ascoltando radio carcere dai CPR

Una lettera dalla Puglia. L’appuntamento del 18 dicembre a Milano. Poi scoprite perchè i migranti fanno arrabbiare Alessandro Ghebreigziabiher. A chiudere una piccola ma accaloratissima nota della “bottega” che vi dà 4 consigli per restare informati e umani. 

Al Sindaco di Bari

Al Presidente della Regione Puglia

Al Direttore Generale Asl Bari

Al Direttore Dipartimento prevenzione Asl

Al Giudice di Sorveglianza del Tribunale di Bari

Alla Rete Nazionale nocpr

Non imiteremo quei cittadini tedeschi che dopo il 1945 interrogati sui lager hanno detto “non sapevamo niente” ; spesso si abusa nel proporre similitudini insostenibili ; è successo per l’ennesima volta anche di recente; vogliamo essere chiari dunque : nessuna analogia tra CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) e genocidio ma la forza del meccanismo della “associazione di idee” aumenta in questo “caso”  in cui comunque la esistenza stessa del CPR si configura come una aperta violazione dei diritti costituzionali e della dignità delle persone; definire i CPR un luogo in cui vengono praticati “trattamenti disumani e degradanti” pare persino un eufemismo.

Sta di fatto che sintonizzarsi su RADIO CARCERE è possibile per tutti compreso il Sindaco di Bari e il presidente della Regione Puglia e certamente i due esponenti istituzionali citati hanno avuto possibilità di ascoltare la testimonianza di Osvaldo (giovedì sera 1° dicembre 2022) persona proveniente dall’Ecuador oggi ristretto nel CPR di Bari perché ,  giunto in Italia nel 1999,  oggi si trova sprovvisto di permesso di soggiorno; un “sans papier”  secondo la elegante definizione francese; definizione elegante ma sostanziale perché a queste persone , in effetti, manca solo …un pezzo di carta per non essere espulse! Sta di fatto quello che Osvaldo racconta dall’interno del CPR: “spedito” a Bari in quanto “non c’era posto a Milano e Torino”; docce rotte; turche inagibili; si vive nella sporcizia ; senza lenzuola , al freddo; frequenti azioni autolesioniste ( persone per esempio che bevono detersivi o fanno “di peggio” ); detenuti privati di lacci e cinture (una politica di prevenzione del suicidio e dell’autolesionismo solo  di tipo custodialistico!) ; privati ovviamente di lamette e di smartphone (meglio non fotografare perché non si conoscano fuori le vere condizioni interne ) ; pare che le ambulanze non entrino e risulta che una dottoressa , dopo un breve periodo di lavoro, sia andata via perché “non sopportava di vedere…”; ad ogni modo la intera testimonianza di Osvaldo è disponibile negli archivi di Radio carcere/radio radicale (https://download.radioradicale.it/20221201_21.01.42.mp3 dal minuto 7′ in poi)

Gli osservatori esterni (operatori socio-sanitari o giornalisti) e anche ovviamente i reclusi ritengono che “il CPR sia peggio del carcere” ; se già per la gestione delle carceri l’Italia è stata “bocciata” più volte dalla UE cosa succederebbe se la UE dovesse pronunciarsi sui CPR?

Non che le carceri pugliesi siano in condizioni “accettabili”; è che alla condizione di inaccettabilità, che comunque traspare anche all’esterno da informazioni e testimonianze, si associa pure la scarsa o nulla trasparenza; abbiamo reiteratamente chiesto – senza mai ottenere risposta – di accedere ai rapporti semestrali Asl riguardanti le carceri di Turi e di Bari;

Pare dunque paradossale ma tuttavia è realistico chiedere :

che il monitoraggio semestrale delle condizioni carcerarie da parte della Ausl (previsto dall’articolo 7 della legge di riforma penitenziaria  354/1975  e di cui , appunto, non siamo riusciti a sapere nulla per Turi e Bari) venga immediatamente esteso al CPR di Bari Palese e a tutti i CPR italiani.

Non si può infatti , se non in spregio alla Costituzione repubblicana , sostenere che i CPR NON SONO CARCERI o prendere atto, finalmente,  che di carceri si tratta, e con questo “legittimare” una grave discriminazione tra persone , particolarmente insopportabile in quanto basata, sostanzialmente, anche sulla nazionalità di provenienza.

