Neofascisti: chi non li vede, chi si compiace e chi bleffa

1) Piccolo dossier dedicato al proliferare dei fascisti nelle istituzioni con la benevolenza degli apparati di Stato (*);  2) Sol Id ci riprova, stavolta a “Roma 3” (**);  3) intervista di Enrico Baldini a Saverio Ferrari, dell’Osservatorio democratico nuove destre (***)

Quegli “aiutini” degli apparati di Stato ai fascisti

di FEDERICO RUCCO

La domanda che sorge spontanea è: c’è una relazione tra questa attività di “influenza” dei servizi segreti sui media e il fatto che i fascisti negli ultimi mesi siano stati così amplificati e sdoganati sulle televisioni pubbliche e private?

La risposta a questa domanda richiederebbe di conoscere i nomi e i cognomi dei giornalisti ee dei conduttori televisivi che hanno ricevuto i soldi dai servizi segreti. In secondo luogo  diventa decisivo sapere il “perchè” e per “fare cosa” i servizi segreti hanno pagato gli operatori dei mass media.

Ma per cercare di definire un contesto di questa operazione di “influenza” sulla società, occorre riconnettere tra loro diversi pezzi che, letti separatamente, non rendono l’idea di una operazione in corso negli ultimi tre anni.

Qual’è l’obiettivo di questa operazione che, a nostro avviso, ha tra i suoi ideologi e sponsor gli apparati dello Stato? L’obiettivo sta diventando piuttosto evidente. Per esempio veicolare l’idea che il crescente disagio sociale possa e debba esprimersi politicamente solo attraverso i gruppi neofascisti, negando, omettendo e ostacolando (anche con la repressione preventiva del modello Minniti) ogni altra possibilità di espressione politica riconosciuta e riconoscibile nelle forze della sinistra antagonista.

Chi ha il mandato istituzionale di garantire “la sicurezza”, ha ben chiaro quale sia e quanto sia esplosiva la situazione sociale nel paese. Il recente rapporto della Commissione parlamentare sulle periferie, ad esempio, ci restituisce il dato di almeno quindici milioni di persone che vivono nelle periferie delle aree metropolitane e dei centri urbani in condizioni di crescente impoverimento, degrado ed esclusione sociale.

Le scelte dei governi che si sono succeduti e si succederanno, sono consapevolmente mirate ad acutizzare e cristallizzare questo enorme disagio sociale (con qualche palliativo come la truffa della Rei che rende permanente lo stato di povertà invece di combatterlo), ma ne temono le conseguenze e le possibilità di ricomposizione politica sul piano dei conflitto di classe.

Negli anni scorsi abbiamo segnalato con forza come in una delle relazioni annuali dei servizi segreti al Parlamento, venisse sottolineata la loro preoccupazione per il successo “politico” manifestatosi con le due giornate di lotta del 18 e 19 ottobre 2013 (sciopero generale dei sindacati di base e manifestazione di massa insieme ai movimenti sociali e alle organizzazioni politiche) e la successiva soddisfazione per il fallimento del risultato politico che si era palesato.

Nelle relazioni dei servizi segreti, quando il disagio sociale viene organizzato da forze della sinistra antagonista si parla di “strumentalizzazione dei problemi sociali”. Ma la visione cambia radicalmente quando il medesimo disagio sociale viene invece espresso dai gruppi neofascisti.

Assistiamo così dal 2011 in poi ad una costruzione politica e mediatica del ruolo e dei gruppi neofascisti priva di ogni allarme (riservato e amplificato invece nei confronti dei movimenti di sinistra).

Nella relazione presentata dai servizi segreti nel febbraio del 2017, riferendosi ai gruppi fascisti si scrive che: “Le formazioni più rappresentative, che ambiscono a un accreditamento elettorale, hanno incentrato l’attività propagandistica, rivolta soprattutto ai contesti giovanili e alle fasce sociali più disagiate, su argomenti di richiamo come la sicurezza nelle periferie degradate dei centri urbani, le problematiche economico-abitative “degli italiani” e l’occupazione”.

Ed ancora si sottolinea che: “In particolare l’emergenza migratoria, ritenuta tra i temi più remunerativi in termini di visibilità e consensi, ha ricoperto un ruolo centrale nelle strategie politiche delle principali organizzazioni che, nel tentativo di cavalcare in modo strumentale il fenomeno, facendo leva sul malessere della popolazione maggiormente colpita dalla congiuntura economica e dalla contrazione del welfare, hanno sviluppato un’articolata campagna propagandistica e contestativa (manifestazioni, presidi, attacchinaggi, flash mob) contro migranti e strutture pubbliche e private destinate all’accoglienza, influenzando indirettamente anche la costituzione di “comitati cittadini” di protesta.

