Abc di “Al Hirak”: piccolo lessico illustrato della protesta nel Rif

di Karim Metref

Dalla fine del mese di ottobre 2016, la regione del Rif (Nord del Marocco) è in stato di agitazione. Quasi ogni settimana in alcune città e cittadine della regione, la gente comune esce e manifesta per la dignità, per il rispetto, per un miglioramento delle condizioni di vita. Se ne parla molto poco, ma è un movimento forte e profondo che risale al carattere stesso della regione e alla sua storia millenaria di resistenza.

Tutto era iniziato con la morte di Mohcine Fikri un giovane pescivendolo morto schiacciato dentro la benna di un camion di raccolta rifiuti mentre protestava per il sequestro della sua merce.(leggere l’accaduto alla voce “Fikri”).
La popolazione è uscita per protestare contro il disprezzo dimostrato dalle forze dell’ordine che hanno dato l’ordine di azionare il compattatore pur vedendo nettamente che Mohcine era entrato dentro. Un atteggiamento che, secondo i manifestanti, dimostra il grado di disprezzo che le autorità del paese  hanno nei confronti della popolazione, «trattata alla pari dei rifiuti». “Ettehnuna ga’!” (Allora trittateci tutti!) era uno dei primi slogan della protesta.
Ma come successo prima in altri luoghi e in altri momenti, la morte di Mohcine è stata solo un detonatore. l’atmosfera era esplosiva da tempo. La notevole crescita economica del paese non tocca le parti più povere e i giovani in tutto il paese sono stanchi di avere scelta tra stare a casa a veder passare a loro vita senza speranza o tentare la traversata pericolosa verso una europa che offre sempre meno opportunità.

All’occasione delle primavere arabe, molti giovani si sono mobilitati in un vasto movimento di protesta. Il « Movimento 20 Febbraio » che raggruppava varie tendenze, vari attivisti, movimenti e partiti politici, tentò di chiedere riforme vere e più giustizia sociale. Ma il Palazzo Reale Marocchino, come al solito, ha manovrato in modo molto abile per smantellare il movimento, usando un misto di repressione mirata, minacce più o meno velate, manovre sporche (vedere l’attentato di Marrakech) e soprattutto aprendo il libretto degli assegni per comprare attivisti, intellettuali, partiti e associazioni (leggere a questo proposito l’ottimo articolo di Ali Lemrabet sul silenzio della classe media marocchina). Poco a poco il nucleo duro del movimento rimase solo, isolato…  La protesta morì di morte propria.
Ma tra gli ultimi ad arrendersi in quei giorni c’erano tanti attivisti provenienti del Rif. Gli stessi che si sono rimessi in attività appena la more di Mohcine ha dato l’onda d’urto necessaria per un nuovo sollevamento.
Il Rif è una regione particolare che ha sempre resistito agli invasori e ai latifondisti locali. Sono montanari che hanno sempre preferito fare la fame piuttosto che abbassare la testa. Negli anni ’20 un giovane giudice, Abd el-Krīm El-Khaṭṭābī, guida una rivolta contro le truppe di occupazione spagnole e francesi e fonda la Repubblica Confederata del Rif.

Più tardi, dopo l’indipendenza, il Rif continua a dare del filo da torcere al regime marocchino, che a suo turno non ha mai esitato a usare le maniere forti, commentando veri e propri massacri e isolando la regione dal resto del paese.

Dell’agitazione del Rif nella stampa Italiana si parla molto poco. Questo è dovuto anche al fatto che le agenzie e i network internazionali, anch’essi, ne parlano poco. E quando se ne parla mancano molti elementi per capire cosa, come e perché succede quello che succede.

 

Su richiesta e con l’aiuto di un amico originario del Rif e residente in Italia, che reagendo ad alcuni articoli sbagliati apparsi sulla stampa Italiana, abbiamo redatto una serie di definizioni e spiegazioni ad alcune parole e/o concetti legati alla protesta al Rif e alla sua protesta:  Amazigh (O berberi), Rif, Abd el-Krīm El-Khaṭṭābī, Mohsin Fikri, Hirak   Primavere: Primavera araba e primavera nera (relazione con),  Simboli e bandiere (della protesta), Nasser Zefzafi (leader presunto di un movimento che si vuole senza leadership)

……………………….

Tifinagh. L’alfabeto della lingua amazigh.

Amazigh (O berberi)
Gli amazigh (conosciuti anche come berberi) sono la popolazione originale del Nord Africa. Storicamente il territorio di riferimento degli amazigh va dall’Est dell’Egitto fino alle isole canarie e dal Mar Mediterraneo fino Ai confini meridionali del deserto del Sahara. Contrariamente alla versione folkloristica servita ai turisti, gli amazigh (o berberi) non sono una minoranza di popolazioni nomadi che si aggirano per il deserto e le steppe. Gli amazigh non sono una minoranza dal punto di vista numerico e abitano un territorio più grande dell’Europa e hanno tanti modi di vivere e tanti sistemi sociali ed economici. Oggi sono considerati amazigh (o berberi) solo quelli che hanno conservato la lingua amazigh e sono circa la metà degli abitanti del Nordafrica, l’altra parte si è arabizzata, nel senso che ha adottato la lingua e la cultura araba.
Gli abitanti del Rif sono una delle tante popolazioni del Nord Africa che ancora praticano una variante dell’antica lingua tamazight. La loro lingua è detta Tarifit.

Arrif ( o Rif)
Il Rif  – in lingua tamazight « Arrif »-  è la regione settentrionale del Morocco, Confina ad Est con l’Algeria, a nord con il Mar Mediterraneo  e a Ovest dall’Oceano Atlantico. Le sue principali città sono Tangeri, Tetouan,  Ceuta,  Melilla,  Al Hoceïma e Nador.
Una regione da sempre povera e da sempre ribelle. Oggi vive di pesca, agricoltura, turismo, ma soprattutto di rimesse delle centinaia di migliaia di emigrati in Olanda, Francia e Germania,
Il suo carattere ribelle, l’ha messa in contrasto con i colonizzatori spagnoli e francesi, e poi con la Monarchia Marocchina.

I Rifi erano repubblicani e per una indipendenza incondizionatea dai Francesi e dagli Spagnoli. Nel 1958, una delle prime azioni dell’esercito del regno del Marocco neo-indipendente fu una spedizione contro il Rif: circa 30.000 furono i morti civili. Al commando dell’esercito c’era l’erede al trono, il futuro Re Hassan II.

        La Repubblica del Rif
Nel 1921, sotto la guida di un giovane studioso di legge Abd El Krim el-Khaṭṭābī, le tribù del Rif si ribellano allo spietato sfruttamento coloniale europeo. Il potente esercito spagnolo del Generale Manuel Fernández Silvestre è letteralmente schiacciato dall’avanzata dei montanari del Rif nella battaglia di Anoual.  Luglio 1921, i ribelli proclamano la Repubblica Confederata del Rif. Per 4 anni fu, con l’Etiopia, una delle uniche terre africane indipendenti dal colonialismo europeo. Nel 1925 sconfissero anche le forze Francesi del Generale Lyautey. Ma Il sogno finì nel 1926 con la sconfitta di fronte alle forze francesi e spagnole alleate.

El-Khaṭṭābī  (Abd el-Krīm)
Muḥammad ibn Abd el-Krīm Ait Khaṭṭāb (Ajdir, 1882 – Il Cairo, 6 febbraio 1963)

E’ stato un leader rivoluzionario e capo di stato della Repubblica Confederata del Rif dal 1921 fino al 1926. Figlio di una famiglia benestante e colta, studia nelle scuole coraniche e di diritto musulmano, ma prosegue anche un curriculum universitario presso le scuole spagnole e si laurea presso l’Università di Salamanca.
Iniziò a lavorare come interprete e giornalista, fu presto nominato Qadi (giudice) a Melilla. Ma avendo avuto a che fare con l’arbitrario e le carceri coloniali, dopo essere stato arrestato con vaghe accuse di complotto contro lo stato, capì la profonda ingiustizia e violenza intrinseche all’ordine coloniale. Alla sua uscita dal carcere cominciò ad attivare per unire e organizzare le grandi tribù del Rif. Ne seguirono gli scontri e la fondazione della Repubblica.
L’avventura rivoluzionaria di Abdelkarim durò poco, ma fu una prima breccia nel muro dell’egemonia coloniale europea sul mondo.
Dopo la sconfitta fu mandato in esilio nell’isola della Reunion dal 1926 al 1947. Poi scappò all’occasione di un trasferimento e andò a vivere in Egitto fino alla morte nel 1963. Non ritornò mai nella sua terra. E non riconobbe mai il regime monarchico nato dall’accordo tra le grandi famiglie feudali e il colonialismo francese.
Fu riconosciuto e onorato dalla maggioranza dei leader del dopo guerra. Molti di loro, tra i quali  Ho Chi Minh, Mao Zedong e Che Guevara, hanno dichiarato la loro ammirazione nei suoi confronti e di essersi ispirati alle sue tecniche di guerriglia.