Dunque la nostra proposta e richiesta pressante è:

Il Sindaco e il Presidente della Regione dispongano immediatamente un sopralluogo della Asl di Bari nel CPR ai sensi dell’art.11 della legge 354/1975 (il medico provinciale visita ALMENO DUE VOLTE ALL’ANNO…);

LA STORIA DELLA SANITA’ PUBBLICA CI DICE CHE LA NORMA DEL 1975 NON E’ UNA “NOVITA” ; GIA’ NELL’OTTOCENTO I PENITENZIARI ERANO VISITATI PERIODICAMENTE DALL’UFFICIALE SANITARIO…  VOGLIAMO TORNARE INDIETRO?

Ovviamente chiediamo che le “visite” siano estese e includano dunque tutti i siti nei quali si esercitano pratiche di privazione o limitazione della libertà: carceri, strutture psichiatriche per trattamenti sanitari obbligatori, REMS- residenze per la esecuzione delle misure di sicurezza (che in Puglia sono tre) , celle delle questure, eventualmente, dove necessario,  residenze per anziani.

Queste “visite”, che devono evolvere dalla pratica della osservazione a quella ispettiva , NON RISOLVERANNO I PROBLEMI E LE CONTRADDIZIONI MA COSTITUIREBBERO UN CONTRIBUTO AL PERCORSO NECESSARIO PER GARANTIRE A TUTTI , A PRESCINDERE ANCHE DAL PAESE DI PROVENIENZA, I FONDAMENTALI DIRITTI UMANI E COSTITUZIONALI.

Grazie della vostra attenzione, rimaniamo in attesa di riscontro e di dialogo.

Gino Stasi, Associazione Salute pubblica

Andrea Tenore, Mesagne Bene Comune

Vito Totire, Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria “Francesco Lorusso”

 5.12.2022

 

 

 

SCONFINIAMO! Mobilitazione contro le politiche razziste e repressive – Milano, 18 dicembre  ore 20.30

Ci siamo! Abbiamo annunciato la data in cui ci mobiliteremo e scenderemo in piazza con tante altre realtà antirazziste..

 

Qui l’evento Facebook: SCONFINIAMO! Mobilitazione contro le politiche razziste e repressive : invita e condividi tra i tuoi contatti!

In quest’ultimo trovate anche l’elenco delle rivendicazioni  e quello delle realtà che finora le hanno elaborate e sottoscritte partecipando al percorso che abbiamo avviato.

SCONFINIAMO!

Mobilitazione contro le politiche razziste e repressive – Milano, 18 dicembre 2022

Chi crede nel diritto di tutte e tutti di vivere in una società senza confini, che accolga le persone indipendentemente dalle origini, dalla condizione economica, sociale e fisica, oggi non può restare immobile ad assistere all’applicazione di norme ingiuste e discriminatorie, strumenti che l’attuale governo si è ritrovato in consegna e fa propri, frutto di decenni di trasversali politiche razziste e repressive in materia di immigrazione e anche di gestione del dissenso.

💥 E’ ora di “sconfinare”, sabotare e abolire i confini, materiali ed ideali, che negli anni hanno assunto mille volti, ma che da sempre producono morte e sofferenza, separano terre e persone, negano i diritti fondamentali.

🔶 “SCONFINIAMO!” per abolire i trattati segreti che producono lager, violenze e discriminazioni.

Torture e violenze fisiche e psicologiche sono all’ordine del giorno ai confini della Fortezza Europa, frutto di accordi segreti con governi antidemocratici come quelli di Turchia, Libia e Tunisia, accordi che portano anche la firma di Minniti e Lamorgese, che prevedono fiumi di denaro per trattenere ad ogni costo (anche in termini di diritti umani) chi fugge da guerre, dittature, cambiamenti climatici, spesso conseguenze di politiche europee predatorie che perseguono nuove forme di colonialismo.

🔶“SCONFINIAMO!” contro la criminalizzazione della solidarietà e delle ONG.

Le politiche di contrasto all’immigrazione dal sud globale hanno reso il Mediterraneo una fossa comune: dai porti chiusi, ai “taxi del mare”, al Codice di condotta del Ministro Minniti, all’accoglienza differenziata, arrivando oggi ai “carichi residuali” degli “sbarchi selettivi” di Piantedosi. Mentre l’agenzia Frontex ha legittimato la violenza di tutte le polizie europee ai confini, con una particolare ferocia sulla rotta Balcanica.

