La scrittrice Fatema Mernissi se n’è andata

Nella mattinata di oggi (30.11.2015) a Rabat è mancata la scrittrice e sociologa marocchina Fatema Mernissi.

di Karim Metref

Fatema Mernissi. Fonte Enciclopedia delle donne

Fatema Mernissi. Fonte Enciclopedia delle donne

Fatema Mernissi (Fez, 1940 ) è stata più di una semplice scrittrice.  in Italia è il suo primo romanzo, La terrazza proibita (Giunti 1996) che l’ha fatta conoscere al grande pubblico. Ma lei ha iniziato prima, molto prima con i suoi saggi sulla società musulmana, sul posto delle donne, sul rapporto con la modernità, sulla visione dell’occidente verso l’Islam.

Dopo essersi laureata in lettere all’università di Rabat, la brillante studentessa Fatema vince una borsa di studio per la Sorbonne poi nel 1974 un dottorato di sociologia à l’università di Brandeis (Massachusetts).

Il suo primo saggio (che poi é la sua tesi di dottorato), Ma wara’ al hijab – Beyond the veil (oltre il velo)  pubblicato in arabo nel 1975, già dava la direzione dei suoi studi e delle sue riflessioni future. Tracciava le linee per un nuovo pensiero femminista musulmano dimostrando che la riduzione della donna a soggetto inferiore non data dei primi anni dell’Islam, ma è frutto di una elaborazione teologica e politica che data dall’impero degli Omayyadi.

Presto questo primo fu seguito da altri saggi sull’amore e sulla sessualità nel mondo musulmano, sul ruolo politico delle donne nella storia dell’Islam, sul rapporto tra islam e democrazia. Solo verso la fine degli anni 80 comincia ad interessarsi allo sguardo che l’occidente porta sul mondo musulmano in particolare e sul posto della donna in essa. Con la psichiatra e scrittrice egiziana Nawal Sadawi, Fatema Mernissi è considerata una delle maggiori intellettuali femministe del mondo arabo musulmano.

Tutta la sua vita lottò da una parte contro le idee oscurantiste che volevano e vogliono tuttora ridurre la donna musulmana allo stato di minore a vita. Da un’altra affrontò con decisione e chiarezza l’immagine diffusa dall’occidente di un mondo musulmano monolitico e fermo, in opere come  L’harem e l’occidente (Giunti 2000).

Negli ultimi anni Fatema si dedicò molto alla costruzione di reti di associazioni e al rafforzamento della società civile in Marocco. Ideò tra altre cose la campagna Karawan – una carovana per i diritti: un ricco programma itinerante di iniziative per l’educazione, la sensibilizzazione, l’ascolto e la raccolta di testimonianze sullo stato dei diritti nel Paese nordafricano.

Questa mattina, presto, all’ora in cui di solito si svegliava per andare al lavoro, si è spenta in silenzio in un ospedale della sua città Rabat dove ha scelto di vivere e di lottare fino all’ultimo respiro.

Opere di Mernissi tradotte in italiano

  • Le donne del profeta, Ecig 1992
  • Le sultane dimenticate, Marietti 1992
  • Chaharazad non è marocchina, Sonda 1993
  • La terrazza proibita, Giunti 1996
  • L’harem e l’Occidente, Giunti 2000
  • Islam e democrazia, Giunti 2002
  • Karawan. Dal deserto al web, Giunti 2004
  • Le 51 parole dell’amore, Giunti 2008

 

Karim Metref
Sono nato sul fianco nord della catena del Giurgiura, nel nord dell’Algeria.

30 anni di vita spesi a cercare di affermare una identità culturale (quella della maggioranza minorizzata dei berberi in Nord Africa) mi ha portato a non capire più chi sono. E mi va benissimo.

A 30 anni ho mollato le mie montagne per sbarcare a Rapallo in Liguria. Passare dalla montagna al mare fu un grande spaesamento. Attraversare il mediterraneo da sud verso nord invece no.

Lavoro (quando ci riesco), passeggio tanto, leggo tanto, cerco di scrivere. Mi impiccio di tutto. Sopra tutto di ciò che non mi riguarda e/o che non capisco bene.

2 commenti

  • Daniele Barbieri

    PER RICORDARE FATEMA MERNISSI
    da «La Terrazza proibita»
    «C’è sempre un pezzetto di cielo verso cui si può alzare la testa».

    Questo è un dialogo in «L’Harem e l’Occidente»
    «La commessa aggiunse un giudizio condiscendente che suonò per me come la fatwa di un imam:
    – Lei è troppo grossa!
    – Troppo grossa rispetto a cosa?
    – Rispetto alla taglia 42. Le taglie 40 e 42 sono la norma. Le taglie anomale come quella di cui lei ha bisogno si possono comprare in negozi specializzati. All’improvviso in quel tranquillo negozio americano in cui ero entrata così trionfalmente nel mio legittimo status di consumatrice sovrana, pronta a spendere il proprio denaro, mi sentii ferocemente attaccata:
    – E chi decide la norma? Chi lo dice che tutte devono avere la taglia 42?
    – La norma è dappertutto, mia cara, su tutte le riviste, in televisione, nelle pubblicità. Non puoi sfuggire. C’è Calvin Klein, Ralph Laurent, Gianni Versace, Giorgio Armani, Mario Valentino (…) Da che parte del mondo viene lei?
    – Vengo da un Paese dove non c’è una taglia per gli abiti delle donne. Io compro la mia stoffa e la sarta o il sarto mi fanno la gonna di seta o di pelle che voglio. Non devo fare altro che prendere le mie misure ogni volta che ci vado. Nè la sarta nè io sappiamo esattamente la misura della gonna nuova. Lo scopriamo insieme mentre la si fa. A nessuno interessa la mia taglia in Marocco fintanto che pago le tasse per tempo. Attualmente non so proprio quale sia la mia taglia, a dire il vero. (…)».

  • “Diventerò una maga.
    Cesellerò parole
    Che danno corpo ai sogni,
    E renderanno vane le frontiere”.

    (Fatima Mernissi – La terrazza proibita)

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