Argentina: fumigazioni aeree con l’agente arancio

di David Lifodi

Le campagne nei dintorni di alcune grandi città argentine continuano ad essere oggetto di fumigazioni aeree di agrotossici, causa di frequenti malattie respiratorie e di casi di cancro, oltre ad impedire lo sviluppo di un’agricoltura salutare e sostenibile. La denuncia proviene dalla Red Nacional de Acción Ecologista (Renace), che si batte per i diritti de los pueblos fumigados e mette sotto accusa un modello di sviluppo agricolo incentrato esclusivamente sull’agrobusiness.

Molte organizzazioni della società civile si sono rivolte direttamente a Renace, piuttosto che alla giustizia ordinaria, consapevoli che le istituzioni di città come Buenos Aires, Córdoba ed Entre Ríos non muoveranno un dito. All’inettitudine delle autorità, che hanno nascosto i pericoli per la salute e gli effetti devastanti per l’ambiente, si sommano le scelte scellerate della Comisión Nacional de Biotecnología Agropecuaria e del Servicio Nacional de Sanidad y Calidad Agropecuaria, che hanno concesso l’autorizzazione a coltivare semi agrotossici ancora più potenti, alcuni dei quali utilizzati per le fumigazioni aeree, vietati in altre parti del mondo. Tra questi, la soia resistente al 2,4D, prodotta dall’impresa Dow AgroSciences, componente di quell’agente arancio utilizzato dagli Stati Uniti in Vietnam. Il 2,4D è un erbicida molto discusso a livello internazionale e il cui utilizzo è vietato in Danimarca, Norvegia e Svezia. Finora, le argomentazioni addotte dalle comunità danneggiate non sono mai state prese in considerazione. In passato, cinque legislatori della Camera dei Deputati di Santa Fé proposero che le fumigazioni avvenissero almeno a qualche migliaia di metri dalle scuole, oltre all’abolizione delle fumigazioni aeree, ma il Congresso non ha mai discusso il progetto, che a maggio perderà il suo status di proposta di legge e decadrà. Nel frattempo, peggiorano continuamente le condizioni di salute degli abitanti di Córdoba, Santa Fé ed Entre Rios: sono migliaia i bambini che nascono con gravi malformazioni. La situazione più difficile si registra nel barrio Ituzaingó di Córdoba, dove la dispersione del glifosato, unita al veleno sparso dagli aerei nei campi per la soia transgenica, non solo ha contaminato la terra e i fiumi, ma ha anche provocato un aumento abnorme dei casi di leucemia tra la popolazione. Nel vicino Cile, la politica agraria prevede addirittura una crescita delle piantagioni di soia. A Córdoba le fumigazioni agrochimiche sono arrivate in tribunale, racconta il Colectivo Paren de Fumigar: un giudice lungimirante ha chiesto quattro anni di reclusione per un produttore di agrotossici e tre per il pilota che ha sparso il veleno assassino dall’aereo. I fatti risalgono addirittura al 2004, quando il pilota agrofumigador Edgardo Pancello e l’imprenditore Francisco Parra sono statu accusati di inquinamento ambientale almeno fin dal 2003. Il giudice, Marco Corbalán, ha disposto che i due personaggi in questione prestino la loro opera, a livello gratuito, presso l’Hospital Oncológico di Córdoba dal lunedì al venerdì per i prossimi quattro anni. Lo stesso giudice ha esortato le autorità nazionali ad approvare una legge che proibisca in via definitiva le fumigazioni aeree e stabilisca che quelle terrestri avvengano ad alcune migliaia di metri dai centri abitati, dalle scuole e dai pozzi d’acqua.  In altre circostanze, invece, i verdetti espressi dalla Corte non sono stati rispettati. Il Tribunale Superiore di Giustizia della provincia bonaerense aveva stabilito infatti un limite tra gli 800 e i 1500 metri per quanto riguarda le fumigazioni terrestri, ma le comunità di Alberti, località della provincia bonaerense,  informano che la sentenza non viene quasi mai fatta osservare. Alberti, a nord della gran Buenos Aires, è solo uno dei tanti casi limite nel conurbano bonaerense. I casi di avvelenamento hanno spinto le madri di Ituzaingó a costituirsi in associazione, le Madres de Ituzaingó: come le colleghe della Plaza de Mayo sono state definite las locas, le pazze, eppure sono state le prime a denunciare l’inquinamento e l’alta mortalità del quartiere causata da un modello di sviluppo agrario insostenibile. Sui cinquemila abitanti di Ituzaingó sono stati registrati duecento casi di cancro.  Di recente, la giustizia cordobesa ha sancito l’illegalità delle fumigazioni di glifosato, l’agrotossico pilastro per eccellenza dell’industria soiera, nelle vicinanze dell’abitato di Ituzaingó, ma raramente la misura è stata applicata e i grandi media hanno sempre cercato di nascondere il problema, silenziando casi come quello di Ituzaingó. Di solito, le fumigazioni sono condotte da società anonime, in modo tale che, se colte sul fatto, è difficile accertarne le reali responsabilità, anche se non sarebbe poi così difficile smascherare i diretti responsabili. La Fábrica Argentina de Aviones (ex fábbrica militare di aerei) ha annunciato che proseguirà nella costruzione di aerei fumigatori: basterebbe risalire alle loro commesse per individuare i responsabili delle fumigazioni, che sono le grandi imprese transgeniche. Nel solo 2012 la Fábrica Argentina de Aviones ha già costruito 20 aerei di questo tipo, ma sembra che voglia superare in pochi anni quota 1200.

I Médicos de Los Pueblos Fumigados de Argentina hanno più volte sottolineato che, se la Casa Rosada non legifererà presto sulla questione delle fumigazioni agrotossiche, sarà a rischio la vita di moltissime persone. La Cámara de Sanidad Agropecuaria y Fertlizantes de la República Argentina ha evidenziato che negli ultimi venti anni il consumo di pesticidi in tutto il paese è più che triplicato. Attualmente, denunciano i Médicos de Los Pueblos Fumigados, l’Argentina è al centro di un gigantesco piano di sviluppo di erbicidi agrotossici capeggiato da Monsanto e Bayer: le prospettive, purtroppo, non sono incoraggianti.

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