Cile: la comuna di Putaendo in difesa dell’oro blu
di David Lifodi
La comuna di Putaendo è stata la prima a rendersi indipendente dagli spagnoli in Cile, dicono con orgoglio gli esponenti dell’Asamblea Popular ad Andrés Figueroa Cornejo, che li ha intervistati per Resumen Latinoamericano. Quando Cile e Argentina erano ancora uno stesso stato, sotto la dominazione spagnola, a Putaendo già si respirava aria di libertà e autonomia.
La comuna, che si trova nella provincia di San Felipe de Aconcagua, regione di Valparaíso, fu liberata nel 1817 dall’Ejército Libertador de José de San Martín e, al giorno d’oggi, trae sostentamento dalla piccola agricoltura e dall’allevamento di bestiame, ma è minacciata dall’estrazione mineraria a cielo aperto condotta da imprese quali Agrosuper e il gruppo Luksic. In particolare, l’Asamblea Popular de Putaendo è impegnata a difendersi dalla rapina dell’acqua ad opera della Junta de Vigilancia del Río Putaendo, diretta da Miguel Vega, consigliere della Nueva Mayoría, la coalizione che ha sostenuto la presidenta Michelle Bachelet nel suo ritorno alla Moneda. La Junta de Vigilancia intende vendere l’acqua del Río Putaendo all’impresa privata Esval a 60 pesos al metro cubo, ma alla popolazione viene fatta pagare ad un prezzo molto più alto e a scapitarci, come al solito, sono le persone.Esval invia camion cisterna per rifornire di acqua le comunità costringendole ad attingere l’oro blu direttamente dall’impresa, obbligando così il municipio a comprare acqua dall’impresa stessa quando in realtà nell’intera zona non c’è certo il problema della mancanza di risorse idriche. Attualmente a Putaendo è in fase di costruzione anche un bacino di 37 milioni di metri cubi d’acqua e l’Asamblea Popular è impegnata a lottare affinché alla popolazione sia garantito l’accesso all’oro blu come diritto umano imprescindibile e inalienabile. Per costruire la diga, lo stato cileno pagherà il 75% delle spese, mentre il 25% sarà a carico della popolazione: “Con le risorse di tutti i cileni, lo stato paga il grande capitale”, lamentano i comuneros di Putaendo. Inoltre, per l’Asamblea Popular de Putaendo, il vero motivo che sta alla base della costruzione della diga non è la necessità di aumentare la fornitura d’acqua, quanto, piuttosto, l’esigenza di soddisfare Andes Copper, impresa canadese dedita alla costruzione di una miniera che entrerà in funzione nel biennio 2019-2020. La stessa Andes Copper, specializzata nell’estrazione del rame, ha già contattato la società spagnola OHL per effettuare le valutazioni del caso sulla costruzione della diga ed ha evidenziato, guarda caso, che la centrale idroelettrica entrerà in funzione proprio nel 2019-2020. Un’altra coincidenza, non casuale: anche nella vicina comuna di Llay Llay è in costruzione una diga, che sorgerà non molto lontana dalla miniera di Andes Copper, che ha tra i suoi uomini di spicco Enrique Correa, ex ministro della Concertación. Tramite la Dirección General de Aguas de Chile, la comuna di Putaendo si è accorta che esiste un contratto nel quale si afferma che tutta l’acqua del Río Putaendo deve essere utilizzata per alimentare l’estrazione mineraria, senza che sia stata effettuata alcuna consultazione della comunità. Junta de Vigilancia e imprese minerarie, tra le altre cose, mirano esclusivamente ai loro interessi privati, ma sono in conflitto tra loro perché ciascuna intende trarre il massimo profitto rispettivamente dalla centrale idroelettrica e dalla miniera, mentre l’impegno dell’Asamblea Popular de Putaendo è per non farsi derubare dell’acqua. Del resto, l’Asamblea Popular ha una grande tradizione di lotta: sorta negli ultimi anni del regime pinochettista, inizialmente la sua denominazione era Unión Comunal de Organizaciones Sociales, ma nel corso del tempo finì per essere cooptata dalle autorità locali, fin quando, dopo il 2000, risorse come Assemblea popolare. Al tempo di Pinochet la dittatura aveva deciso di centralizzare tutto nella capitale provinciale di San Felipe, che ancora oggi è rimasta il principale centro per tutte le pratiche amministrative: per questo motivo Putaendo aumenta costantemente la sua popolazione reale, ma all’anagrafe tutto ciò non risulta perché i nuovi nati continuano ad essere iscritti nei registri di San Felipe. La comuna di Putaendo, che si autodefinisce digna, feliz y solidaria, ha sempre combattuto per evitare il saccheggio dei beni comuni del suo territorio, a partire dall’acqua, e per il rispetto della sovranità alimentare.
Se la miniera e la centrale idroelettrica entreranno in funzione, l’avvelenamento dell’acqua e del bestiame è certo e la comuna di Putaendo, che finora è andata avanti grazie ad un’economia di sussistenza, rischia di scomparire.