Fikri Mohcine
Mohcine Fikri è un cittadino semplice. Nato nel 1985 a El Hosseima, viveva comprando  pesce al porto all’ingrosso per rivenderlo al dettaglio, in modo più o meno legale. Come la maggior parte delle attività commerciali del paese.
Venerdì 28 ottobre 2016 a Al Hoceima, Mohcine Fikri viene arrestato all’uscita dal porto per un controllo. Gli agenti decidono che la sua merce (scatole di pesce spada) non è in regola. Senza altra forma di accertamento o processo, chiamano un camion della nettezza urbana e ci gettano dentro la merce sequestrata.
Mohcine. per protestare contro quello che considera un abuso di potere, si mette nella benna del camion per bloccare la distruzione della sua merce. L’ufficiale di polizia dà l’ordine al camionista di azionare il compattatore gridando: « ethan emmu » (letteralmente: macina sua madre). Mohcine viene schiacciato dalle mascelle d’acciaio del camion, davanti a decine di testimoni, sbalorditi.
Da quel giorno, sono cominciate le proteste, che continuano ancora oggi.

Video: momento della morte di Mohcine Fikri.

Hirak
Al Hirak (Movimento) o “Al Hirak asciabi” o “Amussu agdudan” in Tamazight (Movimento Popolare) : è il nome che si da il movimento di protesta del Rif. Un movimento che si vuole senza leadership né strategie di presa del potere. Una protesta per la dignità e il rispetto portata avanti dalla popolazione. che si tiene alla larga da ogni strumentalizzazione partitica.

Primavere (Primavera araba e primavera nera)
E’ iniziata in autunno la protesta per la dignità del Rif, ma ha molte similitudini con due primavere. La prima quella più conosciuta, e in qualche modo ancora in corso, è la Primavera araba del 2010. La seconda, meno conosciuta, è la Primavera Nera della Cabilia, in Algeria nel 2001.
In comune con le due primavere, ha la circostanza scatenante: un sopruso delle forze dell’ordine e la morte di un giovane, Il fruttivendolo Mohammad Bouazizi che si è dato fuoco a Sidi Bouzid nel Sud della Tunisia, Il giovane blogger Khaled Said morto sotto le torture della polizia ad Alessandria d’Egitto, per le proteste della Primavera Araba. Mentre in Algeria, il 20 Aprile 2001 le strade della Cabilia si riempivano di manifestanti per protestare contro l’assassinio di un giovane liceale, Massinissa Guermouh, ucciso dentro una caserma dei gendarmi. (saperne di più)
Con la Primavera Nera della Cabilia, la protesta del Hirak del Rif, ha in comune il fatto di essersi espressa in una regione Amazigh, da sempre ribelle sia al colonialismo europeo che ai regimi post coloniali. Da lì viene la forza dei due movimenti, ma da lì viene anche l’accusa facile di « separatismo » usata contro di loro dai regimi, e l’isolamento dalle altre regioni dei due paesi.

Rivendicazioni: 

Le rivendicazioni del Hirak sono tante e diverse. Alcune reali, altre simboliche, altre ancora possono dimostrare una mancanza di maturità politica e di chiarezza negli obiettivi. Ma questo è normale in un movimento popolare, plurale e giovane. Qui alcune tra le più rilevanti.

