«Arrivano i nostri» di Dario Paccino
«Arrivano i nostri» di Dario Paccino
di Giorgio Stern – Libri da recuperare: ottava puntata (*). A seguire una bibliografia minima sui nativi americani.
Una riedizione per «Arrivano i nostri – Storia dei Pellerossa» di Dario Paccino? Chissà.
Un libro di quasi settant’anni fa, ora incunabolo di storiografia marxista riferito all’Old West, che in questa luce perde tutto il suo immaginifico e falsificante “Old”.
E già questo conferisce al volume valore di documento.
Se un regista, metti caso Marco Ferreri, allora ne avesse tratto un film, mi piace pensare che lo avrebbe chiamato “Arrivano i Mostri” (poi Ferreri girò il magnifico «Non toccare la donna bianca»).
Il libro di Paccino rimette la Storia a posto, per questo ne fui avvinto e contribuì a scelte che condizionarono il mio futuro.
Suddiviso in cinque parti tematiche e trentasette capitoli, «arrivano i nostri» informa, agile, di vicende e protagonisti situati in una visione organica più ampia di quanto il titolo lasci supporre.
Lo fa da bel principio, ponendo la domanda «Perché una storia degli Indiani?». Girando la risposta a quell’Italia piccolo borghese, autarchica e meschina che va da Croce a D’Annunzio e al «filisteo europeo (che) crede di aver scoperto l’America con Cristoforo Colombo», citando Gramsci che quegli stessi tenevano in carcere.
Dario Paccino chiarì (lo chiarì allora!) che parlare dell’Indiano è parlare anche di noi e del nostro inconscio.
309 pagine di testo, 13 pagine di note e indici nella minuscola e preziosa stampa delle Edizioni Avanti (1956).
Uno scrigno con cinquecento anni di vicende. Anche divertenti, spiritose, varie come nella realtà, sempre documentate, poggiate sulle infamie di una conquista coloniale totalizzante e feroce.
Le ultime pagine del libro toccano proprio quella coda di Storia dell’Ottocento, forse oggi più in vista, discussa e dibattuta, che traghettò gli Indiani nel secolo successivo. E qua rivela i suoi quasi settant’anni. Ovviamente, essendo allora Dario Paccino solo antesignano di quel Sessantotto prodigo di “reperti” documentali e saggi dovuti all’irrompere dell’Indiano protagonista inaspettato nella nostra Storia. Ma sono settant’anni radicati nel tempo di un’Italia ben diversa e migliore di oggi.
Tenuto conto di ciò, se qualcuno volesse proporre la riedizione di «arrivano i nostri – storia dei pellerossa» raccomanderei di non avere paura del titolo: è perfetto. Perfetto perché non “politicamente corrotto (pardon) corretto”. Perfetto perché estraneo alla logica autoassolutoria: sì, abbiamo sterminato i Pellerossa, ma ora li chiamiamo “nativi d’America” e ci piangiamo sopra. Ora siamo buoni. Il ché ci autorizza a chiamare terroristi i palestinesi immaginando di ripeterci e domani chiamarli “nativi di Palestina”.
Da bravo europeo sulle prime mi ero meravigliato che l’American Indian Movement, si chiamasse così o che sui cartelli della “Marcia dei Trattati infranti” del 1972 i Pellerossa (sì, i Pellerossa) scrivessero a caratteri cubitali «I’M RED AND PROUD TO BE IT», burlandosi del nostro “politicamente corretto”, felici di esistere e resistere.
PROUD TO BE IT, come Dario Paccino.
Giorgio Stern è autore di «Tribù indiane, capitale, proletari nella storia del Nord America» (Zambon editore) del 2019 ma da poco ristampato e aggiornato: ne parleremo presto in bottega.
