Paraguay: gli indigeni Ayoreo a rischio scomparsa

Allevatori di bestiame, multinazionali senza scrupoli e colossi della finanza mondiale stanno contribuendo alla deforestazione del Gran Chaco, dove si trovano le terre ancestrali del gruppo indigeno.

di David Lifodi


 Foto di Andrés Unterladstaetter (ripresa da https://www.iwgia.org/)

La crescente deforestazione, le multinazionali e gli allevatori di bestiame sono tra i principali responsabili delle probabile sparizione del gruppo indigeno isolato degli Ayoreo, che vive nelle terre del Gran Chaco paraguayano.

L’allarme è stato lanciato lo scorso 30 marzo da Global Witness, che ha evidenziato le colpe di grandi istituti bancari come Santander, JP Morgan, HSBC e Bank of America, responsabili di aver finanziato, a più riprese, imprese finite sotto accusa per aver acquistato bestiame da allevatori coinvolti nella pratica di deforestazione illegale del Gran Chaco paraguayano.

In particolare, sono la multinazionale paraguayana Frigorífico Concepción e la brasiliana Minerva ad essere coinvolte nel disboscamento incontrollato che, dall’Amazzonia brasiliana, ha raggiunto anche il Gran Chaco. L’allarme per le sorti degli Ayoreo non è nuovo poiché, da decenni, sono costretti a fare i conti con la sistematica deforestazione delle terre ancestrali dove abitano.

L’aspetto paradossale della vicenda, riporta ancora Global Witness, è che le principali banche finite sotto accusa per aver finanziato Frigorífico Concepción e Minerva, sono le stesse ad aver sottoscritto programmi come Net-Zero Banking Alliance e Net Zero Asset Managers Initiative, operazioni condotte all’insegna di un evidente tentativo di greenwashing. Entrambe le multinazionali sostengono di aver aderito con convinzione alle iniziative per fermare la deforestazione, ma ammettono di non poter controllare direttamente le loro partecipate, una giustificazione utilizzata spesso per autoassolversi.

L’organizzazione Global Forest Watch evidenzia che il Paraguay ha perso il 32% del bosco tropicale presente nel suo territorio tra il 2001 e il 2021 e la situazione non è certo migliorata con i lavori per la costruzione dell’autostrada intercontinentale Corredor Bioceánico (nei dipartimenti di Alto Paraguay e Boquerón e che prevede, inoltre, la costruzione di canali sotterranei e ponti), da cui è derivata l’ulteriore deforestazione nel Gran Chaco paraguayano.

Gran parte degli Ayoreo sono stati costretti ad abbandonare le proprie terre ancestrali, ma circa 150 di loro continuano a vivere in isolamento volontario. Nell’articolo “El rol de las finanzas en la desaparición de un pueblo indígena en Paraguay”, pubblicato sul sito web dialogochino.net/es, si mette in rilievo che il territorio degli Ayoreo adesso è in gran parte di proprietà dei terratenientes e delle grandi imprese specializzate nell’allevamento di bestiame sia brasiliane sia paraguayane.

Gli Ayoreo esigono che l’unico modo per evitare il rischio di “sterminio imminente” sia quello di indurre il governo paraguayano a riconoscere formalmente le terre ancestrali del gruppo indigeno con titoli di proprietà e protezione, ma gli ultimi due esecutivi, presieduti prima da Horacio Cartes e poi da Mario Abdo Benítez, al contrario, hanno avallato le incursioni dei ganaderos.

Il Paraguay è uno dei paesi dove è maggiore la concentrazione della terra nelle mani di una minoranza composta da grandi latifondisti e allevatori di bestiame. Il territorio degli Ayoreo cominciò a subire attacchi fin dalla dittatura stronista (1954-1989) ed è proseguita con i governi del Partido Colorado. Inoltre, nel Gran Chaco paraguayano è in corso uno dei maggiori processi di deforestazione di tutto il pianeta. Finora, lo Stato paraguayano ha rifiutato di riconoscere formalmente la presenza di gruppi indigeni isolati, né si è mai interessato di promuovere delle politiche di protezione nei loro confronti, nonostante il diritto all’autodeterminazione degli Ayoreo sia sancito dal Sistema Interamericano de Derechos Humanos e dalla Costituzione del paese.

La storia degli Ayoreo è raccontata dal documentario Apenas el sol, pellicola  candidata agli oscar nel 2022 e curata da Mateo Sobode Chiqueno, regista Ayoreo da sempre impegnato nella difesa delle tradizioni del suo popolo.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *