Il finanziamento dei combustibili fossili in Africa

di Isabelle Geuskens (Milieudefensie), Henrieke Butijn (BankTrack)

Il panorama dei combustibili fossili in Africa

Il messaggio degli scienziati è chiaro e allarmante: la finestra d’azione per rimanere entro 1,5ºC dal riscaldamento globale e per prevenire eventi climatici ancora più catastrofici si sta restringendo rapidamente.
La gravità dell’emergenza climatica è stata instancabilmente gridata per decenni dalle comunità indigene e da quelle in prima linea e gli impatti della crisi climatica diventano ogni giorno più evidenti. Ciò vale in particolare per i paesi africani, che già risentono in modo sproporzionato degli effetti del cambiamento climatico. Eppure il continente è anche sede di un numero crescente di progetti di sviluppo dei combustibili fossili che ci guidano ulteriormente verso il cambiamento climatico e danneggiano le comunità locali e l’ambiente.
Questi progetti sui combustibili fossili operano con il sostegno finanziario di tutto il mondo. Questo continuo sostegno finanziario per i progetti sui combustibili fossili in Africa non solo aggraverà il cambiamento climatico e gli impatti ambientali e comunitari dannosi, ma rischia anche di legare i paesi africani ai combustibili fossili e di impedirgli di fare un salto tempestivo verso le energie rinnovabili.
Questo blocco ha in effetti gravi rischi economici, sociali e politici, che minano ulteriormente la resilienza dei paesi africani per affrontare gli impatti sproporzionati dei cambiamenti climatici.
L’obiettivo del presente dossier è quello di mostrare l’entità delle finanze pubbliche e private che sono confluite nell’industria dei combustibili fossili in Africa occidentale, centrale, orientale e meridionale nel periodo tra il 2016, l’anno in cui l’accordo di Parigi è entrato in vigore, e la fine di giugno 2021.
Indaga sia il finanziamento diretto per i progetti sui combustibili fossili, sia il finanziamento generico delle società di combustibili fossili con operazioni significative nella regione, come fornito da banche commerciali, istituti di finanziamento allo sviluppo e agenzie di credito all’esportazione (ECA). Inoltre, la relazione evidenzia le istituzioni finanziarie private e pubbliche più responsabili di questi flussi.
Come dimostra il dossier, una parte sostanziale di questo sostegno proviene dal Nord globale, con gli importi più elevati provenienti da istituzioni finanziarie con sede negli Stati Uniti e in Europa, seguiti da istituzioni finanziarie con sede in Cina e in Giappone. Mentre le istituzioni finanziarie private e pubbliche in questi paesi sono desiderose di presentarsi come finanziatori della transizione, soprattutto a casa loro, la maggior parte di loro continuano a versare miliardi di dollari per lo sviluppo e l’espansione dei combustibili fossili in Africa (1).
Il dossier sostiene che, invece di continuare a sostenere l’industria dei combustibili fossili in Africa, le istituzioni finanziarie pubbliche e private possono e devono svolgere un ruolo nel sostegno di una giusta transizione e di un futuro incentrato sulle persone per l’Africa. Una transizione giusta può essere definita come un passaggio da un’economia estrattiva basata sui combustibili fossili a un’economia rinnovabile rigenerativa, affrontando nel contempo le disuguaglianze economiche e sociali esistenti e impiegando principi di inclusività, trasparenza e democrazia.

