Nicaragua: le bufale della propaganda pro-Ortega

Fake news e propaganda

di Bái Qiú’ēn

 

 

Se non ci fosse un criterio di verità non si potrebbe dire che qualcosa è falso. Quello che è difficile è dire se l’autentico è autentico. Ma questo è un altro problema. Se lei mi porta qui una Gioconda io posso definire che è falsa semplicemente mandando qualcuno a controllare se l’altra Gioconda è al Louvre. Se è al suo posto, la verità è che questo è un falso. (Umberto Eco, 2010)

Io non sono mai stato un giornalista professionista, che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. (Antonio Gramsci, 1931)

Nelle ultime settimane ci siamo occupati essenzialmente della coppia regnante del Nicaragua: Daniel e Rosario che, con tutta la loro corte hanno attuato un’operazione che Gramsci definiva «sovversivismo dall’alto».

Ci sarebbe ancora parecchio da dire sui due regnanti, ma vale la pena affrontare quello delle “notizie” fornite dalla propaganda embedded che si sviluppa all’estero e specialmente nella nostra bella Italia, soprattutto da parte di un soggetto che preferiamo non nominare. Non si tratta delle opinioni da lui espresse, per le quali riteniamo che abbia tutto il diritto di esprimerle, ma di ciò che ricade sotto la definizione di “informazione”, con la sua controparte “falsa informazione”.

L’11 maggio 2020, questo “importante” propagandista nostrano pubblicava un articolo sulla questione del covid-19 intitolato Fake news contro il Nicaragua: «La popolazione nicaraguense è vaccinata al 100% e pochi giorni fa è terminata una nuova campagna di vaccinazione obbligatoria che ha visto medici e infermieri andare nelle case, nei posti di lavoro e persino per le strade a vaccinare la popolazione. Obiettivo raggiunto al 100%, lì non abitano “no vax” e simili». In una sola frase aveva condensato un paio di “falsità”, prima tra tutte la percentuale di vaccinati: nel sito ufficiale e basandosi sui dati forniti dal Ministero della Salute (MINSA), l’OMS dichiarò che i vaccinati erano l’80,9% alla data del 23 giugno 2022, ossia due anni dopo. La seconda “bufala” è l’obbligatorietà della vaccinazione: sebbene in alcuni Paesi dell’area centro-americana fosse stato stabilito questa imposizione (come in Costa Rica e a Panamá), lo stesso Ministero della Salute del Nicaragua (MINSA) ne ha ripetutamente affermato la volontarietà. Chiunque abbia l’ambizione di informare, quanto meno dovrebbe essere al corrente della realtà e non acquistare sbrendoli multicolori a Porta Portese per addobbare le proprie invenzioni.

Come regola generale, ci pare politicamente scorretto combattere le bufale contro il Nicaragua con altrettante bufale a favore. Sarebbe come negare che Hamas abbia realizzato tunnel sotterranei sotto la striscia di Gaza, affermando che invece ne ha realizzati per oltre km. 500. Se si ragiona con logica, ipotizzando una larghezza di almeno un metro (ci deve pur passare un essere umano), sarebbero 500 kmq. Qualcuno dovrebbe spiegare come ciò sia possibile possibile, essendo la Striscia di Gaza soltanto kmq 365.

Tornando al nostro propagandista, nell’articolo Nicaragua. Sandinismo o golpismo pubblicato il 28 luglio 2019 aveva affermato che, in vista delle elezioni, «L’ambasciatore USA a Managua, Kevin Sullivan, ha dato ordine [ai partiti dell’opposizione] di riunirsi tutti sotto le insegne di Ciudadanos por la libertad [CxL]». Scordandosi queste parole, pochi mesi dopo affermava candidamente che «Ciudadanos por la libertad chiede di ottenere la legittimazione giuridica a presentarsi come partito senza però esserlo e senza voler obbedire ai criteri previsti dalla legge ai richiedenti personalità giuridica» (Nicaragua, golpisti nell’angolo, 1° ottobre 2019).

A parte il fatto che il Consejo Supremo Electoral (CSE) aveva legalizzato questo partito il 2 maggio 2017 (oltre due anni prima!), verrebbe da chiedersi: l’ambasciatore Sullivan aveva forse chiesto ai vari partiti dell’opposizione di «riunirsi tutti sotto le insegne di Ciudadanos por la libertad» per cantare in coro La bela Gigogin o Porta Romana bella, se questo partito non fosse esistito in quanto tale.