(*) L’idea di questa rubrica è di Giuliano Spagnul: «… una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Siamo partiti il 2 aprile (con Giuliano ovviamente) a raccontare Gunther Anders: «Essere o non essere». Poi L’epica latina: Daniel Chavarrìa (14 aprile) di Pierluigi Pedretti, «Poema pedagogico» di Anton Makarenko (30 aprile) di Raffele Mantegazza, «Il signore della fattoria» di Tristan Egolf (12 maggio) di Francesco Masala, «Chiese e rivoluzione in America latina» (26 maggio) di David Lifodi, «Teatro come differenza» di Antonio Attisani (9 giugno) ancora di Giuliano Spagnul e «Dizionario della paura» di Marcello Venturoli e Ruggero Zangrandi (23 giugno) di Giorgio Ferrari. Ci siamo dati una scadenza quattordicinale, all’incirca. Se qualcuna/o vuole inserirsi troverà le porte aperte. [db per la “bottega”]
ALCUNE PUBBLICAZIONI DELLA E SULLA RESISTENZA DEGLI INDIANI D’AMERICA
a cura del Centro di ricerca per la pace (di Viterbo)
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Alce Nero, «La sacra pipa», Rusconi, Milano 1986, 1993, pp. 192.
– Sherman Alexie, «Lone Ranger fa a pugni in paradiso», Frassinelli, 1995, pp. X + 230.
– Stephen E. Ambrose, «Cavallo Pazzo e Custer», Rizzoli, Milano 1978, pp. 600.
– Franz Boas, «Introduzione alle lingue indiane d’America», Boringhieri, Torino 1979, pp. 160.
– Bruno Bouchet (a cura di), «Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani», Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982, pp. 144.
– Dee Brown, «Attorno al fuoco. Racconti degli indiani d’America», Mondadori, Milano 1981, pp. 192.
– Dee Brown, «Seppellite il mio cuore a Wounded Knee», Mondadori, Milano 1972, 1977, pp. 480.
– George Catlin, Pellerossa. «Usi, costumi, vita nella prateria degli indiani d’America», Rusconi, Milano 1987, 1993, pp. 624.
– Mary Crow-Dog, Richard Erdoes, «Donna Lakota. la mia vita di Sioux», Tropea, Milano 1997, pp. 256.
– «Cultura planetaria: omologazione o diversita’? Il rapporto fra le popolazioni indigene del continente americano e l’occidente», Roma 1983, pp. 82.
– Raffaele D’Aniello, «Little Big Horn. Il popolo dei Sioux contro Custer», Erre Emme, Pomezia (Roma) 1995, 3 voll. per complessive pp. 736.
– Jaime de Angulo, «Racconti indiani», Adelphi, Milano 1973, Mondadori, Milano 1979, pp. 240.
– Vine Deloria jr., «Custer e’ morto per i vostri peccati», Jaca Book, Milano 1972, 1977, pp. 276.
– Raymond J. DeMaille (a cura di), «Il sesto antenato. I testi originali e gli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano» 1996, pp. VI + 504.
– Charles A. Eastman, «L’anima dell’indiano», Adelphi, Milano 1983, pp. 112.
– Figlio di Vecchio Cappello, «La sapienza dei Navaho», Rusconi, Milano 1978, 1994, pp. 400.
– Geronimo, «La mia storia», Rusconi, Milano 1988, 1993, pp. 208.
– Charles Hamilton (a cura di), «Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d’America», Feltrinelli, Milano 1956, 1960, pp. 368 (+ 12 tavole).
– Diana Hansen (a cura di), «Indiani d’America. Identita’ e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana», Savelli, Roma 1977, pp. 208.
– Lance Henson, «I testi del lupo / The Wolf Texts», Nottetempo, Roma 2009, pp. 92.
– Lance Henson, «Le orme del tasso / The Badger Tracks», Soconas Incomindios, Torino 1989, pp. II + 52.
– Helen Howard, «Capo Giuseppe», Rusconi, Milano 1988, 1995, pp. 340.
– Philippe Jacquin, «I pellerossa. Popolo delle praterie», Electa-Gallimard, 1993, pp. 192.
– Philippe Jacquin, «Storia degli indiani d’America», Mondadori, Milano 1977, pp. 208.
– Nancy Lurie (a cura di), «Donna Lupo di Montagna», Rusconi, Milano 1989, 1996, pp. 176
– Alice Marriott, Carol Rachlin, «Peyote», Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996, pp. 144.
– Peter Matthiessen, «Nello spirito di Cavallo Pazzo», Frassinelli, 1994, pp. XX + 348.
– Mildred P. Mayhall, «I Kiowa», Rusconi, Milano 1988, 1994, pp. 288.
– Edwin C. McReynolds, «I Seminole», Rusconi, Milano 1990, 1994, pp. 384.
– Franco Meli (a cura di), «Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea», Mondadori, Milano 1991, pp. XL + 280.
