Troppi errori del governo Meloni sul fisco

di Paolo Andruccioli (*)

In un e-book edito da Sbilanciamoci (scaricabile gratuitamente) un gruppo di economisti spiega i rischi della flat tax e del ritorno ai condoni agli evasori, come quello sui registratori di cassa, dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. E le proposte alternative della Campagna Tax The Rich.

Sul fisco il governo Meloni sbaglia tutto. Invece di affrontare l’emergenza inflazione (che è una tassa sui poveri) e riequilibrare un sistema che ha premiato negli ultimi anni i redditi più alti, l’esecutivo vara una serie di interventi che aumenteranno le diseguaglianze e le ingiustizie sociali.
Il governo Meloni, che a parole parla di lotta alle ingiustizie, nei fatti favorisce solo alcuni settori dell’economia e alcune fasce sociali a discapito di altre proseguendo spedito nella crociata contro i poveri (come si è visto con l’abolizione del Reddito di Cittadinanza).
La cosa preoccupante è che gli errori e le scelte che avranno conseguenze negative nel prossimo futuro si ammantano di provvedimenti migliorativi.
Siamo di fronte sempre di più al governo della propaganda. Bastano pochi esempi per capirlo. E pensiamo che anche gli elettori capiranno.

La flat tax col camice

La sanità pubblica, dopo il Covid e i tagli del governo alla spesa, è di nuovo in grande emergenza. Ebbene invece di operare per aumentare gli stanziamenti nella prossima legge di Bilancio, il governo Meloni rimastica l’idea (sbagliata) della tassa piatta per applicarla questa volta a medici e infermieri. La sanità italiana boccheggia, è in cerca di ossigeno e cioè di soldi mentre le liste di attesa aumentano e gli organici diminuiscono. Dei 4 miliardi chiesti dal ministro alla Salute Orazio Schillaci al Mef, comunque troppo pochi secondo le Regioni e i sindacati, ne arriveranno a mala pena la metà.
E ora, sempre per dare fiato alla propaganda di una campagna elettorale senza fine, il governo tira fuori dal cappello a cilindro l’idea di una flat tax sugli straordinari che porterebbe la tassazione attuale, più o meno del 50%, al 15%. Una misura pericolosa e divisiva. I sindacati già si sono pronunciati contro: “L’unica idea è far lavorare di più chi c’è già, non assumere. Non va bene”, è quello che dicono in sintesi l’Anaao, il principale sindacato degli ospedalieri, e la Funzione Pubblica della Cgil, per gli infermieri.

Il condono dello scontrino

L’altro piccione che esce dal cappello a cilindro di Palazzo Chigi riguarda un ennesimo condono. Dopo la rottamazione delle cartelle, ecco ora che compare una mini-sanzione per far emergere le irregolarità legate a scontrini e ricevute di commercianti, ambulanti, alberghi e ristoranti, spacci aziendali aperti al pubblico: tutti coloro insomma che sottostanno all’obbligo di trasmissione dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate.
Il condono dello scontrino è previsto da inizio 2022 al 30 giugno scorso, versando sanzioni fortemente scontate.

La grande evasione fiscale

Il capitolo sull’evasione fiscale non si ferma poi, certo, agli scontrini e ai commercianti. Si tratta di una cultura che appare come il contrario esatto delle battaglie per la legalità necessarie per tentare di riequilibrare la bilancia della giustizia. Nei primi sette mesi di governo sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia altri esponenti dei partiti di centrodestra hanno rilasciato dichiarazioni incredibili e rivelatrici.
Ricordiamo per esempio che la premier durante un comizio elettorale a Catania ha usato l’espressione “pizzo di Stato” in riferimento al pagamento delle tasse.
Sempre nello stile MinCulPop, il governo parla solo della grande evasione delle Big company e delle banche, dimenticando il fatto centrale: sui circa 90 miliardi di euro di evasione fiscale, che salgono a quasi 100 miliardi contando anche l’evasione dei contributi previdenziali, oltre 32 miliardi di euro provengono dall’evasione dell’Irpef dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese.
Queste due categorie non pagano in media il 69 per cento delle imposte sul reddito che dovrebbero pagare allo Stato ogni anno (una percentuale che nel 2015 era pari al 65 per cento).