🔶“SCONFINIAMO!” contro i luoghi dei sequestri di Stato.

Hotspot, CARA, navi quarantena, CPR e gli stessi centri di accoglienza, fatiscenti, sovraffollati, privi dei servizi necessari, veri e propri luoghi di alienazione, che diventano parte di un sistema repressivo che priva le persone della propria dignità, alimentando disagio sociale.

🔶“SCONFINIAMO!” per la regolarizzazione generalizzata di tutt*.

Abbiamo assistito al ripetersi di sanatorie centellinate ogni dieci anni che si rivelano vere e proprie beffe, lasciando le vite di lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie in sospeso per anni. Le sanatorie sono una toppa peggio del buco, fondate come sono, sul riconoscimento della persona solo in ragione della propria forza lavoro, negando i legami costruiti nel tempo e circoscrivendo opportunità ai settori lavorativi meno qualificati utili alla nostra economia. Queste sanatorie non sono la risposta!

🔶“SCONFINIAMO!” per la libertà di movimento.

L’impianto normativo che regola le leggi sull’immigrazione produce volutamente “clandestinità”, favorisce lo sfruttamento del lavoro nero e il caporalato, sottoponendo le persone ad un continuo ricatto e privandole nei fatti del diritto ad una vita e ad un alloggio dignitoso; ne sono una conseguenza le baraccopoli delle campagne agli insediamenti abusivi ai margini delle metropoli. Le migrazioni costituiscono un fenomeno strutturale e inarrestabile; impedire nei fatti, con la pretesa di “gestire i flussi”, l’acquisizione di un titolo di soggiorno, attraverso anche lo svuotamento del diritto di asilo e la demonizzazione delle migrazioni economiche di chi fugge “solo” dalla fame e dalla povertà, è il segno dell’incapacità di visione della politica di fronte ad una sfida globale.

🔶“SCONFINIAMO!” per l’accesso effettivo alla protezione internazionale per tutt*.

Tra chi ha diritto alla protezione internazionale, almeno sulla carta, ci sono ogni anno in Europa e in Italia migliaia di persone che lasciano il proprio Paese a causa di persecuzioni e leggi repressive e oscurantiste. In casi come quelli delle donne vittime di violenza, delle persone LGBTIQ+ vittime di discriminazione, delle giovani coppie con figli e dei minori non accompagnati, anche nella stessa Milano che pretende di essere all’avanguardia dei diritti civili, le modalità di accesso alla procedura per la richiesta di asilo e l’organizzazione dei percorsi e degli spazi di accoglienza non sono in grado di rispondere alle loro specifiche esigenze mediche, relazionali e sociali, disattendendosi così le norme fondamentali anche stabilite a livello internazionale. Le stesse barriere, anche fisiche, ostacolano i pieni diritti di chi è disabile o portatore di disagio psichico, sempre più dilagante.

🔶“SCONFINIAMO!” per una piena cittadinanza di chi nasce, cresce e vive in Italia.

La realtà di un paese in continua trasformazione da oltre trent’anni sfida l’ipocrisia dei continui annunci di una legge sullo ius soli. Quasi il 25% della popolazione residente a Milano è di origine straniera, meno del 5% ha diritto di esprimere i propri rappresentanti perchè anche quando ci sono i numeri in parlamento, non è mai “il momento giusto” !

🔶“SCONFINIAMO!” per la chiusura definitiva di tutti i Centri di Permanenza per il Rimpatrio.

Sono 10 i CPR aperti nel corso degli ultimi anni e sono veri e propri lager nostrani, compreso quello di via Corelli a Milano, in cui le persone vengono trattenute in condizioni vergognose, senza aver commesso alcun crimine. La detenzione amministrative per le persone migranti ha una storia lunga che dalla legge Turco-Napolitano, passando dal Viminale di Minniti, Salvini e Lamorgese, ha causato oltre trenta morti di Stato. All’interno dei CPR sono legittimate continue e ripetute violazioni dei diritti umani, detenzioni e deportazioni contrarie ad ogni convenzione internazionale, a danno di persone che pagano sulla propria pelle l’impossibilità di ottenere e mantenere un permesso di soggiorno con l’attuale legislazione.

🔶“SCONFINIAMO!” per l’accesso ai diritti fondamentali per tutt*.