Produzione ed espansione dei combustibili fossili

Da quando l’Accordo di Parigi è entrato in vigore nel 2016, le imprese del settore dei combustibili fossili, molte delle quali provenienti dal continente africano, hanno ampliato le loro operazioni in Africa, con il continuo sostegno di istituzioni finanziarie pubbliche e private. Secondo la nostra ricerca, il periodo tra il 2016, l’anno in cui l’accordo di Parigi è entrato in vigore, e la fine di giugno 2021 ha visto 782 progetti in funzione o in costruzione legati ai combustibili fossili in Africa occidentale, orientale, centrale e meridionale (2), e altri 111 progetti annunciati.Nello stesso periodo ci sono stati anche 71 progetti accantonati. Tuttavia, i progetti interrotti in seguito al crollo del prezzo del petrolio e durante la pandemia della COVID 19 potrebbero tornare a essere redditizi in futuro.(3)
Infatti, la domanda di combustibili fossili ha già ripreso a crescere e ha persino superato i livelli pre-COVID-19. (4)
I paesi con il maggior numero di progetti sono rappresentati nella figura 1. (5)

 

 

L’industria dei combustibili fossili non ha alcuna intenzione di smantellare la produzione in queste regioni.
Al contrario, un rapporto di Oil Change International (OCI), The Sky’s Limit Africa: Il caso di una giusta transizione energetica dalla produzione di combustibili fossili in Africa, dimostra che l’industria prevede di investire altri 1,4 trilioni di dollari per esplorare e sviluppare nuovi progetti di sviluppo del petrolio e del gas in Africa entro il 2050. (6) Nonostante un declassamento della produzione, rimangono in vigore per i prossimi tre decenni i piani per l’estrazione di 69 miliardi di barili di petrolio, 335 trilioni di piedi cubi di gas (l’equivalente di 56 miliardi di barili di petrolio), e 5,8 miliardi di tonnellate di carbone.
Si prevede che oltre il 90 per cento dell’espansione dell’estrazione di petrolio e gas in Africa avvenga in 16 paesi: Nigeria, Algeria, Libia, Egitto, Mozambico, Angola, Repubblica del Congo, Mauritania, Tanzania, Ghana, Guinea equatoriale, Sud Africa, Senegal, Gabon, Uganda ed Etiopia.
Molti dei paesi in cui l’espansione prevista avrà luogo sono i cosiddetti “nuovi paesi”, con poca o nessuna estrazione corrente di petrolio e gas. Questi paesi sono particolarmente a rischio di essere bloccati nella dipendenza dai combustibili fossili. Ciò include molti dei paesi descritti nella presente relazione – tra cui Mozambico, Uganda e Senegal. Quando si tratta di carbone, l’87% della produzione nei prossimi due decenni si prevede che si svolgerà in Sud Africa, con alcune nuove miniere previste in Mozambico, Zimbabwe e Botswana.(7)
I progetti di estrazione di petrolio e gas costituiscono la maggior parte dei progetti legati ai combustibili fossili trattati nella presente relazione, seguiti da progetti per centrali a carbone (vedi tabella 1). Si prevede che gran parte dell’espansione dell’industria dei combustibili fossili in Africa sarà nel settore del gas, a seguito delle scoperte di gas nell’Oceano Indiano al largo delle coste del Mozambico e della Tanzania, nell’Oceano Atlantico vicino al confine tra Senegal e Mauritania, e altrove. Inoltre, ci si attende che gli sviluppi del petrolio e del gas si verifichino sempre più in aree remote e offshore più rischiose, comprese le zone di acque profonde, e che si faccia sempre più ricorso a metodi non convenzionali come il fracking. (8)

La proprietà è concentrata in paesi al di fuori dell’Africa

I 964 progetti legari ai combustibili fossili oggetto della presente relazione sono di proprietà o sostenuti da 406 imprese. (9)
La maggior parte dei progetti sono gestiti da società con sede al di fuori dell’Africa, il che significa che i profitti defluiscono dall’Africa. Questi includono aziende del Nord Globale, come TotalEnergies, Eni, Chevron, ExxonMobil, Shell, BP, Equinor, Perenco e Marathon Oil, e società cinesi come China Petroleum & Chemical Corporation (Sinopec), China National Offshore Oil Corporation (CNOOC) e China National Petroleum Corporation (CNPC). Le società africane dei combustibili fossili coinvolte nel maggior numero di progetti sono quelle di determinati paesei produttori, tra cui l’Eskom dal Sud Africa, la Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC), la Nigerian Petroleum Development Company (NPDC), Sonangol dall’Angola, Ghana National Petroleum Corporation, e Société Nationale des Pétroles du Congo (SNPC). (10)
Ci si aspetta che proprietà rimanga concentrata nelle mani di aziende non africane, con il controllo da parte di imprese europee, asiatiche e nordamericane del 61% della produzione prevista in Africa dal 2020 al 2050, rispetto 33% controllata da imprese africane.
Solo quattro aziende, TotalEnergies, Eni, ExxonMobil e BP, dovrebbero essere responsabili del 30% dell’espansione prevista.(11)

