Marina cafè noir, 1-3 settembre (più coda)

Beate le persone che in quei giorni sono dalle parti di Cagliari

MARINA CAFE’ NOIR 2017 – FESTIVAL DI LETTERATURE APPLICATE XV EDIZIONE

IL MARE INTORNO

CAGLIARI GIARDINO SOTTO LE MURA 1-3 SETTEMBRE

Serate di ottobre in una città di mare. Era il 2003 e in una città come Cagliari si poteva ancora ipotizzare di fare una prima edizione di un festival di letteratura all’aperto, in piazza, perché fosse accessibile a tutti. E con le letture erano previste incursioni musicali o colonne sonore costruite sui reading. Era il primo esperimento sardo di festival letterario. Fatto con pochi soldi messi dagli organizzatori e tanta disponibilità di scrittori, musicisti, attori , tecnici e artisti. Aveva un nome composto da tre parole: Marina Cafè Noir. Marina era il nome del quartiere dove l’idea era nata, discutendo nei bar, nelle botteghe artigiane e tra la gente che ci abitava. Una forma di resistenza contro l’inesorabile trasformazione che portava il più vecchio quartiere della città a diventare un luogo solo per un turismo mordi e fuggi, spopolato di attività e pieno di tavolini pieni solo d’estate. Cafè come un luogo di aggregazione e di scambio come lo erano le tradizionali attività di mescita e ristoro. Noir per la passione per un genere letterario che ancora sapeva parlare senza inutili toni consolatori di rotture sociali e di trame del potere. Due cose non erano state previste: la pioggia e, nonostante la pioggia, una grande affluenza di pubblico. Alcuni appuntamenti si trasferivano al chiuso, nei bar, nelle botteghe, nelle gallerie e si replicavano per poter far assistere tutti. Uno dei primi appuntamenti era intitolato “Il mare intorno”,come il libro appena edito da Sellerio dell’antropologo e romanziere Giulio Angioni. Uno dei primi a sostenere il progetto, uno di quelli che avrebbe proseguito a sostenerlo con la sua presenza e i suoi consigli, mettendosi in gioco anche quando una sua opera veniva rappresentata nell’officina del fabbro del quartiere, con una band noise rock radicale e un attore nascosti da un telo bianco retroilluminato e lui si trovava a commentare la performance davanti a una folla assiepata sulla strada. Avrebbe continuato ancora a sostenere il Festival se non fosse venuto a mancare il 12 gennaio del 2017, un anno pieno di lutti per la perdita di nomi grandissimi della letteratura e del pensiero. La quindicesima edizione del Marina Cafè Noir, Festival di letterature applicate prende il titolo da dove e come si era iniziato. Il mare Intorno. Un omaggio ad Angioni, ma anche un’attenzione a chi attraversa il mare per salvarsi dalla miseria e dalle guerre o solo per esplorare un altro mondo. Persone che per i governi occidentali diventano un problema quando arrivano a portata di sguardo, ma sono inesistenti e incorporei quando si tratta di rubargli l’acqua, imporgli accordi capestro per sottrargli le risorse della pesca, della terra e del sottosuolo o prosciugargli i fiumi per estrarre il petrolio. Il mare intorno come possibilità di scambio e comunicazione, il Mediterraneo come strada e ponte non come barriera e confine.

Quindici edizioni del festival Marina Cafè Noir con centinaia di scrittori nazionali e internazionali e un numero ancora più alto di attori e musicisti. Un misto di pensiero e azione e cassetta degli attrezzi dove la cultura e i temi sociali e politici si potessero sposare con la leggerezza del clima festoso con un libro in una mano e un boccale di birra nell’altro, come dicelo scrittore messicano, già ospite del MCN, Ignacio Paco Taibo II descrivendo La Semana Negra, uno dei punti di riferimento dell’Associazione Chourmo organizzatrice del Festival.