Bugie di governo

Meloni è la capofila, la madre di famiglia timorata di Dio (che tra l’altro vuole difendere da ogni attacco). Ma non è sola nella propaganda fiscale che come è noto è sempre foriera di voti, nel bene e nel male. Nel marzo scorso il presidente della Commissione Attività produttive alla Camera Alberto Gusmeroli (Lega) si è lanciato in una dichiarazione spericolata e senza alcuna base reale: “La cedolare secca sugli affitti abitativi – ha detto – ha fatto scomparire completamente il sommerso”.
Ovviamente si tratta di una dichiarazione senza alcun fondamento: la cedolare secca, che permette di pagare un’imposta facoltativa con un’unica aliquota sui guadagni dagli affitti, ha contribuito a far calare l’evasione dei canoni di locazione, ma non l’ha per nulla azzerata. In ogni, secondo gli esperti, l’emersione del sommerso non è bastata per compensare il calo delle entrate per lo Stato dovuto all’introduzione di un’unica aliquota più vantaggiosa, di cui tra l’altro hanno beneficiato soprattutto i più ricchi.

Contante e criminalità

Sul tetto del contante, come ricordiamo tutti, si è sviluppato uno scontro che alla fine tende solo a premiare l’economia sommersa e criminale.
Anche qui si tratta di fare propaganda elettorale, ma è grave che due esponenti delle istituzioni come i vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (Forza Italia) possano fare dichiarazioni volutamente errate o fuorvianti. Lo ha ricordato Carlo Canepa su “Pagella Politica”. A dicembre scorso Salvini ha detto che l’Ue ha raddoppiato da 5 mila euro a 10 mila euro il tetto al contante introdotto dal governo italiano.
Non è vero: non essendoci un limite all’uso del contante valido per tutti gli Stati membri, l’Ue ha proposto di introdurne uno, fissato a 10 mila euro.
Questo però non si applica automaticamente all’Italia, anzi: l’Ue ha ribadito che ogni singolo Stato membro può mantenere i limiti precedentemente in vigore.
Il ministro degli Esteri, Tajani, come d’altra parte la stessa premier Meloni, ha difeso l’aumento del tetto al contante dicendo che il vecchio limite, fissato a 2 mila euro, disincentivava gli acquisti dei cittadini stranieri.
La dichiarazione di Tajani ignora però un fatto non da poco: in Italia è già in vigore una deroga che permette ai turisti stranieri di fare acquisti fino a 15 mila euro usando i contanti.

Cambiare strada: Tax The Rich

Se questo è il quadro (e ci siamo limitati solo ai fatti eclatanti, la punta dell’iceberg) è chiaro che lanciare una grande campagna per la giustizia fiscale diventa una delle priorità del momento insieme alla lotta per il salario minimo e per il rilancio del Welfare. È questo lo spirito e il senso della campagna di Sbilanciamoci, Tax The Rich. Lo ha spiegato molto bene Giulio Marcon sul sito. https://sbilanciamoci.info/il-valore-politico-della-campagna-tax-the-rich/
Tassare di più le grandi ricchezze e le rendite finanziarie, aumentare la progressività sui redditi più alti, sopra i 70 mila euro, tassare di più le successioni milionarie, introdurre una vera ed efficace Tobin Tax sono la sostanza delle cinque misure che Sbilanciamoci propone (qui il libro Tax The Rich scaricabile gratuitamente) e lo ribadisce in ogni nostra “controfinanziaria” e in ogni altra occasione. Un nuovo modello di sviluppo – sostenibile e di qualità – non può che fondarsi su una nuova civiltà fiscale – che significa un rinnovato rapporto di fiducia tra cittadini e pubblica amministrazione – essenziale per politiche di spesa pubblica innovative e proattive.
Sulla base della Costituzione i nostri traguardi sono la riduzione delle diseguaglianze, l’eliminazione della povertà assoluta, la redistribuzione della ricchezza e la creazione delle condizioni politiche per poter destinare allo Stato maggiori risorse per garantire a tutti i cittadini un Welfare, in cui la salute, l’istruzione, l’assistenza sociale siano davvero diritti universali realizzati.

(*) Tratto da Sbilanciamoci.
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alexik

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