Insomma i fascisti vengono dipinti più o meno come degli attivisti sociali attenti ai problemi degli “italiani” impoveriti dalla crisi. Certo qui e là ci sono delle “scappatelle” come la caccia ai bengalesi nei banglatour dei giovani di Forza Nuova a Roma, lo squadrismo sistematico nelle città del Nordest, i gruppi paramilitari beccati in Liguria e Abruzzo. Viene accuratamente evitato di segnalare le ripetute ed evidenti connessioni tra gli ambienti neofascisti e la malavita (a Roma sicuramente, ma non solo).

Di tutto questo però non vi è mai traccia nella striminzita paginetta dedicata ai fascisti (rispetto alle 12 dedicate alla sinistra) nelle relazioni sulla sicurezza del paese che i servizi segreti presentano al Parlamento.

 

Ma la ciliegina sulla torta l’ha segnalata a gennaio 2016 fa il sito Insorgenze.net, rivelando un documento riservato del ministero degli Interni, in cui lo sdoganamento dei fascisti come “bravi raagazzi” viene scritto nero su bianco in una informativa. La prosa del documento, sottolinea giustamente Insorgenze. Net, appare del tutto inusuale per una nota informativa degli organismi di polizia, e lascia trasparire una chiara empatia, quasi una sorta di compiacimento che rasenta l’agiografia quando si valorizzano le capacità politiche del gruppo (Casa Pound, ndr) “facilitato nella concomitante crisi delle compagini della destra radicale e dalla creazione di ampi spazi politici che Casa Pound è pronta ad occupare”.

La stessa nota informativa del Ministero degli Interni si sbrodola quando descrive “l’impegno primario di Casa Pound volto alla tutela delle fasce deboli attraverso la richiesta alle amministrazioni locali di assegnazioni di immobili alle famiglie indigenti, l’occupazione di immobili in disuso, la segnalazione dello stato di degrado delle strutture pubbliche per la riqualificazione e la promozione del progetto Mutuo Sociale”. C’è da rimanere allibiti di fronte al fatto che la stessa attività di rivendicazione, occupazione di immobili in disuso, segnalazione del degrado di strutture pubbliche, quando viene condotta da movimenti di sinistra venga criminalizzata e repressa senza alcuna remora.

Per dare una idea e fare i dovuti confronti, oggi La Stampa ci racconta che, secondo il Viminale, dal 2011 al 2016 contro i fascisti ci sono stati “10 arresti e 240 deferimenti all’autorità giudiziaria”.

Nello stesso periodo contro i militanti e attivisti della sinistra ci sono stati 852 arresti; 15.602 denunce; 385 fogli di via; 221 decreti di sorveglianza speciale; 139 obblighi di firma; 71 obblighi di dimora, in larghissima parte per reati legati a lotte sociali, sindacali, ambientali, antimilitariste cioè picchetti antisfratto, occupazioni di case, blocchi stradali, picchetti, sostegno a immigrati e rifugiati, manifestazioni No Tav, No Muos e contro la militarizzazione in Sardegna. Una bella differenza no?

In compenso i rarissimi casi di azioni di polizia o giudiziaria contro i fascisti, consentono a questi ultimi di poter ricorrere a quel “vittimismo aggressivo” che manifestano sistematicamente quando “le prendono” dagli antifascisti militanti..

Un dettaglio quest’ultimo emerso con la dovuta rilevanza, quando in alcuni quartieri popolari della periferia est di Roma, i fascisti sono stati affrontati e respinti con estrema e incoraggiante determinazione.

Del resto, la relazione annuale dei servizi segreti al Parlamento, non sottovaluta affatto questa acutizzazione dello scontro tra fascisti e antifascisti nel territorio, cioè sul versante “sociale” più che ideologico, soprattutto nelle periferie. Da almeno tre anni i servizi di intelligence segnalano che “Sul piano previsionale, si ritiene, infine, che continueranno a verificarsi episodi di contrapposizione (provocazioni, aggressio­ni e danneggiamenti di sedi) con frange dell’estrema sinistra, per effetto sia della mobilitazione concorrenziale su tematiche sociali, da parte di entrambi gli schieramen­ti, sia delle visioni contrapposte in tema di immigrazione”

Torniamo così all’obiettivo mirato di questa operazione degli apparati dello Stato di sdoganamento politico e mediatico dei fascisti: consegnare la rappresentanza politica della rabbia, del degrado e del disagio sociale alla destra e in particolare a gruppi neofascisti come Casa Pound.

Si spiegano allora le ormai sempre più frequenti comparsate televisive dei fascisti, le “curiosità giornalistiche”, la partecipazione ai dibattiti nelle sedi neofascisti in nome del “confronto democratico” (vedi Mentana e Formigli), in sostanza la legittimazione e la costruzione politico/mediatica di una presenza dei fascisti nello scenario come espressione del “disagio sociale”, ritagliandogli esattamente – come dice l’informativa del Ministero degli Interni – “l’ampio spazio politico che Casa Pound è pronta ad occupare”. Una operazione studiata a tavolino, fin nei minimi dettagli e con le disponibilità finanziarie per realizzarla.

Una ragione di più per confermare l’antifascismo militante e permanente come una componente indissolubile dell’intervento politico, sociale e sindacale nei territori e nei luoghi di lavoro.

(*) articolo tratto da Contropiano

 

Sol Id ci riprova, stavolta a Roma 3. Nessuno ferma i nazifascisti? (**)

Solidarité Identités onlus, più nota come Sol Id, riprova a infiltrarsi nelle istituzioni universitarie e di insegnamento, stavolta a Roma. La manfrina di sceneggiata è sovente la stessa con la caratterizzazione di iniziative di solidarietà al popolo siriano (in quanto altre iniziative più decisamente nere vengono tenute più sotto traccia, per esempio quelle di appoggio alla forte componente comunità boera sudafricana palesemente razzista ed eversiva) http://www.osservatoriorepressione.info/la-maschera-buonista-di-casapound-e-ormai-logora/

Oggi 5 dicembre 2017 si dovrebbe tenere al dipartimento di scienze politiche dell’Università Roma 3 alle 16,15 la conferenza “Siria, guerra, religione, attualità” sotto l’egida della cosiddetta comunità siriana in Italia, Prometheus e Sol Id.

Ma ti conosco mascherina, Sol Id è ben nota per una serie di iniziative con personaggi e situazioni imbarazzanti, non solo la lettura de L’Espresso di qualche tempo fa, ma un giro sul web di 5 minuti al Direttore del Dipartimento dell’Università di Roma 3, Francesco Guida, avrebbe consentito di capire subito cosa è Sol Id. Allora delle due l’una, o Francesco Guida e i suoi stretti collaboratori sono assai superficiali e non sono in grado di avere le funzioni apicali che rivestono ovvero sono colineari alle impostazioni di Sol Id.

Solo per citare alcuni episodi eclatanti.

Paolo Nerozzi, https://roma.fanpage.it/le-carre-francais-il-ritrovo-romano-dei-sostenitori-di-marine-le-pen/ uno dei pochi se non il solo italiano condannato definitivo per attività mercenarie in Africa dalla giustizia italiana, leader dell’associazione Popoli, è un invitato d’onore alle iniziative di Sol Id. Un’altra persona assai invitata nelle medesime kermesse è Alberto Palladino noto come Zippo; era alla guida del branco degli spaccatori di teste di Casapound nell’incursione contro alcuni giovani del PD a Montesacro il 3 novembre 2011. Oggi Palladino ama tessere relazioni e pezzi giornalistici nei terreni di guerra e di sangue in Ucraina http://popoffquotidiano.it/2015/06/30/fascista-che-vai-sallusti-che-trovi/

Ilaria de Candia, che partecipa come relatrice al cosiddetto convegno di Roma 3, è pure persona ben nota, è membro di spicco della Associazione Assadakah oltre a essere portavoce di Sol Id ed era al tavolo della presidenza nella kermesse Sol Id dell’ottobre 2015 a Roma (cfr. http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/09/20/news/roma_convegno_mediterraneo_solidale_iniziativa_fascio-islamica-123310960/).

L’ANPI provinciale romana ha preso una dura posizione contro l’iniziativa di Sol Id a Roma 3 chiedendo con forza che sia annullata dall’Università, purtroppo nessun altro sembra avere preso posizione, né tantomeno la comunità israelitica romana che sembra sull’attenzione sui nazifascisti dormire i sette sonni. Nessun altro ha niente da dire o da prendere posizione?

(**) articolo tratto da Osservatorio Repressione

SCIOGLIERE LE ORGANIZZAZIONI FASCISTE E’ SOLO IL PRIMO PASSO

Parla Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico nuove destre

di Enrico Baldin

«Estrema destra sottovalutata da tempo e pericolosa davvero, non frutto di sovraesposizione mediatica». Così Saverio Ferrari che presiede l’Osservatorio democratico sulle nuove destre, probabilmente il massimo esperto tra chi studia e osserva i fenomeni legati al neofascismo. L’abbiamo intervistato per capire un meglio cosa stia accadendo nelle ultime settimane in cui la cronaca – da Ostia a Como a quanto accaduto pochi giorni fa sotto la sede de l’Espresso – ha riportato frequentemente fatti di cronaca preoccupanti in cui gli attori principali erano appartenenti o in qualche modo riconducibili a formazioni della destra radicale.

Ferrari, questo rigurgito neofascista che si avverte negli ultimi mesi, è qualcosa di vero o è il frutto di una sovraesposizione mediatica?

Non è una sovraesposizione mediatica, è una accelerazione vera con una crescita vera dei gruppi di estrema destra. Io credo che il punto di svolta sia ciò che è successo il 29 aprile scorso, quando un migliaio di persone si sono recate a Milano al Cimitero Maggiore a commemorare i morti repubblichini, autofotografandosi mentre facevano il saluto romano. Fu una prova di forza, una sfida. Che vinsero, perché il Tribunale di Milano derubricò il fatto a commemorazione funebre. Dopo quel giorno però per loro la strada si fece più agevole, pure i risultati elettorali li hanno confortati, basti pensare al successo di Casa Pound conseguito poco dopo a Lucca e a Todi, e una media generale dell’1-2% nelle città. Una crescita vera basata su un progetto vero, che punta alle periferie e ai temi sociali.

Converrà però che l’esser stati ultimamente in tutte le televisioni e l’avere avuto autorevoli esponenti del mondo giornalistico ai loro dibattiti li ha aiutati a sdoganarsi.

Certo, ma tengo a precisare che questi movimenti stavano crescendo comunque anche quando non erano esposti. Il loro è un piano di propaganda preciso, che ora si basa nel colpire in maniera conclamata i loro “avversari”. Basti pensare al blitz di Forza Nuova contro Repubblica o all’irruzione del Veneto Fronte Skinhead a Como contro chi aiuta i profughi. Oppure a fatti che han fatto meno rumore, come l’aggressione in pieno giorno ai danni di un inerme militante antirazzista in un luogo pubblico a Mantova, o all’aggressione a Crema di un attivista dell’Arci proprio nel luogo in cui stava lavorando. Certo, poi in certi settori c’è un tentativo, dal mio punto di vista sbagliato, di normalizzare un settore di quella destra. Io credo che il senso delle visite di Formigli e Mentana a Casa Pound fosse questo. I media in questo momento hanno scelto in Casa Pound il settore di quella destra da “normalizzare”, da far entrare nell’alveo democratico, ospitandoli anche nelle trasmissioni televisive. Lo stesso non accade invece per Forza Nuova o per altre organizzazioni.

Quanto c’è da preoccuparsi? E’possibile che si arrivi ad una incidenza quale quella di Jobbik in Ungheria o del Front National in Francia e così via?

Beh non serve fare riferimento a gruppi conclamatamente fascisti, perché in Italia c’è già la Lega che mi pare esprima bene certe posizioni e goda di percentuali ragguardevoli. Oltretutto né la Lega né Forza Italia si fanno grandi problemi a collaborare con certe organizzazioni. Basti vedere l’alleanza di centrodestra delle elezioni politiche del 2006 che imbarcò anche Forza Nuova e la Fiamma Tricolore, o la collaborazione che c’è stata a lungo tra Salvini e Casa Pound. Salvini, Meloni e Berlusconi comunque esprimono certe posizioni reazionarie senza farsi grossi problemi.

Ma esiste una qualche sotterranea ipotesi di accordo tra le formazioni neofasciste ed il centrodestra in vista delle prossime elezioni politiche?

Sia Forza Nuova che Casa Pound hanno dichiarato di correre con proprie liste e candidature. Che poi riescano a raccogliere le firme necessarie per presentarsi nei vari collegi è da vedere, specie per la formazione di Fiore. Secondo me però, sotto sotto, Casa Pound spererebbe in un centrodestra non a trazione berlusconiana, più spostato a destra, in cui eventualmente rientrare in gioco come già accaduto in passato. La reunion di Alemanno e Storace invece si è già messa a disposizione di Salvini.

Tra le varie organizzazioni della destra radicale esistono collaborazioni?

Tra le due principali formazioni – Casa Pound e Forza Nuova – non c’è collaborazione né dialogo. Basti pensare che la lunga trattativa condotta da Forza Nuova per fare la sua marcia su Roma è stata completamente snobbata da Di Stefano. Forza Nuova e Casa Pound sono in competizione e hanno delle diversità chiare: la più evidente è che i primi sono ultracattolici i secondi più laici. Tra queste formazioni non c’è collaborazione, mentre esistono buone relazioni tra Casa Pound e Lealtà e Azione, formazione molto sviluppata in Lombardia, mentre Forza Nuova ha nella sua orbita quel che resta della Fiamma Tricolore. Tutte queste organizzazioni comunque hanno delle comuni idee di comunità – contrapposta a quella di società – basata sul sangue e sull’appartenenza autoctona. E notoriamente condividono l’idea che l’Italia sia invasa dai profughi.

Si parla di possibili correlazioni tra queste formazioni e la criminalità organizzata.

Esistono rapporti storici tra la destra estrema e la criminalità organizzata. Si pensi al golpe Borghese, a come fuggì Franco Freda, al ruolo di esponenti della ‘ndrangheta nella rivolta di Reggio Calabria, alla rete di rapporti tessuti dalla Banda della Magliana, alla presenza di alcuni fascisti nel mercato milanese della prostituzione e delle armi scoperto a suo tempo. Oggi invece abbiamo sentito alcune cose, anche documentate, alcuni singoli episodi: penso agli Spada ad Ostia o al fatto che alcuni esponenti di Lealtà e Azione erano in rapporto di conoscenza con alcuni esponenti criminali, o alla condanna comminata ad Antonini (tra i principali esponenti di Casa Pound Italia, ndr) per aver procurato documenti falsi ad un pericoloso malavitoso, o a certi rapporti nelle curve degli stadi. Se ne potrebbe fare un elenco. Ma da qui a dire che esistano rapporti organici tra alcune organizzazioni e la criminalità organizzata, questo non si può dire.

Lei dice che è un fenomeno vero e pericoloso. Ma c’è stata una sottovalutazione da parte delle Istituzioni o delle forze democratiche?

Sottovalutazione e disinteresse che dura da anni e di cui colpevolmente ci si accorge solo ora, come se certi omicidi, certi episodi di violenza non fossero stati degni di una analisi attenta e tempestiva. In questi anni l’antifascismo è stato – almeno da parte delle Istituzioni – un qualcosa di facciata, una autocelebrazione con delle commemorazioni fini a se stesse. I fascisti invece hanno saputo andare oltre, occupandosi davvero dell’oggi e dei fenomeni sociali, dal loro punto di vista. In questi anni si è sostanzialmente sospeso l’utilizzo della legge Mancino, la Magistratura spesso non è stata all’altezza, sentenziando per reati uguali in maniera opposta. La destra ho goduto di questa leggerezza.

Seppur in ritardo quale ritiene possa essere la strada da intraprendere per contrastare le formazioni xenofobe e razziste?

Innanzitutto il ripristino della legalità secondo i valori Costituzionali, usando anche l’articolo 7 della legge Mancino. Perché ormai non si denuncia più per l’odio e l’intolleranza che stanno diventando libere espressioni tanto quanto l’indebito utilizzo di Anna Frank che avviene da anni derubricato a goliardia. Se si guardano ai rapporti delle Forze dell’Ordine e del Ministero degli Interni, i reati correlati a odio e intolleranza sono un numero ridicolo. E allora si deve ripristinare la legalità, si devono anche sciogliere le organizzazioni neofasciste. Non c’è nulla di scandaloso, anche in epoca DC si fece con Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, o più recentemente con Azione Skinhead. Sciogliendo queste organizzazioni si disarticolano, mettendole in profonda difficoltà. E si pone un freno a certe situazioni pericolose. Penso alla Comunità dei 12 raggi che nel varesotto ogni anno commemorano Hitler incontrastate, con tanto di minacce a giornalisti e ad antifascisti.

Basta sciogliere organizzazioni come queste?

No. Anche se a lungo termine la principale strada è la cultura, la creazione di una coscienza civile. Serve un movimento antifascista più attento all’oggi, meno celebrativo e meno commemorativo.

(***) da popoffquotidiano.it –

 

 

Redazione
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