Le viscere del male

Gli anti-eroi di John Carpenter contro la religione, la “cosa” (che ingloba) e lo Stato

di Fabrizio (Astrofilosofo) Melodia

«Dio appare, l’uomo si annienta; e più la Divinità si fa grande, più l’umanità diventa miserabile»: così Michail Bakunin in «Dio e lo Stato» (traduzione di Giuseppe Rose, RL, Pistoia 1974).

Freddo totale, neve perenne, comprensiva dell’orizzonte, battuta dal vento, solo il suono del vento arriva alle orecchie anch’esse congelate.

Nel vento si muovono due persone, le quali brindano a denti stretti, scrutandosi l’un l’altro con sguardo attento, a tratti atterrito, a sprazzi trasuda uno sguardo di leggera follia.

Sono sopravvissuti a qualcosa di indicibile e mostruoso, qualcosa che non ha paragone alcuno in tutta la Terra conosciuta e come primo approccio è stato evidentemente distruttivo.

Sanno che probabilmente uno di loro due è quel male, incarnatosi senza ritegno nelle loro viscere, fino a fondersi con la loro pelle, con gli organi interni, con il sangue, il cervello, le ossa: ormai sanno di non essere più umani.

Ma ignorano chi di loro non lo sia.

Aspettano solo che giunga anche per loro la morte, velocemente, per assideramento, in modo che la creatura non possa propagare il proprio venefico seme in qualcun altro, in modo tale che nessuno possa rimanere infettato da quella maledetta cosa di cui non si comprendono la natura né le intenzioni, se non quelle di sopravvivere, riprodursi, mutare.

John Howard Carpenter (Carthage, 16 gennaio 1949) è senza ombra di dubbio un singolare anarcoide, un iconoclasta, un uomo della frontiera con nostalgie utopiche, sempre e comunque fiero e ironico nel suo furore contro il capitalismo americano, reo ai suoi occhi di troppi ed efferati crimini per sua stessa natura.

Tutto inizia fra le stelle, con un film che nelle intenzioni del regista voleva essere un omaggio parodistico a pellicole celebri come «2001 – Odissea nello spazio» e «Il dottor Stranamore». Ne esce fuori «Dark Star», una autentica chicca a basso budget, girata con fotografia e luce minimalista, giocata sul montaggio e sulla colonna sonora country tipica di molte opere carpenteriane.

Il film prende il via in una astronave, la Dark Star, incaricata di distruggere corpi celesti pericoli e ingombranti. Il suo equipaggio è composto da persone accomunate dal fatto di sembrare schizofrenici, alcuni fumano sostanze proibite in pieno stile rave party, discutono di tematiche quali la morte e il campionato di baseball insieme al loro capitano morto e tenuto in stato criogenico. Spesso devono affidarsi alla loro buona stella per far rientrare nei ranghi l’ordigno nucleare senziente, la Bomba 20, la quale tende ad attivarsi da sola e a lanciarsi verso obiettivi scelti da lei, con il solo scopo di esplodere, cosa che avverrà puntualmente alla fine della pellicola, quando la Dark Star rimarrà coinvolta nella deflagrazione e la monotonia del viaggio verrà spazzata via da un nuovo Dio Creatore.

Carpenter ci regala poi uno dei più memorabili antieroi della cinematografia statunitense, con il film tipicamente anti-americano «1997 – Fuga da New York» (1981) il criminale Snake (nella traduzione italiana Jena) Plissken.

Nel 1988 la criminalità è ormai in vertiginoso aumento e gli Stati Uniti d’America si vedono costretti ad adibire a carcere di massima sicurezza l’intera città di New York, erigendo un muro alto quindici metri intorno all’intero perimetro, fondando di fatto una gigantesca galera a cielo aperto e in parte persino autogestito dagli stessi detenuti; le guardie infatti rimangono solo all’esterno, accertandosi unicamente che nessuno possa entrare o uscire.

Nel 1997 un gruppo di terroristi dirotta l’aereo presidenziale per farlo schiantare contro uno dei grattacieli ma l’operazione fallisce e il presidente viene posto in salvo per mezzo di una capsula di salvataggio, la quale cade però in piena prigione di New York.

A nulla vale l’intervento di un commando, il quale viene accolto e fermato dagli uomini di Romero, braccio destro del “Duca di New York”, il quale afferma di avere nelle sue mani il presidente e di non aver alcuna intenzione di rilasciarlo.

Il commissario di polizia Hauk ritiene allora che solo un detenuto condannato alla pena capitale, tale Snake Plissken – in grado di sopravvivere e operare in situazioni estreme – possa portare in salvo il presidente, il quale deve presenziare assolutamente a una importante riunione sulla guerra, dove verrà presentata una invenzione a dir poco rivoluzionaria, la fusione fredda.