Politica:
1. Indagini serie e trasparenti e giustizia sulla morte di Mohcine fikri.
2. sollevare il velo sul caso di cinque persone trovate morte in un’agenzia della Banca popolare, dopo gli eventi del 20 febbraio 2011.
3. Rilascio di tutti i prigionieri politici del Rif e la sospensione dei procedimenti nei confronti dei piccoli coltivatori di cannabis regione.
4. Abrogazione del Dahir 1958  che ha fatto Al Hoceima una zona sotto controllo militare.

Economia.
1. Sollevare il “blocco economico” sulla regione
2. Lotta contro la “corruzione diffusa”, principale ostacolo ia decollo economico della regione,
3. Dare una spinta all’occupazione e assorbire la disoccupazione giovanile dilagante, tra altro tramite la creazione di unità industriali di lavorazione del pesce, e il miglioramento della situazione sociale dei piccoli pescatori
4. rilancio dell’agricoltura, un settore con un enorme potenziale in una zona considerata una delle più fertili del paese, ma in cui la produzione agricola è più bassa.
5. Collegare la provincia con una ferrovia e un’autostrada, accelerare la costruzione della strada di Al Hoceima-Taza, ingrandire l’aeroporto più grande Charif Idrissi, e aprire il campo a nuove compagnie aeree a basso costo.

Sociale.
1. Costruzione di un’università multidisciplinare, creazione di istituti di formazione professionale, ampliamento della rete di scuole e scuole superiori, l’apertura di nuove sezioni tecniche, corsi scientifici e preparatori …
2. Costruzione di un ospedale moderno, la creazione di un centro anti-cancro, ambulatori di prossimità, nonché un centro per disabili.

Cultura.
1. Costruzione di una biblioteca provinciale, la creazione di un centro culturale, un teatro, un giardino d’inverno, ma anche il completamento del progetto di museo del Rif
e l’adozione della lingua Tarifit (amazigh) per l’amministrazione locale.

Amministrazione.
1. Arresto immediato degli “espropri non giustificati in nome dell’interesse generale” e della “confisca delle terre collettive.”
2. Riservare il reclutamento nei servizi della funzione pubblica locali per gli abitanti della regione.

Simboli e bandiere
In piazza durante le manifestazioni del rif, oltre agli striscioni, sono presenti alcuni simboli che rendono una idea delle correnti presenti nella folla.

La bandiera Amazigh
E’ la bandiera del popolo amazigh, popolo originale del Nordafrica, con le sue differenze e nel suo vastissimo territorio. Fu adottata come bandiera culturale di tutti gli Amazigh nel 1998 dal primo Congresso Mondiale Amazigh a Tafira nelle isole di Las Palmas (isole Canarie).
I tre colpi della bandiera rappresentano: Il blu rappresenta il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico;  il verde le pianure e le montagne del Nord; il giallo rappresenta Tiniri, il grande deserto detto Sahara.
Il simbolo rosso al centro è la lettera Z dell’alfabeto tifinagh. Antico simbolo di resistenza e di vitalità, è anche la lettera centrale della parola amazigh (MZΓ)

    La bandiera della Repubblica del Rif.
L’altro simbolo molto presente nella protesta, e sicuramente quello che suscita più rabbia tale istituzioni e porta più repressione da parte delle forze dell’ordine, è la bandiera della Repubblica del Rif. Fu la bandiera adottata dalla effimera esperienza repubblicana di Abdelkarim El Khettabi, negli anni 20. Porta in sé due idee tabou: Sistema repubblicano e autonomia di una regione rispetto all’insieme del paese.

Zefzafi  (Nasser Zefzafi)
Nasser Zefzafi è un attivista tra tanti del « Hirak » o Movimento Popolare del Rif. Nato nel 19791 a  Al Hoceima, da una famiglia conosciuta per il suo impegno politico. discendente della tribù dei Aït Ouriaghel, tribù di Abdelkrim El Khattabi, suo nonno fu il ministro degli interni dell’effimera repubblica. Suo zio, assassinato nel 1978 era uno stretto consigliere di Abdelkrim. Suo padre fu militante dell’Unione nazionale delle Forze Popolari UNFP, poi USFP fino a quando questa ultima entrò a far parte del governo.
Nasser  Zefzafi è stato membro attivo del movimento del 20 febbraio (che tentò di portare le proteste della primavera araba in Marocco nel 2011.
Nasser diventa simbolo della protesta, quando, il 26 maggio scorso, si alzò per interrompere l’imam della moschea di Al Hosseima di continuare un discorso ostile al Hirak, dicendo: le moschee sono per la spiritualità e non per la propaganda del Makhzen (nome dato in Marocco al complesso sistema di repressione, propaganda e corruzione del regime).
In realtà Zefzafi è solo uno tra i tanti, il fatto che sia mostrato come leader di un movimento che si vuole senza leader è dovuto al fatto che sia la stampa che le forze di repressione hanno molti problemi a capire i movimenti orizzontali e se non ci sono leader fanno di tutto per crearli.

