anche se le sue tesi nazionaliste, razziste e omofobe sono pesanti)

  • Francesco Masala

    Assange non va estradato

    Oggi il nostro sito si arricchisce di molti articoli su svariati argomenti dalla politica della sinistra alla COP26, dalle tecnologie agli OGM, dal reddito di cittadinanza alle tensioni in Europa… ma dedichiamo le immagini alla mobilitazione contro la concessione della estradizione di Julian Assange negli USA, l’ennesimo atto persecutorio contro il giornalista. Si tratta di autoritratti ripresi dal sito https://wearemillions.org/

    (da https://transform-italia.it/)

  • Julian Assange dimenticato da gran parte del mondo pacifista italiano

    Il Manifesto – Assange, simbolo mondiale della libertà di stampa

    L’Associazione PeaceLink – Telematica per la pace, vuole rilanciare le molteplici petizioni attive nel mondo a sostegno di Julian Assange, incriminato per aver rivelato i più efferati crimini di guerra compiuti e perpetrati dagli Stati Uniti nelle ultime guerre, a partire da Iraq e Afghanistan
    Laura Tussi20 ottobre 2021
    Laura Tussi
    Fonte: Il Manifesto: https://ilmanifesto.it/lettere/assange-simbolo-mondiale-della-liberta-di-stampa/
    Assange libero !!!

    Julian Assange dimenticato da gran parte del mondo pacifista italiano

    di Laura Tussi

    L’Associazione PeaceLink – Telematica per la pace, vuole rilanciare le molteplici petizioni attive nel mondo a sostegno di Julian Assange, incriminato per aver rivelato i più efferati crimini di guerra e violenze di ogni sorta compiuti e perpetrati dagli Stati Uniti nelle ultime guerre, a partire da Iraq e Afghanistan.

    Julian Assange, cittadino australiano, è divenuto un simbolo mondiale della libertà di stampa. Anche se attualmente è stato praticamente dimenticato da gran parte del mondo pacifista italiano. Era già stato accusato di avere cospirato, insieme all’ex analista militare statunitense, Chelsea Manning, per ottenere e pubblicare materiale riservato nel 2010. Durante l’era Trump, si è aperto un nuovo capitolo del braccio di ferro giudiziario tra il governo Usa e Assange.

    Wikileaks, organizzazione internazionale, è un sito fondato, tra gli altri, da Julian Assange stesso, attivista informatico e caporedattore, e è nata con l’intento di rivelare corruzione e soprusi del potere, attraverso la pubblicazione di documenti segreti, come quelli sulle guerre americane e i crimini avvenuti in Iraq, Afghanistan e a Guantanamo (il carcere USA).

    Sono numerose le petizioni per far riottenere ad Assange la sua libertà, con migliaia di firme da ogni parte del pianeta, a partire dal suo stesso paese d’origine, l’Australia. La sua condanna definitiva, in pratica una “condanna a morte”, come sottolineano molti osservatori, potrebbe condurre a una perdita di credibilità dello stesso governo statunitense in tema di diritti umani e libertà di informazione.

    Ora la lunga battaglia giudiziaria per Assange, che non versa in buone condizioni di salute fisica e psichica, è giunta all’ultima fase, nel tentativo di evitargli l’estradizione negli Usa, dove è già stato incriminato per 18 capi di imputazione, 17 dei quali relativi ad accuse di spionaggio.

    Nelle udienze, il tribunale ascolterà le argomentazioni del dipartimento di Giustizia Usa, che accusa il fondatore di Wikileaks di avere reclutato degli hacker per scovare materiale top secret da pubblicare.

    Il 27 e il 28 ottobre 2021 a Londra si deciderà la sua sorte: ci saranno le udienze sulla richiesta di estradizione degli USA nei confronti di Assange.

    Note: Il Manifesto: https://ilmanifesto.it/lettere/assange-simbolo-mondiale-della-liberta-di-stampa/

    Parole chiave: pace, diritti, assange, julian assange, il manifesto, diritti umani

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