Wal-Mart: i disastri della grande distribuzione in Centroamerica

di David Lifodi

Dici Wal-Mart e pensi a pratiche antisindacali, violazioni sistematiche dei diritti sul posto di lavoro, discriminazioni ai danni delle donne, contratti precari e la lista potrebbe continuare un bel po’. Da alcuni mesi il colosso della grande distribuzione ha sulla sua fedina penale una macchia in più: la corruzione.

La transnazionale dell’Arkansas è partita alla conquista del Centroamerica da almeno un decennio: ha aperto circa novecento supermercati, alcuni nuovi di zecca, ed ha rilevato alcune despensas  e tiendas familiares, di cui ne è divenuta proprietaria. In Messico Wal-Mart gestisce almeno duemila centri commerciali, con buona pace delle piccole botteghe di quartiere, che hanno finito per chiudere stritolate dal gigante della grande distribuzione. Addirittura è stata creata una filiale apposita per il Centroamerica, Wal-Mex ( Wal-Mart México y CentroAmérica), e proprio le malefatte di quest’ultima in El Salvador e Messico hanno contribuito a danneggiare l’immagine di Wal-Mart, già piuttosto compromessa. Il municipio salvadoregno di Mejicanos si trova nel centro del paese, poco lontano dal vulcano San Salvador: è in questa zona che le ruspe di Wal-Mex sono al lavoro per costruire un supermercato, forti dell’assenso concesso dalla Secretaría Técnica del presidente Mauricio Funes. Wal-Mex dice di aver ottenuto il via libera ai lavori grazie ad una valutazione d’impatto ambientale favorevole, nonostante nel municipio di Mejicanos, nell’Ottobre 2011, sia caduta la pioggia per ben dieci giorni di fila con le conseguenti inondazioni. La stessa zona, nel 1982, era stata travolta da un’alluvione di fango che aveva provocato la morte di 500 persone. In presenza di un terreno friabile la deforestazione condotta dalle ruspe rischia di alterare un ecosistema già molto fragile. Il ministero dell’ambiente e le istituzioni di Mejicanos hanno la colpa di non esigere, da Wal-Mex, la messa in sicurezza del terreno dove sorgerà il supermercato tramite opere di impermeabilizzazione e la messa a punto di un sistema di scarico controllato dell’acqua piovana. Wal-Mex ambiva a questo terreno fin dal 2007, quando a Mejicanos governava il Frente Farabundo Martí de Liberación Nacional (Fmln): allora il Frente, tramite il sindaco Roger Blandino Nerio, dirigente storico ed ex comandante guerrigliero, aveva promosso un’opera di sensibilizzazione tra gli abitanti che si sarebbe rivelata utile anni dopo, quando alla guida del municipio sarebbero giunti gli areneros, favorevoli al progetto. Wal-Mex ha dalla sua l’autorizzazione del ministero dell’ambiente, risalente al 2008, quando al governo non c’erano gli efemelistas, ma la destra di Arena (Alianza Republicana Nacionalista), anche se, nel caso in cui le condizioni siano cambiate, la legge stabilisce che debba essere effettuata una nuova valutazione d’impatto ambientale. Un altro particolare da non sottovalutare: il precedente esecutivo si era limitato a concedere l’autorizzazione senza alcuna verifica a livello ambientale. Negli ultimi tre anni Wal-Mex ha fatto di tutto per imporre il suo progetto, compresa una consultazione fasulla con le comunità che sarebbero state danneggiate dalla deforestazione selvaggia, necessaria per la costruzione del supermercato. Wal-Mex ha spacciato la grande opera come un’occasione di rilancio dell’economia locale sparandola subito grossa: cinquecento nuovi posti di lavoro, un risarcimento al comune di 500mila dollari per la municipalità di Mejicanos e nessun accenno al rischio di inondazioni per le comunità della zona. Da quando l’Fmln è giunto al governo si è posto un altro problema: impedire la costruzione del supermercato avrebbe potuto causare una perdita di consensi elettorali, allontanare le imprese straniere ed i loro investimenti, alzare la tensione con gli Stati Uniti che, sotto i governi di Arena, ne avevano approfittato per imporre a El Salvador il trattato di libero commercio. Non solo: nel 2011 Raúl Arguelles, alto dirigente di Wal-Mex, in occasione di un vertice imprenditoriale nel contesto di una riunione dell’Osa (l’Organizzazione degli Stati Americani), ne aveva approfittato per fare ulteriori pressioni sul governo di El Salvador. I partiti Arena e Gana (Gran Alianza por la Unidad Nacional, nato da una scissione a destra) durante le elezioni amministrative dello scorso marzo sono riusciti a fare anche di peggio: promisero di pagare 40 dollari a tutti coloro che fossero scesi in piazza per sollecitare la costruzione del supermercato e ricevettero l’aiuto di una chiesa evangelica pur di portare la popolazione dalla loro parte. Le amministrative dell’11 marzo nel municipio di Mejicanos videro il risicato successo di Arena con meno di duecento voti di scarto: quanto bastava affinché la neoletta alcaldesa, Juana de Pacas, autorizzasse l’avvio dei lavori. Nonostante la contesa elettorale tra Fmln e Arena si fosse giocata molto sulla questione Wal-Mex, è emerso che lo stesso presidente Funes (efemelista, ma corrispondente della Cnn per il Centroamerica e non proveniente dalla ex-guerriglia) si era informato sui ritardi nel rilascio dei permessi alla multinazionale della grande distribuzione e, nell’aprile del 2012, il ministero dell’ambiente aveva concesso un nuovo permesso per l’avvio dei lavori. Contemporaneamente alla grana El Salvador, dove finora Wal-Mart aveva rilevato altre catene di media e grande distribuzione prima della costruzione del supermercato di Mejicanos, interamente di sua proprietà, alcuni articoli del New York Times  scoperchiavano il fronte messicano. Il quotidiano newyorchese era venuto in possesso di un cablogramma riservato dell’agenzia Efe in cui era scritto che, almeno dal 2005, i dirigenti di Wal-Mex erano soliti corrompere le autorità locali affinché chiudessero un occhio per quanto riguardava i vincoli ambientali: in questo contesto, negli ultimi sette anni, Wal-Mart avrebbe speso in Messico almeno 24 milioni di dollari. La denuncia è stata fatta da un ex avvocato della stessa Wal-Mart, Sergio Cicero Zapata, che ha ammesso gli episodi di corruzione tramite la manomissione delle mappe nelle zone dove sarebbero dovuti sorgere nuovi supermercati.

Wal-Mart, travolta dalle accuse, non ha fatto una piega: una nota del marchio della grande distribuzione ha assicurato un’indagine indipendente al termine della quale avrebbe fornito tutte le spiegazioni, ma da quel momento sulla vicenda è calato il silenzio. In Messico un collettivo di dipendenti si è organizzato denunciando l’assenza dei diritti minimi a livello sindacale, mentre la gente di Mejicanos ha compreso gli effetti devastanti della deforestazione e degli sbancamenti per far posto ad un supermercato, ma dall’Osa e dagli altri consessi che riuniscono gli stati latinoamericani per ora nessuna presa di posizione ufficiale.

Redazione
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Un commento

  • Francesco Cecchini

    Importante la tua nota, che va diffusa. Andrebbe tradotta in spagnolo. Se c’ e’ la versione spagnola ti prego di inviarmela. Ho dei contatti in latino-america soprattutto Argentina e Colombia. Il mio e-mail e’:
    francesco_cecchini2000@yahoo.com
    Per il momento la metto nella mia pagina Facebook

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