Ineguaglianze che minano la resilienza dell’Africa

Molti finanziatori pubblici e privati, compagnie del settore dei combustibili fossili e governi giustificano il loro continuo sostegno ai progetti riguardanti i combustibili fossili affermando che stanno contribuendo allo sviluppo dell’Africa.(12)
Al contrario, la realtà mostra un quadro diverso. Nonostante le sue enormi risorse di combustibili fossili, l’Africa rimane il continente più afflitto dalla povertà energetica. La povertà energetica può essere definita come una mancanza di accesso domestico all’elettricità e a sistemi per cucinare puliti (ad es. combustibili e stufe che non causano inquinamento dell’aria nelle case). (13)
Degli 800 milioni di persone al mondo che vivono nella povertà energetica, 600 milioni vivono nel continente africano. Inoltre, 900 milioni di persone in Africa si affidano ancora alla biomassa tradizionale per cucinare, con gravi impatti ambientali e sulla salute come conseguenza, soprattutto per le donne.(14)
Anche i paesi con alti livelli di produzione di combustibili fossili spesso non forniscono un migliore accesso all’energia ai loro cittadini. Ad esempio, la Nigeria, ricca di petrolio, il più grande esportatore africano di combustibili fossili, ha il più grande deficit di accesso all’energia al mondo.(15)
Nel 2019, dopo oltre 65 anni di esplorazione petrolifera, solo il 55% dei nigeriani aveva accesso all’elettricità .(16)
Nonostante questo immenso problema di povertà energetica, quasi tutta la produzione attuale di petrolio, gas e carbone nel continente africano è destinata all’esportazione, non all’uso domestico, e questo non dovrebbe cambiare secondo le proiezioni attuali.
Mentre esistono numerose proposte per nuovi gasdotti, porti, impianti di liquefazione del gas e altre infrastrutture destinate a facilitare l’esportazione, ci sono solo alcuni progetti che mirano a costruire gli impianti e le infrastrutture necessarie per la produzione di energia elettrica o per il combustibile per uso domestico. (17)
Le riserve africane di combustibili fossili non vengono utilizzate per affrontare la povertà energetica dell’Africa.
L’argomento secondo il quale i combustibili fossili portano lo sviluppo non solo contraddice la realtà, ma ignora anche l’evidenza che le alternative basate sulle rinnovabili possono fornire una fonte di energia più economica, accessibile, inclusiva e affidabile rispetto ai combustibili fossili. (18)
Inoltre, gli ingenti investimenti nel settore dei combustibili fossili stanno minando l’enorme potenziale delle energie rinnovabili in Africa. Secondo Carbon Tracker, il continente africano ha il 39% del potenziale mondiale di energia rinnovabile.(19)
Tuttavia, secondo le informazioni di Energy Monitor, la maggior parte della capacità di produzione dell’energia eolica e solare che dovrebbe entrare in funzione nella regione dell’EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) entro il 2030 sarà collocata in Europa.
I piani di sviluppo vedono solo 27 GW di energia eolica aggiuntivi in Africa e Medio Oriente, rispetto ai 290 GW in Europa, e solo 68 GW di energia solare, rispetto ai 152 GW in Europa entro il 2030. Nel complesso, l’85% della capacità energetica pianificata dell’Europa è pulita, rispetto al solo 57% del Medio Oriente e dell’Africa.