Le politiche nazionali e locali discriminano nell’accesso ai servizi e ai diritti fondamentali, fra tutti il diritto alla casa, alla salute e allo studio, determinanti per garantire alle persone una vita degna. L’ostacolo è la previsione di requisiti come la cittadinanza, la residenza, un certo livello di reddito, la disponibilità di un permesso e di un lavoro a tempo indeterminato, il riconoscimento dei titoli di studio, l’assenza di efficaci interventi contro le discriminazioni e per l’inclusione sociale, di politiche per l’abitare dirette ai ceti più poveri. Questo determina nei fatti una condanna alla marginalità.

🔶“SCONFINIAMO!” contro la retorica della sicurezza e del decoro e la repressione del dissenso.

La progressiva erosione dei diritti alle libertà personali e di movimento, portata avanti attraverso il subdolo binomio sicurezza – immigrazione e grazie a strumenti e provvedimenti quali taser, daspo, detenzione amministrativa, inasprimento dei reati di blocco stradale, occupazione di terreni ed edifici, norme “antipiazza” e da ultimo l’ipocrita norma “antirave”, crea pericolose eccezioni ai diritti di tutte e di tutti e introduce strumenti repressivi generalizzati, che puntualmente colpiscono sempre chi è fragile o diverso o chi semplicemente dissente: un’opera iniziata dai decreti del “decoro” di Minniti, perfezionata nei decreti-sicurezza Salvini lasciati intatti da Lamorgese, consegnati pronti a Piantedosi nelle mani del nuovo governo fascista.

🔶 “SCONFINIAMO!” oltre la favola di Milano città modello di accoglienza.

Negli ultimi anni è evidente l’aumento del numero delle persone che vivono in strada, così come la crescita delle condizioni di vulnerabilità e di disagio sociale, economico e psicofisico delle persone, che siano immigrate, o italiane, e la risposta è e rimane emergenziale: emergenza freddo, emergenza profughi, emergenza abitativa.

La bugia della favola dell’accoglienza non regge neanche a Milano; anche qui le scelte politiche, facendosi scudo di falsi temi quali legalità e sicurezza, negano diritti fondamentali e in primo luogo la residenza a chi vive stabilmente in città in condizioni di fragilità (senzatetto, occupazioni abitative, persone migranti, spesso anche se con permesso) e si appellano a pretesti come la competenza territoriale per limitare l’accesso ai dormitori a chi è di passaggio; tollerano e avallano le modalità d’intervento degradanti degli uffici immigrazione e della polizia locale, così come la deportazione di persone innocenti e le pessime condizioni di reclusione di cui sono vittime solo perchè straniere.

🔷

Vi invitiamo a “sconfinare” insieme: contro la violenza delle frontiere e del pregiudizio, contro chi alimenta la paura dello “straniero” o del “diverso”, contro chi demonizza il dissenso, vero indice della qualità di una democrazia.

Non vogliamo una città e una società che discriminino per l’accesso ai diritti fondamentali.

Vogliamo servizi accessibili per tutte e tutti, con e senza permesso di soggiorno, cittadinanza italiana, o residenza!

Vogliamo una società che permetta a tutte le persone che ne fanno parte, con o senza documenti, di viverla da cittadin* senza relegarle ai margini!

🔴 “SCONFINIAMO!”

In occasione della #AbolishFrontex week e della Giornata Internazionale delle Persone Migranti.

L’appuntamento è per il

📌18 dicembre ore 14:30
a Milano, piazza Duca d’Aosta

 

/// Solo numeri 

“Solo numeri, siamo solo numeri per loro.”

Nel CPR, anche in quello di Milano, la tragica finzione è che non siano trattenute persone, ma numeri, cose. Tanto non le si vede, sono chiuse dietro porte di ferro oltre le quali non entra nessuno mai: solo per il tempo strettamente necessario per appoggiare sul tavolo più vicino alla porta le vaschette con il cibo o per soccorrere l’ennesimo tentato suicida. Le si sente però, sì che le si sente. Continuano ad urlare.

“1198, è il tuo turno per la terapia”, “1072, domani avrai udienza”, e via dicendo, gridano gli operatori e gli agenti da fuori, al di là delle grate.

Il pensiero va inevitabilmente ad altre detenzioni e ad altre deportazioni su base etnica, che si pensava essersi messi definitivamente alle spalle.