Qualche lettura utile:

Mouvement du Rif: la-trahison des clercs Ali Lemrabet): http://www.alterinfo.net/Mouvement-du-Rif-la-trahison-des-clercs_a131314.html

Hirak, des chercheurs en sciences humaines en parlent: http://telquel.ma/2017/06/12/hirak-quen-disent-chercheurs-en-sciences-humaines-sociales_1550319

Said Chaou: l’étrange cas de l’ex parlementaire accusé de trafique de drogue… et de séparatisme.: http://telquel.ma/2017/06/09/said-chaou-lindependantiste-rifain-accuse-trafic-drogues-finance-t-il-hirak_1550203

http://www.globalproject.info/ it/mondi/giustizia-sociale-in- marocco-solidarieta-agli- arrestati-dellhirak/20872
http://www.middleeasteye.net/ fr/opinions/mouvement-du-rif- la-trahison-des-clercs- 728017564

http://www.globalproject.info/ it/mondi/la-morte-di-un- giovane-precario-infiamma-il- marocco/20434

http://www.globalproject. info/it/mondi/marocco-il-rif- in-rivolta/20850

http://telquel.ma/2017/05/ 28/revendiquent-les-militants- du-hirak-dal-hoceima_1548373

http://telquel.ma/2017/06/ 12/hirak-quen-disent- chercheurs-en-sciences- humaines-sociales_1550319

https://www.facebook.com/ SolidarityHirak/

https://www.amnesty.org/ en/latest/news/2017/06/ morocco-rif-protesters- punished-with-wave-of-mass- arrests/

 

Karim Metref
Sono nato sul fianco nord della catena del Giurgiura, nel nord dell’Algeria.

30 anni di vita spesi a cercare di affermare una identità culturale (quella della maggioranza minorizzata dei berberi in Nord Africa) mi ha portato a non capire più chi sono. E mi va benissimo.

A 30 anni ho mollato le mie montagne per sbarcare a Rapallo in Liguria. Passare dalla montagna al mare fu un grande spaesamento. Attraversare il mediterraneo da sud verso nord invece no.

Lavoro (quando ci riesco), passeggio tanto, leggo tanto, cerco di scrivere. Mi impiccio di tutto. Sopra tutto di ciò che non mi riguarda e/o che non capisco bene.

5 commenti

  • Scrivere cose di cui nessuno parla è un bel compito. Conoscere solo ciò che viene dalle agenzie Ansa e simili, dopo il rimpasto di “giornalisti” ufficiali, con il titolo di studio ma che magari non hanno le idee molto chiare, non mi sembra interessante.

    • Cara Eugeniapa,
      Questo articolo non si voleva uno scoop, ma un “lessico” per chiarire alcuni punti che, secondo alcuni dinoi, non sono sempre chiari per chi scrive sul Rif. Tutto qui.
      Ma se la può tranquilizzare, io non ho mai letto un lancio dell’Ansa sulla questione. Leggo la stampa marocchina (non sempre favorevole), quella internazionale (sempre ambigua) e poi pagine del movimento o di singoli attivisti.
      MA se manca qualcosa allora le saremmo grati se ce lo spiega.

      • buongiorno Karim, il mio commento voleva dire che è sempre interessante per me leggere notizie, informazioni da persone informate come te, mentre ci sono tanti articoli, anche su importanti quotidiani, che dicono senza…dire niente che già non si sappia. Tutto qui. Un esempio di questo è la quantità di articoli (ne ho letti tanti) sulla tragica storia di Giulio Regeni che ripetono un po’ sempre le stesse cose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *