Ucraina-Russia: Chi lavora per la pace e…

… chi preferisce allargare la guerra.

articoli di Franco Astengo, Giorgio Beretta (con Tommaso Coluzzi ), Tonio Dell’Olio, Enrico Semprini con un testo di Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci e Alex Sorokin. A seguire molti link e appelli. Per chi sa l’inglese un testo di Noam Chomsky

DISERTARE

di Tonio dell’Olio (*)

Sì, diserto. Dalla scelta governativa di dire che la guerra è sbagliata e, per questo si combatte la guerra con la guerra. Diserto dall’accoglienza selettiva di persone che scappano dalla fame della guerra e dalla guerra della fame quasi a indicare che il luogo di provenienza faccia la differenza. Sì, da questo razzismo non dichiarato ma praticato – eccome! – diserto. Diserto dall’annegamento nelle informazioni di un solo conflitto mentre si condannano al silenzio le guerre dei poveri. Diserto la dislessia che pare affliggere alcuni cristiani di fronte alle pagine del Vangelo che parlano di amore dei nemici, di spade da rimettere nel fodero e di “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Diserto la retorica di certe manifestazioni che scelgono di non disturbare il manovratore, di dire e non dire, di applaudire il Papa scegliendo di fare esattamente il contrario e di essere buoni per tutte le stagioni. Diserto dall’arruolamento obbligatorio nel partito del realismo presunto che condanna ogni azzardo fuori dal perimetro del perbenismo. Diserto la logica dell’applauso prima di tutto, del consenso a tutti i costi, del comandamento di non compromettere la carriera. Diserto, e per questo so di essere condannato con i senzapotere all’infamia delle pecore nere o delle mosche bianche mentre sono gli altri a rinnegare i colori dell’arcobaleno.

(*) direttore della rivista “Mosaico di pace”

 

Beretta: “Mostrare solo i muscoli con Putin ci porta dritti al conflitto nucleare”

intervista a cura di Tommaso Coluzzi
Giorgio Beretta, analista dell’Opal, spiega in un’intervista a Fanpage.it che l’atteggiamento muscolare dell’Occidente nei confronti della Russia “ci porta dritti al conflitto nucleare”. Il comportamento in atto da mesi e la decisione di armare l’Ucraina “alimentano un’escalation che non si sa dove ci possa portare”.

“Il vero realismo è quello dei pacifisti. Oggi il realismo della guerra e del mostrare i muscoli ci porta dritti al conflitto nucleare”. Non ha dubbi Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere, su cosa succederà se l’Italia, l’Europa e l’Occidente continueranno con questa linea sulla guerra in Ucraina. Il nostro Paese ha deciso di inviare – come quasi tutto il resto del mondo – armi in Ucraina: “Si parla di mitragliatrici e razzi terra-aria, ma ancora non si sa con certezza perché la lista è secretata”, spiega in un’intervista a Fanpage.it. “Ed è grave che sia secretata, perché questo non aiuta a tranquillizzare la controparte e anzi aumenta la tensione”.

La prima domanda che è venuta a tutti è: ma si può fare? “Sì – spiega Beretta – ai sensi della legge 185 del ’90 che, nonostante il divieto di esportare armamenti in Paesi in stato di conflitto armato, permette di farlo su decisione del governo previo autorizzazione delle Camere”. Ma attenzione: “Quella norma è stata pensata appositamente per questi momenti. Certo, formalmente il decreto approvato dal governo rispetta la legge, ma il problema è nella sostanza – avvisa Beretta – Il principio da seguire dovrebbe essere l’articolo 11 della Costituzione, che dice che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Anche se sono armamenti a scopo di difesa”. Per non parlare del fatto che “bisogna capire a chi andranno questi armamenti”, perché “sappiamo che nelle forze militari ucraine ci sono anche battaglioni di ispirazione nazifascista e indipendentista”.