Il ruolo delle istituzioni finanziarie

Il sostegno delle istituzioni finanziarie svolge un ruolo significativo nel determinare quali progetti energetici vadano in porto. In questo momento le istituzioni finanziarie stanno giocando un ruolo attivo nel determinare lo squilibrio e nel minare le possibilità dei paesi africani per una transizione giusta.
Questo sostegno include la concessione di finanziamenti diretti a progetti sui combustibili fossili, oppure il credito alle società che producono combustibili fossili, sotto forma di prestiti generali alle imprese, apertura di linee di credito, servizi di assicurazione dai rischi di perdite finanziarie.
Esso comprende anche l’acquisto di azioni o la detenzione di obbligazioni di società del settore dei combustibili fossili. Oltre a fornire finanziamenti, le Agenzie di Credito all’Esportazione (ACE) possono supportare lo sviluppo dei combustibili fossili fornendo garanzie per il rimborso ai prestiti delle banche commerciali rivolti ai progetti sui combustibili fossili. Infine, le istituzioni finanziarie possono agire come consulenti finanziari per i progetti sui combustibili fossili, contribuendo a garantire che ottengano i finanziamenti necessari per procedere.
Le istituzioni finanziarie oggetto della presente relazione sono le banche commerciali, le banche multilaterali, regionali e nazionali di sviluppo e le ACE. Le banche commerciali forniscono servizi finanziari quali prestiti alle imprese. Le banche multilaterali di sviluppo possono avere portata internazionale o regionale e sono istituite da gruppi di paesi con l’obiettivo proclamato di promuovere lo sviluppo, in gran parte nel Sud del mondo.
Le banche nazionali di sviluppo esistono per lo stesso scopo, ma sono istituite dal governo di un solo paese.
Le ACE sono istituzioni governative o semi-governative che forniscono finanziamenti commerciali – incluso il finanziamento di progetti – e servizi come garanzie sui prestiti e assicurazioni per facilitare il funzionamento delle società nazionali all’estero, in particolare per i progetti ad alto rischio.
Anche le finanze pubbliche – che si tratti di prestiti, servizi o garanzie – possono avere un effetto catalizzatore sugli investimenti privati.
Essendo finanziate dal governo, le istituzioni finanziarie pubbliche hanno spesso un rating elevato, mentre il loro coinvolgimento è spesso visto come un sostegno politico al progetto in questione, e quindi il loro sostegno può ridurre significativamente i rischi e i costi per gli altri finanziatori. Come tale, ogni dollaro di finanza pubblica destinato ai combustibili fossili ha un impatto enorme, attirando più finanziamenti del settore privato.
Come dimostra questo dossier, tutte queste istituzioni finanziarie sostengono la continuazione e l’espansione dello sviluppo dei combustibili fossili in Africa, mentre dovrebbero agevolare una giusta transizione energetica.

Traduzione di Ecor.Network.


Tratto da:

Locked Out of a Just Transition. Fossil fuel financing in Africa
Isabelle Geuskens (Milieudefensie), Henrieke Butijn (BankTrack)
Report Oil Change International, BankTrack, and Milieudefensie, March 2022 – 47 pp.

Download:


NOTE:

1. Abibiman Foundation Ghana, Friends of the Earth Ghana, Environmental Rights Action/ Friends of the Earth Nigeria, Les Amis de la Terre Togo, Environment Governance Institute, Uganda, Friends of the Earth Netherlands / Milieudefensie, Both ENDS, A Just Transition for Africa? Mapping the impacts of ECAs active in the energy sector in Ghana, Nigeria, Togo and Uganda, Novembre 2020.
Nnimmo Bassey and Anabela Lemos, Africa’s Fossil-Fuel Trap. A Response to “The Divestment Delusion”, in Foreign Affairs, 17 Febbraio 2022.
David Vetter, Africa Could Be Locked Into Fossil Fuel Future, Warns New Report, in Forbes, 11 Gennaio 2021.