– Rita Melillo, «Tutuch (Uccello tuono)», Mephite, Atripalda (Av) 2004, pp. 256.
– «Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza», la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989, pp. 104.
– Nando Minnella, «Pascoli d’asfalto. Poesia & cultura degli indiani d’America», Rossi e Spera Editori, Roma 1987, pp. 88.
– Nando Minnella, Michele Morieri, «Indiani oggi. La Resistenza indiana: documenti e testimonianze». Con una “Guida ai campeggi nelle Riserve indiane”, Gammalibri, Milano 1981, pp. 296.
– «Miti e leggende degli indiani d’America», scelte e curate da Richard Erdoes e Alfonso Ortiz, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1989, Mondadori, Milano 1994, pp. 702.
– N. Scott Momaday, «Casa fatta di alba», Guanda, Milano 1979, pp. 208.
– John G. Neihardt, «Alce Nero parla», Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977, pp. 256.
– William W. Newcomb jr., «Gli indiani del Nord-America», Il Bagatto, Roma 1985, pp. 268.
– Walter Pedrotti, «Dal popolo degli uomini. Canti, miti, narrazioni, preghiere degli Indiani del Nordamerica», Demetra, Bussolengo (Vr) 1995, pp. 160.
– Red Eagle Woman (Carla Fornasari), «I pellerossa piccolo grande popolo», Emi, Bologna 1985, pp. 128.
– Jean-Louis Rieupejrout, «Storia degli Apache», Xenia, Milano 1988, pp. 372.
– Mari Sandoz, «Cavallo Pazzo», Rusconi, Milano 1978, 1993, pp. 512.
– Angelo Schwarz, «1854-1915 cronaca fotografica del genocidio delle nazioni indiane d’America», Priuli & Verlucca, Ivrea 1980.
– Edda Scozza, «Il coraggio d’essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti», Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996, pp. 192.
– «Scritti e racconti degli indiani americani», raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992, pp. 222.
– Dean Snow, «Gli Indiani d’America: archeologia e civiltà», Newton Compton, Roma 1979, pp. 222 (con un inserto fotografico di 48 pp.).
– Stan Steiner, «Uomo bianco scomparirai», Jaca Book, Milano 1977, 1994, pp. 296.
– Michael F. Steltenkamp, «Alce Nero, missionario dei Lakota», Mondadori, Milano 1996, pp. 224.
– James Welch, «Inverno nel sangue», Savelli, Roma 1978, pp. 158.
– Clinton A. Weslager, «Erbe e medicine magiche degli indiani del Nordamerica», Erre Emme, Roma 1994, pp. 192.
– Marion Wood, «Dèi e eroi della mitologia nordamericana», Mondadori, Milano 1982, pp. 132.
– Silvio Zavatti (a cura di), «Canti degli indiani d’America», Newton Compton, Roma 1977, 1993, pp. 98.
– Elemire Zolla, «I letterati e lo sciamano», Bompiani, Milano 1969, 1978, pp. XVIII + 400.
DUE NOTICINE DELLA “BOTTEGA”
In questi giorni il «Centro di ricerca per la pace» (di Viterbo) è impegnatissimo – vedi Leonard Peltier: lettera aperta a David Sassoli – nel chiedere al Parlamento Europeo «un persuaso e concreto impegno per la liberazione di Leonard Peltier»; per ricevere la newsletter quotidiana scrivere a: centropacevt@gmail.com
Qui abbiamo spesso ospitato poesie e scritti di Lance Henson, poeta e “capo spirituale” del popolo che di solito viene chiamato Cheyenne, ma anche le recensioni di alcuni suoi libri; l’ultimo si intitola «Voyager for the Cheyenne» (pubblicato l’anno scorso da Mauna Kea editore) e colpevolmente non ne abbiamo ancora scritto. Da tempo Henson abita a Bologna; se vi interessa contattarlo la “bottega” sarà ben felice di fare da ponte.
Ho avuto la fortuna nella primavera dell’anno scorso, in pieno confinamento, di leggere questa opera prima di Dario Paccino, che è un vero e proprio capolavoro .Se non ricordo male, ma forse Sirio potrebbe confermare, fu Gianni Bosio a chiedere a Dario di cimentarsi su quel tema per le Edizioni Avanti, quando sia il Psi che il Pci avevano una loro autonoma politica culturale ed editoriale. Grazie a Giorgio Stern per la bella recensione.