Che il Nostro sapesse benissimo che CxL are un partito a tutti gli effetti lo si ricava da un altro suo articolo: «Sul piano politico e organizzativo vede l’unificazione di quanta più possibile aggregazione di forze politiche della destra intorno alle famiglie oligarchiche e al Cosep, in alleanza con CXL» (Nicaragua, il diritto e l’abuso, 27 febbraio 2021). Essendo stato legalizzato solo dopo le presidenziali del 2016, questo partito non aveva deputati, però nelle municipali dell’anno successivo aveva ottenuto la vittoria in quattro piccoli Comuni, eleggendo i rispettivi sindaci (El Almendro, El Cuá, San Sebastián de Yalí e Murra). Il Nostro, dopo un’affermazione che ne contraddice altre due evita accuratamente di informare i propri lettori sulla soppressione dei CxL da parte dallo stesso CSE il 6 agosto 2021 con la sospensione della personería jurídica esattamente tre mesi prima delle presidenziali del 7 novembre dello stesso anno. Sempre per la cronaca, tutti i sindaci furono destituiti il 4 luglio 2022. Se ne avesse anche solo accennato, rischiava di far crollare il castello di carte faticosamente costruito.

In un articolo del quale non ricordiamo il titolo aveva affermato che la sinistra non effettua colpi di Stato, essendo questi appannaggio della destra. Se in linea di massima ciò corrisponde al vero, aveva però scordato che il 3 ottobre 1968 un gruppo di militari di sinistra guidati da Juan Velasco Alvarado instaurò in Perù il «Governo Rivoluzionario delle Forze Armate», che restò in carica fino al 30 agosto 1975. Espropriò la International Petroleum Company e nazionalizzò tutto il settore petrolifero, promulgò una riforma agraria antilatifondista, instaurò l’insegnamento bilingue nelle scuole e dichiarò il quechua lingua nazionale ecc. In campo internazionale, irritando sempre più il Governo di Washington, stabilì relazioni diplomatiche con Cuba e con la Cina.

Nell’articolo Nicaragua: vince Sandino, pubblicato il 18 novembre 2008: «L’Mrs (Movimento di rinnovamento sandinista), partitino nato diversi anni orsono dalle costole dell’antico Fsln, non ha mai superato percentuali da prefisso telefonico». Anche in questo caso, scordando tranquillamente ciò che aveva scritto “a caldo” e prima di ricevere l’input dall’alto a proposito del MRS poche ore dopo le presidenziali del 2006: «Il suo risultato, atteso tra il 14 e il 18 per cento, si è fermato al 7» (Sandino passeggia in Nicaragua). A casa nostra, dal prefisso telefonico al 7% ce ne corre… Per la precisione, il candidato a presidente Edmundo Jarquín ottenne il 6,44%, mentre per l’Asamblea Nacional con l’8,69% furono eletti quattro deputati (Víctor Hugo Tinoco, Mónica Baltodano, Enrique Saénz, Jorge Samper). Nel 2008 gli fu tolta la la personería jurídica con la conseguente destituzione dei parlamentari eletti.

In quanto esperto in comunicazione l’Innominabile conosce alla perfezione il meccanismo della memoria corta dei propri lettori e ne approfitta per affermare tutto e il contrario di tutto: «Ignorance is strength», l’Ignoranza è forza, recita uno dei tre slogan incisi sulla facciata dell’orwelliano Ministero della Verità, basato sull’ignoranza nella quale il potere del Grande Fratello riesce a mantenere le masse. Altro che Intelligenza Artificiale: qui si tratta di mantenere e se possibile ampliare l’Ignoranza Naturale (nel senso di ignorare).

Nell’articolo Nicaragua, sovranità contro terrore dell’8 ottobre 2020 aveva affermato che la realizzazione e l’esposizione di cartelloni da parte della Conferenza Episcopale Nicaraguense (CEN) «è una manifestazione di protagonismo politico inusuale e illegittima (la curia non è soggetto giuridicamente legittimato a svolgere attività politica, rappresentando uno Stato straniero, il Vaticano)». Premesso che non si trattava di manifesti abusivamente affissi nottetempo né di scritte murali, che possa essere considerata inusuale può essere condivisibile, ma che la si possa definire illegittima è perlomeno fuorviante: lui stesso, poche righe prima aveva infatti affermato che per il “diritto di affissione” la CEN sborsava «1500 dollari cadauno al mese». In qualunque Paese il termine «illegittimo» significa che è in tutto o in parte contrario alla legislazione vigente: pare assai strano che le varie amministrazioni preposte all’affissione pubblica (a partire dall’Alcaldía di Managua) si facciano lautamente pagare, rendendosi però complici di un atto illegale. Per cui l’uso di questo termine giuridico è inserito in un contesto del tutto errato, ma ciò conta poco quando si fa propaganda: l’importante è suscitare emozioni… e dirigerle verso un obiettivo ben determinato, plasmando percezioni e manipolando idee.

Gli esempi che potremmo ancora fare sono tantissimi, ma preferiamo concludere analizzando brevemente Nicaragua, la colonna infame, pubblicato il 13 giugno 2021. Titolo evidentemente ricavato dal saggio manzoniano La Storia della Colonna Infame pubblicato nel 1842, ma del quale in Nostro conosce solamente il titolo come si evince dalle sue stesse parole.

