Morire sul lavoro per Amazon

di Vito Totire

I media hanno informato della morte di Franco D’Alessandro, 41 anni, a Ortona (in località s. Donato). Lavorava come corriere per Amazon. Le cronache sono scarne – per forza di cose? – e contraddittorie: malore o infarto?

Certo l’evento ha a che fare con i rischi connessi all’agibilità delle strade che, in fasi di maltempo, sono maggiori del solito.

Ci uniamo a chi ha espresso sincero cordoglio ai familiari e ai compagni di lavoro; non abbiamo intenzione (non saremmo nelle condizioni di farlo) di “dare la pagella” al datore di lavoro ma certamente la “politica” di Amazon , a livello internazionale, ha mostrato gravi limiti e lacune sia sul piano dei diritti dei lavoratori che sul piano delle compatibilità ambientali). Al momento, in Italia sono state ventilate importanti prospettive occupazionali da Amazon: vedremo che tipo di “qualità del lavoro” sarà associata alla crescita dell’occupazione. Molti limiti della “organizzazione del lavoro Amazon” sono documentati dalla stampa indipendente e saranno oggetto , da parte nostra, di approfondimento.

Sul luttuoso evento Amazon ha fatto dichiarazioni autoassolutorie: Franco D’ Alessandro sarebbe risultato idoneo alla mansione, avrebbe lavorato tre giorni alla settimana, in sostanza distress.

Questa la versione aziendale; noi però riteniamo necessario approfondire:

  • I rischi “su strada” sono più gravi in certe giornate per ragioni anche meteo climatiche; in caso di problemi ce la si deve cavare da soli? Viene in mente la lotta dei macchinisti ferroviari contro la politica del “macchinista unico” foriera, come abbiamo visto, di maggiori eventi negativi e, a volte, di veri disastri;
  • Sempre nel campo dei trasporti, dobbiamo denunciare e respingere il pressing che le compagnie aeree stanno facendo sui decisori politici per farsi autorizzare il “pilota unico” nella conduzione degli aerei; ALLA RICERCA OSSESSIVA DEL PROFITTO NON C’E’ LIMITE… Chi fa questo pressing non può non sapere che passare al pilota unico equivale prevedere nei prossimi decenni un aumento di disastri aerei eventualmente camuffati da errore umano
  • Le cronache, come abbiamo scritto, sono state contraddittorie sulla causa del decesso di Franco; in teoria è comprensibile per ragioni di privacy ma gli interrogativi rimangono… anche alla luce dei riscontri dell’OMS-OIL (cioè Organizzazione mondiale della sanità e Ufficio internazionale del lavoro) secondo cui a fronte di DUE MILIONI DI MORTI SUL – E DA – LAVORO NEL 2016 (sul pianeta) ci sono stati – fra di loro – 750.000 morti per ictus e infarti correlati a condizioni di sovraccarico, distress, lavoro straordinario; morti sempre classificate come da “cause naturali” e che quindi , addirittura, rimangono senza copertura assicurativa; in Italia infatti segnalare all’Inail un “infarto da distress” significa che il caso viene disconosciuto e occorre andare in tribunale, aumentando peraltro il distress per tutti (o quasi); la strage operaia in Qatar – mentre certi “rappresentanti del popolo” (*) a Bruxelles… sapete cosa – conferma la portata enorme della “guerra non dichiarata “ contro i lavoratori
  • occorre per Amazon, COME PER QUALUNQUE ALTRO LUOGO DI LAVORO, UNA RIGOROSA VALUTAZIONE DEI RISCHI FATTA “ DAL BASSO” DAI LAVORATORI CHE LI EVIDENZI TUTTI (chi consegna merci a domicilio è incorso persino in aggressioni da parte di cani evidentemente addestrati molto male dal “padrone”) COMPRESI GLI EFFETTI DEGLI EVENTI METEREOLOGICI CHE , ALMENO QUANDO RILEVANTI, POSSONO FAR PROPENDERE PER LA NECESSITA’ DI GARANTIRE LA PRESENZA DI DUE LAVORATORI “A BORDO”; una rigorosa valutazione del rischi fatta dal basso deve concludersi con l’adozione di AZIONI DI MIGLIORAMENTO ipotizzabili e fattibili in tutti i luoghi di lavoro… in Italia e in tutto il pianeta.

Un abbraccio ai familiari di Franco e ai suoi compagni di lavoro.

LA «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO» E’ A DISPOSIZIONE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI PER CERCARE DI COSTRUIRE INSIEME LE CONDIZIONI CHE CONSENTANO DI GARANTIRE A TUTTI/E , A PRESCINDERE DAL MESTIERE E DALLA MANSIONE SVOLTA, LA STESSA SPERANZA DI VITA, DI SALUTE E DI BENESSERE.

Per questo obiettivo occorre “arrivare il giorno prima” e poter contare su un elemento decisivo: la forza dei lavoratori.

Vito Totire, medico del lavoro, è portavoce della «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO»

(*) ovviamente è corretto dare un giudizio definitivo solo a “fine processo”.

 

 

Redazione
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