«Seconda pelle»

db sul romanzo di Giampietro Stocco

Riempiono il cielo di Genova i droni. Per spiare arrivano ovunque, anche in casa. E infatti spiccano sulla copertina del nuovo romanzo di Giampietro Stocco «Seconda pelle» pubblicato in giugno da Delos (320 pagine per 18 euri).

Droni dunque. C’è chi li chiama «scarafaggi». Ma siccome “ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja” piacciono molto al Timone, il regime dispotico che dopo la pandemia («il Male») comanda un’Italia dove la Storia – sì, con la fatidica S maiuscola – è andata assai diversamente da come io e voi sappiamo.

Sul «divano di alcantara bianco» incontriamo Bianca. Nel successivo capitolo c’è un g&g (gattaro e giornalista, in ordine di importanza) anche lui G, cioè Gianluca. Le loro voci si alterneranno – uniche, sin quasi alla fine – per narrarci in prima persona cosa sta accadendo in una Genova “dronizzata”.

Bianca sta male ma anche Gianluca – che abita al piano di sotto – tira avanti a fatica con «drop di caffè con pastiglia di Zoloft». E qui mi devo fermare. Perchè nelle tavole di un nuovo Mosè modernamente letterato il quinto comandamento recita: «non spoilerare». E io a esso mi atterrò, pur soffrendo.

Però posso dire che il capo di Gianluca è «Alberto Parodi, la prima IA a dirigere un giornale». Aveste dubbi, confermo: IA sta per intelligenza artificiale (che poi sia anche la sigla per Isaac Asimov è un simpatico diversivo). E “state accuorti guagliò” (oggi mi sono svegliato ancora più napoletano del solito): se all’inizio poco saprete di una misteriosa Maria De Carli arrivati in fondo ne sarete invasi, forse posseduti.

Nell’Italia del Timone «ciascuno a casa sua». Traduco: cacciare più immigrati possibile. E nella IdT (Italia del timone) fumare si può solo di nascosto. Le leggi nella IdT seguono le «Sacre scritture»

Mi sgancio per un attimo dal pedinamento del signor Spoiler per accennarvi che sarebbe bello (o no?) decidere «prima» se i bambini saranno sani, avere nei palazzi gli olo-portieri, forse «un mondo di sole donne», meno narcismo e più empatia, sapere le differenze fra Anima e Costrutto, sconfiggere «i mostri». Chissà poi se quella «carabiniera» è una eroina, una sadica, tutt’e due e/o tutt’altro. Mentre naturalmente cerchiamo di capire cosa sia davvero la Realtà.

E visto che lealtà fa rima con l’ultima parola della riga soprastante… accenno che nel romanzo la nuova super-manipolazione sarà sperimentata sui giornalisti. Interessante per almeno due ragioni: la prima è che Stocco è in Rai dal 1991; la seconda che quando anche io ero giornalista un diavolo di passaggio mi chiese se in redazione c’era qualcuno disposto a vendere l’anima e io gli risposi «arrivi tardi zio».

Siamo in una complessa ucronia – se il termine non vi piace sostituitelo pure con Storia alternativa – ma Stocco non è tipo da infodump (*). Così se volete il vaso dovete incollare voi i cocci quando incontrate, qua e là, «la caduta di Ciano», Togliatti, i 50 studenti uccisi a Roma il 28 marzo 1976 «in piena era fascista», la Riunificazione e così via.

E’ un libro eccellente questo «Seconda pelle». Ricco di colpi di scena (che ovviamente non ho potuto svelarvi), di imprevisti cambi di rotta, di personaggi sfaccettati, di una bella scrittura. Il mio amico-nemico Severo De Pignolis precisa: «è un gran romanzo sì, però alcuni passaggi sono troppo affrettati». A lui il mio amico-amico Horny To Rinko risponde: «tutto si perdona a una vicenda così». Ribatte il mai domo Severo: «troppa roba dentro, ce n’era per tre romanzi». Ma reagisce e ride Horny: «E tu digiuna pure, a me piacciono i pranzi ricchi. Si rischia l’indigestione ma quanti sapori».

Mi piace molto la colonna sonora di questo libro. Rispetto a me Stocco è più rokkettaro (in senso buono) ma attraversare in poche pagine “ascolti” con Miles Davis, Jan Garbarek, Keith Jarrett e Abdullah Ibrahim può bastare. Persino la IA «che gestisce la circolazione cittadina» appare in sintonia: pare che «da qualche tempo, per distrarsi dagli impegni ufficiali, abbia iniziato a comporre jazz alla maniera di John Coltrane e Chet Baker, contagiata dalla malinconia di questa città».

(*) se non sapete di cosa si parla andate qui: Leggere e scrivere fantascienza #6 – L’infodump dove Giulia Abbate vi spiega tutto ma proprio tuuuuuuutto. 

Quasi un “aperitivo” a codesta recensione, sabato 3 in “bottega” c’era un racconto inedito-ineditissimo di Stocco, «Love Will Tear Us Apart». Di lui db aveva scritto qualcosa, per esempio in: L’Argentina socialista… (recensione a «Dalle mie ceneri») e in Genova, diabolicamente capitalista? (rec a «La corona perduta»).

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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