Il problema, secondo Beretta, è che “questo comportamento, in atto da mesi, contribuisce alla escalation della tensione che può essere vista dalla controparte come una minaccia ed essere utilizzata come pretesto”. Ad esempio si è parlato dell’istituzione da parte della Nato di una no fly zone sull’Ucraina: “Poi andrebbe pure mantenuta però – avvisa l’analista – e in pratica vuol dire mandare dei caccia a controllare”. Già a partire da metà gennaio, mentre la Russia portava truppe ai confini ucraini, “anche la Nato inviava nuovi contingenti nell’Est Europa”. Tutto ciò “mentre si parlava di de-esclation”. Il messaggio è stato chiaro, come ha detto anche il ministro Guerini in Aula: “Ci mostriamo pronti al dialogo, ma facciamo vedere i muscoli”.

continua su: https://www.fanpage.it/attualita/beretta-mostrare-solo-i-muscoli-con-putin-ci-porta-dritti-al-conflitto-nucleare/

Contributo proposto da Enrico Semprini al dibattito per un movimento contro la guerra e su cosa significHi essere per la pace oggi… perché molti che chiedono la pace sono in realtà favorevoli all’invio di armi e truppe per sviluppare la guerra.

10 PUNTI CONTRO LA GUERRA

1 – come le donne e gli uomini che manifestano in Russia contro la guerra ponendosi sé stessi a rischio di carcere e sfidando il loro governo, allo stesso modo sfidiamo riteniamo che tutte le donne e gli uomini del mondo che non abbiano nulla da guadagnare da questa guerra come dalle altre che infestano il pianeta, debbano ribellarsi e contestare ogni governo che partecipi a questo ennesimo massacro;

2 – crediamo che tutt* coloro che abitano nei paesi che fanno parte della NATO debbano contestare e boicottare nelle più diverse forme la partecipazione e l’invio di nuovi armamenti in questo scenario di guerra;

3 – crediamo che i potenti del mondo, i titolari dei governi europei, del governo russo, del governo ucraino, del governo statunitense, stiano giocando una colossale partita a risiko con la nostra pelle; dobbiamo saperli sfidare perché non può esistere la terza guerra mondiale o non potremo esistere noi;

4 – crediamo che le armi nucleari debbano essere immediatamente smantellate in ogni luogo siano esse custodite: non ci fidiamo e non ci fideremo delle mani di coloro che le hanno a disposizione;

5 – dobbiamo tutt* boicottare, disobbedire, mettere ognun* il suo granello di sabbia in questo meccanismo che non possiamo controllare, a meno che non ci alziamo in piedi in ogni continente al fine di ribaltare le sorti di questo ceto internazionale di persone incapaci da prendersi cura del bene comune;

6 – crediamo di dover prendere nelle nostre mani il destino del pianeta e non accettare le conseguenze di un sistema di produzione che sta portando il mondo alla rovina;

7 – non ci sentiamo estranei, ma tutti appartenenti alla “razza umana”: non ci faremo manipolare dalla propaganda di ogni rispettivo paese. Esiste una visione internazionalista del bene comune che deve prevalere contro questi pazzi guerrafondai;

8 – se la pazzia e la paranoia sono al potere nel mondo, dobbiamo saper fare esistere una follia più grande, che è quella di chi è convint* che un mondo diverso sia non solo possibile, non solo necessario, ma da fare qui, ora subito, ieri. Non c’è più tempo!

9 – Non permettiamo che ci convincano che ci sono nemici in base al nome della nazione in cui siamo nati: dal nostro punto di vista le frontiere fanno comodo solamente a coloro che vogliono distruggerci, che non sono interessati ai destini del mondo e quello che sta succedendo rende chiaro che non sono interessati ai destini del mondo tutt* coloro che vedono nelle armi il presente in cui viviamo.

10 – chiediamo a tutti coloro che nel mondo vogliono pensare in modo globale di unirsi insieme per ribaltare i governi degli irresponsabili.