Per essere sicuro di avere la totale collaborazione di Plissken, il commissario Huak gli inocula due microcariche esplosive nel sistema cardiovascolare, le quali esploderanno se non vengono rimosse in tempo. Snake Plissken deve concludere la missione o morirà.

Partito con un aliante, Plissken atterra sulla cima del vecchio World Trade Center, scendendo poi nelle viscere dell’inferno di New York.

Incontra un tassista, che lo riconosce, ricordando insieme a lui le gloriose imprese di Leningrado, poi incappa in una banda di Cannibali, i quali escono di notte per procurarsi sostentamento. Plissken riesce fortunosamente a scampare, mentre una ragazza viene sbranata al posto suo. Ritrova il tassista e gli fa rivelare che a rapire il presidente è stato l’uomo conosciuto come il “Duca di New York”, il quale ha la sua dimora nell’edificio che un tempo fu la biblioteca. Qui il presidente viene torturato da Romero. Snake Plissken viene catturato dagli uomini del Duca e costretto a battersi in un match della morte per salvare la pelle.

Snake riesce a sconfiggere l’avversario e a fuggire in taxi con il presidente e il contenuto della sua valigetta verso uno dei ponti minati di New York, del quale è venuto a conoscenza grazie a una mappa.

Il Duca si lancia all’inseguimento, Plissken riesce a evitare le mine poi, per un suo errore, finisce per pestarne una. Correndo a piedi per raggiungere il muro, devono schivare i colpi del Duca. Il presidente viene issato per mezzo di un verricello mentre Plissken tenta invano di salire.

Il presidente uccide il Duca utilizzando Snake Plissken come bersaglio, portandolo poi in salvo.

Snake consegna il nastro a Hauk, il quale fa rimuovere le micro-cariche dal corpo di Plissken come da accordo.

Il presidente si appresta a trasmettere il nastro in mondovisione, tutto è pronto all’annuncio della nuova tecnologia della fusione fredda.

In televisione si ode però la musica di «Everyone’s coming to New York», la quale era stata sostituita da Snake durante gli ultimi e frenetici istanti della fuga.

Nel finale, Snake Plissken brucia il nastro originale e scompare nell’oscurità.

Carpenter non tarda a mostrare la propria vena critica nei confronti del sistema di governo degli Stati Uniti, dando sfogo a quello spirito contestatario che, dopo questi capitoli, sfocerà nel poetico «Starman» (1984) e nell’ancora più impegnato e terrificante «Essi vivono» (1988).

In «Starman» assistiamo al contatto della sonda Voyager 2, lanciata nel 1977 con alcuni dischi recanti suoni registrati dei bambini terrestri e altre informazioni riguardo al nostro pianeta come le musiche di J. S. Bach, con un pianeta abitato da forme di vita extraterrestri, le quali mandano uno di loro in missione di contatto.

Arrivato sulla Terra, Starman entra in contatto con i militari, i quali cannoneggiano l’astronave, costringendo il pacifico nuovo venuto a un atterraggio di emergenza.

Riportati gravi danni all’astronave, Starman cerca il modo di sopravvivere braccato dai militari, che non intendono avere un contatto pacifico con l’extraterrestre.

L’alieno si imbatte fortunosamente in Jenny Hayden, una vedova afflitta dalla perdita prematura del marito, la quale soccorre la creatura che ha assunto nel frattempo proprio le sembianze del defunto consorte della donna.

Dopo alcune perplessità, Starman riesce a convincere Jenny ad accompagnarlo in Arizona, dove si trova un gigantesco cratere causato dall’impatto di un asteroide, il quale fungerà da segnale di recupero per gli alieni.

Durante il viaggio, Starman e Jenny hanno modo di conoscersi meglio, affiatati anche dalla caccia spietata dei militari. L’alieno, grazie a particolari perle, riporta in vita sia animali che persone accidentalmente uccise, confermando a Jenny le sue intenzioni pacifiche, oltre all’aria indifesa e stralunata che fa breccia definitivamente nel cuore della vedova.

Alla fine Starman viene recuperato dai suoi simili e riportato indietro, non senza lasciare un dono alla sua amata: un figlio, il quale, grazie alla sua tecnologia, sarà suo e del Dna del defunto marito.

In «Essi vivono» (1988) – ispirato al racconto «Eight O’ Clock in the morning» (1963) di Ray Nelson, omaggiato anche nella nostra penisola dallo sceneggiatore di fumetti Tiziano Sclavi nell’albo numero 62 della serie a fumetti «Dylan Dog» – prende le mosse dalle difficoltà quotidiane di un operaio disoccupato, tale John Nada, il quale trova lavoro in un cantiere edile di Los Angeles come manovale.

Trovato, grazie all’interessamento di un amico, un alloggio di fortuna in una baraccopoli in periferia, subisce l’irruzione delle forze dell’ordine che ripuliscono il quartiere dai poveracci che lo occupano.

In una di queste baracche ripulite, John Nada trova uno scatolone con dentro strani occhiali da sole i quali, appena inforcati, fanno apparire la realtà in modo completamente diverso, in bianco e nero. Così Nada vede che i cartelloni pubblicitari contengono messaggi subliminali – incitano a obbedire e a dormire – mentre per le strade si aggirano molte persone con teste di teschio, del tutto simili agli zombi cinematografici.

Nada comprende con orrore che si tratta di alieni – ma significativamente sono yuppies, uomini e donne nei posti di potere – i quali stanno schiavizzando gli esseri umani e intraprende una dura lotta per avvertire il mondo della loro presenza.

L’impresa è ardua: Nada infatti è solo, le uniche persone su cui può contare sono Frank, un operaio di colore conosciuto nelle baraccopoli, e una donna misteriosa conosciuta come Holly Thompson.

Durante una riunione, in cui Nada tenta di informare gli sfollati dei ghetti sulla presenza aliena in città, la polizia (allertata dagli “invasori”) irrompe violentemente. Gli sbirri sono sotto l’influsso dei messaggi subliminali e convinti di attaccare una cellula terrorista comunista. Tutti i partecipanti alla riunione rimangono uccisi tranne Nada, Frank e Holly che fra mille peripezie riescono a raggiungere la base degli alieni, una stazione televisiva con tanto di antenna che trasmette le onde di controllo mentale.

Intenzionati a distruggerla, Nada e i suoi compagni si arrampicano sul tetto ma, proprio un attimo prima, Frank viene assassinato da Holly, la quale si rivela essere favorevole al controllo degli alieni. John Nada riesce a ucciderla, poi spara all’antenna interrompendo il segnale portante. Finisce però crivellato dai colpi di mitragliatrice sparati da un elicottero della polizia, sopraggiunta sul luogo.

La distruzione dell’antenna mostra chiaramente tutti i messaggi subliminali e la presenza aliena agli ignari esseri umani.

John Carpenter è sicuramente uno dei cineasti più discussi, grande miscelatore di generi cinematografici e di registri narrativi, si è sempre profuso nelle storie che amava e nelle idee di cui si faceva portatore.

Il leitmotiv essenziale di tutta la poetica carpenteriana è costituito dalla vena anarchica che attraversa gran parte della sua produzione, fantascientifica o meno.

Carpenter mette in scena persone anonime, per lo più reietti o gente comune, rispondendo in chiave assolutamente personale al mito dell’eroe americano che imperversava sugli schermi statunitensi, impersonato dapprima dalla carismatica (per molti) figura di John Wayne fino a giungere a vere e proprie icone filmiche quali Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger.

Gli anti-eroi di Carpenter non sanno a volte nemmeno badare a loro stessi, di sicuro non sono dotati di armi speciali o di forza fisica eccezionale, spesso si trovano costretti a combattere contro la propria volontà, quando invece preferirebbero altrimenti.

Sono amanti della libertà, tanto cara ai primi esploratori della frontiera americana, forti di un senso di giustizia e di una perdita di innocenza verso le istituzioni, che li portano a vivere ai margini, pur con un forte senso di onore.

Quasi sempre critico nei confronti del Governo, l’anti-eroe si muove contro i dogmi, l’autoritarismo e la violenza coercitiva dello Stato, rappresentato come un mostro onnipresente, corrotto e imbelle, contro il quale occorre essere battaglieri o in alternativa rassegnarsi. Oppure, come mostra Snake Plissken, ogni tanto infilare qualche dito nelle piaghe purulente di un sistema che … tanto perfetto non è.

«Lo Stato è la più flagrante, la più cinica, la più completa negazione dell’umanità. Esso frantuma la solidarietà universale di tutti gli uomini sulla Terra e li spinge all’associazione al solo scopo di distruggere, conquistare e rendere schiavi tutti gli altri. Protegge solo i suoi cittadini e solo entro i suoi confini riconosce diritti, umanità e civiltà»: ancora Bakunin in «Dio e lo Stato».

Il mondo infatti in cui si muovono Plissken, John Nada, Starman e non ultimo l’equipaggio della Dark Star è improntato a questa natura essenzialmente violenta, quella stessa forma coercitiva che conduce l’essere umano a prevaricare i propri simili, annientandoli sotto l’egida dell’autorità e della finta democrazia.

Infatti l’élite governativa opera solo in senso di sicurezza e controllo, in modo che lo status stabilito non possa venire sovvertito dal germe anarchico e dalla libera e pacifica convivenza degli individui: i potenti sono dominati dal terrore che gli uomini possano un giorno svegliarsi, uscendo dalla platonica caverna dell’illusione, accorgendosi infine di non aver bisogno per vivere di complessi sistemi governativi, legislativi ed esecutivi ma solo di libere comunità associative, conviventi come grandi famiglie basate sul diritto naturale all’amore e alla pace.

