Pazienza ci vuole

Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto 1956 – Montepulciano 1988)

 

La sofferenza dell’abbandono

Un’intervista ritrovata di Red Ronnie ad Andrea Pazienza, durante le giornate del Lucca Comics del 1984

 

Quella cena rubata tra Pertini e Andrea Pazienza [1]

“Vede, io sono un vigliacco. Tutti noi siamo dei vigliacchi. Quando parliamo di democrazia siamo tutti in malafede. Democrazia significa governo del popolo, ma se governasse il popolo non governeremmo noi. Lo facciamo perché il governo è più facile dell’autogestione, più comodo. E perché, ammettiamolo, un po’ ci piace avere tutto questo potere. E continueremo a governare. Ma l’amnistia è un atto dovuto, visto che hanno ragione loro. E una parte di me spera che prima o poi vinceranno”

Sandro Pertini (nel 1978 sull’amnistia agli anarchici) [2]

Fu nel dicembre del 1979 che Sandro Pertini vide sulla copertina de Il Male il disegno che lo fece innamorare di Pazienza: un piccolo se stesso che si rammaricava della morte di De André come di un “bravo canzonettista”, tenerissimo e profondo. Il Presidente, eletto da circa un anno e mezzo, non si fece problemi e alzò il telefono per invitare al Quirinale la redazione di una rivista di satira politica che aveva già collezionato denunce, sequestri e arresti e che era strettamente legata ai “cannibali” del ’77 bolognese. «Pronto, sono Sandro Pertini» racconta Vincenzo Sparagna «e ci chiese il disegno in regalo: gli era piaciuto. Non potevamo rifiutare l’invito. Andammo io, Vincino e Forattini che all’epoca si era offerto di farci da direttore responsabile. Gli portammo una pipa di un metro e mezzo e il disegno. Poi Pertini ci condusse a pranzo in una silenziosa saletta. I camerieri servirono un ottimo minestrone, della carne, patatine ecc.»

Poi discussero degli arresti di Potere Operaio. «Sentivamo che quell’uomo così severo, così brusco, aveva deciso di conservare fino in fondo la sua umanità di vecchio socialista. “Dovete venirmi a trovare più spesso” disse alla fine “Questo ristorante è il migliore d’Italia ed inoltre è gratis”. Ci lasciammo con un vero slancio di affetto: “Se vi sbattono in galera” disse Pertini “fatemelo sapere che vi tiro fuori. La stampa deve essere libera“». Questo momento indimenticabile fu rubato al povero Andrea Pazienza che, lasciato all’oscuro, lo rimpianse per tutta la vita. Ma tra lui e Pertini era nata una simpatia istintiva che avrebbe travalicato il tempo giungendo sino a noi, 30 anni dopo la morte di entrambi.

Note

[1] Ripreso da qui: https://vdnews.tv/article/andrea-pazienza-sandro-pertini-fumetto-presidente/

[2] In Livio Zanetti, Pertini sì, Pertino no, Feltrinelli 1985

In “bottega” cfr «Bah, la realtà»: Andrea Pazienza, anarchia nelle nuvole, «Personale. Politico. Pentothal. Opera rap per Andrea Pazienza» e Scor-data: 16 giugno 1988

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Gianluca Ricciato

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