GUERRE: PURTROPPO NON C’E’ SOLTANTO L’UCRAINA

di Franco Astengo

A corredo e rafforzamento della manifestazione per la Pace prevista a Roma per domani 5 marzo organizzata dalla Rete Italiana per la Pace è bene ricordare che il conflitto sorto dall’aggressione russa all’Ucraina non è isolato nel mondo: tante altre sono le guerre in corso, alcune da molto tempo al punto da poter essere dichiarate endemiche.

Al centro della nostra iniziativa è quindi necessario si collochi un ideale universale di Pace e che attivamente si operi in quel senso.

Andando per ordine:

Il massacro in Siria

In Asia il conflitto più pericoloso, di cui si parla davvero poco, è quello in Siria. 333 persone sono state uccise solo a febbraio nella guerra civile in corso da circa 11 anni. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui nel bilancio si contano 161 vittime civili, di cui 34 tra bambini e adolescenti e 11 donne.

Le vittime tra militari e miliziani sono 172, per lo più miliziani islamici del Daesh, membri delle Forze democratiche siriane (Sdf, a guida curda), militari governativi e combattenti anti-regime. L’Osservatorio denota anche un aumento dei bombardamenti nella «de-escalation zone» che si estende tra la periferia di Aleppo e il governatorato di Lattakia e che ha visto oltre 1.400 missili caduti su obiettivi civili e militari (Avvenire, 2 marzo).

Le altre guerre in Asia

Nel resto dell’Asia i fronti di guerra sono: Afghanistan (Talebani hanno preso il potere ad Agosto 2021), Birmania-Myanmar (guerra contro i gruppi ribelli), Filippine (guerra contro i militanti islamici), Pakistan (guerra contro i militanti islamici), Thailandia (colpo di Stato dell’esercito Maggio 2014).

Nel Medio Oriente focus sui conflitti in Iraq (guerra contro i militanti islamici dello Stato Islamico), Israele con l’oppressione del popolo palestinese e scontri nella striscia di Gaza, Yemen (guerra contro e tra i militanti islamici).

La battaglia in Camerun

In Africa, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più seria la situazione in Camerun. Nella regione anglofona (a sudovest e nordovest del Camerun) sono all’ordine del giorno gli scontri fra le forze armate dello Stato centrale, francofono, e quelle separatiste, che combattono per l’indipendenza della regione. Una situazione conosciuta come Crisi Anglofona, o Guerra dell’Ambazonia, così come gli indipendentisti hanno ribattezzato il territorio che ospita il 20% della popolazione camerunese, di retaggio britannico.

Le altre guerre in Africa

In Africa sono in guerra 31 Stati. I punti più caldi sono in Burkina Faso (scontri tra etnici), Egitto (guerra contro militanti islamici ramo Stato Islamico), Libia (guerra civile in corso) dove i nostri bellimbusti della diplomazia dell’UE e italiana qualche mese fa pensavano di celebrare presunte e improbabili “libere elezioni”, Mali (scontri tra esercito e gruppi ribelli) dove i francesi si sono spostati in Niger lasciando il posto ai “contractor” russi della Wagner, Mozambico (scontri con ribelli RENAMO), Nigeria (guerra contro i militanti islamici), Repubblica Centrafricana (spesso avvengono scontri armati tra musulmani e cristiani), Repubblica Democratica del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab), Sudan (guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur), Sud Sudan (scontri con gruppi ribelli). 

PACE SUBITO, DA QUESTA CRISI SI DEVE USCIRE CON IL RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI PER LA RICONVERSIONE ECOLOGICA!

L’escalation bellica in Ucraina ha subito una accelerazione drammatica dopo l’invasione di Putin che rischia di minare la pace in Europa rendendo irreversibile la contrapposizione di blocchi contrapposti.

Si adombra perfino la minaccia nucleare e questo richiama l’esposizione alle minacce incombenti sull’umanità ricordate da papa Francesco: la guerra annientatrice, il clima ostile alla sopravvivenza, l’ingiustizia sociale che corrompe le esistenze. Né possiamo dimenticare che la pandemia aggredisce tuttora gran parte del pianeta. Questa situazione rischia di mettere in ombra la questione climatica, che finalmente e faticosamente è diventata centrale e da cui dipende il futuro dell’umanità. Le anomalie climatiche si moltiplicano e si aggravano: dall’estrema siccità allo scioglimento accelerato del permafrost in Siberia, alla mancanza d’acqua, questioni che vengono rimosse sotto la pressione della guerra.

La risposta all’impazzimento dei prezzi dei combustibili fossili e alle carenze di rifornimenti non può che avere la risposta dell’accelerazione della strategia indispensabile per mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi.

L’uso dei combustibili fossili è ancora in campo come fattore di potenza e di dominio del mondo. L’Europa non deve cedere a questa deriva, neppure in presenza della guerra in Ucraina e della sciagurata condotta di Putin.

L’unica risposta alla guerra è riaprire il dialogo e non l’estensione della Nato, senza comprendere che occorre anzitutto fornire condizioni di sicurezza a tutti, all’Ucraina come alla Russia. Occorre cercare la comprensione tra tutti paesi, abolire la guerra come mezzo di regolazione delle contese, come del resto afferma solennemente l’art. 11 della nostra Costituzione.

Insistendo sull’uso dei fossili l’Europa pagherebbe un prezzo altissimo di dipendenza dall’estero, con sottrazione di risorse, con il blocco dello sviluppo, con la caduta dell’occupazione.

Per raggiungere l’autonomia in Italia e in Europa e quindi ridurre i costi occorre produrre energia in modo sempre più compatibile con gli obiettivi climatici. Occorre un progetto complessivo che comprenda investimenti massici nelle energie rinnovabili, nell’idrogeno verde, nel risparmio energetico.

Nelle posizioni del Governo ci sono evidenti ambiguità. Puntare su misure transitorie come maggiori estrazioni nazionali di gas e nuovi rigassificatori (occorrono alcuni anni) e insistere sull’uso del carbone sono misure tampone e scelte che contrastano con gli impegni adombrati in precedenza su indicazione del Fit 55% europeo.

Oggi disponiamo di tecnologie che possono portarci fuori da questa crisi. La guerra può indurre misure di arretramento e conservazione del modello economico precedente o invece essere l’occasione per fare subito scelte coraggiose e innovative per l’ambiente, riducendo i consumi e approntando da qui ai prossimi 3 anni 60 GW di rinnovabili, come suggerisce finanche l’A.D. Starace di ENEL, che farebbero risparmiare all’Italia 18 miliardi di metri cubi di gas. Se avessimo continuato a investire in impianti di energie rinnovabili come nel triennio 2010/13, avremmo consolidato i posti di lavoro creati nel triennio ed oggi, dopo 8 anni, avremmo operativi gli stessi 60 GW di rinnovabili in più, riducendo già il consumo di gas fossile di 18 miliardi di m3, pari al 66 % del gas importato dalla Russia. Le misure ipotizzate dal Governo sono ben lontane da questo risultato, per questo chiediamo una svolta coraggiosa.

Governo e parlamento debbono decidere subito un nuovo programma di politiche energetiche accelerando al massimo gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’idrogeno, concentrando gli investimenti del PNRR anzitutto su questo obiettivo.

La nostra presenza alla marcia della Pace di sabato 5 Marzo porta anche questo contributo.

Mario Agostinelli

Alfiero Grandi

Jacopo Ricci

Alex Sorokin

4 marzo 2022

MOLTI I LINK UTILI PER CHI VUOLE APPROFONDIRE

https://www.paxchristi.it/?p=19405: appelllo di Azione Cattolica, Acli, Movimento dei Focolari, Comunità Papa Giovanni XXIII e Pax Christi perchè «L’Italia dica no alla guerra e alle armi nucleari. Adesso».

Al Tg2 Post, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini sottolinea come sia “importante manifestare uniti con il movimento per la pace per ribadire l’urgenza del coinvolgimento dell’Onu e per raggiungere quanto prima il cessate il fuoco, aprire il negoziato e proteggere la popolazione civile ucraina” https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2022/03/04/video/_diplomazia_al_posto_delle_armi_per_un_europa_di_pace_-1922987/ 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/02/ucraina-gli-usa-hanno-un-enorme-interesse-a-impedire-la-dipendenza-europea-dal-gas-russo/6511858/ (di Mario Agostinelli)

https://pagineesteri.it/2022/03/03/mondo/guerra-in-ucraina-tra-le-vittime-anche-linformazione-giornalisti-presi-di-mira-da-entrambi-i-fronti/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=le-ultime-notizie-dal-mondo_50 (di Marco Santopadre)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/04/guerra-russia-ucraina-lappello-di-giornalisti-e-intellettuali-promosso-da-articolo-21-la-voce-dei-pacifisti-inesistente-sui-media/6515138/

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/mercenari-guerra-stati-che-appaltano-lavoro-sporco/b88abd2c-9b0d-11ec-9441-3731719c94e7-va.shtml (di Francesco Battistini, Milena Gabanelli e Andrea Nicastro)

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/03/ucraina-i-missili-entrano-solo-con-i-contractor/6513641/

FUORI LA GUERRA DALLA STORIA. CONTRO PUTIN E LA NATO. CHI INVIA ARMI ALIMENTA IL CONFLITTO. Cfr http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=49677

http://www.disarmistiesigenti.org/2022/03/02/fermare-la-guerra-un-sistema-di-pace-in-europa/

https://serenoregis.org/2022/03/01/ucraina-lettera-aperta-al-presidente-del-consiglio-mario-draghi/ (di Gianni D’Elia)

https://pagineesteri.it/2022/03/03/in-evidenza/russia-ucraina-aggiornamenti-draghi-di-maio-e-guerini-mettono-lelmetto/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=le-ultime-notizie-dal-mondo_50  (di Antonio Mazzeo)

https://sbilanciamoci.info/appello-dei-pacifisti-tedeschi-giu-le-armi/ (Con la richiesta di non inviare armi e facilitare la ripresa dei negoziati).

https://sbilanciamoci.info/lucraina-e-il-bisogno-di-pacifismo/ (di Giulio Marcon)

https://sbilanciamoci.info/il-complesso-militare-industriale-russo-controllato-dallo-stato/ (di Francesco Vignarca)

https://www.analisidifesa.it/2022/03/litalia-arma-lucraina-in-guerra-con-un-decreto-segretato/

https://comune-info.net/virilita-guerriera/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=%C3%88+la+terza+guerra+mondiale%3F (di Lea Melandri)

https://comune-info.net/ti-armo/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=%C3%88+la+terza+guerra+mondiale%3F (di Enrico Euli)

Rilanciamo la Campagna Scuole Smilitazzate di Sonia Zuccolotto: https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/approfondimenti/la-parola-a-voi/2844-rilanciamo-la-campagna-scuole-smilitarizzate

Il realismo dei pacifisti contro il machiavellismo della politica | di TOMASO MONTANARI
Per stare dalla parte delle vittime (le donne e gli uomini che vivono nell’Ucraina invasa dalle truppe di Putin) è necessario assumere la logica binaria della guerra? O la si può contestare da fuori? Da “pacifista”, Tomaso Montanari prova a dare tre risposte alla domanda: che fare ora?

La guerra informatica spiegata in dieci domande e dieci risposte | intervista a CAROLA FREDIANI
Guerra informatica, Russia, Anonymous e la difesa dell’Ucraina. Sono questi i temi che affrontiamo in questa intervista con Carola Frediani, giornalista esperta di sicurezza digitale e autrice della newsletter Guerre di Rete.

