Messico: estrattivismo pericoloso

Stati uniti e Canada propongono al presidente messicano López Obrador di formare, insieme a loro, una superpotenza globale nell’estrazione del litio. Los Pinos ha già aperto il proprio paese alle multinazionali canadesi che, secondo la Red Mexicana de Afectadas y Afectados por la Minería, rappresentano la principale causa della crescita della violenza e del fenomeno dello sfollamento forzato delle comunità indigene e contadine.

di David Lifodi

                                   Foto: https://www.resumenlatinoamericano.org/

Relazioni pericolose tra Messico Usa e Canada. Da Los Pinos è trapelata la voce che López Obrador abbia offerto la propria disponibilità agli Stati uniti in relazione alla proposta di estrarre litio a basso costo insieme al Canada.

Gli Usa puntano a trasformare la regione nordamericana in una superpotenza globale estrattivista. Tuttavia, per il Messico, l’affare sembra essere, come al solito, un accordo capestro. Impossibile non tornare indietro, fino al 1° gennaio 1994, quando entrò in vigore il Nafta, l’accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico che, sotto la guida dell’allora presidente Carlos Salinas De Gortari, regalò al paese l’illusione, solo quella, di aver fatto l’ingresso tra i paesi del cosiddetto primo mondo.

Ormai indispensabile nella produzione di batterie per veicoli elettrici e telefoni cellulari, il litio rappresenta per gli Stati uniti una nuova frontiera di sviluppo. A dichiararlo apertamente, in un’intervista rilasciata al quotidiano messicano Milenio, Brian Nichols, segretario del Dipartimento di Stato Usa, che punta all’estrattivismo del litio, nonché di altri minerali, promettendo al Messico di far far parte di una grande alleanza regionale all’insegna dell’alta tecnologia.

A far gola agli Stati uniti sono le grandi riserve di litio presenti in Messico. Per estrarre l’”oro bianco”, dagli Usa sono disposti a fornire a Los Pinos tutte le infrastrutture necessarie, mettendo in chiaro che il paese dovrà comunque adeguarsi, nella commercializzazione e nella vendita, all’iniziativa privata, se davvero vuol trasformarsi in leader mondiale.

Tradotto in altri termini, significa che il Messico dovrà aprire alle grandi multinazionali del settore, come se non lo avesse già fatto in altri settori. È probabile che ad approfittarne saranno grandi imprese in ambito automobilistico, da Tesla a General Motors, e che l’opportunità di guadagnare dall’estrazione del litio, si trasformi in realtà in un saccheggio secondo una storia già vista troppe volte, con intere popolazioni (spesso indigene), costrette con la forza ad abbandonare il proprio territorio per far posto all’estrattivismo minerario.

Il triangolo tra Usa, Canada e Messico potrebbe essere molto pericoloso anche sotto altri punti di vista.

Non solo il Messico rischia di inchinarsi agli Usa, finendo per fare il gioco del potente vicino, ma lo stesso è già accaduto con il Canada. A fine gennaio, infatti, il presidente Andrés Manuel López Obrador ha stretto un accordo con il primo ministro canadese Justin Trudeau nella concessione di nuove licenze estrattive alle multinazionali provenienti dal Canada: i progetti minerari in Messico sono stati denunciati, più volte, dalla Red Mexicana de Afectadas y Afectados por la Minería, in stato di allerta per l’impatto ambientale e la crescita degli episodi di violenza ai danni delle comunità indigene negli stati di Puebla, Zacatecas, Chihuahua, Michoacán, Guerrero e Chiapas.

Da tempo, la Red Mexicana de Afectadas y Afectados por la Minería imputa ad Obrador la svendita del paese alle multinazionali canadesi e la responsabilità nel desplazamiento forzado (sfollamento forzato), di cui il governo messicano è accusato di essere corresponsabile. Oltre il 68% delle miniere presenti nel paese è di proprietà di imprese canadesi.

Già dalla fine del 2022, soprattutto alla frontiera tra Messico e Guatemala, opera un gruppo paramilitare che si oppone ai movimenti sociali in lotta contro l’estrattivismo minerario. Il 30 dicembre scorso, un esponente del Movimiento Social por la Tierra è stato rapito e torturato, prima di essere rilasciato, nella zona della Serra Madre de Chiapas. La crescita dei paras è vista con favore, in particolare, dalle multinazionali che vogliono continuare l’attività estrattiva e si servono di loro per intimidire le organizzazioni popolari.

In occasione dell’incontro avvenuto a gennaio tra Andrés Manuel López Obrador e Joe Biden non si è parlato di estrazione mineraria. Amlo ha espresso soddisfazione per le attuali relazioni con gli Usa, ancor più per il Nafta, che secondo lui “avrebbe dimostrato di essere un valido strumento di integrazione”.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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