2. Inclusi i progetti per i quali la messa in opera o la costruzione è iniziata prima del 2016.

3. Bronwen Tucker, Nikki Reisch, The Sky’s Limit Africa. The case for a just energy transition from fossil fuel production in Africa, Oil Change International, Ottobre 2021.

4. Noah Browning, Bozorgmehr Sharafedin, Fossil fuel demand shakes off pandemic in blow to climate fight, Reuters, October 4 2021.

5. Ricerca di Profundo basata sui dati del Global Energy Monitor e sull’analisi del data base Rystad UCube a cura dell’Oil Change International.

6. In questo rapporto il segno del $ è usato per indicare i dollari degli Stati Uniti.

7. Bronwen Tucker, Nikki Reisch, The Sky’s Limit Africa.

8. Ibidem.

9. Ricerca di Profundo basata sui dati del Global Energy Monitor e sull’analisi del data base Rystad UCube a cura dell’Oil Change International. Ci sono 964 progetti in totale. I progetti che includono sia l’estrazione di petrolio che di gas sono elencati due volte.

10. Ricerca di Profundo basata sui dati del Global Energy Monitor e sull’analisi del data base Rystad UCube a cura dell’Oil Change International.

11. Per le 15 aziende principali vedi: Bronwen Tucker, Nikki Reisch, The Sky’s Limit Africa.

12. Alcuni esempi di attori che utilizzano l’argomento secondo cui “i combustibili fossili portano lo sviluppo“.

Standard Chartered: “Per raggiungere zero emissioni nette di carbonio dai progetti da noi finanziati entro il 2050, stiamo lavorando sulla nostra strategia a breve, medio e lungo termine per ridurre materialmente le nostre emissioni finanziate dal settore Oil &Gas. Lo stiamo facendo pur riconoscendo che il settore rimane un fattore critico per lo sviluppo economico e l’occupazione.” Vedi: Standard Chartered, Transition Finance Imperative, 2021.
ExxonMobil: “Lavorando in tutto il mondo, ExxonMobil alimenta l’economia dei nostri paesi vicini con significativi investimenti nella crescita economica.” Vedi: ExxonMobil, “Global Operations”, ultimo accesso febbraio 2022;
Macky Sall, Presidente del Senegal: “Mentre continuiamo a considerare gli innegabili impatti del cambiamento climatico, il Senegal si avvia verso lo sradicamento della povertà energetica. Lo sviluppo della nazione dovrebbe essere la priorità prima di tutto, e sarà attuato attraverso il petrolio e il gas.” Vedi: African Energy Chamber, “Senegalese President Initiates Historic Dialogue with Civil Society and Other Political Actors on the Management of Revenues from the Oil and Gas Industry”, 21 Dicembre 2021.
US EXIM Bank sul finanziamento del Mozambique LNG project: “Oltre a sostenere i nostri lavoratori statunitensi qui a casa, ci sono pochi dubbi sul fatto che questa transazione diventi trasformativa per il popolo del Mozambico… La produzione di GNL sarà un catalizzatore della trasformazione per la crescita economica del Mozambico e per le entrate fiscali.” Vedi: Export-Import Bank of the United States, EXIM Approves $5 Billion to Finance U.S. Exports to Mozambique LNG Project, 26 Settembre 2019.

13. International Energy Agency (IEA), United Nations Development Program (UNDP), and United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), Energy Poverty. How to make modern energy access universal?

14. IEA, SDG7: Data and Projections, Ottobre 2020.

15. The World Bank, Nigeria to Improve Electricity Access and Services to Citizens, February 5, 2021.

16. The World Bank, World Bank Global Electrification Database from “Tracking SDG 7: The Energy Progress Report, ultimo accesso Febbraio 2022.

17. Bronwen Tucker, Nikki Reisch, The Sky’s Limit Africa.

18. Ibidem.

19. Kingsmill Bond et al., The Sky’s the Limit: Solar and wind energy potential is 100 times as much as global energy demand, Carbon Tracker, 23 Aprile 2021.

alexik

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