«Le gomme»
Franco Ricciardiello sul primo romanzo di Alain Robbe-Grillet. Libri da recuperare: 32esima puntata (*)
Il primo romanzo di Alain Robbe-Grillet (1922-2008), scrittore e regista francese, ha la forma esteriore di un polar, quello che in Italia chiamiamo “giallo” — meglio ancora, un «romanzo a enigma» secondo la classificazione che Cvetan Todorov opera nel genere poliziesco. Todorov distingue fra nero, suspense e romanzo a enigma. In «Le gomme» – del 1953 – c’è quindi un delitto, un detective e un assassino; manca però la vittima: il detective è chiamato a scoprire proprio questo.
Il protagonista è l’investigatore Wallas, inviato dalla capitale con l’incarico di indagare sul tentativo d’assassinio di Daniel Dupont, professore di economia. Si sa che l’aggressore, Garinati, è un semplice manovale del crimine che agisce per conto di un’organizzazione terrorista, forse anarchica, guidata da un certo Bona. Il piano eversivo consisterebbe nell’eliminare alcune personalità per una serie di giorni successivi, alla medesima ora.
Per ragioni di opportunità, la polizia lascia credere che Dupont sia deceduto nella clinica dove è stato ricoverato, come da notizia apparsa sulla stampa locale; in realtà è ferito in modo lieve, e si nasconde nell’ospedale in attesa di essere prelevato dall’intelligence. L’azione si svolge nell’arco di ventiquattrore, dalle 7:30 alla stessa ora del giorno successivo, in una città indeterminata, e con spostamenti che ricordano un movimento circolare, come se l’autore cercasse di confondere il lettore. E questa circolarità si chiude il giorno dopo quando Wallas, appostato nell’ufficio della vittima, scopre che qualcuno tenta di introdursi e gli spara, uccidendolo: ma si tratta del professor Dupont, passato a prendere alcuni documenti prima di lasciare per precauzione la città. Il cerchio si chiude, il delitto ha finalmente un cadavere; l’orologio di Wallas, che si era inspiegabilmente fermato alle 7:30 del giorno precedente, riprende a funzionare. Il tempo si rimette in moto, l’ordine causa-effetto è ricomposto.
Non è in alcun modo un romanzo sperimentale:
Vorrei sottolineare che sia «Le gomme» che «Le voyeur» hanno una trama e un’azione, facilmente riconoscibile, ricca tra l’altro di elementi considerati in generale drammatici. Se inizialmente a alcuni lettori sono apparsi neutralizzati, non è forse semplicemente perché il movimento della scrittura è più importante di quello delle passioni e del crimine?
Alain Robbe-Grillet, «Pur un Nouveau Roman» (1963)
Lo stile di «Le gomme» è semplice, si basa su descrizioni oggettive e ha una struttura lineare; è necessario però precisare che questa linea è curva. Si verifica un’inversione fra il crimine e l’inchiesta: prima ha luogo l’indagine e solo nel finale si avrà la vittima.
Si può dire che «Le gomme» è l’archetipo di tutta la fiction di Robbe-Grillet, i successivi romanzi ma soprattutto i film, conosciuti da un pubblico più ampio: «Trans-Europ-Express» (1966), «Oltre l’Eden» (1970), «Spostamenti progressivi del piacere» (1974), «Gradiva» (2006) ma anche il famoso «L’anno scorso a Marienbad» (1961) di Alain Resnais, per il quale scrive la sceneggiatura.
In «Le gomme», come in tutte le opere di Robbe-Grillet, il protagonista descrive una traiettoria circolare che lo riporta apparentemente al punto di partenza — come se stesse descrivendo un cerchio di Giambattista Vico. Tuttavia, nonostante la somiglianza delle situazioni iniziali e finali, il destino è inevitabilmente cambiato. Il favoloso serpente gnostico Ouroboros si morde la coda: come le squame variegate del suo corpo sinuoso, gli oggetti e le scene di «Le gomme» compongono una serie segreta di elementi, ognuno dei quali, nonostante l’intreccio generale, sembra persistere ostinatamente in un’esistenza aberrante, ingiustificabile.
Bruce Morrissette, «Clefs pour Les gommes» (1962)
Wallas è chiaramente un anti-eroe. Per lui Robbe-Grillet conia la definizione di anti-Edipo, quando scrive della propria intenzione di «riscrivere l’Edipo re di Sofocle […] sotto un’altra forma, circolare invece che lineare». Già la citazione iniziale infatti chiama in causa Sofocle:
Il tempo svela tutto e lo porta alla luce. (Sofocle)
Edipo uccide senza saperlo il padre Laio, Wallas spara a Dupont: è l’inchiesta stessa a provocare la vittima. «Regarder un atome le change, regarder un atome le trasforme, regarder l’avenir le bouleverse» scrisse Gaston Berger per commentare il principio di indeterminazione di Heisenberg: osservare un atomo è cambiarlo, osservare un uomo è trasformarlo, osservare il futuro è sconvolgerlo.