I prigionieri del grande carcere a cielo aperto di New York ne sono un esempio lampante, una comunità costituita da persone eterogenee e accomunate dalla condizione di miseria e mortalità, rigettati dalla stessa Società del Benessere che ha contribuito fortemente a crearli, speculando abilmente sui rifiuti e sul loro riciclo.

Purtroppo essi sono troppo divisi dal bisogno estremo di sopravvivenza in cui versano, dominati ancora una volta da un capo che non ha altra autorità se non quella stabilita dalla violenza, in preda a bisogni primari come il nutrimento che in alcuni di loro sfocia in furia cannibalistica.

Essi sono preda di quel Dio Stato che tutto comprende e tutto distrugge, divorandolo a suo uso e consumo, letteralmente inteso nella propria fondamentale essenza.

Anche la “cosa” aliena è la rappresentazione più terribile e plateale di questo assurdo mostro cangiante, cosa che in sé non rende comunque liberi poiché si sostituisce alla libertà e all’autodeterminazione dell’individuo. Annulla tutto in funzione ai propri egoistici bisogni essenziali, quali il nutrimento e la riproduzione.

Invece che unirsi e combattere compatti contro questa forza, gli uomini si dividono, diffidenti gli uni verso gli altri: ognuno rimane chiuso nel proprio bozzolo e persino incerto di se stesso, ignaro se ancora la sua carne è umana oppure preda della tremenda cosa fra il divino e il terreno che è scesa fra i ghiacci (anche simbolici?).

«Il cristianesimo è precisamente la religione per eccellenza, perché espone e manifesta nella sua pienezza, la natura, la essenza di ogni sistema religioso, che è l’impoverimento, la servitù, l’annientamento dell’umanità a profitto della divinità» scrive Bakunin in «Dio e lo Stato».

Ecco dunque realizzata la piena negazione dell’attività fondamentale dell’uomo, il tendere alla libertà. La grande opera di essere liberi, pur se in teoria difesa da tutti gli ordinamenti giuridici dei Paesi maggiormente sviluppati, ancora oggi langue schiacciata dai governi, i quali regnano nel nome dell’economia, della finanza e dei signori della guerra, tanto cari al mondo di Plissken.

John Nada non ci sta: ai messaggi subliminali di cieca obbedienza in cambio di una pagnotta ammuffita e di acqua inquinata, oppone un netto e sentito rifiuto, deciso a una lotta di classe degli umani contro il dominio delle teste di morto yuppies che vorrebbero governare l’umanità.

«Fino a quando sussiste il regime borghese, col monopolio della stampa in mano al capitalismo e quindi con la possibilità per il governo e per i partiti borghesi di impostare le quistioni politiche a seconda dei loro interessi, presentati come interessi generali, fino a quando sarà soppressa e limitata la libertà di associazione e di riunione della classe operaia o potranno essere diffuse impunemente le menzogne più impudenti contro il comunismo, è inevitabile che le classi lavoratrici rimangano disgregate, cioè abbiano parecchie volontà»: questo è Antonio Gramsci (in «La volontà delle masse» pubblicato su «l’Unità» il 24 giugno 1925).

Nada nella sua semplicità non rimane indifferente e combatte – con i pochi mezzi che ha a disposizione e con la controinformazione – il dominio mediatico degli alieni, con i quali l’umanità viene plagiata.

Non ci è dato sapere come sarà il mondo dopo la terapia d’urto operata da Nada: sicuramente le viscere del male sono profondamente radicate e difficili da combattere, soprattutto quando “la cosa” aliena è ormai entrata in ognuno di noi, lasciandoci nelle sue poco confortevoli mani.

Forse il suicidio per congelamento o per un colpo di pistola sarebbe preferibile… ma non ci è dato sapere se esso davvero risolverebbe la condizione nella base ormai perduta nella morsa del ghiaccio eterno.

Insieme a John Carpenter, grande funambolo della celluloide, possiamo solo associarci liberamente a un grido d’esortazione che gli anti-eroi del regista statunitense avrebbero di sicuro apprezzato.

«Anarchia significa liberazione della mente umana dal dominio della religione; liberazione del corpo umano dal dominio della proprietà; liberazione dalle catene e dalle restrizioni del governo. Significa ordine sociale basato sulla libera associazione di individui»: così nella serie televisiva «Sons of Anarchy».

Una liberazione che Carpenter promuove sull’onda di una salvifica esplosione atomica, quando le pulsioni primordiali presenti nella bomba di «Dark Star» brilleranno in una nuova luce, una fiaccola che splenderà forte come l’inizio di una nuova era.

Redazione
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