E a proposito di traffici d’armi e della ex sinistra italiana – bisognerà riparlarne con calma – vale leggere https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2022/03/fregate-e-caccia-da-guerra-per-la.html (il “ritorno” di Massimo D’Alema)

PER CHI SA L’INGLESE:

Chomsky: US Military Escalation Against Russia Would Be Death Warrant for Humanity

 

UNA NOTA DELLA “BOTTEGA”

Stiamo ricevendo molti articoli e appelli: ieri ne abbiamo ripresi alcuni in CESSATE IL FUOCO! (di retepacedisarmo, Donne in Nero Reggio Emilia, Antonio Perillo, Roberto Buffagni, Ennio Remondino, Paolo Desogus, Gianni Lixi, Samed Ismail, Marinella Mondaini, Vincenzo Costa, Umberto Franchi, Michael Roberts, Thomas Mackinson, Matteo Saudino, Sara Reginella, Jeremy Corbyn, Ascanio Celestini, Ernesto Sferrazza, Marco Arturi con video e un film) e così due giorni fa (Ucraina: un pezzo della guerra mondiale con interventi di Patrick Boylan, Giorgio Riolo, Gianluca Cicinelli, Olivier Turquet, Michael Brenner, Vincenzo Costa ecc); segnaliamo anche (ieri pomeriggio) Nucleare e guerra: il terrore corre sui media di Giorgio Ferrari. Domani probabilmente faremo un altro dossier. Grazie a chi ce li manda ma ovviamente sono troppi per essere pubblicati tutti in un piccolo blog come questo perciò la redazione sceglierà solo quelli che ci sembrano più completi, articolati e “propositivi”; cercando di non ripetere cose già scritte e aggiungendo qualche link per chi vuole ulteriormente approfondire. Lo spazio dei commenti è sempre a disposizione anche per annunciare incontri e iniziative concrete. Molto avevamo scritto intorno al drammatico nodo dell’Ucraina. Per esempio qui: La sinistra (se c’è) e la guerra permanente (che c’è) con interventi di Giorgio Ferrari ed Elio Pagani , Ucraina: quale via verso la pace? (di Umberto Franchi e di Daniele Barbieri), Catastrofe Ucraina: fra Nato e Russia (di Enrico Semprini, Gianluca Cicinelli e Umberto Franchi), Ucraina: la Storia aiuta a capire (di Giorgio Riolo), Crisi Ucraina-Nato: il ruolo dei pacifisti (di Alessandro Marescotti), Armi, la droga pesante dei terrestri… (di Francesco Masala), Fabbricanti di guerre sempre all’opera. E noi? (John Scales Avery, Tommaso Di Francesco, Antonio Mazzeo, Gregorio Piccin ) e Morire per Kiev? O per la Nato? (con articoli di Pasquale Pugliese, Elisabetta Grande, Oleksiy Bondarenko, Federico Petroni, Marinella Mondaini, Giulio Chinappi) ma vale recuperare alcuni testi meno recenti: come Ucraina: quei nazisti così coccolati (dalle democrazie) di Moss Robeson nel 2021, Per non dimenticare Odessa, 2 maggio 2014-2018 di Enrico Vigna con una ricostruzione fotografica impressionante della strage, Kiev, capitale del neonazismo europeo del 2019 (sempre di Enrico Vigna) e molti altri fra cui l’analisi storica di Rossana Rossanda nel 2014 Ucraina, genesi di un conflitto. Inoltre la “bottega” da quando esiste pubblica – in modo ossessivo? – notizie e analisi sulle spese militari crescenti, sui tragici conflitti dimenticati (o per meglio dire nascosti dalla gran parte dei media e dalla politica dei Palazzi) e sul quotidiano lavorio di chi “fabbrica” guerre. Lo abbiamo fatto e continueremo perchè le catastrofi non cesseranno (anzi aumenteranno inevitabilmente) se non bloccheremo un’economia e un modo di vivere che a livello mondiale si basano sulle armi e sulla sopraffazione.

 

 

 

 

“Cessate il fuoco”

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