«Le gomme» è solo il punto di partenza di quella elaborazione teorica che verrà portata a termine con «Pour un Nouveau Roman» (1963), uno dei testi base della nuova corrente letteraria francese dei decenni ’50-’60, le cui caratteristiche sono: rifiuto di ogni forma di realismo, del personaggio classico, del punto-di-vista onnisciente, delle nozioni di trama e di funzione mimetica. Per Robbe-Grillet, il più radicale fra i teorici del Nouveau Roman, funzione del romanziere non è descrivere la realtà, bensì costruirla: ferma restando la verosimiglianza, il romanzo crea un mondo estetico separato da quello reale, indipendente e dunque che non vi corrisponde necessariamente.
(*) L’idea di questa rubrica è di Giuliano Spagnul: «… una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Ecco l’elenco:
1 – Gunther Anders: «Essere o non essere» (2 aprile) di Giuliano Spagnul
2 – L’epica latina: Daniel Chavarrì a (14 aprile) di Pierluigi Pedretti
3 – «Poema pedagogico» di Anton Makarenko (30 aprile) di Raffaele Mantegazza
4 – «Il signore della fattoria» di Tristan Egolf (12 maggio) di Francesco Masala
5- «Chiese e rivoluzione in America latina» (26 maggio) di David Lifodi
6 – «Teatro come differenza» di Antonio Attisani (9 giugno) ancora di Giuliano Spagnul
7 – «Dizionario della paura» di Marcello Venturoli e Ruggero Zangrandi (23 giugno) di Giorgio Ferrari
8 – «Arrivano i nostri» di Dario Paccino (il 7 luglio) di Giorgio Stern
9 – «Un debole per quasi tutto» di Aldo Buzzi (21 luglio) di Pierluigi Pedretti
10 – «Protesta e integrazione nella Roma antica» (4 agosto) di Giuliano Spagnul
11 – Athos Lisa: «Memorie» (18 agosto) di Gian Marco Martignoni
12 – «Le donne del millennio»: un’antologia con… (1 settembre) di Giulia Abbate
13 – «Gli antichi Greci» di Moses Finley (15 settembre) di Lella De Marco
14 – «La vita è sovversiva» di Ernesto Cardenal (29 settembre) di David Lifodi
15 – «Il cammino dell’umanità» di Angelo Brelich (13 ottobre) di Giuliano Spagnul
16 – «325mila franchi» di Roger Vailland (27 ottobre) di db
17 – «La favolosa Hollywood» di Otto Friedrich (10 novembre) ancora di Spagnul
18 – «Coscienze di mulini a vento» di Flavio Almerighi (24 novembre) di Lucia Triolo
19 – Charles Bettelheim: «Le lotte di classe in Urss» (8 dicembre) di Mauro Antonio Miglieruolo
20 – «Le note, vol. 2» di Ludwig Hohl (22 dicembre) di Francesco Masala
21- «Plotone di esecuzione» di Enzo Forcella e Alberto Monticone (5 gennaio) di Daniele Barbieri
22- «I giorni» di Taha Hussein, con un occhio ad… (19 gennaio) di Karim Metref
23 –«America latina: l’arretramento de los de arriba» (2 febbraio) di David Lifodi
24 – «Sardigna ruja» (e non solo) di Gianfranco Pintore (16 febbraio) di Francesco Masala
25 – «Metti l’aquila a dormire» di Marge Piercy (2 marzo) di Giuliano Spagnul
26 – Erich Fromm e «L’Umanesimo Socialista» (30 marzo) di Gian Marco Martignoni
27 – «La moneta…» di John Kenneth Galbraith (13 aprile) di Francesco Masala
28 – «Una pinta d’inchiostro irlandese» (27 aprile) di Franco Ricciardiello
29 –«Dove siete stati di notte?» (11 maggio) Francesco Masala sull’antologia di Clarice Lispector
30 – «Chi gioca solo» (non vince) il 25 maggio: Saverio Pipitone sul libro di Danilo Dolci
31 – «I consolatori» di Muriel Spark (8 giugno) di Franco Ricciardiello
Ci siamo dati una scadenza quattordicinale, all’incirca. Se qualcuna/o vuole inserirsi troverà le porte aperte. [db per la “bottega”]