Intanto, siamo arrivat* già a superare il numero 1200… Oltre 1200 persone passate dal lager-inferno del CPR di Milano.

Qualcuno dice che in qualche cella c’è ancora il 9XX, una persona buttata lì da cinque mesi, oltre il massimo previsto anche per i tunisini, che sono quelli più disgraziati per i quali – grazie anche ai trattati milionari a firma Lamorgese e alla enorme ipocrisia secondo la quale la Tunisia sia ancora un “paese sicuro” – il trattenimento è più lungo e il trattamento legale è il peggiore, presumendosi che la loro domanda di asilo non sia genuina.

https://www.facebook.com/…/a.36021428…/1295156074389229/

Per una assurda beffa, se si è così “fortunati” da essere informati sui propri diritti (certo non dall’amministrazione: non esiste la figura dell’informatore legale, per la quale il gestore è pagato; e con la scusa degli incendi, gli opuscoli informativi non vengono consegnati), qualcuno arriva a presentare domanda di asilo all’interno del CPR, e questo comporta il trattenimento anche fino ad un anno. Se sei Tunisino, si presume anche che la tua sia una finta e le prove da dare per dimostrare il contrario sono impossibili.

Giorni infiniti di sedativi, di alienazione, di continue risse per motivi futili e di rabbia e disperazione per non vedersi riconoscere quei pochi diritti che si avrebbe almeno sulla carta. Almeno quello alla salute.

Nelle foto, oltre al tesserino tipo consegnato all’ingresso, che riporta in fondo il numero- marchio a fuoco, l’immagine di un ragazzo sentitosi male in bagno, forse per una crisi epilettica, e quella di un ragazzo che ha dovuto praticarsi diversi tagli per poter essere portato in infermeria (totalmente sprovvista) ed essere visitato per un suo problema di salute scoperto nel corso del trattenimento. Non è stato abbastanza fortunato: i tagli non sono stati giudicati abbastanza profondi per convincere il gestore ad esporsi nuovamente con l’ennesimo accesso in pronto soccorso. Quindi niente cura per i taglie e niente cura per il suo disturbo

Davanti a tutto questo Milano tace.

Anche la Milano “progressista”: dopo aver mormorato qualcosa sotto i baffi, poi, neppure più una parola, non è convenuto più esporsi. Si è preferito nascondersi dietro il mantra “sicurezza e legalità”. Come se questo, come sono trattate queste persone, fossero sicurezza e legalità.

💥Milano ha bisogno di uno scossone, e siamo pront* a darglielo.

QUI il nostro post da condividere.

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I migranti mi fanno arrabbiare

di Alessandro Ghebreigziabiher (*)

