Il porto dove si incrociano le storie di emigrati italiani e africani – Paola Soriga

Al porto di Civitavecchia, due ore prima dell’imbarco, le automobili occupano già la banchina, in quattro file ordinate: motori spenti, qualche portiera aperta, la maggior parte è chiusa e controllate a distanza. Le persone, uomini e donne, molti bambini e bambine, adolescenti, stanno all’ombra sotto una tettoia o al fresco artificiale dentro la biglietteria. Sono le tre del pomeriggio, il

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