Siamo certi che il titolo dato a questo articolo volesse sottintendere “colonna” militare (o “militar-politica”). Alessandro Manzoni si riferiva però a una vera e propria colonna in muratura, una sorta di monumento eretto a testimonianza d’infamia per la colpa di due presunti untori della peste del 1630 a Milano. Visitando il Castello Sforzesco se ne può “ammirare” un brandello dove si legge, in latino medievale: ««Qui dov’è questa piazza sorgeva un tempo la barbieria di Gian Giacomo Mora il quale congiurato con Guglielmo Piazza pubblico commissario di sanità e con altri mentre la peste infieriva più atroce sparsi qua e là mortiferi unguenti molti trasse a cruda morte. Questi due adunque giudicati nemici della patria il senato comandò che sovra alto carro martoriati prima con rovente tanaglia e tronca la mano destra si frangessero colla ruota e alla ruota intrecciati dopo sei ore scannati poscia abbruciati e perché nulla resti d’uomini così scellerati confiscati gli averi si gettassero le ceneri nel fiume. A memoria perpetua di tale reato questa casa officina del delitto il Senato medesimo ordinò spianare e giammai rialzarsi in futuro ed erigere una colonna che si appelli infame. Lungi adunque lungi da qui buoni cittadini che voi l’infelice infame suolo non contamini. Il primo d’agosto MDCXXX».

Questa colonna fu abbattuta nell’agosto del 1778 in quanto simbolo dell’iniquità del sistema giudiziario spagnolo in vigore all’epoca della peste.

A un certo punto il Nostro aveva affermato: «La fonte di Diritto è la Legge 1055, significativamente l’articolo 9» che non cita né testualmente né parafrasandolo. Sarebbe assai difficile, infatti, riportare questo “significativo” articolo 9, in quanto del tutto inesistente: stando al testo pubblicato in La Gaceta. Diario Oficial del 22 dicembre 2020 la Ley de Defensa de los Derechos del Pueblo a la Independencia, la Soberanía y Autodeterminación para la Paz relativa ai “nemici della Patria” è composta da un unico articolo (più quello relativo all’entrata in vigore). Siamo certi che nessuno dei suoi aficionados lettori si sia preso la briga di ricercare in Internet il testo di questo provvedimento legislativo. Neppure lui, però, lo ha fatto. Detto articolo unico neppure è suddiviso in commi, per cui non è possibile stabilire quale sie l’eventuale comma 9. Quali siano le sue “fonti” non è dato saperlo, ma è possibile immaginarlo con una buona dose di probabilità: organi partitici o di Governo che propongono un flusso informativo ufficiale, ma al tempo stesso senza possibilità di un’immediata verifica.

In base a questa legge, a molti oppositori è stato impedito di poter candidarsi alle elezioni, alcuni furono incarcerati (dietro le sbarre o ai domiciliari) fino alla cancellazione della loro nazionalità e alla “deportazione” a Washington all’inizio di questo 2023.

Non solo in relazione ai suoi lettori, ma persino a lui stesso ci pare evidente che applichi il suddetto slogan «L’Ignoranza è forza». L’unica differenza, però sostanziale, è che i suoi lettori hanno il diritto di non sapere e possano credere di essere correttamente e puntualmente informati da “chi sa”, essendo del tutto ignari che l’informatore in questione quanto meno distorce la verità con vere e proprie “invenzioni” (chiamiamole così) e fa la figura del peracottaro nei confronti di chi è meno ignaro di altri. Al lettore accorto basterebbe verificare alcune sue affermazioni e di conseguenza, scoprendole come minimo inesatte, negare qualsiasi validità a tutto ciò che sta leggendo. L’“informatore”, però, sa benissimo che si tratta di un’operazione che in pochissimi compiono, per cui tira dritto per la sua strada fregandosene persino delle sviste (o contraddizioni) in cui cade nei suoi stessi scritti, da uno all’altro a distanza di tempo o addirittura nello stesso testo.

Il nostro Innominabile, che si sforza di negare il malcontento popolare e le conseguenti proteste spontanee del 2018, ci pare che abbia parecchio in comune con il manzoniano don Ferrante, il quale «negava il contagio […]. Il contagio non poteva esistere, quindi non era. In natura non vi sono che determinate entità, e il contagio, secondo don Ferrante non possedendo nessuna delle loro qualità, non poteva esistere, quindi non esisteva: non era visibile, non era pesante, non era voluminoso, ecc. non era. E don Ferrante morì tranquillamente di contagio, convintissimo di essere la vittima innocente di un’ingiustizia, poiché moriva per causa di un accidente non esistente» (Antonio Gramsci, 25 giugno 1917).

Unica differenza: l’erudito don Ferrante è un personaggio immaginario, mentre il Nostro è reale o, come direbbe Dante, «mangia e bee e dorme e veste panni».

Redazione
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Un commento

  • Andrea Lancioni

    Per quanto riguarda i tunnel di Gaza, la spiegazione sta nel fatto che è stato sbagliato il calcolo. Se la larghezza (media) dei tunnel è di 1 metro, e si estendono per 500 km, la superfice corrispondente è di 500.000 metri quadri. E ci stanno benissimo nei 365 kmq del paese, che in metri quadri fa 365.000.000.
    Per il resto, non sò.

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