Per il 2017 è stata proposta la formula del festival diffuso nei luoghi e nel tempo. Si è iniziato già da gennaio con decine di laboratori, trekking letterari in varie zone della Sardegna e in barca, mostre e incontri (il velista Gaetano Mura, il poeta americano Jack Hirshman), attività in carcere, due incontri a Milano al circolo Schighera con Marco Aime e Francesco Spagna e al Super Festival all’interno del salone del Libro di Torino con l’americano Chris Bachelder, e adesso il momento più intenso con i tre giorni dall’1 al 3 settembre al Giardino sotto le mura, all’incrocio di tre quartieri storici, Castello,Villanova e Marina. Tre giorni densi con inizio alle 18 per finire alle 24. Un cartellone che vede la presenza di Kader Abdolah, scrittore iraniano rifugiato e considerato tra i più importanti scrittori dei Paesi Bassi; la francese Sandrine Collette autrice del durissimo western-noir Resta la polvere; il popolare autore svedese Bjorn Larsson, autore de La vera storia del pirata Long John Silver; l’americano Brian Panowich, già un piccolo caso letterario, col primo libro della saga delinquenziale della famiglia Bourroughs in Bull Mountain della giovane e interessantissima NNedizioni di Milano; e poi l’atteso scrittore inglese Jonathan Lee, proveniente dagli States con Il tuffo, uscito un mese fa per BigSur, la storia dei destini incrociati di tre persone che ruotano intorno al fallito attentato dell’iRA a Margaret Thatcher nel 1984. E ancora due fra le più innovative e coinvolgenti scrittrici italiane: Simona Vinci, vincitrice l’anno passato del Premio Campiello con l’intenso La prima Verità, e Antonella Lattanzi che con il recente Una storia nera, ha saputo raccontare una storia di violenza di genere con un impianto narrativo di forte impatto che non risparmia colpi sui luoghi comuni e ai media con la loro prosa perennemente accusatoria delle donne. Molta aspettativa per Philippe Georget e la sua fortunata serie di storie con protagonista il tenente di Perpignan Gilles Sebag sin dal primo successo editoriale I gatti d’estate si annoiano. Con il gruppo di giovani traduttori dell’Università di Caglairi coordinati da M. Cristina Secci, curatrice della raccolta di racconti cubani Vidas, ci sarà Abilio Estevez, poeta e romanziere cubano, edito in Italia da Adelphi. A parlare di migrazioni, l’antropologo Marco Aime, di cui di recente la casa editrice Eleuthera di Milano ha riproposto il pamphlet antirazzista Il marchio della razza, che interverrà assieme e Davide Cadeddu attivista e studioso dei centri di detenzione per migranti autore di un libro sull’argomento per la casa editrice “Sensibili alle foglie”. Un incontro sul nuovo femminismo e sulle lotte delle donne nei paesi musulmani con Tatiana Montella (collettivo Degender Communia) e una donna araba. Un racconto sulla Turchia e i meccanismi che hanno permesso a Erdogan di instaurare un “1984 sul Bosforo”, è affidato alla giornalista Marta Ottaviani, autrice di Il Reis. Un omaggio sarà dedicato oltre che a Giulio Angioni, al poeta francese di origine sarda Marc Porcu, traduttore di Sergio Atzeni e di Joyce Lussu e al poeta Caraibico Derek Wacott, tutti e tre scomparsi quest’anno, come altri grandi venuti a mancare quest’anno che idealmente tutto il Chourmo vuole ricordare: il nostro amico e ospite del festival Sergio Alan D. Altieri, John Berger, l’argentino Ricardo Piglia (autore del bellissimo Soldi bruciati), Bauman e Todorov, Pedrag Metvejevich, il cui Breviario Mediterraneo dovremmo tutti rileggere più spesso, l’attore e regista Sam Shepard (nonché batterista nei grandi Holy Modal Rounders) e in questi giorni l’artista cagliaritana Annalisa Achenza, musicista e compagna di mille battaglie.

Il festival MCN avrà una coda negli ultimi quattro giorni di settembre con la Festa delle biblioteche. Alla MEM-Mediateca del Mediterraneo e in altri luoghi della città da mercoledì 26 a sabato 29 – in collaborazione col Sistema bibliotecario cagliaritano e con la partecipazione del festival del fumetto Nues e del Circo Mano a Mano/Festival Sa Ruga – ci saranno incontri con migranti e laboratori per bambini e ragazzi, presentazioni per le scuole, giocoleria, reading musicali, mostre, guide di lettura, video ecc.

Da quest’anno una nuova collaborazione con i francesi Toulouse Polars du Sud ha portato alla presenza di Philippe Geoget a Cagliari e a ottobre a Toulouse di Valerio Varesi.

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