«Plotone di esecuzione» di Enzo Forcella e Alberto Monticone
di Daniele Barbieri – Libri da recuperare: 21esima puntata (*)
Volevo rileggere, dopo tanti anni, «Plotone di esecuzione». In libreria mi dicono che l’ultima edizione (di pochi anni fa) è esaurita: bene perchè vuol dire che circola … però male per chi lo cercherà. Speriamo sia presto ristampato; magari con una sorta di appendice per dar conto di studi successivi.
Fu un libro coraggioso (in un anno mooooooolto coraggioso: il ’68) «Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale» di Enzo Forcella e Alberto Monticone. Frugarono tra le carte – ma molte restarono inaccessibili – e raccontarono le fucilazioni sommarie per diserzioni, insubordinazioni o ribellioni. I generali italiani applicarono anche una procedura non prevista dai codici militari: la decimazione.
Se dobbiamo credere – meglio di no – ai numeri ufficiali furono 750 le condanne di tribunali italiani più 300 senza alcun processo. Ma “casi noti” vuol dire che furono molti di più, però la documentazione non esiste o è stata distrutta.
A ridosso del centenario di quel massacro mondiale che fu definito «grande guerra» non c’è stato in Italia, come in Francia e in Gran Bretagna, un dibattito per riabilitare ufficialmente quei militari “giustiziati”… senza alcuna giustizia. Ci sono stati però libri che hanno raccontato casi specifici – Gianluca Costantini e Elettra Stamboulis nel fumetto «Officina macello» per fare un solo esempio – o il quadro globale di quell’inutile massacro spacciato per patriottismo: fra i migliori «La grande menzogna» di Valerio Gigante, Luca Kocci e Sergio Tanzarella (rigoroso, chiaro, sintetico) e «Gli ammutinati delle trincee» Marco Rossi che racconta «Dalla guerra di Libia al Primo conflitto mondiale» con gli occhi di ribelli e disertori, unici veri eroi in tutte quelle guerre infami.
Se posso poi fare un piccolo “spot” – a fin di bene e soprattutto senza lucro – a ridosso del centenario ho scritto con Francesca Negretti e portato in scena una lettura intitolata «Ancora prigionieri della guerra» per raccontare le verità che continuano a sparire nelle commemorazioni di comodo: dai massacri alle rivolte, dai pescecani che si arricchivano alle “tregue spontanee”, dalle pratiche di decimazione agli stupri di massa. Chi fosse interessato mi scriva: Covid permettendo è per me sempre un “piacere-obbligo” riproporre questo testo.
(*) L’idea di questa rubrica è di Giuliano Spagnul: «… una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Ecco l’elenco:
1 – Gunther Anders: «Essere o non essere» (2 aprile) di Giuliano Spagnul
2 – L’epica latina: Daniel Chavarrì a (14 aprile) di Pierluigi Pedretti
3 – «Poema pedagogico» di Anton Makarenko (30 aprile) di Raffele Mantegazza
4 – «Il signore della fattoria» di Tristan Egolf (12 maggio) di Francesco Masala
5- «Chiese e rivoluzione in America latina» (26 maggio) di David Lifodi
6 – «Teatro come differenza» di Antonio Attisani (9 giugno) ancora di Giuliano Spagnul
7 – «Dizionario della paura» di Marcello Venturoli e Ruggero Zangrandi (23 giugno) di Giorgio Ferrari
8 – «Arrivano i nostri» di Dario Paccino (il 7 luglio) di Giorgio Stern
9 – «Un debole per quasi tutto» di Aldo Buzzi (21 luglio) di Pierluigi Pedretti
10 – «Protesta e integrazione nella Roma antica» (4 agosto) di Giuliano Spagnul
11 – Athos Lisa: «Memorie» (18 agosto) di Gian Marco Martignoni
12 – «Le donne del millennio»: un’antologia con… (1 settembre) di Giulia Abbate
13 – «Gli antichi Greci» di Moses Finley (15 settembre) di Lella De Marco
14 – «La vita è sovversiva» di Ernesto Cardenal (29 settembre) di David Lifodi
15 – «Il cammino dell’umanità» di Angelo Brelich (13 ottobre) di Giuliano Spagnul
16 – «325mila franchi» di Roger Vailland (27 ottobre) di db
17 – «La favolosa Hollywood» di Otto Friedrich (10 novembre) ancora di Spagnul
18 – «Coscienze di mulini a vento» di Flavio Almerighi (24 novembre) di Lucia Triolo
19 – Charles Bettelheim: «Le lotte di classe in Urss» (8 dicembre) di Mauro Antonio Miglieruolo
20 – «Le note, vol. 2» di Ludwig Hohl (22 dicembre) di Francesco Masala
Ci siamo dati una scadenza quattordicinale, all’incirca. Se qualcuna/o vuole inserirsi troverà le porte aperte. [db per la “bottega”]
Bravissimo quel tal D.B a recensire tra i ri-pubblicabili questo libro che apre con una prefazione dal titolo attualissimo “Apologia della paura” di Enzo forcella (uno dei due autori). Patrioti e disertori, eroi e codardi, altruisti ed egoisti. Una società divisa non è mai un male di per sé: il conflitto è sintomo di vita, ma una conflittualità creata ad hoc dall’alto è sempre l’arma a cui il potere si affida nei momenti critici, in cui teme di più per la propria sopravvivenza o è (e spesso le due cose coincidono) nel momento di massima espansione e potenzialità di dominio. Da questa Grande Guerra raccontata dalla parte di chi è costretto a rischiare la vita (o terribili infermità) e a subirne l’infamia e la punizione per non essere stato all’altezza che viene richiesta alla carne di macello, scaturiranno i fascismi e tutti gli orrori novecenteschi che ben conosciamo. È un libro terribile e straziante ma è testo fondamentale per capire la storia che più di tutte fonda il nostro presente. Dopo tutte le retoriche dell’Italia brava, che ce la farà, dopo aver letto questo libro, col cuore: Abbasso l’Italia e quel popolo di italiani che non è mai esistito, se non come mescolanza di tutta la gente del mondo, e che nel rifiuto alla guerra esprimeva il massimo della sua grandezza. E grazie D.B.!