C’era una volta un uomo.
Un uomo
comune, niente di particolarmente originale o eccentrico. Il classico cittadino medio che ha un’opinione su tutto e tutti, estremamente condivisa dai più, soprattutto laddove si illuda di essere impopolare, anti sistema, anti politica e contro il pensiero unico.
L’uomo comune, tutt’altro che speciale nel suo genere, viveva
solo in una casa solitaria, seppur ammobiliata a dovere e dotata di tutti i comfort, in una località altrettanto isolata dal resto del mondo.
Nondimeno, trattasi di dettaglio trascurabile da quando
internet – ma tu leggi pure i social network per coloro che non ci riescono proprio a scorgere la differenza – ha ormai raggiunto anche i luoghi più alienati dai rumori delle più affollate comunità.
Dal suo punto di vista, il nostro si sentiva assolutamente
dentro il mondo. Gli bastava accendere il cellulare, ancora prima che il computer o la tv, e le risposte di cui aveva bisogno, senza neppure prendersi la briga di conoscerne le domande, giungevano direttamente nella sua pancia dalla bacheca virtuale senza passare dal cervello, oltre che dal via.
Così, come molti della sua specie, l’uomo aveva nel tempo sviluppato, alimentato e accresciuto un
odio viscerale nei confronti degli immigrati, soprattutto quelli africani.
Ora, come s’è detto, viveva solo, in una casa e un paesino ugualmente isolati. Indi per cui, oltre che tramite
immagini e video, davvero di rado aveva incontrato nella sua vita una persona migrante, proveniente dall’Africa o meno. Ma il risultato era lo stesso, alla stregua di una quantità straordinaria di simil creature alla disperata ricerca di un nemico da detestare, meglio se immaginario, giacché il delirio può avere una data di scadenza illimitata finché rimanga tale.
Tuttavia, non è affatto facile vivere a lungo con la rabbia nel cuore, soprattutto non potendo sfogarla realmente, ma soltanto vomitando bile e veleno nella fogna dei commenti sul web.
L’uomo
pregò, quindi. Implorò divinità buone o cattive, ululò alla luna e urlò alle stelle, e infine qualcuno rispose.
“Dimmi” disse una voce nel buio della sua stanza proprio la vigilia di Natale. “Come posso aiutarti?”
Il protagonista di questo breve racconto era talmente ansioso di liberarsi di quel peso che mise da parte ogni scampolo di razionalità ed espresse il suo desiderio: “
Voglio che i migranti africani non esistano più.”
“Perché?”
“Perché mi fanno tanto
arrabbiare.”
“Non posso farlo, non mi è possibile eliminare le persone dalla faccia dalla terra. Questo lo fate già voi e anche con grande professionalità. Ciò che sono in grado di fare è
cambiare le vostre scelte passate, cosa che voi non potete. Quindi, se ti può interessare, farò in modo che i migranti africani non avranno alcuna voglia o ragione di arrivare sulle vostre coste o i vostri confini. Che ne dici? È un po’ come cancellarli dalla tua vita, non credi?”
L’uomo trovò ragionevole la proposta e accettò, e allora la voce nell’oscurità gli promise che al risveglio il suo desiderio sarebbe stato esaudito.
All’indomani, intorno all’alba, l’uomo si svegliò tutto
infreddolito e rattrappito nel suo letto. La casa e tutto ciò di cui era fatta erano scomparsi, così come la sua auto e anche la bici che teneva nel ripostiglio, perché pure quest’ultimo si era dissolto.
Come un matto, a rischio di morire assiderato balzò giù dal letto per cercare la sua cassaforte, dove teneva preziosi e roba di valore. Ma se era scomparsa la casa così era stato per tutte le stanze e ciò che contenevano. Con il cuore che batteva impazzito tornò sui suoi passi per chiamare qualcuno, la forza pubblica o roba simile, ma il comodino era assente, così come il cellulare, lo stesso per il computer, la tv a schermo piatto, tutti gli elettrodomestici, l’impianto elettrico e soprattutto quello di riscaldamento o
rinfrescamento a seconda delle stagioni o mezze tali.
L’uomo era
solo e stavolta la cosa era da prendere straordinariamente alla lettera.
Così, pregò a squarciagola gli dei benigni e quelli malvagi, berciò alla luna malgrado fosse andata da tempo a riposare, si lamentò con le stelle ovunque si trovassero, e alla fine la voce rispose dal nulla: “Dimmi, amico, come posso aiutarti?”
“Dimmi tu!” gridò l’uomo. “Dove sono finite la mia casa e le mie cose?”
“La
tua casa e le tue cose? Io ho esaudito il tuo desiderio. Ho fatto sì che i migranti africani non abbiano più alcuna voglia o motivi per venire da voi. Ma come credi che avresti potuto avere tutto ciò che avevi se le vostre nazioni non avessero saccheggiato il continente africano nei secoli passati sino a ora? Petrolio e gas, metalli e minerali di ogni tipo, oro e diamanti, per non parlare dei profitti del traffico e dello sfruttamento di esseri umani, schiavi ieri, schiavi oggi. Grazie alla tua richiesta, oggi l’Africa non è solo una terra piena di ricchezza ma è anche un continente ricco. Diciamo pure il più ricco. Mi dispiace per te, dico per dire, ma la pacchia è finita.”
E fu così che l’uomo iniziò sul serio e con tangibili motivi a essere arrabbiato con i migranti africani…

(*) ripreso da Storie e Notizie

LA “BOTTEGA” RICORDA che in mezzo alla martellante disinformazione su migranti, profughi, razzismi e su chi ci s/governa esiste un luogo dove vengono date notizie (sia buone che cattive) non inventate e che ospita riflessioni di persone davvero rare perchè attaccano la bocca (o il mouse) al cervello: questa “isola felice” si chiama https://comune-info.net/ e in particolare lo spazio https://comune-info.net/benvenuti-ovunque. Perciò se possiamo darvi 4 consigli: guardate lì, iscrivetevi, fate girare e sostenete.

 

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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